La panchina di Mariella Forever

Allegri, annuncio a sorpresa sceglie il sabbatico: «Mi fermo un anno devo riprendere in mano la mia

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    Allegri SPORTNOTIZIE_165sceglie il sabbatico: «Mi fermo un anno devo riprendere in mano la mia vita»

    Per lui erano arrivate offerte dal Chelsea, Psg e perfino da qualche squadra italiana. Ma l’anno prossimo non sarà in panchina. Massimiliano Allegri ha infatti deciso per l’anno sabbatico. Le parole dell’allenatore livornese, che quest’anno ha rotto il suo lungo sodalizio con la Juventus dopo la vittoria dello scudetto, non lasciano scampo a dubbi: «Quest’anno resterò fermo, anche perché c’è da riprendere un po’ in mano la vita privata. Questi ultimi 16 anni sono stati anni in cui ero nella centrifuga. Lasci un po’ andare gli affetti familiari e gli amici. Mi serve quest’anno per ricaricarmi per l’anno prossimo». L’annuncio arriva in occasione di un evento sul tema della leadership organizzato da Sbg Humangest holding, al Sorridente
    Allegri è sorridente, stringe mani e chiacchiera anche con Beppe Marotta, suo ex dirigente, fra gli ospiti con Umberto Gandini e Roberto Maroni, e poi fa qualche selfie con alcuni tifosi. Dall’Aglianese (squadra pistoiese) alla Juventus, dalla C2 alla A. Sedici anni a cento all’ora per il mister dei 5 scudetti consecutivi con i bianconeri. «In nove anni di Milan e di Juventus, in tutti gli anni le riserve sono state determinanti, sono stati tanti i gol e gli assist da subentro», dice Max a una platea in giacca e cravatta e tailleur. Secondo l’ex allenatore della Juventus, che ha lasciato a maggio dopo cinque scudetti, due Supercoppe e quattro Coppe Italia, per far bene servono diversi fattori: «Io non sono quello di quando ho iniziato, perché le esperienze mi hanno aiutato, e poi c’è la pancia». Ma Allegri va oltre e, pensando anche al suo libro dal titolo «E’ molto semplice», non le manda a dire: «Noi non alleniamo 25 giocatori, abbiamo 25 aziende da gestire. C’è chi guadagna 1 milione e chi ne guadagna 10, chi 3 e chi 6. Nella vita nessuno è uguale a un altro. Tutti siete uguali, dove? Sennò Ronaldo non guadagnerebbe 30 milioni. Ha vinto cinque Palloni d’oro, c’è chi non ne ha vinto neanche uno. Tutti sono diversi: ci sono i titolari e le riserve. Nell’ambiguità succede casino. Io quest’anno ho fatto 38 formazioni diverse su 38 partite, ma i titolari sapevano di essere i titolari e lo stesso per le riserve».
    Amarcord

    C’è anche il tempo per riavvolgere il nastro e per qualche amarcord. «I cinque titoli alla Juve - sentenzia - sono stati tutti clamorosamente diversi. Devi essere lucido e nei momenti decisivi devi prendere le decisioni giuste. La quotidianità la devono fare gli altri, tu devi intervenire per cambiare le cose, anche in un minuto», sottolinea Allegri. Convinto del fatto che «i vecchi metodi» vanno sempre bene. In una squadra di calcio come in un’azienda: «Ne ammazzi uno per cambiare venti. I grandi campioni spesso sono anche un po’ permalosi, per non dire permalosi, e quando li tocchi...». Ed ecco che arriva un aneddoto sugli anni al Milan con Seedorf leader del centrocampo. Max racconta di avergli detto: «Clarence, se tutti i giorni devo parlare con ognuno di voi per tre ore, ci vogliono giornate di 72 ore». «Lui - dice ancora - aveva talmente tanto ego che una volta mi disse: “Mister, nel Milan non ho mai fatto due partite di seguito in panchina”. Gli ho risposto: “Preparati che domenica c’è la terza”». E giù risate dalla platea. Ma poi - confessa il mister livornese - «da marzo in poi ci ha fatto vincere il campionato». Per Allegri, ancora, in una squadra «non si può stare tutto l’anno a cento all’ora. Per avere dei picchi alti, devi fare “cazzeggio creativo” con divertimenti e uscite con gli amici per poi acquisire la lucidità che ti serve per alzare la prestazione. Quando ho bisogno di staccare - confida - vado a casa, vado a Livorno, dagli amici. Poi torno fresco e do il massimo». Come ha scelto di fare Max, dopo 16 anni a cento all’ora.


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