Carpi, si taglia i capelli dopo anni e li dona: «Per aiutare le donne che soffrono»

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    Carpi, si taglia i capelli dopo anni e li dona: «Per aiutare le donne che soffrono»
    Carpi, si taglia i capelli dopo anni e li dona: «Per aiutare le donne che soffrono»

    La storia della 70enne Alessandra Mioni: «Sì, ne è valsa la pena aspettare»NOTIZIE1-17021897920374
    Carpi Tre anni di attesa, tre anni in cui non si è tagliata i capelli. L’ha fatto con un obiettivo preciso: aiutare gli altri, aiutare chi sta vivendo un periodo di difficoltà.

    Il RACCONTO
    Un lungo lasso di tempo che si è interrotto nei giorni scorsi, quando si è recata dalla parrucchiera e ha detto: «Vorrei che mi tagliasse queste tre trecce». Esattamente 25 centimetri di capelli con cui verranno realizzate parrucche per donne con patologie oncologiche. Questo è il lungo percorso intrapreso da Alessandra Mioni per realizzare il desiderio di trasformare i suoi capelli in «una opportunità per persone che non li hanno più a causa di terapie invasive e debilitanti come quelle chemioterapiche».

    Così qualche giorno fa si è presentata da Papua Parrucchieri di Carpi, il salone che si occupa di questo servizio di taglio e della successiva spedizione del materiale all’associazione di Altamura “Una stanza per un sorriso Odv”. Il loro slogan dice tutto: “C’è una bellezza che la chemio non deve far sfiorire”. Nello specifico, infatti, si occupano della realizzazione di parrucche organiche per offrire un supporto estetico alle donne che stanno vivendo la loro battaglia contro il cancro.

    «Sono tante le donne che fanno questa scelta – afferma Silvia Ortolani di Papua Parrucchieri – tantissime ragazze giovani che vogliono tagliare i capelli e che, anziché buttarli via, sapendo che noi sosteniamo questa associazione, vengono e donano, con una media di due-tre donne al mese. Addirittura ci sono quelle che vanno dal loro parrucchiere a farsi tagliare le trecce, poi ci chiamano per avere l’indirizzo dell’associazione e vanno personalmente a spedirle».

    LA SCELTA
    Per realizzare un buon prodotto è necessario avere capelli naturali o tinti ma non decolorati; poi, raggiunti i 25 centimetri di lunghezza, vengono lavati, asciugati e suddivisi in trecce. «La perdita dei capelli – dicono proprio da “Una stanza per un sorriso – è una delle conseguenze più scioccanti della chemio e spesso viene vissuta dalle donne come una perdita della loro identità. Grazie alle parrucche per pazienti oncologici, tutte realizzate con capelli donati, riusciamo a restituire alle donne la loro immagine e la forza di affrontare il mondo senza l’etichetta della malattia».

    Il sorriso di Alessandra Mioni dice tutto: «Il fatto di poter donare, mi fa sentire bene, ne è valsa la pena aspettare».


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