Caos Juve, i pm: «Contesto criminale allarmante». Il caso Arthur, i rapporti con gli agenti e il ruolo di Paratici e Nedved

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    Caos Juve, i pm: «Contesto criminale allarmante». Il caso Arthur, i rapporti con gli agenti e il ruolo di Paratici e Nedved
    I magistrati assolvono il Covid: "La situazione era già fortemente compromessa"
    Dall'inchiesta plusvalenze sulla Juventus e nelle carte dei pm della Procura di Torino, emergono particolari e termini inquietanti. Sarebbero da ricondurre a «l'allarmante situazione economica, patrimoniale e finanziaria» della Juve, infatti, le «condotte illecite» contestate dai pm torinesi ai 12 indagati nell'inchiesta sui conti del club bianconero per i quali l'accusa ha chiesto il rinvio a giudizio.

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    In particolare, nei tre esercizi finiti sotto la lente d'ingrandimento dei magistrati «oltre a registrare un pesante indebitamento finanziario, ha costantemente registrato significative e crescenti perdite di esercizio, 39,9 mln nell'esercizio al 30/6/2019, -89,7 mln nell'esercizio al 30/6/2020, -209,9 mln nell'esercizio al 30/6/2021». La grave situazione economica «è confermata dal ricorso a ben due aumenti di capitale a distanza di due soli anni (2019 e 2021) per l'importo complessivo di 700 mln di euro» che tuttavia «si palesano ab initio insufficienti ed aprono le porte ad un preoccupante scenario presente e futuro».

    Ad aggravare il quadro ci sarebbero poi «posizioni debitorie non registrate e non confluite in contabilità, fatto particolarmente grave ove si ponga a mente la natura quotata delle azioni della società». Inoltre, «sulla preoccupante situazione» avrebbe, «senza dubbio, inciso la diffusione del Covid e le misure di contenimento» per limitare il diffondersi del virus «tuttavia, contrariamente a quanto rappresentato esternamente dalla società, la pandemia ha avuto soltanto effetti di limitato aggravamento in ordine a una situazione già fortemente compromessa». «La diffusione del Covid-19, lungi dal compromettere la situazione di Juventus», avrebbe «consentito di dare copertura formale a 'manovre correttive' (come la cd manovra stipendi) che erano già state pianificate e rese necessarie dalla grave situazione finanziaria societaria, ben prima della sospensione delle partite per Covid».

    I pm: «Contesto criminale di allarmante gravità»
    Le parole che i pm torinesi usano sono preoccupanti: «Un contesto criminale di allarmante gravità essendosi di fronte a condotte illecite, reiterate e protratte nel tempo, per ben tre esercizi, di indubbio spessore ponderale (440.887 mln di rettifiche al patrimonio netto in tre esercizi), ramificate e diversificate», descrivono i pm parlando dei fatti oggetto dell'inchiesta sui conti della Juventus, evidenziando che «i reati analizzati, per le modalità effettive di realizzazione, delineano un'elevata pericolosità soggettiva dei rei, rendendo innegabilmente concreto il periodo lo che gli stessi, qualora si presenti l'occasione, continuino a delinquere».

    Un contesto «di assoluta criticità», in cui gli indagati «hanno deliberatamente e consapevolmente fatto ricorso a 'manovre correttive', che altro non sono che 'stratagemmi illeciti' al fine di garantire la prosecuzione dell'attività sociale e di alterare, migliorandoli, i dati nei documenti destinati al pubblico (relazioni finanziarie): le plusvalenze 'artificialì, derivanti da operazioni 'di scambiò» e «le c.d. manovre stipendi», è il quadro che emerge dalle carte dell'inchiesta della magistratura.

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