RACCONTI DI SCULACCIATE

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  1. EternBoyX
     
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    Piccolo riassunto della prima parte: Io sono Paolo e vivo con mia madre e mia sorella di 30 anni! Mia madre con un fisico abbastanza abbondante e mia sorella, invece, con un fisico magro e con due tette piccoline. Una sera mia madre mi sculacciò a lungo per una litigata sia sul sedere che sul pisello.

    Adesso mi trovavo li, di fronte a mia madre, completamente nudo con lei che mi teneva il mio pisello con una mano e con l'altra me lo schiaffeggiava con il telecomando del televisore continuando a dirmi per umiliarmi:" Quanto ce l'hai piccolo Paolo non riesco neanche a tenerlo in mano a momenti.. Non riusciresti mai a soddisfare una donna con quello che ti ritrovi e tantomeno me che sono abituata a cazzi lunghi il triplo del tuo".
    Dopo 10 minuti sentimmo dei rumori provenire dalla porta di casa. Era sicuramente mia sorella che tornava a casa da lavoro, così mi rivestii veloce e,sotto ordine di mia madre, me ne andai contro il muro con le mani dietro la testa. Appena mia sorella fece il suo ingresso in sala esclamò:" Che succede qui? Cosa ci fa Paolo contro il muro?" Mia madre rispose:"Ha fatto il cattivo e allora si è preso la giusta punizione che si meritava".
    Mia sorella si sedette sul divano e chiese:" Posso vederlo senza mutande per sapere se sei stata brava a punirlo?" "Certo!" Rispose mia madre e con un filo di orgoglio si alzò, mi girò di spalle e mi calò leggermente pantaloni e mutande mostrando il mio sedere tutto arrossato a mia sorella che allungò subito una mano per sentire se scottava dicendo:" Wow quanto è rosso però lo vorrei vedere ancora più scuro posso sculacciarlo un po anche io?" Mia madre non esitò a rispondere:" Ma certo! Gli può fare solo bene un po di punizione in più e poi credo che da sua sorella sia una cosa ancora più imbarazzante per lui!".
    Io ormai ero in loro balia e mi ritrovai subito sulle gambe di mia sorella con il culo verso l'alto con lei che iniziò subito a sculacciarmi fortissimo. Le sue manate erano molto più potenti di quelle di mia madre e mi facevano molto male, specie sulle zone già molto rosse.
    Dopo una ventina di minuti di sofferenza mia sorella chiese:" Posso sculacciarlo anche davanti? Mi sto divertendo". Mia madre si alzò e mi spogliò di nuovo interamente " Non hai ancora visto tutto- disse prendendomi le mutande e tirandomele fin sotto le caviglie- guarda che piccolo pisello che ha, ed è anche tutto rosso adesso". Insieme risero per un minuto intero mentre io mi ritrovavo imbarazzatissimo umiliato e completamente

    nudo in casa di fronte a due donne che ridevano di me.

    Per rendere la cosa più divertente,parole loro, mi portarono sul balcone sedendosi ai miei lati rimandendo così nascoste allo sguardo della gente che transitava a qualche metro di distanza sul marciapiede di fronte a casa.
    Il gioco consisteva nel tirarmi schiaffi sul pisello e a volte anche sui testicoli mentre io da in piedi dovevo sforzarmi di non mostrare sofferenza agli occhi dei passanti. Andarono avanti per un bel po continuando a ridere e a sferrarmi colpi sul pisello fino a quando non mi riportarono in casa perchè mia madre aveva deciso di fare altro. " Adesso -disse- voglio proprio vedere se mi sai fare godere o se mi sai fare solo il solletico. Muoviti spogliami e prova ad inserire il tuo pisello!!". Io ero mezzo sconvolto ma decisi di obbedire anche perchè da un po sognavo di vedere le parti intime di mia madre. Così le abbassai pantaloni e mutande mettendo in luce la sua fighetta nascosta da una quantità enorme di peli che la ricoprivano per tutta la grandezza delle mutande.
    Avevo già il pisello in erezione e così decisi di non indugiare e provai a penetrarla ma ci misi un attimo di troppo perchè in mezzo a quei peli non riuscivo a trovare l'apertura e le dimensioni ridotte del mio pene mi obbligavano a stare il più vicino possibile a mia madre. Lei prese subito a ridere appena iniziò il rapporto tra noi due " Prima -disse-non mi trovava neanche il buco con quel pisellino che si ritrova e adesso lui pensa di star facendo sesso ma io non sento neanche se è dentro o no!" Anche mia sorella, che era rimasta ad osservare affascinata, si mise a ridere e per sfogarsi un po iniziò a tirarmi nuovamente degli schiaffi sul culo! Nonostante quello che diceva mia madre io stavo godendo alla grande e infatti stavo per accellerare i ritmi perchè ero sul culmine di venire quando mia madre mi fermò e disse:" Non venirmi addosso che mi insudici! Voglio che vai a sborrare nelle mutandine di tua sorella!" Lei ci pensò un attimo ma poi decise di non andare contro quello che aveva detto mia madre così tirò avanti l'elastico delle mutande mi prese il pene con due dita e iniziò ad anadare avanti e indietro finchè non le riempii le mutante di sperma!
    Pensavo che con quello tutta questa situazione imbarazzante fosse finita, infatti mia madre mi ordinò di andare nella vasca da bagno a lavarmi. Dopo 5 minuti però la porta si spalancò e mia madre entrò tenendo mia sorella per un braccio completamente nuda e la spinse anche lei nella vasca. Ormai farmi vedere nudo da mia madre non mi suscitava più tutto quell'imbarazzo della prima volta, più che altro pensavo a mia sorella che a trent'anni si ritrovava ancora ad essere trattata così dalla mamma.
    Mentre io mi lavavo mia madre fece divaricare le gambe a mia sorella iniziando a schiaffeggiarla forte sulla figa che però attutiva i colpi grazie allo spesso strato di peli che la ricopriva, proprio come quella di mia madre! Lo pensò anche lei evidentemente perchè non soddisfatta dell'esito della punizione prese un rasoio e le depilò la zona intorno ai due buchi lasciando una gran quantità di peli sulla parte alta delle parti intime.
    Riprese a schiaffeggiarla e questa volta si sentivano forte gli schiaffi. "Paolo smettila di lavarti e aiutami - disse- Io penso a quaggiù te pensa alle tette!". Io ero ben felice di potermi vendicare di tutto quello che mi aveva fatto prima così con non poche difficoltà le presi una tetta in una mano e con l'altra la schiaffeggiai fortissimo. Lei iniziò ad urlare e a muoversi mentre io le sculacciavo le tette e mia madre la vagina. "Non sono l'unico che ha qualcosa di piccolo io- le dissi- anche te hai due tettine ridicole non riesco quasi a tenerle in mano!!".
    Dopo un buon quarto d'ora ci siamo fermati e mia madre decise di farci una foto. Mia sorella aveva la figa e le tette arrossatissime e io il pisello che era ancora rosso da prima. Mi augurai vivamente che quella foto non la facesse vedere a nessuno se no sarebbe stata oggetto di vergogna troppo acuta.
    Per terminare l'opera mia madre decise di farci un'altra foto un po più interessante. Così prese un boccettino di schampoo bello grosso e lo infilò piano piano appena dentro la figa di mia sorella che si dilatò in un attimo permettendogli di inserirlo e a me fece girare e mi inserì nel mio buco del sedere il manico di una spazzola. Io spevantato mi dimenai subito cercando di evitarlo ma ormai era troppo tardi, con mano sicura e decisa mia madre me lo spinse dentro per bene e ci scattò una delle foto più umilianti della mia vita.
    Dopodichè ci obbligò a tenerci dentro quello che ci aveva messo dentro dicendoci" Te da brava prendi in bocca il suo pisellino che io lo scopo come una puttana con questa spazzola!" Mia sorella mi spompinava ma purtroppo il mio pisello non ne voleva sapere di tornare duro dopo la scopata di prima. Mia madre infuriata mi sculacciava e muoveva avanti e indietro quella spazzola nel mio sedere provocandomi non pochi dolori. "Non solo è piccolo ma non ti si alza neanche di fronte ad una donna nuda sei ridicolo! Ora coricati nella vasca che ti prendi un'altra bella punizione" Così dicendo si tolse i pantaloni e le mutande, entrò nella vasca, e obbligò mia sorella a tenermi la bocca aperta mentre lei ci pisciava dentro! "Ah, vedo che la mandi anche giù un po della mia piscia, fai prorpio schifo!" Io non facevo apposta ma da quella posizione un po ero obbligato a berla! Mi faceva proprio schifo però forse per l'eccitamento ma il mio pene si raddrizzò di nuovo. Mia madre se ne accorse e disse:" Incredibile è rinato! Sei proprio un maiale che si eccita solo col fetish! Adesso divertiti un po con tua sorella, ma visto che è piccolo mettiglielo nel sedere che magari sente qualcosa!". Lei protestò dicendo che non voleva nel sedere e che non ci aveva mai fatto entrare niente ma mia madre insistette dicendo che tanto non avrebbe sentito niente con me! Così scopai anche mia sorella quel giorno, le diedi un anale nella vasca da bagno con lei piegata in avanti a 90 gradi che ancora mi ricorod! Lei forse no perchè appena ebbi finito disse a mia madre:" Avevi proprio ragione non ho sentito quasi niente però mi sono comunque divertita quando ne avrò voglia lo richiamerò e gli dirò di penetrarmi tanto io non muovo un muscolo e lui si diverte con il mio buco del culo! Da oggi è soltanto suo per i suoi divertimenti!".

    La giornarta è stata una delle più strane della mia vita però ricordo ancora il senso di perversione e di eccitamento che ho provato per tutto il giorno e che riprovo tutt'ora a ripensarci.


    Edited by -Mariella- - 13/6/2020, 16:59
     
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  2. EternBoyX
     
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    La sculacciata
    Vialle Candido de Abreu, Curitiba / Brasile, 1888 - Casa di Marie Wanke Weigert

    La mia storia comincia in realtà nel giorno in che mia madre mi ha dato una sculacciata perché stavo leggendo un bel romanzo tutta a mio aggio sdraiata sul mio letto matrimoniale trovandomi la regina della casa.

    Immaginate una donna sposata prendendo qualche sculacciata della madre con una verga di mela come si fosse una bambina disubbidiente. Sbagliato o no, questa storia è stata raccontata tra i miei discendenti e passata a generazione e generazione.

    L'episodio mi è resa famosa nella famiglia e evidentemente che non me ne frega questo e anche mantengo come eredità alle generazioni future che desiderano ricevere il dono di amare la lettura.

    Tutto è iniziato quando Edward si lamentava con mia madre che io all`invece di fare il pranzo stavo leggendo a letto. Confesso che neanche mi ricordavo della casa e delle mie attività quotidiane ... Edward è andato a lavorare la mattina e io rapida mi sono buttata a letto e ho affondato nelle pagine di un fantastico romanzo.

    Dovete sapere l'inquietudine che arriva quando viene la voglia insana di vedere la fine di una storia. Mi sono resa senza resistenza a questa necessità.

    Che vergogna! Ero sdraita a letto come una regina e non ho sentito il tempo passare e Edward arrivare e mi guardare in quella delizia letteraria. Mi vergognavo sì, ma molto diverso da quello che ognuno prova quando si sbaglia o non sa fare qualcosa di giusto. La mia vergogna era come se fosse una bimba catturata in una confusione, in uno scherzo che nel profondo dell`anima nasconde una certa sensazione di trionfo per aver fatto un gioco.

    Io amo leggere... Penso che i libri siano destinati a essere divorati, saziate, con gli occhi e le loro storie a penetrare nella nostra mente e si mescolare con i nostri pensieri in sogni incantati in rivelazioni in conoscenza e saggezza...

    Ma anche così, il fatto di essere catturata a lettura in questa epoca in cui le donne non hanno avuto spazio nel mondo intellettuale e anche nel mercato del lavoro, un'altra sensazione mi prendeva. Ho anche provato una delusione enorme rispetto al mio nuovo ruolo: quello di moglie. Ho pensato che ora sposata potevo vivere una vita più tranquilla senza la responsabilità infinita di fare la pulizia interminabille della casa, di lavare gli abbigliamenti, di fare il pranzo ogni giorno. Ho pensato che Edward sarebbe più gentile con me e non richiederebbe che faccesse così rigorosamente i miei doveri da casalinga. Dopo di tutto, lui ha 10 anni più di me e potrebbe essere più indulgente con la mia poca esperienza di vita - Ho solo 17 anni.

    Io Marie Weigert ora Wanke sono la primogenita di una famiglia con dieci fratelli e poveretta della mia mamma ha bisogno del mio aiuto per educare i figli e fare la cura del negozio di Maccellaria. Sempre ho ammirato la sua voglia e il suo coraggio quando ha lasciato tutto in Germania e ha scelto vivere accanto al suo marito( mio padre) in un paese tanto lontano e diverso da quello in che abbiamo vissuto. Questo senso che mi è spinto a condividere con dedizione il servizio di casalinga e come conseguenza ha aumentato la mia responsabilità di vita e non mi ha lasciato tempo per giocare e dedicarmi a passatempi nobile come la lettura.

    Comunque contenere questa voglia irrefrenabile di volare come un tappeto magico dentro di un libro e scegliere il ruolo di una casalinga non mi ha lasciato disgustata o arrabiata. Invece mi sono dimessa e ho accettato l'idea. Insomma, erano così che si educavano le donne in questo secolo e non era della mia natura mettere in discussione il tema. Il mio carattere non è per niente ribelle. Credo che sia più pratico mi sottomettere al sistema. Mi hanno detto che sono tranquilla e trasmetto dolcezza.

    Ora dopo lo spavento e lo sculaccio senza preavviso tutto è diventato in uno scherzo. Anche sorrido quando mi ricordo la scena... per certo, un sorriso un tanto giallo.Chiaramente vedo Edward andare fino al negozio di macellaio della mia mamma, che è vicino a casa nostra e chiedere a "mota"1 per fare uno sguardo nella mia pose tutta sdraiata a letto con un libro in mano. Ricordo che al sentire il colpo della verga di mela sulla mia gamba e da un salto uscendo fuori dalla stanza fino raggiungere la cucina e là mi concentrare alle pentole.

    Di sicuro mia impettuosa e decisa madre al vedere la scena è stata indignata per il fallimento dell'insegnamento che mi ha trasmesso e per questo, non ha esitato a raccogliere la sua verga di mela e mi dare una buona sculacciata.

    Infatti! Fra i valori morali della mia madre, un'imigrante tedesca, Anna Pauline, figlia di un macellaio di Breslavia, era inconcepibile che una delle sue figlie sia stata educata con accuratezza rigida dei tedeschi non è riuscita a compiere i sacri doveri di una casalinga. Quindi, con appena 17 anni già ero sposata, però ancora ho preso una sculacciata per il semplice fatto di amare troppo la lettura dai miei adorati libri in un momento inoportuno.

    È per questo episodio così semplice eppure così forte e capace di segnare le generazioni future che io bisogno aprire il mio cuore e dire a voi e tutti Weigert Wanke che piaciono e adorano il culto di leggere un buon libro così come io e anche vorrei offrire questa passione come legato. Desidero che la storia della sculacciata, sia stimolo e resti registrato quasi come un comando nella memoria delle mie celule e si diffonda tra i miei figli, nipoti e tutti i miei discendenti come una forma di abitudine meravigliosa che io penso di essere una vera delizia che mai lascia una persona sola: la lettura.

    Godete dalla mia energia ancestrale che funziona come un segno e cercate di migliorare ancora di più. Leggete per me...

    Forse, così sazierò attraverso i miei discendenti questa sete e questa abitudine che mi è stata tanto inaccessibile, così certamente a molte delle donne del secolo XIX.

    Il legato che lascio è quello di compensare il mio assoggettamento rispetto alla forma di vita che ho scelto, senza nessuna indignazione al mio destino di essere madre, moglie e casalinga. Invece, ho vissuto momenti meravigliosi in questa vita e mi sono sentita una vera donna. Riconosco che mi piacerebbe ... a dire davvero... mi piacerebbe vivere con un tempo più libero per leggere.

    Forse a causa del mio assoggettamento e per essere una donna così tranquilla, che si dire con la testa fra le nuvole, io ero un motivo di scherzo tra i miei fratteli che sempre giocavano con me, principalmente quando mi dimenticavo delle cose e dei fatti.

    Per questa forma di essere propria e unica, è che sono diventata il personaggio di molte storie raccontate tra i Weigert e Wanke. Per esempio, prima di preparare il pranzo mi piaceva fare una passegiata attraverso i quartieri dove vivevano i miei fratelli e cugini e guardare nelle pentole e anche chiaccherare un po',dopo tornavo a casa mia e nella mia cucina mi concentravo a fare il pranzo del giorno. Anche raccontavano che quando andavo in bagno sempre mi dimenticavo di legare la mia mutandine, sapete quella antica che non erano belle, grande e niente sexy ..... che le donne usavano sopra le grandi gone. Mio fratello sempre mi avvertiva che la parte che la prendeva, era trascinata a terra.

    Bahh... Ciò mai mi ha disturbato. Però tornando alla storia della sculacciata della mia madre e tornando al tempo di oggi ti racconto che Egon – mio nipote – era quello che difondeva la scena e raccontava con deragliamento, che Edward è stato fino a macellaria, accanto a casa mia dove viveva la mia madre e diceva così in tedesco: Venga, Venga, venga guardare che sta succedendo....

    Quando Egon finiva di raccontare la storia, tutti i miei discendenti sorridevano di questo episodio e la sua moglie - Odette la mia nipotina – seguiva dicendo: poveretta si è sposata tanto giovane e neanche sapeva della responsabilità che doveva affrontare. Lei credeva che si sposando poteva liberarsi di badare tanti fratelli e fare soltanto quello che voleva. Neanche imaginava avere otto figli!


    1 Mota – mamma in tesdesco almeno nel pensiero degli imigranti che hanno vissuto nel vialle Candido de Abreu, a Curitiba.


    Edited by -Mariella- - 13/6/2020, 17:00
     
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  3. EternBoyX
     
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    Dovete sapere che a scuola avevo un’amica, Sabrina, una ragazza carina, magra, capelli scuri, una seconda abbondante e un bel culetto!! Eravamo molto legate ma presto cominciamo a litigare per tutto. Non riuscivamo più ad andare d’accordo. Uno dei nostri litigi in particolare, mi costò salato.
    Più o meno verso l’intervallo, come tutte le ragazze e i ragazzi ero uscita per i corridoi a chiacchierare con le compagne. Notai che per tutto il tempo, quella st****a di Sabrina stava facendo gli occhi dolci al ragazzo che mi piaceva. Non avevamo mai provato a infatuare i ragazzi che ci piacevano per rispetto reciproco. E lui provava piacer ad avere quella gatta morta che gli girava intorno. Intanto lei , mi lanciava occhiate provocatorie: capite? Non lo faceva per amore nei suoi confronti ma semplicemente per farmi arrabbiare.
    Quando tutti, al suono della campanella erano rientranti in classe, restavamo nei corridoi solo io e quella stupida. Lei fece per entrare, ma io la fermai è cominciai a chiedere una spiegazione. Lei diceva che ero una psicopatica, io che la doveva smettere. Ben presto cominciamo a tirarci i capelli, a picchiarci e a insultarci.
    - St****a-
    -Tr**a-
    -Pu***na-
    -Ti strappo gli occhi, zoc***la che noi sei altro-
    Insomma tutto quel casino richiamo i 2 bidelli del piano. Riuscirono a dividerci e ci trascinarono in presidenza. Io è Sabrina ci guardavamo in cagnesco, ci sbranavamo con gli occhi, senza nemmeno importarci che stavamo andando nell’ufficio della preside, donna severa e dai metodi e punizioni dure (io ne sapevo già qualcosa :D )!!!
    Ben presto ci trovammo sedute su 2 poltrone davanti alla scrivania della preside. Quest’ultima si chiamava Giovanna, era una donna alta, bella, coi lunghi capelli neri e gli occhi scuri. Severissima e amante delle punizioni corporali.
    Cominciò subito a parlarci con fare noioso, dicendo che era delusa e che:
    -…il vostro comportamento non è concepibile nella mia scuola-
    - Ha cominciato lei preside!! Io me ne stavo per i fatti miei- piagnucolo Sabrina, alzandosi dalla sedia.
    -Ah si, cretina- gli urlai alzandomi a mia volta – E la parte in cui facevi la gatta morta col ragazzo che mi piace-
    Ben presto riniziamo a picchiarci…….davanti alla preside.
    -BASTAAAA- urlo quest’ultima. Il solo urlo ci fece sgonfiare il cuore in petto dalla paura. Era viola dalla rabbia.
    -Cosa sono queste menomazioni fisiche nel mio ufficio? Il vostro comportamento merita una severa punizione- disse prendendo il suo bastone. Era un bastone di legno, lungo più o meno mezzo metro, che terminava con un manico ricurvo tipo ombrello.
    -Adesso vi faccio passare la voglia di comportarvi così. Signorina lei sarà la prima, credo sa già cosa fare- disse indicando Sabrina. Lei con fare riluttante si avvicinò alla scrivania e vi si piego sopra a angolo retto poggiando il busto e le braccia sul legno del ripiano.
    - Dopo, toccherà a lei (indicando me)!!- detto ciò si avvicinò a Sabrina e gli alzo la gonna, poi gli calo anche le mutandine. Ora il culetto era pronto per ricevere la sua punizione e io pregustavo la vendetta anche se sapevo che sarebbe toccato anche a me.
    Sciaf! Sciaf! Sciaf!
    I primi colpi cominciarono a cadere sul sedere di Sabrina che cercava di non mostrare a me il dolore che provava!! Tuttavia emetteva dei gemiti abbastanza evidenti.
    Ben presto delle striature violacee cominciarono a comparire sul sodo didietro di Sabrina che quasi non ce la faceva più a sopportare il dolore.
    Alla fine la sua punizione finì (mio malcontento)
    - Bene signorina, con lei ho finito! Ora vada a sedersi mentre io punisco la sua compagna- disse la preside
    Mentre Sabrina si sedeva io mi apprestavo a piegarmi sulla scrivania. Mi alzai la gonna e mi abbassai le mutandine. Sentivo l’aria fresca soffiare sul mio culetto. Anche per me, i colpi iniziarono subito.
    Sciaf! Sciaf! Sciaf! sciaf! sciaf!
    Era un dolore insopportabile: riuscivo a sentire il rumore del bastone che tagliava l’aria prima di schiaffeggiare le mie indifese natiche. Mi immaginavo già il colore che doveva aver raggiunto il mio sedere a quel punto.
    Finalmente i colpi terminarono!!
    - Adesso ve ne andrete nel corridoio e starete col culetto da fuori e le mani dietro la nuca, per ulteriore punizione! Vi terrò d’occhio per esser certa che le mie parole vengano ascoltate. Chi si tocca o abbandona la posizione subirà un supplemento!!- termino la preside
    Fu così che passai l’ultima ora di scuola: culetto in bella mostra vicino a quella megera di Sabrina!! Nel mentre stavamo così, ci sussurravamo insulti a vicenda!!
    E finisce qui il racconto!! Il prossimo cercherò di pubblicarlo il prima possibile!! Alla prossima
     
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    Lunedì mattina la mia padroncina coccolandomi mi chiede - sei contenta che sono finite le cinghiate?- io guardandola -si e poi almeno non vedo più quella strega della sua ragazza - il suo sguardo si accese come se gli fosse appena balenata in testa un'idea, prese il telefono e chiamò il numero di mio padre, io la guardai incuriosita feci per chiedergli cosa stesse facendo ma lei mi zittii subito, a quel punto lei andò verso la cucina nel mentre gli rispose mio padre la mia padroncina tutta felice – si cercavo Paola – io la guardai cominciando a capire le sue intenzioni andai di corsa davanti a lei facendogli segno di no ma lei sorridendo si girò, a quel punto mi misi in ginocchio pregandola ma niente – si ciao Paola ti cercavo perché nadine si vergognava a dirtelo e mi ha chiesto a me di farlo – dopo una leggera pausa – si infatti e appunto per quello che vorrebbe scusarsi con te – poi girandosi guardando me – si lo so mi ha chiesto anche se bastano le scuse oppure vorresti punirla per come ti ha trattata – io sbiancai un imbarazzo incredibile mi avvolse, la mia padroncina sorridendo – si allora stasera la verrai a prendere te per poi punirla va bene allora glielo dico subito va bene?- appena attaccò mi guardò dolcemente poi carezzandomi la guancia mi baciò e mi abbracciò facendomi poi sedere fra le sue gambe, io felice di quel gesto scordai quello che mi sarebbe successo la sera.
    Staccai verso le 19 da lavoro appena uscii la vidi lì che mi aspettava, mi salutò con il solito ghigno montai testa china in macchina senza proferir parola, lei accese la macchina e cominciò a dirigersi verso la campagna, dopo circa 20 minuti si arrivò al campetto come si suol dire qua da noi, si fermò al lato della strada e guardò che non ci fosse nessuno poi mi fece cenno di uscire, per tutto il viaggio c'era stato solo il suono della musica di rds ne io ne lei si era ancora detto nulla, scesi e lei con me, chiuse la macchina – bene nadine andiamo dove non ci possono vedere cosi ti punirò come si deve – io la guardai – si va bene- lei ridendo – tutto qua? sai non me lo aspettavo da te questa cosa, comunque se desideri una dura lezione per avermi trattata come hai fatto sono più che felice di dartela- io pensai al fatto che era un ordine della mia padroncina quindi mi convinsi che dovevo fare tutto bene ed essere perfetta nel subire quella punizione – si non ci credevo nemmeno io all'inizio però sei più grande ed e giusto che ti porti rispetto- lei rise – bene allora vorrà dire che se ti comporterai bene potremo anche diventare ottime amiche – io la guardai , incredibile voleva diventare mia amica l'avevo forse giudicata male dato la mia gelosia inconscia verso mio padre? Sorrisi – si ne sono convinta sii severa cosi dopo non avremo più nulla in sospeso – lei sorridendo – certo che la sarò e da ora in poi se mi mancherai ancora di rispetto provvederò personalmente a fartelo venire- nel mentre si parlava si raggiunse tre alberelli che coprivano la visuale dalla strada, lei si fermò e girandosi contrariata – vedi che fatica che mi tocca fare per punirti- io abbassai il viso – scusa – lei mi diede una patta sulla testa poi guardando a terra arricciò il naso – ma cavolo la gente non ha proprio rispetto guarda che schifo- notai due preservativi usati io annui schifata lei mi porse un bastoncino – levali avanti – io con il bastoncino li tolsi con molto schifo di lì poi la guardai in attesa di ordini, lei guardandomi come se mi studiasse – certo che sei davvero remissiva – io abbassando il viso – no e che so di dover tenere un certo atteggiamento verso chi mi punisce- lei sorrise – ma perché non erano le prime punizioni ricevute quelle dell'altra settimana? - io scossi il capo poi guardandola seriamente – però non lo devi dire a papa ok? La mia fidanzata usa sculacciarmi a volte o per gioco o per punizione dipende dalla situazione – lei rise - ma davvero? ecco perché sei cosi brava noto che i tuoi movimenti e la tua preparazione prima della sculacciata sono ben esguiti - io annuii e fiera di me – si mi ha insegnato la mia amorina dolce, quando si viene punite si deve avere sempre lo sguardo in basso e mentre si aspettano le direttive si deve sempre stare mani dietro la schiena e corpo sull'attenti – lei mi guardò stupita – vedo vedo allora la direttiva e questa mani sull'albero e piegati bene – io feci come chiesto lei venne dietro di me poi mi calò i calzoni,il mio imbarazzo ormai si vedeva anche ad occhio nudo poi essere punita da colei che odiavo grrr, comunque iniziavo anche ad averla simpatica ora che ci avevo parlato infatti la avevo sempre reputata un'oca ma invece si stava rivelando una brava persona, che la mia padroncina dietro a tutta questa cosa avesse voluto che capissi tutto ciò? Lei intanto mi aveva già fatta aggiustare come meglio credeva allargandomi leggermente le gambe e facendomi abbassare un po' di più per mostrare meglio il mio sedere, poi toccandomelo e procurandomi un leggero dolore quando pigiava dove avevo i lividi – certo che hai un bel sederino come fai?A me tende ad allargarsi – io sempre tenendo la posizione – ehm non lo so faccio esercizi ogni tanto per tenermi in forma poi vado a correre i fine settimana – lei guardandomi – wow beata te che hai voglia io voglio sempre farlo ma poi come inizio mi annoio subito e lascio perdere tutto quello che volevo fare, ma ora basta discorrere avremo tempo da oggi in poi di farlo iniziamo, per prima cosa ti sculaccerò a mani nude poi userò questa, la ho messa apposta per te ti garba?- io la guardai era una cintura di pelle larga e spessa deglutii e con un filo di voce – si molto- lei assestandomi uno sculaccione – su non fare la finta fiosa – detto ciò iniziò la pioggia di sculacciate ciaff ciaff me ne dava veloci, da prima piano poi pian piano più forte, io sussultavo ogni colpo ma sempre tenendo un comportamento dignitoso, sentivo la sua mano picchiarmi sul sedere per poi scendere e dedicarsi anche alle cosce, dopo poco si accorse dei miei punti più sensibili quindi ogni 5 o sei sculacciate mi sculacciava sull'interno coscia e sul basso del culetto dove vedeva che mi faceva più male,dopo un 200 colpi si fermò fece cenno come asciugarsi il sudore – wooo mi fa male la mano mi sa che e arrivato il momento di usare questa- si sfilò la cinta io la guardai con le lacrime agli occhi lei sorridendomi – sei stata brava a stare in posizione nonostante il dolore- io annuii lei si avvicinò mi asciugò le lacrime – se hai pianto già ora che farai adesso?- io abbassando lo sguardo – si ma erano severe come sculacciate anche se a mano nuda- lei guardandomi – sarò molto severa anche con questa poi sei stata tu a chiedermi di esserla no?- io annuii e mi posizionai, lei andò dietro e mettendomi la mano in mezzo alle cosce mi diede due pacchette per far si che capissi di allargare per bene le gambe – sai oggi sapevo che ti dovevo punire cosi mi sono documentata , e ho letto che stando così a volte la cinghia picchia sul sesso delle punite e in più volendo si può raggiungere l'interno coscia più facilmente- io la guardai preoccupata poi tornai in posizione, lei andò verso l'albero a fianco a me e tirò una decina di cinghiate al tronco, credo per trovare la giusta distanza e il giusto modo di tenere la cinta in mano poi si mise di nuovo dietro di me e ciack un colpo molto forte si abbatté sulla mia natica destra , notai che quella cinta era molto dolorosa e con me se ne accorse anche lei – va bene cosi? Sono abbastanza severa?- io annuii porgendo per bene il mio sederino al nuovo colpo, lei compiaciuta iniziò a colpirmi lasciava 5 secondi da un colpo all'altro come aveva preannunciato spesso la punta della cinta mi picchiava sulla fica procurandomi un male cane, quando vedeva che mi muovevo fuori dalla mia posizione si fermava aspettando che la riassumessi , i colpi andarono avanti per una decina di minuti, furono 137 colpi molto duri, io mi piegai in lacrime a toccarmi il sederino lei compiaciuta- bene mi mancherai di rispetto un'altra volta?- io scossi il capo – dopo 137 cinghiate penso di aver trovato giusta la cosa – lei si toccò il mento pensierosa – non si può finire una punizione senza il numero tondo su rimettiti in posizione- io guardandola – ti prego mi fa malissimo basta- lei guardandomi – lo hai detto te no che erano 137 colpi quindi adesso riceverai gli ultimi 13 -io ormai arresa tornai a posizionarmi, subito lei si mise dietro di me e iniziò a colpirmi ciack ciack , i colpi erano forti e alcuni di essi diretti apposta al mio interno coscia, subii i 13 colpi piangendo e urlando ad ognuno di essi poi al 13 si fermò – bene adesso abbiamo finito veramente, su riprenditi che dopo ti accompagno a casa - .
    Passò un 5 minuti poi gli feci cenno che si poteva andare, il mio sedere provato dalle molte cinghiate ricevute in una settimana mi doleva da morire, era la prima volta che non volevo riceverne più :P anche perché avevo ricevuto in una settimana circa 400 cinghiate 330 sculacciate a mani nude e più le spazzolate di mia madre, il mio sedere era tutto un livido e adesso anche le mie cosciotte, si tornò verso la macchina lei era soddisfatta della punizione che mi aveva dato e io in parte della punizione appena ricevuta, anche se ero ancora intenta a tirare su col naso e ad asciugarmi le ultime lacrime, arrivate alla macchina la guardai – ehm c'è un problemino- lei guardandomi incuriosita – quale?- io abbassando lo sguardo imbarazzata – mi fa male sedermi non so se riuscirò a farlo- lei sorrise – aspetta facciamo cosi – aprì la portiera e liberò i sedili dietro – bene guarda se riesci a metterti sdraiata – io andai dietro e vidi che se mi mettevo pancia sotto e con le gambe piegate ci stavo, a quel punto lei richiuse il sedile e la portiera poi entrò in macchina e mi portò verso casa, nel mentre squillò il telefono lo presi e guardai chi era, il mio viso si fece sorridente in un attimo alla vista del nome sul display e tutta allegra e contenta risposi – ciao amorina stiamo venendo a casa adesso- sentii un leggero sbuffo- uff ci avete messo tantissimo come mai?- guardando l'ora – si scusaci ma siamo dovute andare dove non ci vedeva nessuno- la sua voce si fece preoccupata – dove siete andate non e che avete fatto cose strane vero?- il suo tono si era fatto insicuro e fragile, capii che aveva paura che si fosse andate oltre, da una parte mi sentii arrabbiata perché quella domanda voleva dire che non si fidava di me, ma sentirla così fragile mi fece subito tornare al mio carattere dolce quindi lasciando stare la mia alterazione con tono rassicurante – nulla lo sai che ci sei solo tu per me no?- sentii una breve pausa, nel frattempo anche Paola si era girata ma io gli feci cenno con una mano che andava tutto bene quindi si rigirò e continuò a guidare, nel frattempo arrivò la risposta della mia padroncina – scusami lo so ma quando mi hai detto dove siete andate mi e venuto una fitta allo stomaco, sono una stupida a non fidarmi di te cucciola- io rallegrata dalle sue parole e vedendo che non cercava di scoprire oltre o si dilungava con inutili ma che avete fatto allora o sei sicura di non averci fatto nulla – dai 5 minuti e siamo lì- lei riassumendo il suo classico tono di voce autoritario – falla salire quando arrivate- io mi limitai a mugugnare un si senza chiedere spiegazioni tanto sapevo che non mi avrebbe risposto.
    Arrivate a casa ci accolse la mia padroncina che subito con fare passionale mi baciò davanti a lei come per far capire che io ero sua e di nessun'altra, messaggio che arrivò a Paola che sdrammatizzando – che passione magari suo padre mi accogliesse così al mio ritorno – l'atmosfera che si era fatta tesa grazie a questa frase svanì, a quel punto la mia padroncina mi portò di la e disse a Paola di aspettarci in salotto , arrivate in camera mia il suo sguardo si fece subito dominante come sempre quando voleva farmi capire che in quel momento non era la mia amorina ma bensì la mia padroncina – nadine vieni qua avvicinati- il tono era severo io mi avvicinai sottomessa lei mise una mano dentro i miei pantaloni toccandomi, mise un dito dentro il mio fiore poi lo tolse la vidi sorridere – brava non ti sei bagnata più di tanto, lo sai che devi trovare piacere solo con le mie sculacciate vero?- io annuii lei guardandomi – ma fatto sta che sei umida quindi stasera per punizione dormirai ai piedi del letto- a quelle parole cercai di trattenermi dal piangere però le lacrime uscirono lo stesso dai miei occhi lei con tono severo – niente lacrime avanti ricomponiti senza storie- io inginocchiandomi a lei e piangendo – scusa ti prego lasciami dormire a fianco a te come sempre non voglio stare ai piedi del letto- lei senza neanche scomporsi -lo farai o senno ti spedirò dritta nella vasca con solo il cuscino chiaro?- io piangendo – ma perché? ho fatto tutto ciò che volevi sono stata bravissima giuro se vuoi chiedi a Paola di dirtelo- lei guardandomi con tono dolce e accarezzandomi i capelli – cucciolotta lo so benissimo che ti sei comportata benissimo come e tuo modo fare però ti sei leggermente eccitata nell'essere punita da un'altra che non fossi io, questa è una grave colpa lo capisci vero?- abbassando lo sguardo annuii e con voce triste – scusami padroncina non succederà più- lei alzandomi il viso mi baciò poi mi fece rialzare – bene adesso andiamo di là e ringrazia le numerose punizioni ricevute in questi giorni per non essere piegata a prendere minimo 50 frustate – io annui testa china – dai non ti rammaricare lo sai che sono fiera di te no? Sei stata bravissima e hai superato la mia prova brillantemente, vedendo le smorfie di dolore quando ti toccavo ti deve aver fatto molto male vero? - io in quel momento mi sentii sollevata sul mio volto si dipinse un sorriso di pura gioia – padroncina e stata molto dolorosa la sua punizione ma la ho ricevuta con grazia e fierezza come mi hai insegnato tu, e mi ha fatto anche i complimenti sul mio modo di agire – in quella frase c'era tutto l'orgoglio che avevo da schiavetta lei sorrise – ne ero certa – poi io la fermai tenendogli un braccio senza dire nulla con fatica mi tolsi i calzoni e poi mi chinai nella classica posizione per ricevere le sculacciate, lei guardandomi – no piccola non posso punirti lo hai troppo gonfio come farai a lavoro domani? - io rimasi in silenzio senza dire nulla mantenni la posizione , lei facendo un sospiro arresa prese il tawses largo di cuoio con due lingue e si posizionò – bene saranno dieci non una di più ne una di meno ok? se vuoi sarò molto severa ma poi basta per almeno una settimana intese? - io annuii e dissi preparandomi per bene – padroncina fai che senta anche Paola che mi stai punendo – lei fece una leggera pausa poi aprì la porta e tornando dietro di me- sei pronta ? Dimmi da uno a dieci quanta forza vuoi che ci metta- io desiderando una dura punizione per essermi eccitata sotto i colpi di un'altra persona che non fosse a mia padroncina – 8 padroncina- lei preoccupata – ma sei sicura?- io annuii lei tirando un sospiro alzò il braccio e ciack primo colpo mi morsi il labbro per non urlare e piantai dal dolore le mie unghie sulle ginocchia poi ciack secondo potente colpo, me le stava dando di santa ragione, erano molto più forti di quelle di Paola e molto più esperte poi ciack tre arrivò a dieci poi si fermò – bene adesso levati i calzoni e seguimi di la cosi diremo il motivo della tua punizione a Paola, io in lacrime ma felice e anche eccitata per la punizione appena ricevuta e quello che mi stava aspettando mi tolsi i calzoni e la seguii, arrivate di là Paola mi guardò allargando gli occhi per la sorpresa di vedermi senza i calzoni e con le lacrime agli occhi – che ci fai conciata così? poi anche lei ti sculaccia?- io in modo fiero e deciso – si lei è stata la prima a sculacciarmi e oltre ad essere la mia fidanzata e anche la mia padroncina- lei rise stupita della cosa – quindi provavi piacere nel subire le cinghiate di tuo padre maialina – io scossi il capo – no le cinghiate di mio padre erano per punirmi seriamente quindi non ho mai provato eccitazione nel subirle- lei facendo un cenno di comprensione – beh almeno sei rispettosa- io annuii felice poi lei guardandomi – e alla mia ti sei eccitata?- io arrossii di colpo poi con voce imbarazzata – beh un po si ma non tanto per le cinghiate ma per la cosa di prenderle da te che fino a un'oretta fa ti odiavo- lei guardandomi sorpresa – alla faccia della franchezza però sono contenta perché hai detto fino ad un oretta fa quindi vuol dire che adesso non mi odi più- io annui sorridendo la mia padroncina mi guardò, io ormai capendola anche solo vedendo i suoi sguardi ( le slave devono arrivare a capire ciò che vuole la padrona ancora prima che lei possa fiatare, cosa che a me riesce abbastanza bene ) - la mia amorina infatti mi ha punita per essermi eccitata durante la tua punizione- detto ciò con aria fiera mi girai a far vedere il mio sederino segnato da dieci nuovi colpi belli freschi – non ci e andata di scartino e? - io guardandola con aria fiera – le meritavo cosi forti e ha fatto bene a darmele, anzi se non era per il fatto che sono stata sculacciata per tutti questi giorni me ne avrebbe date ancora di più – lei mi guardò con aria perplessa ma poi fece finta di nulla, tornando a un tono di voce normale sospirò batte le mani sulle sue ginocchia e fece per alzarsi, a quel punto la mia amorina la guardò e gli disse – resta ancora un po' – lei che ormai era quasi alzata si risedette – va bene ma solo per poco che poi devo andare – la mia padroncina guardandomi me – cosa devi fare dopo che una persona ti ha punita per mancanza di rispetto? - io la guardai e sbiancai infatti sapevo benissimo cosa avrei dovuto fare – no ti prego amorina non voglio farlo ad altre persone – il mio sguardo si fece triste non volevo leccare dei piedini che non erano i suoi, nel mentre ci interruppe Paola – che cosa non dovrebbe voler fare con altre persone guardate che io sono etera e poi lei è la figlia del mio fidanzato quindi – lei la guardò – tranquilla non è nulla di particolare solo una sorta di prova di rispetto verso la persona – lei si zittì aspettando probabilmente di capire di cosa si trattasse dalla nostra conversazione - padroncina per me sarebbe come tradirti – lei sorridendomi si chinò nel frattempo notai che alla mia parola padroncina Paola fece una strana espressione e poi sorrise capendo che aveva davanti a se una slave e una mistress, notando la sua eccitazione nel guardare la scena capii che non doveva mai aver assistito a sessioni o anche solo dei rapporti dom sub – piccola lo sai che non sarà così sono io che te lo ordino altrimenti non lo avresti mai fatto- fece una piccola pausa – sarà come eseguire un mio ordine e non rappresenterà la stessa cosa che rappresenta con me- io la guardai disperata lei capendo i miei sentimenti mi sorrise e alzandosi mi disse su vai a dare due bacini alle mani di Paola io capendo dal suo sguardo di stare al gioco andai la presi le mani di lei e le baciai, lei si alzò poi sorridendomi mi disse- siete una bella coppia davvero, pero non capisco tutta questa storia per due bacetti alle mani – io cercai di inventarmi una scusa ma la mia padroncina mi precedette – non era la cosa che doveva fare ma va bene lo stesso- io sorrisi felice e con la coda dell'occhio vidi la mia padroncina fare lo stesso – grazie Paola adesso pero devo farmi una doccia – Paola annuendo – si si vi lascio sole- ridendo se ne andò.
    Appena sole saltai al collo della mia padroncina lei per la forza del colpo fini in terra si mise a ridere accarezzandomi – piano amore cosi mi ammazzi- io risi – scusa amorina mia poi ci baciammo dolcemente e lei mi premio per aver fatto ciò che mi era stato ordinato poi mi disse – per una settimana sarò la tua amorina e basta! perché hai bisogno di riprenderti- io annuii, dopo mi passò la cremina sul sederino con mia immensa gioia :).
    Arrivo l'ora di andare a letto lei si mise sotto le coperte e mise un cuscino per verticale dove aveva i piedini e ce li poggiò sopra, io con aria triste mi accovacciai nel letto appoggiando il viso vicino ai suoi piedini sporchi ancora dalla giornata ( cosa fatta apposta perché io dovevo stare ai suoi piedini, senno e una persona molto pulita come me :) ) lei mi sorrise – buonanotte amore- io guardandola appoggiai la mia testina ai suoi piedini l'odore un po forte di essi mi entrò nel naso ma non mi dava fastidio era l'odore della mia padroncina quindi mi andava bene, la mattina la ritrovai sorridente mentre dormiva abbracciata da me gli accarezzai i capelli chiedendomi se ero più io o lei a dipendere dall'altra poi mi misi a coccolarla fino a che non si risvegliò e mi baciò dolcemente.
    DA QUI IN POI E LA MIA VERSIONE INVENTATA CHE RAPPRESENTA LA SITUAZIONE COME SAREBBE ANDATA AVANTI SE IO AVESSI ACCETTATO DI LECCARE I PIEDINI DI PAOLA .

    Accettai sorridente ormai succube di lei - brava piccola , io ormai senza inibizioni – allora potrò dormire abbracciata a te stanotte?- lei scosse il capo carezzandomi i capelli, il suo sguardo era tornato ad essere dominante mi guardava con possesso, il suo sguardo era come se mi dicesse sei mia e il mio sguardo docile e adorante era come se dicesse voglio appartenerti per sempre, abbassai leggermente la testa – va bene però mi coccoli- la mia padroncina rise sorpresa, pensavo mi punisse in qualche maniera per il mio semi ricatto invece si limitò a sorridermi e a rispondermi- lo avrei fatto comunque mia piccola cucciolotta, vorrà dire che farò molto più che coccolarti – io ero felice adesso l'ordine della mia padroncina non mi sembrava più cosi tremendo, era proprio il modo in cui mi guardava e il modo in cui mi parlava che mi faceva essere così dipendente da lei.
    Intanto Paola che stava assistendo alla scena interruppe la nostra conversazione – allora adesso che ha accettato di eseguire il tuo ordine mi dite anche a me di cosa si tratta?- io facendomi forza con voce timida – ehm come prova di rispetto dovrei leccare i tuoi piedini –appena finii la frase sentii un calore alle guance e al basso ventre accendersi gli occhi di Paola si spalancarono - cosa dovresti fare?- io deglutendo – leccarti i piedi- lei si alzò e fece per andarsene poi si fermò al corridoio tornò indietro e guardandomi – resterà una cosa fra di noi ? Adesso te vieni mi lecchi si insomma fai quello che devi fare e nessuno saprà nulla- io annuii -e neanche della punizione – lei quasi combattuta tornò seduta sulla poltrona poi con fare leggermente imbarazzato si tolse le scarpe aperte che aveva indosso e appoggiò i piedi a terra guardandomi , io mi girai verso la mia padroncina che mi fece cenno di andare , mi avvicinai a lei e guardandola mi chinai ai suoi piedi nel mentre stavo afferrando con dolcezza il suo piede destro lei mi fermò – aspetta prese la caviglia fra le mani e si guardò la pianta la mia padroncina gli disse – no ferma ci penserà lei a lucidarla- io abbassai lo sguardo imbarazzatissima e le prime gocce di umori iniziarono a farsi strada pian piano sul mio interno cosce, lei riportò il piede davanti a me lo presi e lo alzai, la sua pianta era molto carina anche se callosa al centro subito sotto le dita del piede e sull'alluce mentre il tallone era ruvido; del terriccio era attaccato sul suo tallone e sotto le dita ( probabilmente ci era finito dopo essere state al campetto) per il resto era leggermente nera sia al tallone che subito sotto le dita, in silenzio iniziai a leccare il suo piede, non puzzava moltissimo ma quel giusto per farmi arricciare leggermente il naso quando arrivai a leccare le dita comunque senza fare tante storie leccai tutto, lo sporco e il terriccio mi si attaccavano alla lingua ma ormai abituata a quelli della mia padroncina tirai tutto giù, provavo una strana sensazione a leccare dei piedini che non erano quelli della mia dolce amorina, mi sentivo come una cagnettina la cosa mi eccitava anche se non come quando lo faccio con lei, poi il sapore di quei piedi non mi piaceva molto era troppo aspro e salato ma feci finta di niente come sempre, nel frattempo Paola si era eccitata o almeno i suoi capezzoli induriti lo facevano intuire, oltre ai rumori che producevo io nella stanza c'era silenzio, la mia padroncina osservava beata me che leccavo i piedini di lei, Paola mi guardava eccitata all'opera, in 5 minuti finii di ripulire il primo piede quindi passai al secondo anch'esso sporco come l'altro, lei che ormai che si era leggermente abituata alla situazione – bene leccalo bene se non lo fai mi dispiace ma dovrai rimetterti piegata , la mia padroncina a quella frase andò di là e torno con il tawses – vediamo con se un incentivo leccherà come si deve – io non mi scostai ma quasi inconsciamente porsi il mio culetto alla mia padroncina che iniziò a colpirmi abbastanza forte da farmi male ma non troppo, adesso Paola era visibilmente eccitata ancora più di prima,la mia padroncina vedendola così – se vuoi puoi toccarti tanto siamo tutte donne qua non ci sono problemi- lei ringraziò con un cenno del capo e cominciò ad accarezzarsi la micina, io nel mentre leccavo impegnandomi il suo piedino, mentre la mia padroncina mi colpiva il sederino provocandomi un incredibile piacere infatti dopo venni sotto i suoi colpi quasi insieme a Paola , dopo di che continuai per due minuti circa a ripulire l'ultimo piedino appena ebbi finito Paola si controllò i piedini fece uno sguardo sorpreso – sei stata brava- io sorrisi e con me la mia padroncina che smise di colpirmi, durante il trattamento al piedino di Paola mi aveva assestato una 50ina di colpi Paola con voce leggermente affannata per l'orgasmo di prima – posso andare al bagno?- la mia padroncina annuii, nel frattempo mi fece cenno di alzarmi poi mi abbracciò senza baciarmi per via dello sporco che avevo sulle labbra, Paola uscì dopo un 7- 8 minuti ripresa oramai da tutta la situazione – bene adesso vado davvero non vi preoccupate non dirò nulla di quanto successo ma mi aspetto altri trattamenti come questo da te – io guardando la mia padroncina – lo farò solo se mi verrà ordinato dalla mia padroncina come stasera- lei sorridendo – allora spero che succeda eh eh – prese tutto e salutandoci se ne andò, io e la mia padroncina si discusse di quello appena accaduto e poi a fare subito la doccia poi cena e infine a lettuccio dove mi soddisfò come aveva promesso.
    Bene finito e spero anche le mie sculacciate, anche perché mi fa veramente male il culetto :P spero apprezziate i miei racconti, la parte inventata lo ho messa per chi come me apprezza i piedini.
    Alla prossima magari racconterò di una punizione abbastanza eccitante avuta dalla mia padroncina, che dopo un periodo di pausa dopo che ci eravamo fidanzate ufficialmente e tornata ad essere la mia dolce padroncina:)

    descrizione di Paola: bionda capelli lunghi fino alle spalle, viso molto carino, occhi marroni, alta 1'66 peserà sui 58 60 credo, bel seno anche se non prosperoso e un culetto bellino anche se un po grassoccio, comunque almeno dalle volte che la ho vista in mini almeno sulle cosce non ha la cellulite.
     
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