SEMPRE DI PIU PENSIONATI CHE SBARCANO IN ALTRI LIDI ALBANIA COSTA LA META'

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    In pensione in Albania: "Qui l'assegno Inps vale 10mila euro in più"
    Carmine Iampietro e altri ex lavoratori italiani hanno deciso di trasferirsi a Durazzo: non solo per le sue belle spiagge, per il costo della vita decisamente minore, ma soprattutto perché l'assegno spedito dall'Inps in Albania resta lordo e non si pagano tasse. "In due anni si sono decuplicati: eravamo 300 ora siamo oltre 2.000"
    "Poveri noi, come viviamo male, come si mangia male in Albania", dicono ironicamente in un video alcuni pensionati italiani che abbiamo contatto per capire come mai hanno deciso di trascorrere la terza età nel Paese delle Aquile. Per un pranzo al ristorante spendono in coppia 20-25 euro, per l’affitto 300 euro, 100 euro al mese per le bollette: pochissimo rispetto all’Italia dove il costo della vita è del 40 per cento più alto.
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    Ma è la detassazione della pensione la vera ragione della loro fuga all’estero. In Italia 1.500 euro lordi diventano 1.150 netti, lì restano 1.500. Per una coppia vuol dire quasi 10mila euro l'anno in più. A spiegarlo a Today.it è Carmine Iampietro, presidente dell’Associazione pensionati italiani in Albania (Aipa). Dopo 48 anni di duro lavoro a Novara come meccanico di moto e una dura battaglia (vinta) contro le istituzioni ha attraversato il mare per godersi la pensione.

    Quanto costa vivere da pensionato in Albania
    Il bar ristorante "Te Xhabarka" è diventato il loro ritrovo ufficiale, dove organizzano pranzi o cene in allegria. Fanno due chiacchiere davanti a un caffè oppure attorno a una tavola imbandita, poi si danno appuntamento al giorno dopo per una passeggiata sul lungomare. Sono i pensionati italiani che vivono a Durazzo. Si scambiano indirizzi sul parrucchiere o sul gommista, sono una comunità sempre pronta ad aiutarsi. Per il momento nella seconda città più grande dell’Albania si sono trasferite circa 70 coppie ma il numero sembra destinato ad aumentare, come quello degli ex lavoratori italiani nell'intera nazione. "In due anni si sono decuplicati: eravamo 300 ora siamo oltre 2.000", dichiara a Today.it Carmine Iampietro, presidente dell’Associazione pensionati italiani in Albania (Aipa).

    Carmine vive a Durazzo da 10 anni, da quando è andato in pensione. Ha comprato una casa in una zona residenziale della città, a pochi passi dal mare. Non conosce una parola di albanese ma sostiene che la maggior parte della popolazione parla italiano e che quando non ci si intende si trova sempre qualcuno pronto a tradurre. "Gli albanesi hanno un forte senso di ospitalità, ricordano cosa ha fatto l’Italia per loro 30 anni fa. Per sabato abbiamo organizzato una mangiata di pesce che costerà solo 20 euro a testa perché qui il costo della vita è del 40 per cento più basso".

    L’inflazione ha colpito anche il Paese della penisola balcanica ma i prezzi sono comunque inferiori rispetto all’Italia. La bolletta della luce invece non è mai aumentata. "Quella che mi è arrivata a gennaio era di 60 euro al mese", cifra che comprende l'uso di due condizionatori per riscaldare casa. Si risparmia anche sull’affitto. Per un appartamento vicino al mare in una zona residenziale ci vogliono 250-300 euro al mese, 500 euro per chi desidera una casa più grande con due bagni. I prezzi per chi vuole acquistare invece sono tra i 1.100-1.300 euro al metro quadro. Insomma, "con 1.500 euro al mese si fa una vita più che dignitosa".

    Per i 'pensionati ricchi' l’Albania vale doppio
    I pensionati italiani sono circa 16 milioni, mediamente prendono poco più di 1.600 euro lordi al mese. In Italia il problema non è solo l’inflazione ma anche il fisco visto che questa categoria è tra le più tartassate d’Europa. Così nel Belpaese un assegno che al netto delle tasse permette a malapena di coprire affitto, bollette, spesa al supermercato e visite mediche, private naturalmente viste le lunghe liste d’attesa della sanità pubblica (nella foto sotto, il numero dei pensionati e il reddito medio). Per gli hobby e le cene con gli amici restano pochi spiccioli. Ecco perché molti decidono di trasferirsi all’estero, quasi uno al giorno secondo le statistiche. Alcuni seguono i figli che hanno trovato lavoro fuori dai confini nazionali, in Svizzera, Germania, Spagna, Stati Uniti e Canada. Altri migrano verso paesi dove c’è una fiscalità più clemente, come Albania, Tunisia, Cipro, Canarie, Grecia e Malta ma anche paesi dell’est Europa. Sono 317mila in tutto, il 2,4 per cento del totale, per un reddito complessivo pari a 1.435 milioni di euro.
    Fino a qualche mese fa il paradiso dei pensionati era il Portogallo, contava 7.000 ex lavoratori italiani. Ma con la fine del regime agevolato il Paese che si affaccia sull'Atlantico non è più conveniente, si pagano più o meno le stesse tasse dell'Italia, a volte anche più alte. Oltre i 53mila euro il prelievo è al 48 per cento mentre nel Belpaese la trattenuta per i redditi sopra i 50mila euro è del 43 per cento. Per i pensionati più ricchi quindi l’Albania vale doppio, anche perché non si paga nessun balzello sulla casa. "Mi sono dimenticato di come si fa una dichiarazione dei redditi", scherza Carmine poi tornando serio dichiara che non ha alcun tipo di rapporto con lo Stato albanese perché non paga imposte.

    La battaglia per la detassazione della pensione
    Prima del 2018 la detassazione delle pensioni tricolore in Albania non veniva riconosciuta. "Ho dovuto lottare per 13 mesi con l’Inps di Novara ma alla fine ce l’ho fatta. Poi ho creato l’Associazione e mi sono battuto perché tutti i pensionati italiani potessero ottenere il permesso di soggiorno senza dover necessariamente comprare una casa o trovare un lavoro nel Paese".

    Il presidente Aipa di battaglie ne ha fatte tante ma si rammarica di come a volte vengono criticati i pensionati all’estero, specie sui social. C’è chi sostiene che sono solo un ‘peso’ per lo Stato italiano perché prendono l’assegno Inps, non pagano le tasse e poi spendono i soldi altrove. Carmine invita chi la pensa così a fare un altro tipo di ragionamento. "Quando una persona va in ospedale costa allo Stato italiano circa 800-1.000 euro al giorno. Se un pensionato si trasferisce all’estero l’Italia per curarlo non spende più nulla. Bisogna considerare anche questo e in pochi lo fanno". Si apre così un altro argomento importante per chi sta pensando di attraversare l'Adriatico dopo l’uscita dal mondo del lavoro: la sanità.

    Il problema sanità in Albania si risolve così
    Carmine come tanti altri emigranti italiani ha scelto Durazzo perché si trova a soli 30 minuti di macchina da Tirana, "centro di riferimento per la sanità". Valona e Saranda sono molto belle turisticamente ma a troppe ore di distanza dalla capitale. Inoltre sono caotiche d’estate e solitarie in inverno "poco adatte alle esigenze di noi pensionati" (nella foto sotto Carmine Iampietro con alcuni pensionati italiani che si sono trasferiti in Albania).

    Nel paese considerato la Porta dei Balcani la sanità pubblica è ancora al di sotto degli standard europei, quindi meglio affidarsi a quella privata "di assoluta eccellenza". L’Apia ha una convenzione con una clinica di Tirana in cui lavorano tanti medici italiani che esercitano la professione in entrambe i paesi. Per una visita oculistica con lo stesso specialista che nel Belpaese chiede 150 euro, in Albania ci vogliono 30-35 euro e "i tempi di attesa sono pari a zero".


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