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La Ciociaria non è un una zona ma è molto di più . . . E’ una regione non molto conosciuta, forse un po’ misteriosa anche a causa dei vari dibattiti e le incertezze riguardo ai suoi confini, che non sono mai stati ben definiti ufficialmente. Se chiedete infatti quale area comprende precisamente la Ciociarìa, la risposta sarà sempre un po’ titubante, ma generalmente si indica con il nome di Ciociarìa l’area compresa all’interno della provincia di Frosinone, che raccoglie in se le tradizioni popolari e folcloristiche di questo territorio. Anche questa soluzione però ha spesso ricevuto delle critiche e la questione è ancora aperta.
Situata in una zona strategica, la Ciociarìa si trova in un luogo intermedio tra Roma, Napoli ed il Parco Nazionale dell’ Abruzzo. Con un’ora di macchina circa infatti da qui si possono raggiungere tutte queste importanti destinazioni.
La Ciociarìa è un luogo genuino, con paesaggi mozzafiato, cittadelle antiche, piene di vicoletti stretti e caratteristici, ricca di storia e beni architettonici che ce la raccontano. Il cibo qui è ottimo e per la maggior parte prodotto in questa terra: salumi, formaggi, vini.. chi più ne ha più ne metta, sono davvero deliziosi! Molto conosciuta sono le MBRIACHELLE e la Ciambella di Veroli, una ciambella di pane all’anice! Anche se poco conosciuto, molto buono e pregiato è anche l’olio extravergine di olivia che si produce in questa area, piena di bellissimi ulivi verdi.
Vi si trovano333 moltissime e bellissime chiese ed Abbazie di stili ed epoche diverse che soddisfano la richieste dei più religiosi. Si spazia da edifici imponenti come l’Abbazia di Montecassino e quella di Casamari, a chiese non meno importanti come quella di Anagni, la città dei Papi, con una cripta che per bellezza è seconda solo alla cappella sistina, ed altre nelle città limitrofe di Alatri, Veroli, Falvaterra ecc..
La natura ed il relax regnano supremi in Ciociarìa. Monti, vigneti, uliveti, terme ed addirittura cascate che cadono al centro di città compongono il contesto naturalistico ciociaro. Non mancano però, per i più attivi, sentieri per camminate nel verde.
Le persone sono gentili ed accolgono il turista come un vero ospite d’onore, vogliose di di mostrare e promovuere il proprio territorie e le sue tradizioni.
La tradizione, infatti, fa ancora tutt’oggi parte di questa terrra, molto legata ad essa e forse un po’ nostalgica dei tempi che furono.
Il nome Ciociarìa deriva dalle Ciocie, delle antiche calzature tipiche di origine laziale che diedero il nome ai Ciociari, gli abitanti del territorio. Sono composte da una resistentesuola in cuoio trattato fissata saldamente al piede ed alla gamba tramite delle fasce, sempre in cuoio, chiamate corregge. Prima di indossare la ciocia, il piede, fino al polpaccio, viene avvolto in una pezza di tessuto, generalmente bianco. Venivano indossate indistintamente dal sesso ed erano ottimali per ogni situazione, in quanto resistenti e ben saldate al piede. Si dice che, per quanto riguardava le donne, più erano appuntite e più si era in cerca di un marito. Con il termine ciociaro invece, con cui oggi si indicano gli abitanti della Ciociarìa, un tempo venivano indicati vari personaggi di origine etnica e storiografica differente. Il ciociaro poteva essere il brigante o il bandito, un semplice contadino grezzo o addirittura anche un individuo appartenente alla classe nobile.
Non dimentichiamoci poi che la Ciociarìa è terra natia per molti personaggi famosi, attori o musicisti. Impossibile non citare Nino Manfredi o Marcello Mastroianni, il flautista d’oro Severino Gazzelloni, nato a Roccasecca. Indubbiamente poi avrete visto la bellissima Sophia Loren recitare nel film “La Ciociara”, diretto da Vittorio De Sica. Infine, ultimo ma non per importanza, anzi, si potrebbe benissimo dire il contrario, chi di voi si ricorda che Marco Tullio Cicerone, si proprio lui, oratore latino, è nato ad Arpino, cittadella ciociara? Nessuno? Beh, nemmeno io avevo colto il collegamento con i miei studi passati di letteratura latina, ma adesso lo sappiamo tutti, sia io che voi!
La Ciociarìa insomma ha molto da offrire. Soddisfa i gusti di tutti, dalla storia alla religione, dalla natura ed il relax alla sport, dall’enogastronomia alla tradizione. E’ sicuramente una meta ideale per qualsiasi tipo di nucleo famigliare o viaggiatori singoli
300 gr di farina tipo “2” (oppure farina 1) 100 gr di zucchero di canna 100 gr di vino Cabernet DOC di Atina 100 gr di olio EVO un cucchiaino di lievito per dolci 70 gr di nocciole pelate e tostate
Versate in una ciotola il Cabernet DOC di Atina, lo zucchero, l’olio EVO e mescolate con una frusta per far sciogliere lo zucchero. Mettete la farina e il lievito a fontana e versate al centro gli ingredienti liquidi. Impastate fino ad ottenere un panetto liscio e sodo. Aggiungete le nocciole tritate grossolanamente e continuate ad impastare per incorporare bene la frutta secca. Avvolgete il panetto nella pellicola trasparente e lasciate riposare in frigo per circa 30 minuti. Trascorso il tempo necessario, togliete il panetto dal frigo. Prendete una noce d’impasto, ricavate un bastoncino lungo circa 12 cm e congiungete le due estremità. Disponete tutte le ciambelline ottenute sopra una teglia rivestita con carta forno. Cuocete in forno, preriscaldato e ventilato, a 180° per 20 minuti.
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