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Arrivano le scuole senza voti. Il trionfo della mediocrità Sì, ancora una volta prevalgono omologazione, livellamento e mediocrità Di Diego Fusaro
Stanno letteralmente spopolando le "scuole senza voti". E, a quanto pare, non è una moda solo italiana. Si tratta in sostanza di istituti che scelgono di abolire il classico sistema di valutazione degli studenti secondo i voti: sistema che, a ben vedere, ha reso possibile l'educazione delle generazioni passate, secondo modalità certo perfettibili ma probabilmente non degne di essere abolite come ora viene fatto.
Arrivano le scuole senza voti
Da un certo punto di vista, questa tendenza può essere letta come perfettamente in sintonia con il nuovo ordine della società omologata, dove il giusto principio dell'uguaglianza viene puntualmente pervertito nella sciagurata imposizione della indifferenziazione, della omologazione, del livellamento verso il basso. Certo, i voti non sono il fine della scuola, ma il mezzo mediante il quale i giovani hanno un parametro di valutazione dei loro meriti. E possono peraltro cercare di far valere una emulazione positiva nei confronti di chi si distingue per i suoi meriti.
Il nuovo sistema che si sta affermando tenderà invece a produrre una omologazione generale, in forza della quale prevarranno l'appiattimento, l'assenza di impegno, il livellamento. Vero è che si studia non per i voti ma per formare se stessi: tuttavia i voti, in un'età in cui ancora non si è pienamente consapevoli di sé e del mondo, hanno una funzione positiva nel promuovere l'impegno mediante un conseguimento di risultati immediatamente visibili quali sono appunto i voti. Insomma, pare davvero che ancora una volta prevalga il principio della "mediocrazia", da intendersi sia come dittatura del mediatico, sia come dispotismo della mediocrità della civiltà omologata. Dunque, un ulteriore e non trascurabile tassello nel processo in atto di distruzione capitalistica della scuola. Processo che seguita ininterrottamente da anni con profitto e che risulta appieno funzionale ai cristalli di un potere che sempre più palesemente aspira a poter disporre di sudditi senza cultura e senza consapevolezza.
di Diego Fusarohttps://www.ilgiornaleditalia.it/
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