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Già prenotabile, uscirà il 23 novembre per Rizzoli. È il nuovo libro di Massimo Ranieri. Il titolo, «Tutti i sogni ancora in volo», riprende uno dei versi di "Perdere l’amore". Il volume si annuncia con 16 pagine di fotografie e un testo denso di storie
Già prenotabile, uscirà il 23 novembre per Rizzoli. È il nuovo libro di Massimo Ranieri. Il titolo, «Tutti i sogni ancora in volo», riprende uno dei versi di «Perdere l’amore». Il volume si annuncia con 16 pagine di fotografie e un testo denso di storie. Affacci su una carriera strepitosa. Una parabola artistica ricca che si potrebbe dire simile a un grande albero ben cresciuto contemperando entusiasmo e saggezza. Canzoni, spettacoli teatrali, film, sono i suoi rami. Sfogliando questo libro sarà quindi interessante toccare con mano, scritto nero su bianco, lo slancio della straordinaria alacrità di Massimo Ranieri. Ritrovarne l’impeto costruttivo, l’avveduta acribia, la fantasia coraggiosa, il talento senza confini. Il tutto prodigiosamente tenuto insieme da intelligenza spigliata e ardimentosa.
Leggendo «Tutti i sogni ancora in volo» sarà utile ricordare che nel lavoro di Massimo Ranieri cifra caratterizzante e sempre presente è la particolare attenzione, di più, la dedizione alle parole. Delle parole lui ha cura speciale. Conosce l’enorme influenza che esse hanno sulla struttura generale dello spettacolo. Sa bene che la loro valutazione parte naturalmente dal significato, ma deve considerare pure il suono e l’armonia stretta di consonanti e vocali, la gamma infinita dei modi in cui una parola si lega alle altre o, viceversa, il modo unico in cui una parola si distacca dal fondo, si staglia, fa spicco e diventa avvenimento a sé. Nel cantare e recitare Massimo Ranieri svela e restituisce intatto il volto delle parole. Da quello doloroso a quello stipato di gioia, da quello gravato di dubbio a quello confortato da conquistata certezza. Proprio nella luminosità che le rende forti o nella cupezza che le imprigiona è infatti la loro ineludibile ragion d’essere. Ranieri attore balza felino e felpato sulle parole, le annoda e ingarbuglia proprio come farebbe un gatto con graditissimi gomitoli di lana. Cauto e temerario come un giocoliere, le fa volteggiare per aria. Fa emergere il ritmo interno che le anima. Scopre per loro nuove accezioni, le mescola reinventandole con nuova cromia, nuova musica, nuovo senso.
Osservando Massimo Ranieri in teatro si ha spesso l’impressione di averlo visto mentre studiava il testo che sta portando in scena. Si immagina, sorridendo sedotti dalla suggestione, che forse lui mette le pagine in controluce sul vetro di una finestra come si faceva un tempo per guardare i negativi delle fotografie. Si è portati a ipotizzare che sia una sua strategia per carpire i segreti delle parole che su quelle pagine sono stampate e che riesca così a cogliere anche in un classico molto conosciuto il tratto imprevisto, disorientante, problematico. Che diventa a sua volta fulcro magnetico, reticolo cristallino, intelaiatura filosofica della pièce. Personalissima rischiosa audacia che lo spettatore sente giusta e traduce in propria strada maestra. Comunque sia, le parole si fidano di Massimo Ranieri. E la cosa è evidente nelle sue interpretazioni che poggiano sulla ricerca e rintracciano l’enigma, l’ironia, il sorriso. In un discorso multistrato generoso e profondo. Pieno di sole eppure velato di preziosa malinconia. È facile prevedere che «Tutti i sogni ancora in volo» sarà un dedalo di carta e inchiostro. Una lettura particolarmente nutriente per chi in quel dedalo accetterà la sfida di smarrirsi per un poco.https://www.lastampa.it/
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