La panchina di Mariella Forever

RACCONTI EROTICI 2017

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    Il racconto erotico di una vergine alla sua prima “guida”.

    “Sbrigati che è ora”, mia madre gridava dal piano di sotto ricordandomi che dovevo andare a fare la mia prima lezione di guida. Proprio il giorno in cui mi sarei dovuta vedere con A.

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    Programmavamo da tempo la nostra prima volta, la immaginavo in un letto pieno di petali, candele e un profumo di gelsomini… Poco importava se era febbraio e di gelsomini non ce n’era nemmeno l’ombra, io la mia prima volta la immaginavo così.

    Mi vestii in fretta e furia, presi il motorino, il casco e me ne andai alla scuola guida.

    “Sicuramente sarà un vecchio rincoglionito, non saprà nemmeno più come si cambiano le marce”, pensavo mentre aspettavo nella saletta. Questa guida proprio non ci voleva… avevo gli ormoni a mille, il mio unico scopo della giornata era quello di fare sesso, non di passare un’ora nel traffico con un vecchio bavoso intento a sbirciare le mie cosce dalla minigonna di jeans.

    L’INCONTRO. Mentre ero lì a mangiucchiarmi le unghie arriva lui, bello come il sole, capelli ricci, occhi verdi un sorriso malizioso e delle mani che avrei voluto sentire sulla mia pelle fino allo svenimento.

    “Dai vieni pulce, mio padre oggi non poteva, le guide le faccio io”. E quale angelo divino ti ha mandato, penso.

    “Pulce? Come sarebbe a dire pulce? E la professionalità?”.

    “Scusa. Vorrà dire che ti darò del lei, pulce! Senti, sai guidare?”

    “Certo che so guidare!” Accendo la macchina, faccio 2 metri e, per poco, non investo un pedone.

    “Ok ho capito, ti porto io nel posto adatto”, si mette alla guida e mi porta nel luogo più appartato della città, dove vanno tutte le coppiette.

    “Ecco, ora puoi prendere il volante, qui al massimo possiamo tamponare qualche coppietta in macchina”.

    “Ehi senti!”, rispondo stizzita… o eccitata? Quel modo di fare mi dà ai nervi ma mi fa impazzire allo stesso tempo. Tento di rispondergli ma mi immagino di prendere con forza i suoi capelli ricci, dietro la nuca, dove i boccoli cadono in modo meravigliosamente perfetto, spingergli la testa sotto la mia gonna e darmi di piacere. “La vuoi smettere di trattarmi come una stupida?”.

    Sorride malizioso, si mette vicino a me, mi prende la mano e la mette sul cambio. Non resisto. Lui avrà 30 anni, non so nemmeno il suo nome, io 19 e sicuramente inesperta ma il messaggio che vuole mandarmi è chiaro… mi vuole, e io voglio lui.

    “Presa decisa”, dice fissandomi con i suoi occhioni verdi. “Molto più di quanto immagini”, rispondo.

    LA PASSIONE. Accendo la macchina e lentamente inizio a guidare sfregando le mie cosce sul sedile dell’auto per far salire la gonna e lasciare che intraveda le mie mutandine sicura che non potrà resistito al fascino di una Lolita…

    Mi sfiora il lato esterno della gamba e con cerchi concentrici si sposta verso l’interno coscia, la mano esplora in modo paziente la tonicità delle mie gambe acerbe fino a sfiorare il mio clitoride. Ma non si scompone… continua a guardare la strada dritto e lascia che io, con le gambe che iniziano a tremare, continui a guidare lentamente, sempre più lentamente.

    Di scatto tira il freno a mano, d’istinto stacco i piedi dai pedali e la macchina si spegne. Mi prende tra le cosce i collant e me li strappa con un solo gesto, sposta gli slip e inizia a penetrarmi con le dita. Sono completamente sua, gli sbottono i pantaloni, lo prendo in mano e lo lascio entrare dentro di me.

    Forte, doloroso per pochi secondi, lui capisce e mi dice con voce roca, mentre i ricci si sono spettinati dal piacere e gli occhi brillano di una luce ancora più sensuale di quella che avevano fino a poco prima: “Non lo hai mai fatto prima, vero?”.

    Arrossisco e con un cenno della testa annuisco.

    “Sei capitata nelle mani giuste”. La spocchia non se ne va nemmeno mentre è dentro di me.

    E’ sicuro, prepotente, ma so che l’idea di una vergine lo fa impazzire.

    sesso auto1 Racconto Erotico La vergine alla guidaInizio a muovermi lentamente lasciando che il piacere cresca mano a mano, le sue mani carezzano ogni lembo della mia pelle, del mio corpo per lui così fresco e nuovo.

    Il mio respiro diventa sempre più corto, i suoi ansimi crescono ad ogni spinta. Quando sembiamo sul punto di raggiungere la vetta del piacere mi cinge per i fianchi, ferma il movimento, mi prende per i capelli, li tira con decisione, ma non con forza. Nell’arco di un secondo reclina i sedile mi fa mettere a pancia a sotto e mi domina da dietro lasciando esplodere prima il mio piacere e consumando il suo sulla mia gonna di jeans.

    “E’ da quando ti ho visto con questa gonnellina che sognavo di farlo”, mi dice. Poi mi aiuta a ricompormi, mi sfiora sulle labbra con un bacio castissimo in confronto a quello che abbiamo vissuto fino a un attimo prima e mi fa guidare fino alla scuola.

    Il tragitto è silenziosissimo, arrivati a destinazione mi dice che sono 30 euro “Per la guida” specifica, “La mia prestazione varrebbe molto di più”.

    Spocchioso fino in fondo. Mi fa un sorriso e carezza le mie guance ancora calde per la passione.

    Mi saluta dicendo che ha un’altra lezione dopo di me.
     
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    Un ignobile ricatto

    La mia storia ha dell’incredibile! Mi chiamo Simona, sono una ragazza di 25 anni, faccio la segretaria in un studio medico, esteticamente sono molto sexy e di questo ne sono consapevole.

    Il mio ragazzo si chiama Marco, ha 26 anni e lui, come me, vive a Roma.

    Stiamo insieme da quando eravamo 18enni. Gli sono stata sempre fedele ma, in campo sessuale non mi sono mai spinta oltre più di tanto con lui. È stato il mio primo ragazzo e l’unico, fino a giugno scorso.

    Ero del’idea che non bisogna mai concedersi più di un tanto, ritenevo il sesso orale, anale e quello di gruppo un modo per sottomettere ed umiliare una donna.
    Non ho molte amiche e talvolta in palestra chiacchieravo con Silvia, la trombamica del mio fratellastro Elia ma, il nostro rapporto si limitava solo a questo in quanto la ritenevo una ragazza di poca classe, insomma diciamo pure una troietta diciottenne per essere chiari

    Elia mi ripeteva ogni giorno che Marco era uno sfigato e che fino a quando sarei stata con lui non avrei mai provato il piacere di sentirmi una porcellona ma, io ovviamente non gli davo ascolto.

    Ecco che un giorno quella zoccola di Sivia e quel porco maiale di Elia contribuirono a cambiare la mia vita. Tutto iniziò quando i miei andarono in vacanza per l’estate…

    Un giorno tornata a casa dal lavoro sorpresi Silvia a pecora in salotto con Elia che le offriva un cazzo enorme e duro tutto da succhiare. Rimasi scioccata da quella scena ma, al tempo stesso non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo cazzo.

    Rimasi a guardare la scena pensando a quanto era minuscolo il cazzo del mio ragazzo in confronto a quello di Elia. Mentre guardavo lui che le teneva la testa per cercare di farle ingoiare l’uccello fino infondo la mia figa era così eccitata che si era bagnata tutta

    Le urlava frasi come “Succhiamelo come una vera porca in calore, fammelo diventare di pietra” mentre lei cercava di seguire il ritmo da lui impostato mugolando come una troia senza pudore alcuno.

    Ad un tratto lui le tolse l’uccello dalla bocca e le disse con fare minaccioso “troia adesso ti inculo, le vacche come te si meritano solo questo”

    E lei che urlava “Inculami lurido bastardo, inculamiiiiiiiiiii!!!”

    Elia la inculò con violenza animalesca strappandole urla di dolore miste ad un piacere perverso. Ero imbarazzatissima nel guardarli ma anche eccitatissima.

    Quando lui stava per sborrare le tirò fuori il cazzo dal culo e lei lo prese in bocca iniziando a spompinarlo di gusto fino a farsi sborrare in bocca.

    La sborra le colava sul viso e sul seno mentre lui si avvicinava a me dicendomi “Ti scopa così quello sfigato di Marco?” ed io senza aprire bocca me ne tornai sola in camera mia.

    Il giorno seguente decisi di andare a fare shopping con la Mercedes di mio padre per fare la figa in giro ma, quando tornai al parcheggio la macchina non c’era più. Mi prese subito il panico perché sapevo che mio padre mi avrebbe ucciso se avesse scoperto che avevo preso la sua macchina senza autorizzazione.

    Si avvicinò a me un ragazzo, mi chiese cosa fosse successo e si offrì di aiutarmi. Disse che conosceva qualcuno che gli avrebbe detto dove avevano nascosto la macchina e che dietro pagamento di un riscatto avrei potuto riprenderla in poche ore.

    Mi resi conto fina da subito che anche lui era coinvolto nel furto ma, disperata com’ero decisi di seguirlo in un appartamento in centro.

    Mi disse che erano necessari 50mila euro ma, io ovviamente non disponevo di quella somma di denaro. Provai ad offrirgli in cambio il Rolex che mi avevano regalato per il compleanno e 500 Euro che avevo in contanti ma, lui disse che non erano sufficienti.

    Lui disse che non erano sufficienti e che non se ne sarebbe fatto nulla a meno che non mi fossi fatta scopare visto che ero una bella figa. Li per li ero allibita dalla proposta ma, poi ripensai ad Elia e a quanto mi fossi eccitata nel vedere il suo cazzo duro quindi dissi “ok, il Rolex, i soldi ed un pompino, nulla di più”.

    Il bastardo accettò mi prese e mi fece sedere sul divano. Io tremavo dalla paura, mista ad eccitazione. Mi fece togliere la camicetta ed il reggiseno poi si posizionò in piedi di fronte a me. Apprezzò senza dubbio le mie tette belle grosse e sode perché iniziò subito a strizzarmi i capezzoli ordinandomi nel frattempo di sbottonargli i pantaloni.

    Impacciata nei movimenti gli sfilai i jeans e di boxer che indossava. Il suo uccello balzò fuori già completamente duro. Rimasi ferma a guardarlo senza sapere cosa fare e lui “Non fare la timida, so che sotto sotto sei una troia perversa, cosa aspetti??? Ingoialo tutto”

    Eseguii il suo ordine. Il suo cazzo era enorme ed io facevo veramente fatica ad ingoiarlo ma, lui incurante di ciò spingeva il suo bacino su e giù.

    Mi sentivo trattata come una cagna mentre lui addirittura mi insultava ma di una cosa ero certa, ero bagnatissima. Cercavo di imitare il più possibile quella puttanella di Silvia e mentre glielo succhiavo con una mano gli massaggiavo i coglioni.

    Lui disse “Brava troia, stai imparando” mentre io ero sempre più eccitata e bagnata.

    Dopo alcuni minuti iniziò an ansimare e capii che stava per sborrare. Istintivamente staccai la bocca dal suo cazzo ma, lui “Devi bere tutto troia o il nostro accordo salta” mentre segandolo a più non posso indirizzava il suo cazzo verso la mia faccia.

    Il primo schizzo mi colpì in faccia ed il resto tutto nella mia bocca. Il sapore era schifoso e mi aveva completamente riempito la bocca ma, lui insisteva nel tenere il suo cazzo dentro per svuotarlo tutto.

    Il suo cazzo nonostante avesse appena sborrato era ancora bello grosso e mi impiegai tempo per ingoiare e ripulirlo per bene da tutta la sborra uscita.

    A lavoro finito mi disse che la macchina l’avrei trovata dove l’avevo parcheggiata e senza dire una parola me ne andai da quell’appartamento, umiliata ma allo stesso tempo felice di aver provato qualcosa che in altre situazioni non avrei mai avuto il coraggio di fare.
     
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