La panchina di Mariella Forever

VITA SENTIMENTALE DI STEFANIA SANDRELLI DI IERI DI OGGI

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    Stefania Sandrelli: racconta tutti i suoi amori


    La vita sentimentale di Stefania Sandrelli è stata intensa e dinamica, come la sua carriera di attrice. Nonostante la 70enne conviva oramai da 30 anni con lo sceneggiatore e regista Giovanni Soldati, i ricordi degli amori passati restano indelebili.

    «In amore ho sempre dato tutto e non sono stata accolta in misura adeguata. Alla fine di ogni storia mi sono sentita perduta, addirittura disperata. E quando la coppia smetteva di funzionare, sono stata sempre la prima ad accorgermene e a troncare. Ma non rinnego nulla, nemmeno il matrimonio fallito con Nicky Pende. Io attrice, lui medico: già sulla carta si capiva che non sarebbe durato, ma ero innamorata e ho voluto sposarlo ugualmente», ha dichiarato la Sandrelli a Grazia.

    Tra le love story dell’attrice c’è stato anche Gino Paoli, con cui la Sandrelli ha vissuto una grande passione, poi giunta al capolinea con uno strascico di ricordi dolorosi.

    «È stata dura quando ci siamo lasciati io e Gino, non è stato affatto facile. Ora, invece, andiamo molto d’accordo. Amo i suoi figli, sono amica della moglie (Paola Penzo, ndr). La grande passione che mi ha legato a lui mezzo secolo fa si è trasformata nell’ammirazione sconfinata per il suo talento».

    Oggi Stefania non si fa mancare le coccole del compagno Giovanni, sette anni più giovane di lei. «Il sesso non manca, certo è meno esuberante e non più tanto assiduo, quindi più adatto alla mia età. Posso anche rinunciare a far l’amore con Giovanni per un po’, ma sto bene lo stesso», ha concluso.

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    STEFANIA SANDRELLI
    Sessanta volte Primavera

    sandrelli

    Stefania nasce a Viareggio, città simbolo dell’estate e del Carnevale, nello stesso momento storico in cui l’Italia abbandona la Monarchia e diventa Repubblica. I suoi genitori sono Flòrida e Otello, nomi che ricordano un tipico melodramma italiano. Da piccola, Stefania sogna di fare la ballerina, ma poi finisce per fare l’attrice nei filmini a 8mm che gira il fratello Sergio. Si direbbero predestinazioni.

    Il 1961 è l’anno della svolta, sia sul piano professionale che su quello privato. Stefania ha appena 15 anni quando vince Miss Cinema Viareggio, e incontra il primo grande amore della sua vita, Gino Paoli. Subito dopo conosce anche il primo grande regista della sua carriera, Pietro Germi, che la chiama a Roma per un provino dopo aver visto una sua foto su “Le Ore” ( che all’epoca non era scandalistico). Ma Germi fa passare due mesi prima di decidere e Stefania partecipa ad altri due film: Gioventù di notte di Mario Sequi e Il federale di Luciano Salce. Germi si offende, ma poi non se la sente di rinunciare a lei e la convoca per le riprese di Divorzio all’italiana. Ed è subito Oscar, anche se solo per la miglior sceneggiatura. Nel ’64, con Sedotta e abbandonata, sempre di Germi, Stefania si afferma del tutto come attrice. Come ragazza, invece, vive forse il suo periodo più tormentato: il rapporto con Paoli attraversa alti e bassi anche se si consolida brevemente con la nascita di Amanda.

    Stefania torna a lavorare con Germi nel ’72, in Alfredo, Alfredo, ma ha già girato Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli, uno tra i suoi film più belli, e Il conformista, di Bernardo Bertolucci, un film che la lancia anche sul piano internazionale. Nel privato, invece, dopo la separazione definitiva con Paoli, avvenuta nel ’68, Stefania sposa Nicky Pende e nel ’74 dà alla luce il secondo figlio, Vito. Nello stesso anno, con C’eravamo tanto amati di Ettore Scola, Stefania aggiunge un altro straordinario ritratto di donna alla sua già vasta galleria di personaggi femminili, che si arricchisce ulteriormente negli anni successivi. Tra questi, indimenticabile resta quello di Donatella in un film del 1976: Quelle strane occasioni. È un film ad episodi, ma quello girato da Stefania, una ragazza romana irresistibilmente sexy che resta chiusa in ascensore con un Monsignore (Alberto Sordi), è un brano da antologia della commedia all'italiana. A riprova della sua duttilità di attrice, nello stesso anno Stefania abbandona i panni della giuliva coatta romana e in Novecento di Bertolucci diventa Anita Furlan, maestrina socialista emblema politico delle rivolte contadine. E qui, durante le riprese del film, manda all'aria definitivamente il suo già traballante matrimonio con Nicky Pende. Sarà qui che per la prima volta incontra l’uomo che eventualmente diverrà preponderante nella sua vita: Giovanni Soldati, figlio dello scrittore Mario e giovane assistente alla regia di Bertolucci.

    Dopo Novecento, la trionfale ascesa di Stefania, molto impegnata tra l'altro ad occuparsi dei due figli, iniziano gli “anni bui” per l'Italia in genere, e il cinema ne subisce i riflessi. Stefania lavora sempre tanto, sia in Italia che in Francia, ma in film quasi sempre corali che non esaltano le sue grandi doti di attrice. L’anno del grande rilancio è il 1983, con un film che fa molto discutere: La chiave di Tinto Brass. Stefania non è più la Donatella dell’episodio in ascensore e lo sa bene, ma accetta ugualmente la sfida e si concede alla macchina da presa senza falsi pudori: la carica erotica che sprigiona il suo corpo e la sensualità che riesce ad esprimere con il volto sono ancora una volta vincenti. Gli spettatori affollano le sale e al botteghino il film si rivela un successo.

    L’‘83 è anche l’anno della svolta sul piano sentimentale. Giovanni Soldati la vuole nel cast de “I racconti del maresciallo”, lo sceneggiato televisivo tratto dal romanzo del padre con cui debutta nella regia, e già durante la preparazione tra i due si instaura un solido legame che dura tutt'ora. Nel frattempo, La Chiave ha grande ripercussione e la filmografia di Stefania torna nuovamente ad infittirsi di titoli firmati da vecchi e nuovi registi che se la contendono: Odorisio (Magic Moment), Steno (Mi faccia causa), Quaregna (Una donna allo specchio), Giuseppe Bertolucci (Segreti Segreti), Lizzani (Mamma Ebe), Monicelli (Speriamo che sia femmina), Soldati (L’attenzione e La sposa americana), Gabòr (La sposa era bellissima).

    Terminata l'onda lunga de La Chiave, a fine anni ’80 Stefania cambia ancora registro, come dimostrato da film come Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli, La famiglia di Ettore Scola, Secondo Ponzio Pilato di Luigi Magni, Gli occhiali d’oro di Giuliano Montaldo, Il piccolo diavolo di Roberto Benigni, Mignon è partita di Francesca Archibugi, Evelina e i suoi Figli di Livia Giampalmo, L’Africana diMarguerite von Trotta e Il male oscuro di Mario Monicelli. Ma a distanza di qualche anno, in Prosciutto Prosciutto di Bigas Luna (Leone D'Argento al Festival di Venezia del 1992) si ripropone ancora in un ritratto femminile trasgressivo ed erotico, competendo alla pari con altre due bellezze latine: la morbosa Penélope Cruz e la prorompente Anna Galiena. È l'ennesima prova che Stefania può affrontare qualsiasi personaggio, essere di volta in volta bambina, moglie, amante, oggetto del desiderio, femminista, madre, vittima, carnefice, disinvolta, inibita, frivola e passionale. Un'attrice eclettica, dunque, capace con la sua personalità e il suo carattere di infondere umanità, spessore e credibilità anche a personaggi di puro contorno o appena abbozzati.

    La carriera della Sandrelli prosegue con numerosi altri lavori, tra i quali: Non chiamarmi Omar (1992) di Sergio Staino, una commedia degli equivoci; Per amore solo per amore (1993) di Giovanni Veronesi con Diego Abadantuono e Penélope Cruz; Con gli occhi chiusi (1994) di Francesca Archibugi, in cui interpreta la moglie sottomessa di un oste. Nel 1995 è la volta di Palermo Milano solo andata per la regia di Claudio Fracasso, e il corto Caramelle di Cinzia Th. Torrini. Nel 1996 prende parte al film di Bertolucci Io ballo da sola con Jeremy Irons e la bella Liv Tyler e Ninfa Plebea diretto da Lina Wertmuller, dove interpreta una incredibile scena di violenza. Nel 1998 è la volta di Matrimoni diretta da Cristina Comencini; dello stesso anno La cena diretta da Ettore Scola, seguiti da Volaverunt di Bigas Luna L'ultimo bacio diretta dal giovane Cuccino, Hijos di Marco Bechis e La vita come viene di Stefano Incerti (2001). Recentemente ha lavorato con Manoel de Oliveira in Um filme falado (2003), e Valia Santella in Te lo leggo negli occhi (2004).

    Negli anni ‘90, quasi a volersi mettere alla prova, Stefania si cimenta per la prima volta anche in teatro interpretando con successo “Le faremo tanto male” (1993) di Pino Quartullo e “Line” (1994) del drammaturgo newyorchese Israel Horovitz diretta da Piero Maccarinelli. Da novembre 2005 a febbraio 2006 è in tournèe con “Un’ora e mezza di ritardo” di Gérald Sibleyras e Jean Dell, diretta nuovamente da Piero Maccarinelli e affiancata dall’attore Massimo de Francovich.

    Come se tutto ciò non bastasse, dalla metà degli anni ‘90 arriva anche la televisione. Stefania ha già avuto due esperienze televisive (con Mario Missiroli nel 1980 in “Lulù”, e con Giovanni Soldati nel 1984 con “I Racconti del maresciallo”), ma le nuove fiction la reclamano e Stefania, sempre pronta ad accettare nuove sfide, non si sottrae. La prima serie de “Il Maresciallo Rocca” è stata subito seguito dalla seconda e terza. Come pure le serialità di successo “Il bello delle donne” e “Caro maestro”. Tra gli altri film o mini-serie TV, ricordiamo “Il morso del serpente”, “Piovuto dal cielo”, “Blindati”, Renzo e Lucia” e attualmente in post-produzione “Ricomincio da me”.

    Tra i tanti premi e riconoscimenti, Stefania ha vinto tre David di Donatello (per Mignon è partita, L’ultimo bacio, Hijos) e quattro Nastri d’Argento (per La Terrazza, Mignon è partita, La cena, L’ultimo bacio), come pure un Silver Condor in Argentina (per Esperando al mesìas) e un premio San Sebastiàn (per L’amante di Gramigna). Nel luglio 2002 è stata insignita del Premio Diamante al Taormina BNL Film Festival. Alla Mostra del cinema di Venezia a settembre 2005, la figlia Amanda le ha consegnato il Leone d’Oro alla carriera, e in febbraio 2006 ha conseguito il premio alla carriera del Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici.

    Quest’anno, sorprendendo nuovamente tutti, Stefania farà un grande salto, debuttando alla regia cinematografica con un film su Cristina da Pizzano, una donna che all’alba del Rinascimento partecipò ad un concorso per scrittori fingendosi uomo. Il film, di cui sarà protagonista la figlia Amanda Sandrelli, si intitolerà L’ultima strega e la sceneggiatura sarà firmata da Stefania e da Giacomo Scarpelli.

    Come nella finzione cinematografica, televisiva o teatrale, anche nella vita vera Stefania è chiamata continuamente a confrontarsi con nuovi ruoli. Oltre a quello di moglie, di madre e di sorella, che già svolge egregiamente, ora è anche nonna dei meravigliosi nipotini che le hanno dato Amanda e Vito.



    Tratto da “Stefania Sandrelli, 60 volte Primavera”
    Catalogo Generale a cura di Adele Dorothy Ciampa
    23.a Mostra del Cinema Europeo

    Viareggio, 20-25 aprile 2006
    diretta da Felice Laudado


     
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    Stefania Sandrelli, 70 anni e una vita dedicata al grande cinema
    Il 5 giugno, Stefania Sandrelli compie 70 anni. La sua vita è trascorsa sui set italiani ed internazionali e, nel suo curriculum, si contano quasi 100 pellicole e 34 tra film e serie tv con alcuni dei più grandi registi italiani ed internazionali. Indimenticabile nel film scandalo “La chiave”, di Tinto Brass, l’attrice ha vinto, finora, 3 David di Donatello, 6 Nastri d’Argento, 3 Globi d’Oro, il Leone d’Oro alla carriera e tantissimi altri premi.




     
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    Stefania Sandrelli
    data di nascita: mercoledì 5 giugno 1946 (77 anni fa)
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