La panchina di Mariella Forever

Negroni, il drink tutto italiano che piace in Usa

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    E’ considerato uno dei cocktail più buoni, soprattutto in estate. Tanto che se n’è accorto pure il New York Times che lo ha eletto “Elisir d’estate. Di cosa stiamo parlando? Del Negroni, considerato un drink buono da gustare da soli o anche in compagnia. Il suo segreto? Beh possiamo dire che è un drink che unisce una lunga tradizione, all’innovazione delle nuove preparazioni. Ma soprattutto è tutto italiano e con una sua storia alle spalle.

    I 100 anni del Negroni, drink italiano

    C’è da dire che la celebrazione del prestigioso giornale americano non arriva a caso. Infatti quest’anno il Negroni festeggia 100 anni. Per questo che il New York Times gli ha dedicato un dettagliato articolo, per celebrare questa ricorrenza e per battezzarlo come “cocktail perfetto per il 2019“. Un elogio che poi arriva a poche settimane da un’autentica stroncatura da parte del giornale americano. Infatti solo nel mese di maggio il New York Times aveva considerato l’Aperol Spritz non un buon cocktail. Tutto questo aveva suscitato una vera e propria rivoluzione tra i social. Invece quest’anno la celebrazione del Negroni. Vi sveliamo le motivazioni.

    Il Negroni servito con ghiaccio e arancia
    Il Negroni cocktail apprezzato anche in America

    Gli apprezzamenti da parte degli Usa

    E’ stato definito dal giornale americano “Il cocktail perfetto per il 2019”. E lì a tesserne le lodi. Si parla delle “qualità rinfrescanti ma anche amare della bibita”. Il fatto che sia composto di Campari, vermouth e gin. “Il perfetto elisir per un pomeriggio d’estate” lo considera. E poi quale elogio migliore se non quello di Orson Welles che lo assaggiò nel 1947 mentre si trovava a Roma,  per le riprese di “Cagliostro”. “Gli amari fanno bene al fegato – aveva detto – il gin fa male. Si equilibrano l’un l’altro”.

    Orson welles gustò il Negroni in Italia
    Si racconta che Orson Welles in visita in Italia avesse apprezzato il Negroni

    Il centenario del Negroni celebrato anche in America

    Allora per festeggiare questo importante traguardo, in America ci sarà un evento speciale. Infatti a fine giugno il centenario sarà celebrato con una “Negroni Week”.Un’iniziativa di beneficenza. I bar e ristoranti mixeranno Negroni a scopo benefico e solidale. Dalle cucine per i senzatetto di San Francisco, agli shelter per gli animali abbandonati. Per poi passare dal Lambda Legal per i diritti dei gay, al Colorado Water Trust a difesa dell’ambiente.

    La lunga storia di un drink tutto italiano. Come nasce il Negroni

    Secondo tradizione fu il conte Camillo Negroni a inventarlo. Lui era un personaggio della nobiltà fiorentina. Si racconta che nel 1919 l’aristocratico reduce dal Selvaggio West avrebbe chiesto all’amico Fosco Scarselli della drogheria Casoni in via Tornabuoni di “irrobustire” il solito Americano. Si trattava di un cocktail a base di vermouth, bitter e soda. Gli indicò la bottiglia del gin. Il barman allora sostituì il liquore alla soda, la fettina d’arancia alla scorzetta di limone.

    Il Negroni è un drink italiano
    Il Negroni si prepara con il Gin, Campari e Vermut

    Le tante citazioni

    Si ricorda oltre Orson Welles anche James Bond. Nell’episodio Risiko della raccolta “Solo per i tuoi occhi” rinuncia al suo tradizionale Vesper Martini per un Negroni. Il film è del 1961: Bond è a Roma e mentre aspetta un agente segreto che deve incontrare ordina un Negroni, specificando anche il nome del gin, il Gordon’s.

    E per chi volesse gustarlo in estate ecco come si fa

    Per un buon Negroni servono 3 cl di gin, 3 cl di Campari, 3 cl di vermouth rosso. Poi versare tutti gli ingredienti direttamente nel bicchiere Old fashioned riempito di ghiaccio. Mescolare e infine decorare con metà fetta d’arancia. Buona degustazione.




    Autore: Federica Puglisi
    Giornalista professionista dal 2009, una laurea in lettere moderne e un master nel cassetto. Questa sono io: una passione profonda per la scrittura come per l’arte in tutte le sue sfaccettature. Collaboro da anni con varie testate giornalistiche locali e nazionali e amo raccontare dei luoghi e della gente. Mi occupo di comunicazione per enti pubblici e privati, ma sono poco incline alla “mania” dei social. Se potessi tornerei alla penna e alla carta, come si faceva un tempo.

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