Olimpiadi di Rio 2016, nuoto Paltrinieri oro, Detti bronzo Nei 1500 storica doppietta azzurra Gregorio in testa dall’inizio alla fine, strepitoso ritorno di Gabriele nel finale
Alla fine del viaggio Greg tocca e in un attimo si rivela il senso di una vita sportiva, degli allenamenti folli, dei muscoli che urlano di fatica, delle delusioni, rare, e delle gioie, tante, che nel tempo lo hanno preparato a questa, la più grande, la più emozionante, quella che lo spara dritto nella leggenda. Gregorio Paltrinieri è oro olimpico nei 1500 stile libero, la gara per cui è nato e che ieri notte nell’Estadio Aquatico di Rio ha posseduto a suo piacimento senza che nessuno degli avversari potesse nemmeno immaginare una reazione. Troppo più forte il pesce veloce di Carpi, troppo più preparato, troppo più convinto, troppo tutto. Il suo 14’34”57 lascia indietro lontani Jaeger, americano d’argento in 14’39”48, e il suo amico-fratello-compagno di allenamento-complice-nemico di Playstation Gabriele Detti, magnifico bronzo con la sua tipica rimonta che lo porta a 14’40”86, record personale disintegrato di quasi 6 secondi. Non si supera invece Greg, che rimane mezzo secondo sopra se stesso. Ha nuotato tutta la gara sotto il record mondiale di Sun Yang ma ai 1400, come all’Europeo di Londra, ha pagato la mancanza di sprint che invece il cinese, qui eliminato in batteria, possiede in dosi industriali. «Il record del mondo so che un giorno o l’altro lo farò», dirà Greg poi, ma oggi la cosa sinceramente non importa a nessuno: «Era l’Olimpiade, e contava solo vincere».
«Hip driven» Paltrinieri lo ha fatto capire a tutti fin dal tuffo, e poi dai primi metri. Via, col il suo stile libero «hip driven», le anche a guidare il galleggiamento letteralmente sulla cresta dell’onda, fuori canone estetico ma tremendamente efficace, senza preoccuparsi degli altri né del rischio di scoppiare: «Sono partito forte perché volevo aprire un gap, stare davanti a tutti in modo che si sentissero scoraggiati. Non è stata una gara ragionata, ma per il mio scopo era necessario fare così. In genere i tecnici cerca tutti di fermarmi perché sennò rischio di esplodere, ma stavolta non li ho ascoltati: ci ho messo tutto il cuore e questa è la cosa più bella». I tempi infatti sono stati mostruosi: 3’50”70 ai 400, 7’44”97 agli 800, 9’42”11 ai 1000. Lì, secondo un classico dei 1500, è sopraggiunta «la botta», ma Greg ha resistito da campione. Mentre dietro il gruppo si staccava, mentre l’australiano Horton perdeva definitivamente il contatto e mentre Detti usciva dal nascondiglio in corsia 2, Greg ai 1200 ha toccato il massimo vantaggio sul mondiale di Sun: 1”57. Un ritmo pazzesco, che ha esaltato l’Estadio Aquatico, eccitato dall’idea dell’impresa. Nel frattempo Detti, meraviglioso combattente nonostante, avrebbe raccontato poi, fosse «ormai in piedi», ha infilato l’americano Wilimovsky e ha ipotecato il bronzo, e a quel punto il colpo doppio dei ragazzi di Ostia si è chiaramente compiuto. Greg primo, Gabriele terzo: quante volte l’avranno sognato da quel giorno del 2011 in cui hanno cominciato ad allenarsi, e scannarsi, sPaltrinieri: «Via un peso da 10.000 kg» Alla fine i due sembrano i meno emozionati di tutti. Gabriele riflette sull’opportunità o no di rispettare la promessa fatta a Greg di tingersi i capelli; Greg, sereno come uno che sapeva già tutto da tempo, analizza: «L’ultimo mese è stato molto più difficile di quello che mi aspettavo. Sentivo dire che era scontato, e invece non è stato mica facile. L’avvicinamento alla gara è stato molto più duro di quanto mi aspettassi, dal viaggio alla vita nel Villaggio a tutto. Ho pensato solo a escludere le emozioni, non pensare alle aspettative mie e degli altri. E per questo sono ancora più contento e me la godo». In quel momento passa Gianmarco Tamberi, lo abbraccia emozionato, gli dice: «Grande! Mi sento come se avessi vinto io». E non solo lui. Greg, e Gabriele, stanotte sono i meravigliosi ragazzi di tutti noi.otto la guida forte ma in fondo dolce del loro grande allenatore Stefano Morini?
fonte corriere.it
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