La panchina di Mariella Forever

BONACCINI SI AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI (GLI CREDIAMO?)

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    Bonaccini: «Io che i populisti li ho battuti dico sì al taglio dei parlamentari»
    Il governatore pd dell’Emilia Romagna: ma la politica non discuta di regole mentre le aziende chiudonovignetta2_3054

    Stefano Bonaccini, lei ha detto che voterà sì al referendum sul taglio dei parlamentari, che fa,insegue il populismo grillino?
    «In realtà la riduzione del numero dei parlamentari è nel programma del centrosinistra da quasi trent’anni e io non ho cambiato idea. Avrei preferito accompagnare a questa riforma quella del bicameralismo differenziato, così come reputo necessaria una legge elettorale conseguente. Ma resto favorevole ad avere un Parlamento meno pletorico e più linea con le altre democrazie europee. E, per inciso, più che inseguirli i populisti li ho battuti alle elezioni».

    Per la verità lei ha anche detto che ci sono cose più importanti a cui pensare della legge elettorale, mentre il suo partito vorrebbe approvarla in un ramo del Parlamento prima del referendum.
    «Ribadisco che una nuova legge elettorale è necessaria, ma dubito che si riesca a procedere in tempi così rapidi. Confermo anche che in questo momento le risposte economiche e sociali sono molto più urgenti di quelle istituzionali, pur importanti. Se la politica discute di regole nel momento in cui gli italiani perdono il lavoro e le aziende chiudono non va bene».


    Come Regioni avete chiesto di collaborare al Recovery plan. Avete avuto risposte soddisfacenti?
    «C’è un piano di investimenti da oltre 200 miliardi di euro da approvare tra due mesi, ma noi non lo conosciamo. Segnalo per tempo che senza le Regioni e i Comuni sarà impossibile spendere quelle risorse in tre anni, come è previsto e come necessario, visto che il Paese ha bisogno di risposte immediate su investimenti e lavoro. Come abbiamo detto al Quirinale due giorni fa, abbiamo un’enorme opportunità ma anche un’enorme responsabilità: se sprecheremo questa occasione i cittadini non potranno perdonarci. Ne ho riparlato con il presidente Conte che mi ha confermato la volontà di coinvolgerci e ci sarà un incontro la prossima settimana coi ministri Amendola e Boccia, che ringrazio per l’immediata disponibilità. Ci aspettiamo risposte importanti».

    Se le Regionali andassero male ci sarebbero contraccolpi nel Partito democratico?
    «Credo che la sfida sarà sul buongoverno delle sei regioni in cui si vota. Salvini provò a politicizzare le elezioni in Emilia-Romagna e anche per questo perse. Figuriamoci se un’elezione regionale può essere addirittura svilita a un banco di prova interno per un singolo partito».

    Che bilancio fa della collaborazione Pd-M5S al governo?
    «Non do le pagelle, ma confermo la necessità che il governo sciolga alcuni nodi. Ho chiesto ad esempio di utilizzare le risorse del Mes, perché non si può sacrificare a questioni ideologiche la possibilità di investire 36 miliardi di euro sulla sanità pubblica in un Paese colpito da una drammatica pandemia. Quei soldi servono perché la sanità pubblica va rafforzata e aprire cantieri, così come investire in tecnologia e macchinari significa anche creare lavoro. Stesso discorso sulle concessioni autostradali: ci sono miliardi di euro fermi per opere già progettate, ma che non partono. Non è accettabile in un Paese dove la crisi economica e sociale morde nella carne viva le famiglie e le imprese».

    C’è chi dice che il Pd non fa sentire la sua voce con Conte e i grillini...
    «Non è un problema di alzare la voce, ma di dare risposte urgenti e forti al Paese. Il presidente Conte ed il governo hanno incassato un grande risultato in sede europea, a cui quasi nessuno credeva, e ora abbiamo risorse straordinarie da investire per far ripartire l’economia e il lavoro. È questo il banco di prova del l’esecutivo e delle forze politiche che lo sostengono. Nel momento in cui anche al Nord le posizioni della Lega risultano incomprensibili a molti elettori, più che disputare tra Pd e Movimento 5 stelle mi concentrerei sui progetti che possono ridare fiato all’economia, alla ripartenza della scuola, agli investimenti sulla sanità del territorio. Con Salvini costretto a cambiare idea ogni giorno su mascherine e Covid, a noi è richiesta serietà e concretezza».
    www.corriere.it/
     
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