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Ecco le piscine più hi-tech del mondo: vasche da record e onde artificiali per surfare
Dall’Australia agli Stati Uniti fino all’Italia, si trovano all'aperto grandi come campi di calcio o indoor delle dimensioni di pochi metri quadrati. Amate da professionisti e famiglie
Hitech pool...
Molti alberghi specializzati nel wellness hanno piscine che producono un getto per allenare il nuoto controcorrente. Altre piscine indoor non hanno bisogno di manutenzione perché l'igiene viene garantita dalla fotocatalisi mentre nelle grandi piscine all'aperto di livello più avanzato vengono aggiunte speciali alghe hitech per il ricambio d'acqua. Nel mondo delle piscine, però, la vera tecnologia sta nei sistemi di produzione delle onde che risultano essere alte anche un paio di metri: alcune piscine riescono addirittura a ricreare il "tubo" di onde come nella migliore iconografia hawaiana dove atleti professionisti e principianti possano allenarsi e perfino gareggiare. Altre creano solo un cavallone non molto alto ma lunghissimo per far divertire i bagnanti.
Lo Urbnsurf a Melbourne
La grande famiglia delle Wave Pool - le "piscine con le onde" - conta circa una trentina di grandi strutture in tutto il mondo e quasi un migliaio di piccole e piccolissime. Lo Urbnsurf di Melbourne è il primo surf park australiano e stupisce per la sua eleganza in un mondo non abituato alla raffinatezza come quello dei surfer: offre diversi tipi diversi di onde, diversi tipi di attività per il divertimento a bordo vasca e dentro la vasca e non mancano ovviamente ristoranti e gelaterie. È già diventato un punto di riferimento per i più noti surfer australiani che, quando Bondi Beach a Sidney è impraticabile, si spostano qui. I tecnici dicono che l'ingresso nell'onda è un po' complesso perchè troppi surfer si accalcano nello stesso punto ma la legge non scritta del mare vale anche qui e il buon senso finisce per prevalere sulle risse a bordo piscina.
Il Surf Ranch in California
La più grande onda mai creata dall'uomo, la più lunga "onda a botte" (le preferite dai surfisti) nel mondo. Il Ranch si trova a Lemoore, in California a un centinaio di miglia dall'oceano, ed è stato ispirato e realizzato da Kelly Slater (11 volte campione del mondo, 56 vittorie nel tour), il più forte surfista della storia. Niente squali, niente tempi di attesa che arrivi l'onda perfetta ma una vasca rettangolare lunga 640 metri e larga 105 con una struttura che si muove su dei binari avanti e indietro per tutta la lunghezza della vasca, muovendo l'acqua sul fondo e producendo una onda a tubo che tocca anche i 2,20 metri di altezza, in funzione della velocità della macchina e del fondale della vasca. Il sistema, studiato dal Dipartimento di Meccanica Liquida della University of California, ha misurato che l'onda raggiunge una velocità massima di 32 km/h: serve quasi un minuto per attraversare tutta la vasca in piedi sulla tavola e servono quattro minuti di tempo perchè le acque si calmino e si possa ripartire.
Siam Park a Tenerife
Questo water park, gemello dell'omonimo che si trova a Bangkok, possiede la Water Pool più grande del mondo con una superficie totale di 13.600 metri quadrati, circa due campi regolamentari da calcio. Produce un'onda impressionante: a intervalli regolari, da un'estremità della piscina chiusa ai bagnanti ha origine un cavallone alto un paio di metri che muove una massa d'acqua impressionante, larga oltre un centinaio di metri, per la gioia di centinaia e centinaia di persone che la attendono a mollo nella enorme vasca. I bagnanti più vicini "alla riva" sono semplicemente sollevati dall'onda ma quelli in mezzo alla vasca vengono letteralmente fatti volare come fuscelli. I surfisti possono entrare solo in orari prestabiliti.
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Il Blue Thunder in Canada
A Edmondton, nello stato dell'Alberta, in Canada, c'è invece la water pool indoor più grande del mondo che ha una superficie di 3.900 mq. Ai due lati della piscina ci sono altrettanti macchinari che producono onde e che vengono mossi da un sistema idraulico da 1500 cavalli di potenza: all'apertura del parco, i macchinari venivano accesi contemporaneamente ma l'estrema forza delle onde causava incidenti a ripetizione sbattendo i bagnanti l'uno contro l'altro tanto che si è deciso di alternarli.
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