La panchina di Mariella Forever

VITE SPEZZATE NELL'ANSIA SOCIALE

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    GOSSIP1_6Sono quasi le sei del pomeriggio e bisogna ancora fare la spesa. Ma Francesco non ce la fa proprio a uscire da casa. Sono solo pochi passi per arrivare al negozio del fornaio per un poco di pane, ma quella che per la maggioranza delle persone è una passeggiata per lui diventa un'impresa impossibile. Al solo pensiero gli viene la tachicardia e inizia a sudare. Chiederà ancora una volta a sua madre o suo fratello di andare al posto suo. Marta lavora in azienda da anni, ma evita sempre di fare la pausa pranzo o prendere il caffè con i colleghi. Non ce la fa proprio a sostenere una conversazione e per questo ha scelto un lavoro che le permette di stare da sola. Per questo con il Covid lo smartworking è stata l'occasione per starsene isolata e tranquilla, senza il problema degli altri. Storie di ordinaria ansia che rende tutto molto più complicato e, a volte, si complica a tal punto da rendere impossibile studiare o svolgere una professione.

    Fra le situazioni più complicate ci sono quelle delle persone che soffrono di ansia sociale, che con Covid si sono isolate ancora di più. "Le persone che non uscivano prima della pandemia si sono ancora di più isolate. Se si rimandano troppo gli incontri, si resta da soli per lunghi periodi, un disturbo di questo tipo diventa ancor più invalidante. Anche se va detto che molti pazienti si sono sentiti ancora più 'protetti' per le chiusure", spiega la psicoterapeuta Valeria Locati, cha ha dato vita al podcast 'Ansia? Parliamone' (edizioni Storytel).

    Per il professor Claudio Mencacci, direttore Neuroscienze Salute Mentale Asst FBF-Sacco di Milano e co-presidente della Società italiana di Neuropsicofarmacologia, "L'ansia sociale è stata facilitata durante il Covid, perché i pazienti potevano stare isolati senza doversi giustificare". Ma qual è la differenza fra la paura del Covid, che ci ha spinti ad allontanarci dagli altri per il timore di essere infettati, e l'ansia sociale? L'ansia sociale è caratterizzata tra tre condizioni: vergogna, imbarazzo e pudore. Una situazione che si potrebbe confondere con la timidezza patologica.

    "Si tratta di due cose diverse - ricorda il clinico - nel timido la vergogna si concentra nel campo degli affetti, la persona non vuole svelare i propri sentimenti. Nell'ansia sociale invece la vergogna riguarda il corpo nelle sue versioni sociali. L'individuo ha paura di essere goffo e inadeguato.

    Ne parla Valeria Pini su La Stampa -
     
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0 replies since 15/5/2021, 08:42   75 views
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