La panchina di Mariella Forever

Lunario Agricolo di Ottobre 2014

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    Edited by -Mariella- - 20/10/2014, 06:35
     
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    Lattughe-e-cipolle
    Ottobre segna la fine dei raccolti che riempiono il cesto fino a farlo traboccare, restano solo pochi frutti su piante a fine ciclo, le verdure invernali devono ancora maturare, e in questo mese si seminano gli ortaggi più resistenti al freddo. È anche tempo di iniziare a predisporre i lavori per il ciclo futuro, e per prima cosa occorre procurarsi del letame maturo di ottima qualità.

    Sintesi dei lavori da effettuare nell’orto nel mese di ottobre:

    liberale le aiuole a fine ciclo

    procurare i concimi organici da interrare con le lavorazioni profonde

    dove pomodori e cetrioli sono ancora carichi di frutti controllare bene gli ancoraggi dei tutori
    raccogliere tutti i prodotti dell’orto a mano a mano che giungono a maturazione (melanzane, peperoni, peperoncini, aromatiche e ortaggi a foglia come radicchi, sedano, prezzemolo, bietole da costa e da foglia, cavoli, indivia e carote)
    in aree a clima mite valutare la necessità di irrigare ancora
    in aree a clima continentale impiegare il tessuto non tessuto per proteggere le colture dal freddo o riattivare i tunnel
    seminare valerianella, spinaci, ravanelli e rucola, lattuga e radicchi
    trapiantare cipolla bianca e aglio

    Semina

    In ottobre nelle zone a clima mite proseguono le semine all’aperto o nelle zone a clima più rigido come la pianura padana e la collina semineremo nei tunnel freddi, che dovremo provvedere ad allestire. Potremo seminare i soliti quattro ortaggi senza stagione: rucola, valerianella, spinacio e ravanelli, e fra le verdure da foglia da taglio: lattuga e radicchi.
    Radicchio grumolo verde

    Fra i vari radicchi di stagione, il radicchio grumolo verde ben si adatta ai tunnel, anche di piccole dimensioni. Si riconosce facilmente perché forma una rosetta basale di foglie molto strette una all’altra così da dare l’idea di un fiore carnoso prossimo a schiudersi.

    Si semina a file distanti 15 centimetri in un terreno che sia stato ben concimato per le colture estive. Necessita di un veloce drenaggio dell’acqua ed un buon arieggiamento perché teme ristagni ed ingiallimenti. S’irriga in base all’andamento delle temperature, ma sempre con moderazione. Si arieggia il terreno fra le fila e si raccoglie prima che le foglie superino i 5 centimetri di lunghezza, perché dopo tende ad indurire. Si raccoglie con con il coltello prelevando anche la parte superiore della radice, ottima da mangiare.
    Valerianella

    La valerianella (Valerianella olitoria, fam. Valerianaceae), o gallinella, o grassa gallina è, fra le verdure da insalata, la più tenera per eccellenza, ed è per questa caratteristica che tanto ne ha favorito la diffusione. Infatti, in cento grammi di prodotto 89 sono d’acqua e meno di 2 sono di fibra.

    Di facile coltivazione e resistente al freddo ha abbandonato i tunnel protetti e le colture intensive per invadere, con successo, gli orti amatoriali ritornando alla natura da dove viene. Può essere raccolta come pianta spontanea in alcune regioni del nostro paese. Ne esistono diverse varietà, ma la tipologia generale della pianta è la stessa. Le foglie a punta arrotondata, di colore dal verde chiaro allo scuro, di forma più o meno allungata, sono riunite in una folta rosetta. La radice è fittonante con buon sviluppo di sottili radici laterali. I piccoli fiori portati su steli ramificati, che compaiono se le piante non sono raccolte, sono di colore bianco sfumato in azzurro.

    La valerianella teme le temperature elevate e, ancor più, la siccità. Non è adatta ad essere seminata, se non in terreni particolarmente freschi, durante l’estate. Nella restante parte dell’anno temperatura e durata del giorno determinano la lunghezza del ciclo vegetativo che può andare dai due ai quattro mesi. Si può, ad esempio, seminare in ottobre per raccogliere a febbraio, mentre per raccogliere prima della fine dell’anno si dovrà anticipare la semina ad inizio settembre.

    Il terreno per la semina deve essere preparato con molta cura anche se non in profondità. Deve essere reso omogeneo, eliminando le particelle più grosse ed i ciottoli, affinandolo con cura così che i piccoli semi possano germinare senza difficoltà.

    La semina può essere fatta a spaglio, come normalmente avviene, senza nessun diradamento che si opera in modo indiretto con una raccolta scalare scegliendo le pianticelle più cresciute o a file. Le indicazioni riguardo la distanza fra le file è piuttosto variabile e passa 7 a 15 centimetri.

    La quantità di seme necessaria per metro quadrato, in entrambi i tipi di semina, resta al di sotto dei 2 grammi.

    Il seme deve essere solo leggermente coperto con poca terra fine, bastano alcuni millimetri. Una profondità eccessiva si traduce in un gran numero di fallanze.

    Subito dopo, bagniamo il terreno con modeste quantità d’acqua e manteniamolo umido fino alla comparsa delle nuove piantine.

    In mesi come questo, può essere utile cercare di elevare la temperatura al suolo per favorire la germinazione e l’applicazione di un semplice foglio di tessuto non tessuto è la soluzione ideale.

    La valerianella non ha bisogno di concimazioni specifiche e può benissimo sfruttare la fertilità residua del terreno lasciata da colture che richiedono all’opposto interventi significativi, pomodori e zucchini su tutte. Può essere impiegata come prima coltura in un terreno eventualmente lasciato a riposo perché non è depauperante.

    Teme il ristagno dell’acqua e occorre garantire un buon drenaggio con fosse di scolo, e/o baulatura e rilievo del terreno. Meglio irrigare con modeste quantità d’acqua ripetute di frequente. Indispensabile la lotta alle malerbe nella fase iniziale della coltivazione.


    Rucola

    La rucola è il primo fra gli ortaggi senza stagione: si può seminare in qualsiasi periodo dell’anno, purché siano assicurati minimi e massimi di temperatura compatibili. Insieme agli spinaci, alla valerianella ed ai ravanelli è fra le scelte vincenti per l’orto autunnale. Si semina all’inizio del mese per essere raccolta in modo scalare già alla metà di novembre. Il letto di semina deve essere ben lavorato con il rastrello per eliminare sassi e residui di colture precedenti. Preferisce terreni freschi, ma senza ristagni, di medio impasto e buona fertilità, ricchi di sostanza organica. Si bagna a pioggia con moderazione, quasi ogni giorno per mantenere il terreno umido.

    Si semina a file distanti 20 centimetri una dall’altra, o a spaglio mescolando il seme ad un po’ di terriccio fine per migliorare l’uniformità del risultato. Per facilitare la germinazione e la prima fase di crescita si può proteggere con tessuto non tessuto.

    Si raccoglie tagliando con le forbici le foglie alla base così che possano effettuare un rapido ricaccio e dare più raccolti. Un secondo raccolto può essere ottenuto in climi miti o sotto la protezione dei tunnel, perché la rucola non resiste al gelo.


    Carota

    Il primo problema è la preparazione del terreno. Il consiglio è di prepararlo già in modo soddisfacente in autunno dopo l’ultimo raccolto. Le dimensioni del seme sono veramente piccole e quindi il terreno dovrà essere affinato con molta cura. Non tutto è risolto dato che dovremo predisporre un’aiuola rialzata, perché il livello del terreno deve essere sopraelevato di circa 10-15 centimetri, rispetto a quello di campagna. Questa pratica, seppur consigliata, non è molto diffusa perché richiede tempo e lavoro. Si ovvia spesso con un efficace lavoro di drenaggio approfondendo la rete di scoline che sgronda l’area interessata.

    La semina dovrebbe essere effettuata a file considerando una distanza compresa fra i 20 ed i 25 centimetri. La quantità di seme consigliato per unità di superficie è di circa un grammo per metro quadrato, quindi assai difficilmente dosabile. Proprio per questa ragione la successiva operazione colturale, quella del diradamento, è fondamentale per ottenere una pezzatura ragionevole delle carote al momento del raccolto.

    La problematica che spesso si evidenzia nelle aiuole seminate a spaglio è un’infinità di carotine assai irregolari, disformi e, in ogni caso, piccole, anziché un numero controllato di radici di buone dimensioni.

    Il diradamento andrà effettuato in due turni: il primo quando le piantine avranno raggiunto un’altezza di almeno 5 centimetri, il secondo quando le dimensioni saranno almeno doppie. Al termine di quest’ultima operazione dovremo fare in modo di creare una distanza di almeno otto centimetri, meglio dieci, fra un soggetto e l’altro.

    Nonostante l’eliminazione di molte piantine resta sempre molto alto quello di carote ben formate che potremo raccogliere a fine ciclo per metro quadrato di terreno.

    L’apporto d’acqua deve essere costante perché carenze, anche brevi, comportano rallentamento della crescita e una maggiore fibrosità della radice.

    Il controllo delle erbe infestanti deve essere compiuto sempre a mano e con assiduità specie nella fase iniziale quando il lento avvio della crescita delle piantine consente alle erbacce di aver in breve il sopravvento.

    Rompiamo la crosta, se dovesse formarsi, e riportiamo del terreno a rincalzo delle radici che tendono a scoprirsi con inevitabile “inverdimento” dei colletti.

    Fino a quando il gelo non farà sentire la sua morsa, e rimarrà un evento sporadico e superficiale con abbassamenti di temperatura sotto lo zero di pochi gradi e solo per parte del periodo notturno, potremmo pensare di lasciare in campo le carote così da potere disporre di verdura fresca anche se la parte aerea sarà, inevitabilmente, ingiallita

    Al sopraggiungere del gelo dovremo però raccogliere tutte le carote ancora presenti e scegliere il sistema di conservazione. Le carote conservate al naturale in salamoia previa sbollentatura e successivo bagnomaria richiedono lunghi tempi di preparazione. Le carote essiccate non sono facili da ottenere perché richiederebbero più sole e più caldo di quanto sia disponibile nel mese di ottobre nella maggior parte del nostro territorio. La surgelazione, dopo un accurato lavaggio in acqua fredda con spazzola, resta il sistema più semplice.
    Tunnel freddi

    Prima di montare i tunnel è buona norma verificare che tutti i componenti siano in ordine. Gli archi di metallo dovranno essere affiancati l’un l’altro per controllare che la curvatura sia la stessa, che siano integri, che non esistano sbavature tali da renderli taglienti, che le parti da interrare siano ancora integre.

    I tiranti devono essere tesi uno alla volta per verificarne resistenza ed elasticità. Controllare che il punto di aggancio sia ancora funzionale e ben collegato al cavo. Il numero dovrà sempre essere superiore al reale bisogno, così da poter averne almeno un paio per ogni tunnel da tenere di scorta e poter far fronte a rotture accidentali ed emergenze per forti sollecitazioni.

    Il telo dovrebbe essere stato conservato avvolto su un supporto cilindrico, e non piegato come un lenzuolo, è dovrà essere steso su una superficie asciutta e pulita. Basterà una passata con uno straccio umido su entrambe i lati se è stato pulito al momento del ricovero, in caso contrario richiederà un primo passaggio con uno straccio, per eliminare la parte corpuscolare più consistente, seguita da un lavaggio ed una perfetta asciugatura.

    Se c’è uno strappo, bisogna riparlo subito, prima di stendere il telo sugli archetti: si taglia una toppa dello stesso materiale in grado di coprire il taglio di circa 5 centimetri per parte e si applica su quello che sarà il lato esterno del telo dopo averlo pulito e asciugato alla perfezione; si fissa con nastro adesivo ad alta tenuta lungo tutto il perimetro applicando anche brevi rinforzi in diagonale negli angoli. Questo metodo più dispendioso in termini di tempo e materiale assicura che il taglio non si allarghi nel tempo.
    Trapianto

    In ottobre si trapiantano cipolla bianca e aglio. Per mettere a dimora i bulbilli d’aglio ed avere ottime probabilità di successo è importante la scelta del terreno e la sua configurazione. Scegliamo un’aiuola dove in precedenza siano state messe a coltura piante che richiedevano una buona letamazione, come lo zucchino o il pomodoro. Il terreno sarà stato impoverito soprattutto d’azoto dato il rilevante sviluppo vegetativo di queste colture, ma la fertilità residua potrà considerarsi come il livello ottimale richiesto dall’aglio.

    Alla porzione di terreno interessata è importante dare una configurazione in grado di consentire il facile sgrondo delle acque in eccesso: i mesi che ci attendono saranno segnati con tutta probabilità da abbondanti precipitazioni, e non si deve correre il rischio che si formi un indesiderato ristagno idrico. La sistemazione ideale sarebbe quella di piccoli appezzamenti sopraelevati rispetto al livello di campagna di 10, meglio 15, centimetri. Se non possiamo raggiungere tale livello di sopraelevazione, riduciamo l’ampiezza delle aiuole e teniamo conto di scavare ogni tre file profondi canalini di scolo.

    La distanza d’impianto ideale è piuttosto variabile, ma orientativamente circa 15 centimetri sulla fila e 30 fra le file.

    La scelta dei bulbilli dovrà essere fatta singolarmente, anche se questa operazione richiede tempo e attenzione, per evitare di contaminare il terreno con muffe del tipo sclerozio dell’aglio (Sclerotium cepivorum). Queste muffe secche sono in grado di insediarsi stabilmente nel terreno, così da colpire anche a distanza di anni colture simili all’aglio (cipolle dei vari tipi, scalogno e porro). Dovranno essere quindi impiegati solo i bulbilli perfetti, vitali e senza alcuna lesione, gli altri andranno eliminati.
    Lavori periodici

    La prima operazione necessaria prima dell’abbandono dell’orto, è la rimozione di tutti i detriti vegetali ancora presenti nelle aiuole, apparati radicali compresi, da togliere con l’aiuto di una vanga. I materiali possono avere tre diverse destinazioni:

    si bruciano dopo averli lasciati seccare sul terreno (sempre con le dovute cautele) e, meglio, se su una lamiera tenuta sollevata dal terreno, dopo che questo è stato ben inzuppato d’acqua
    si immettono nella compostiera, ma solo se sani e non attaccati da parassitosi e marciumi, le malerbe possono essere inserite solo se giovani e non salite a seme, perché esistono semi capaci di mantenere la loro capacità germinativa anche dopo un valido processo fermentativo
    se si tratta di frutti marci, o parti di piante malate si interrano in una buca dopo averli coperti con terra, uno strato di calce, e ancora terra

    Pulito il terreno, si può procedere ad una lavorazione profonda, interrando concime organico, oppure si attende che tutto il terreno sia libero per effettuare una lavorazione completa.

    In entrambe i casi è sempre consigliato ripristinare il sistema di scoline che consente l’allontanamento dell’acqua senza ruscellamenti.

    Rincalziamo il porro per assecondarne lo sviluppo e favorire l’imbianchimento, oppure avvolgiamolo nella carta o nella paglia.

    Un’idea semplice per fare più bello l’orto

    Molte aiuole si vuotano e l’orto rischia di sembrare deserto. Con una spesa contenuta, in posizione centrale e ben visibile, si può mettere a dimora un gruppo di cavoli colorati ornamentali. In un terreno ricco e ben concimato come è quello dell’orto cresceranno molto più di quanto facciano in vaso. Ricordiamoci che però non sono piante alimentari e alla ripresa dei lavori primaverili andranno scartati.


    Diserbo

    Difendiamo dalle malerbe i cavoli autunno-vernini, con una leggera sarchiatura utile anche a mantenere il terreno arieggiato e ad evitare che si formino avvallamenti e ristagni d’acqua. Eliminiamo le erbacce intorno a valerianella, rucola, ravanelli e spinaci.

    Irrigazione

    Irrighiamo con moderazione, ma spesso valerianella, rucola, ravanelli e spinaci e raccogliamo le colture seminate in agosto appena vengono pronte; in caso di siccità irrighiamo anche i cavoli autunno-vernini.
    Concimazione

    Il letame è il concime organico per eccellenza, capace di rinnovare la fertilità del terreno e mantenerla nel tempo, perché si rende disponibile all’utilizzo solo gradualmente. Il letame maturo si riconosce per la consistenza che deve essere pastosa, il colore che deve essere nero, la componente vegetale che deve essere già in buona parte fermentata e poco distinguibile dal resto, la totale assenza di percolato (cioè di una frazione liquida che si separa dal resto durante il trasporto o la sosta).

    Il letame si acquista presso un allevamento bovino, od equino, e si può conservare fino all’utilizzo o alla maturazione se si tratta di materiale fresco a fermentazione solo parziale. Si conserva in mucchi, e non steso, coperti con materiale impermeabile o con un abbondante strato di paglia che ha la stessa funzione, ma consente alla massa di respirare. Si impiega ad una dose standard di 3-5 chilogrammi per metro quadrato anno. E’ particolarmente indicato per le colture a forte richiesta di principi nutritivi quali zucchino, pomodoro, cetriolo, melanzana, peperone, per i terreni poveri di sostanza organica, per quelli sciolti e quando si è costretti a ripetere una coltura su se stessa o in successione ad una con caratteristiche simili
    Difesa

    I cavoli rappresenteranno da qui in avanti i guardiani silenziosi dell’orto. Pioverà, farà freddo, nevicherà, ma di tutto questo non si cureranno. Un nemico ben più piccolo è però in agguato: la cavolaia. La farfalla depone sulle foglie delle uova, riconoscibili come piccole masserelle giallognole, da cui sgusceranno voraci larve in grado di erodere tutto il lembo fogliare ad eccezione delle nervature.

    Alla comparsa del danno ispezioniamo i cavoli per eliminare eventuali altre uova (si schiacciano con le dita) e trattiamo con Bacillus turingiensis varietà kurstaki, alla dose di 1 grammo per litro d’acqua.
    Raccolta

    Non sempre il mese di ottobre è freddo e piovoso e i raccolti possono ancora essere molto variati. In particolare zucchini, pomodori, peperoni, cetrioli e melanzane possono ancora maturare qualche frutto se debitamente seguiti. La prima avvertenza è quella di assicurarsi che le piante ricevano dal terreno acqua a sufficienza. La rugiada mattutina è del tutto inefficace per sostenere gli ortaggi e può essere necessario intervenire ancora irrigando in modo localizzato.

    I pomodori, ma questa pratica è applicata a volte anche su peperoni e cetrioli, possono essere sfogliati, per meglio esporre al sole i frutti che ancora possono giungere a maturazione e si eliminano quelli troppo piccoli o imperfetti per direzionare le energie della pianta.

    Per gli zucchini è necessario eliminare al primo segno di rammollimento i nuovi frutti, e lasciarne due, al massimo tre per ogni pianta se queste evidenziano già segni di senescenza.

    In un orto ben pianificato sono comunque presenti ancora un buon numero di piante orticole in vegetazione. Anche le carote possono essere molte.

    I cavoli autunno-vernini sono ancora in crescita e dovremo difenderli dalle infestanti, mantenere il terreno smosso fra una pianta e l’altra, controllare che non si formino avvallamenti e ristagni d’acqua e che l’apporto idrico sia sufficiente.

    Raccogliamo anche i frutti che maturano nelle varietà rifiorenti di fragola senza lasciarli sulla pianta e controlliamo le infestanti.

    Rucola e valerianella, spinacio e ravanelli, dovranno essere irrigati con parsimonia, ma di frequente, eliminando le malerbe. Se queste quattro colture sono state seminate all’inizio di agosto, saranno pronte per il raccolto.



    Conservare le ultime produzioni

    Il raggiungimento del fine ciclo di molte colture pone il problema di dover trasformare o conservare abbondanti quantitativi di verdura specie se le aiuole sono state sovradimensionate e la produzione ha superato le attese.

    Il prezzemolo e le aromatiche possono essere facilmente surgelati dopo un accurato lavaggio, magari già anche in combinazione fra loro. Spinaci e bietole si surgelano in formelle così da poterne dosare l’utilizzo con maggiore precisione e senza sprechi. Dopo la lessatura, si toglie la verdura dall’acqua, si scola, si comprime leggermente per eliminare altra acqua e si riempiono i contenitori da porre in freezer. Una volta surgelata si estrae la formella e si mette negli appositi sacchetti.
     
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