Sesso, noia e dialoghi surreali: Celentano con Adrian ha superato le frontiere del trash

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    Ritmo soporifero, messaggi ecologisti e scene porno soft, polemiche a non finire: il cartone animato-show del Molleggiato entra di diritto nelle più grandi prese in giro della storia della televisione italiana

    Un’immensa, colossale, strepitosa presa per i fondelli. Questo è in sintesi Adrian, o meglio la serata imbastita da Canale 5 e Adriano Celentano per lanciare il cartone animato porno soft in salsa ecologista.
    Lo potevano dire subito. Undici anni di gestazione, mesi di spot fracassa-rimpani e non solo, per vedere prima mezz’ora di interminabile teatro dell’assurdo, poi il Molleggiato a fumetti versione erotomane. E pare che il tutto sia costato venti milioni di euro, che forse sarebbero stati meglio spesi a favore delle foreste dell’Amazzonia, visto che il nostro eroe è tanto ambientalista.

    Una serata straziante
    I primi 30 minuti della notte del Molleggiato, “Aspettando Adrian”, sono stati appassionanti quanto il segnale orario. Dal Teatro Camploy di Verona, Natalino Balasso urla “Pentiti Adriano, pentiti”, Nino Frassica nella parte del frate, musica da chiesa, l’Arca di Noè, una fila di persone che vogliono salire: tu sì, tu no. Battute agghiaccianti: “Sgrana gli occhi che al confronto Mara Carfagna è cinese”. Solito tavolo al centro della scena, solite bottigliette d’acqua.
    L’attesa per l’arrivo di Celentano è l’ingrediente base di tutta l’operazione, ma è mal ripagata. Lui si presenta, ovviamente spettinato e in pigiama, dice tre parole in croce che non entreranno nella storia della tv e poi inizia il cartone. Se ha voluto provocare, ci è riuscito, ma il mal di pancia.

    Alle 22.20 di un lunedì sera straziante il telespettatore ha potuto finalmente assistere cartone animato scritto e ideato da Celentano. L’incipit è apocalittico: le scimmie di 2001 Odissea nello spazio, gladiatori, la guerra in Vietnam, l’11 settembre, disastri ecologici. In una città alla Blade Runner, il mondo è distrutto dall’indifferenza. Siamo nell’anno 2068, in via Gluck. Adrian è un orologiaio con il fisico da tronista e Gilda (Claudia Mori con il fisico di Belen) la sua compagna. Al minuto 2 parte una copula. Al minuto 8 un’altra. Tutto così, in prima serata è sdoganato il sesso spinto, anche se avatar. Perché abbiano voluto trasformare la moglie del Molleggiato in una ninfomane è mistero fitto.

    Per il resto: un gruppo terroristico viene arrestato “per stabilire la pace sociale”, il presidente ha la voce di Kevin Spacey in House of cards, Giuliano Sangiorgi dei Negramano ha la faccia di Mirko Dei Bee Hive. Ovviamente il nostro eroe sarà arrestato pure lui dopo che canta la canzone-eco I want to know. E intanto Adrian e Gilda reiventano il Kamasutra.

    Dialoghi penosi
    Celentano come doppiatore di se stesso è tremendo, fa rimpiangere l’Onore e il rispetto. Ma l’opera non è brutta, semplicemente non è da Canale 5 e da prima serata. La mano è del maestro Milo Manara, le musiche di Nicola Piovani sono gradevoli. I dialoghi però sono penosi, quasi quasi fanno rivalutare il lessico di Cinquanta sfumature di grigio, eppure nei testi sono intervenuti Alessandro Baricco e Vincenzo Cerami. Ambizioso, autocelebrativo, ai limiti culto della personalità maoista, questo cartoon scritto e ideato dal Molleggiato ha avuto un iter lunghissimo. Inizialmente doveva andare in onda su Sky, era tutto deciso, ma l’azienda di Murdoch ha gettato la spugna dopo anni di annunci e rimandi. E ha fatto bene.
    “Orripilante”, “Forse visto al contrario può avere un senso”. “La Hunziker ci ha visto giusto. Mica scema la svizzera a scappare eh”, erano alcuni dei tweet della serata, insieme ai vari penseri al “povero” Pier Silvio Berlusconi che (pare) non abbia visto quello che andava in onda fino alla fine.

    Il battage pubblicitario, come molti sanno, è stato una specie di stalking legalizzato. Forse sono in Antartide e in qualche paesello della Kamchatka non sapevano dell'imminente programmazione di Adrian. Fortunelli. La campagna promozionale è stata così martellante che, vi giuro, alcuni giorni ho avuto paura di aprire il frigorifero la mattina nel timore che spuntasse Celentano in versione gommosa. Mediaset, pensando ai telespettatori non più giovani e duri d'orecchio, ha deciso di alzare i decibel oltre i limiti dell'umano per essere sicuri che il messaggio passasse. Insomma, tutto più fastidioso della voce di Mario Giordano e Diego Fusaro messi insieme.

    E’ meglio la Dottoressa Giò, per dire. Stasera, la seconda e ultima puntata.

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    io non l'ho visto ma sono contenta di averlo fatto
     
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    Non l'ho guardato e non ho intenzione di guardarlo.
     
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