La panchina di Mariella Forever

Cori e canti sui balconi: da Napoli a Milano Bologna la musica che unisce il Paese

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    Cori e canti sui balconi: da Napoli
    a Milano la musica che unisce il Paese
    E’ tutta l’Italia segregata in casa dal Coronavirus che, nel primo venerdì di zona rossa integrale da Nord a Sud, alle diciotto o giù di lì, si ritrova unita anche se distante sulle note di un Inno di Mameli variegato e collettivo, che risuona di casa in casa
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    C’è la bimbetta che soffia forte nel clarinetto le note dell’inno nazionale, da sola sul balcone, anche se l’ha imparato a scuola solo quattro mesi fa e il vicinato alla fine applaude e la mamma si commuove. C’è la ragazza che dal terrazzino con le primule accarezza le corde dell’arpa, chi suona la tromba e chi il sassofono, chi canticchia e chi stona, ma va comunque bene, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro che si affaccia con la chitarra al collo e non risparmia l’ugola e intona «Tanto l’aria s’ha da cagnà» di Pino Daniele («Ho cantato per la mia strada a Roma, ho ancora i brividi... è stato come un abbraccio... vi giuro piango ancora»).

    Fedez e Chiara Ferragni che schiudono la loro finestra milanese, influencer pure quella, con lei che si commuove («Io piango ogni volta che sento questo inno, troppo fiera di essere italiana, sempre»), le signore anziane dei Quartieri Spagnoli di Napoli che sventolano fazzoletti accanto agli stendini con i panni ad asciugare, il ragazzino che, in mancanza di meglio picchia forte sulla pentola con il mestolo di legno del ragù della nonna.È tutta l’Italia segregata in casa dal coronavirus che, nel primo venerdì di zona rossa integrale da Nord a Sud, isole comprese, alle diciotto o giù di lì, si ritrova unita anche se distante sulle note di un Inno di Mameli variegato e collettivo, che risuona da balcone a balcone, per rompere il silenzio e attutire la cupa malinconia di questi giorni amari del Covid-19, che almeno per cantare ci si può togliere la mascherina senza paura. E questo isolamento per qualche minuto sembra meno cattivo, più lieve da sopportare.

    Tutto era partito con un flashmob sonoro lanciato su Facebook dalla street band capitolina FanfaRoma e che in poche ore è diventato più che virale, moltiplicato in foto, post e video sui social: «Apriamo le finestre, usciamo in balcone e suoniamo insieme, anche se lontani...così il nostro Paese diventerà un gigantesco concerto gratuito», proponevano gli organizzatori, a cui si è unito il sindaco Virginia Raggi (dando appuntamento un’ora dopo prima di rettificare): «Cantiamo una canzone tutti insieme, facciamo sentire che siamo una comunità anche se non ci possiamo toccare».

    Così è stato. E se l’inno nazionale è stato il brano più gettonato, ognuno poi si è fatto da solo la sua playlist della speranza. A Fuorigrotta concerto per sirene, tamburelli e «caccavelle». Gran frastuono di pentole e coperchi (ma anche una cornamusa scaccia-tristezza) nell’insospettabile Torino. A Cagliari, Ave Maria in sardo dal balcone con la fisarmonica. A Milano ci hanno dato dentro con «O mia bela Madunina», arrangiamento a piacere.A Napoli, Portici e San Giorgio a Cremano si sono portati avanti cominciando giovedì sera con uno struggente «Abbracciame» del neomelodico Andrea Sannino che passava di balconcino in ballatoio. Così come a Lecce e Benevento, stregate da una mega-Tammurriata.


    A Bologna il presidente del Quartiere Navile, Daniele Ara, ha preso la chitarra e suonato dalla finestra «Il pescatore» di Fabrizio De André, accompagnato dalle figlie. Nella capitale, la prima nota ieri l’ha fatta vibrare un basso solista, dopo di che è partita tutta una chiassosa orchestra con spartito libero e l’immancabile vendittiana «Roma Capoccia», da San Paolo alla Garbatella, da San Giovanni a Trastevere. Famiglia allargata al completo, Alessia Marcuzzi-Simone Inzaghi, Francesco Facchinetti, bambini compresi, a cantare al cielo l’inno tricolore.

    Schierata virtualmente pure l’Aeronatica militare che su Twitter ha ripubblicato il volo acrobatico delle Frecce Tricolori: «Finestre aperte come i nostri cuori. Distanti, sì, ma uniti con la mente e con la voce#lItaliachiamò». A Roma è previsto un bis per oggi, di nuovo affacciati a cantare «Azzurro», e un tris per domenica con «Il cielo è sempre più blu». A Milano si replica questo pomeriggio, dalle 18 alle 19: l’idea è di gridare per 10 volte consecutive: «Milano tornerà». Un urlo per sentirsi ancora vivi, meno soli, più leggeri, perché bisogna crederci: alla fine, andrà davvero tutto bene.

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