La bomba sul Vaticano, Papa Francesco vuole dimettersi per colpa della malattia

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    Una bomba pronta ad essere sganciata sul Vaticano. Come successe già in passato con Joseph Ratzinger ora anche Papa Francesco starebbe pensando a rassegnare le dimissioni dalla carica di Pontefice. La notizia è rilanciata da Antonio Socci su Libero, che sottolinea in un articolo come siano sempre più insistenti le voci di un conclave da convocare a breve. I rumors sull’addio di Bergoglio si sono infittiti ulteriormente negli ultimi giorni e dietro a tale profonda riflessioni ci sono motivazioni legate all’età, visto che il 17 dicembre prossimo compirà 85 anni, ma anche relative ai problemi di salute, ultima l’operazione al colon a cui è stato sottoposto il 4 luglio scorso al Policlinico Gemelli di Roma.

    A dicembre Papa Francesco avrà la stessa età di Benedetto XVI nel momento in cui decise di lasciare il timone della Chiesa. L’intervento di luglio è stato descritto come programmato da tempo, ma in realtà sembra che neanche il Segretario di Stato Parolin sapesse alcunché e che addirittura i medici avrebbero voluto trattenere maggiormente Bergoglio in ospedale per poterlo sottoporre ad altri esami approfonditi. Il sito "Il Sismografo" - si evidenzia su Libero - considerato vicino agli ambienti della Segreteria di Stato, ha parlato di condizioni "severe e degenerative e la malattia potrebbe essere anche cronica". Ad alimentare i dubbi sul reale stato di salute di Papa Francesco è anche il fatto che i comunicati vengono firmati dall’ufficio stampa e mai dai medici che lo hanno in cura. Nomi per un’eventuale successione ancora non ne vengono fatti, ma la sfida tra cardinali è già aperta.

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    Andreotti, che di potere se ne intendeva, raccontava sempre che, al di là e al di qua del Tevere, al momento dell’entrata in carica di un nuovo Papa o di un nuovo Premier lo sport principale era quello di vaticinare subito il nome dei loro successori. Questa volta però sulle dimissioni di Bergoglio, dietro le mura leonine, come ben anticipato da Antonio Socci, non c’è loggia vaticana che non ne parli. Naturalmente purché tutto avvenga lontano da occhi indiscreti e dalle orecchie della Gendarmeria che, di questi tempi, sono ovunque.

    Francesco a dieta e sempre più irascibile
    Si racconta che, da vecchio argentino, Francesco ami ascoltare tutti i sussurri che lo riguardano per poter reagire con contromisure. Certamente le voci si sono amplificate dopo la sua operazione all’intestino. Il Pontefice, già afflitto da mille acciacchi, pressione alta, diabete e cattiva circolazione oltre al problema della deambulazione, è comprensibilmente stanco e peraltro sempre più irascibile. Un quadro clinico che ha imposto una dieta rigida ad un goloso come Bergoglio, tra cui la rinuncia completa ai dolci, a partire dal suo preferito dulce de leche. Comunque, ed è un’ottima notizia, dal 4 agosto è tornato nel refettorio di Santa Marta, ma gli sono stati inibiti, come gli capitava, blitz in cucina per l’assaggio dell’ultimo condimento.

    Una questione giuridica
    Tuttavia, più che fisico e culinario, il tema in corso delle dimissioni del Papa è soprattutto giuridico, per il vuoto che crea. Il codice di diritto canonico ammette le dimissioni, ma non disciplina il dopo: Papa emerito? Vescovo di Roma emerito? Membro del collegio cardinalizio? Peraltro, questa non può nemmeno essere materia da motu proprio di un Papa, in quanto nel diritto canonico vige la regola secondo cui “ciò che riguarda ognuno come individuo, deve essere approvato da tutti”.

    Ne discende che il tema in questione deve essere approvato dall’intero collegio cardinalizio perché, teoricamente, ogni suo membro potrebbe essere eletto Papa e trovarsi, quindi, nella condizione di doversi dimettere. Papa Benedetto XVI è stato ‘angelicamente’ geniale nell’autoattribuirsi il titolo di Papa emerito, così aggirando la necessità del consenso del Collegio non sulla sua decisione di dimettersi, che il codice di diritto canonico vuole insindacabile, ma su quello che “restava” perché – ed è sempre il diritto della Chiesa che lo dice – il Papa è insindacabile. Ma lo è anche quando ‘emerito’? È una questione complessa sulla quale silenziosamente stanno lavorando i giuristi delle migliori facoltà. Andando a ritroso c‘è anche chi sta ripercorrendo gli ultimi mesi di un gigante come San Giovanni Paolo II. Nessuno oggi più nasconde l’evidenza che, con il Pontefice polacco ormai in fin di vita, un gruppo di suoi astuti collaboratori, aveva preso in mano il potere, favorendo carriere, distribuendo e incassando prebende. Non può essere certo il caso di Bergoglio, che è abituato ad utilizzare pienamente la sua sovranità, ma se si decide di mettere giuridicamente mano alla possibilità di un papato a termine, bisognerà pur definire delle regole in caso di impedimento fisico.

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