IO STO CON GLI AGRICOLTORI

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    Noi sosteniamo gli agricoltori lo annunciano i futuri coltivatori della Terra!foto-1-17073004403442
     
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    UNITI SI VINCE SEMPRE,TUTTO CIO' NON E' MERITO DELLO STATO MA DEL POPOLO DEGLI AGRICOLTORI BRAVIIIIIIIIIII

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    Al Contadino 18 Centesimi Al Chilo, Chi Specula Guadagna 13 Volte Tanto: La Denuncia Di Uno “Schiavo”
    Come chiamare, altrimenti, un agricoltore che si spacca la schiena e poi è costretto dagli speculatori dell’ortofrutta a vendere le sue pesche a 18 centesimi al chilo? Oltre al danno la beffa: se fa un giro al mercato trova le sue stesse pesche in vendita ad un prezzo 13 volte superiore. La denuncia ci arriva da Villafranca di Verona, da quel nord che dopo aver votato per anni Lega ora si è rivolto al M5S per risolvere queste problematiche concrete che influiscono sulla vita di tutti i giorni. E la situazione che F.G. ci racconta è fin troppo drammatica.

    TRA SCHIAVI E SPECULAZIONI

    Lavoro nei campi
    Lavorare e raccogliere un quintale di pesche può richiedere al contadino che le coltiva anche una giornata intera di lavoro fatta di sette o otto ore.
    Quanto guadagna in questo lasso di tempo? La metà di un operaio che riesce a racimolare quei 40 euro al giorno per stare dietro a una catena di montaggio. Tutto questo deriva da un tariffario inflessibile che va verso il produttore di pesche. La vendita alle aziende cooperative non può superare i 18 centesimi al Kg. Facendo un rapido calcolo di zeri possiamo facilmente ottenere che un quintale di pesche coltivate all’azienda costa 18 euro. Una tonnellata (1000 kg) ne costa 180 euro. Queste seconde poi sono autorizzate a rivenderle fino a un prezzo di 67 centesimi al Kg che significano a loro volta 67 euro al quintale.

    Ci sono anche pesche che arrivano ai mercati dell’ingrosso della frutta. E’ lì che il prezzo può aumentare, a seconda dei periodi, anche a 1,50 euro al Kg per guadagnarci al quintale 150 euro. Il consumatore finale però, quando non sono frutti di stagione, può arrivare a pagare le pesche anche a 3 o 4 euro al kg. Come mai il prezzo sale così tanto e gli agricoltori guadagnano così poco? Dipende dal fatto che è soltanto nel passaggio tra l’ingrosso e la vendita al dettaglio che il prezzo può anche raddoppiare. E così il commerciante che ha pagato 150 euro al quintale per le pesche ne può guadagnare anche fino a 250 quando le vende al consumatore finale che sono le famiglie.
    Il rapporto 250 a 18 è di 13,88. Tutto questo significa che sulla stessa quantità di pesche il venditore finale ci guadagna 13 volte più dell’agricoltore. Che spesso però rimane anche a secco per due anni come vedremo nella storia che ci è stata raccontata.

    2 ANNI DI RITARDO

    Campagna veronese
    Questa storia è accaduta a un coltivatore della provincia di Verona. Nel periodo tra luglio e agosto del 2011 ha venduto a una cooperativa, la ditta Coop. Top Frutta Scarl di San Giovanni (VR), circa 140 quintali di pesche.

    Passa tutto il 2011 e del pagamento della frutta non arriva nessuna prova. Nel 2012 la stessa storia. Nessun euro è giunto nelle tasche del coltivatore diretto. Suo figlio, F.G. le iniziali, era disperato. Non poteva fare nulla però perché tra la ditta e il coltivatore c’era la figura del posteggiante a cui va il 10% del pagamento che tocca all’agricoltore.

    Il 20 marzo 2013, a quasi due anni dalla consegna della frutta arriva in una banca del Veneto l’assegno del posteggiante. Si trattava di una somma di 2500 euro.

    Ora il coltivatore vuole giustizia. Nello stesso momento in cui ha ricevuto l’assegno bancario si è rivolto alla Guardia di Finanza. Per sapere in che data la ditta, dopo aver rivenduto le pesche, è stata pagata dal suo acquirente.
     
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3 replies since 1/2/2024, 10:02   311 views
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