La panchina di Mariella Forever
Gwyneth Paltrow è la più bella del mondo?
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    per me no..c'e di meglio...ma dite la vostra...
     
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    Gwyneth Paltrow e l’apiterapia, il segreto (doloroso) di giovinezza
    L’attrice ha provato il trattamento anti-età che consiste nell’essere punta dalle api. Il veleno degli insetti distende i tessuti. Un’alternativa al botox, usata dagli antichi egizi
    di Francesco Tortora
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    Che cosa non farebbe una star di Hollywood pur di apparire più giovane e bella? Una risposta priva di ipocrisie l’ha concessa al «New York Times» Gwyneth Paltrow che in una recente intervista ha confermato di «averle provate tutte». Per dimostrare di non esagerare, l’attrice di «Shakespeare in love» e di «Sliding doors» ha raccontato di essersi sottoposto più volte all’apiterapia, il doloroso trattamento che sfrutta le punture e il veleno delle api per distendere i tessuti del corpo

    www.corriere.it/moda/beauty/16_apri...2d9bcfea0.shtml

     
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    L CASO
    Gwyneth Paltrow e il sesso spiegato ai propri figli: «Ho il terrore che imparino dal web»
    Il manuale di Paltrow, attrice-editrice. L’esperta: «Vanno educati alle relazioni»0-1-forevermariella_18«Oggi, abbiamo accesso a tutto con un clic. Mio figlio ha 12 anni e ho il terrore che impari il sesso da Internet», l’ha detto l’attrice Gwyneth Paltrow in un’intervista tv a Good Morning America, e la sua è la paura di tutti i genitori. Sottovalutata, eventualmente, perché per quanti filtri si possano mettere a telefoni e computer, la pornografia trova anche i dodicenni, magari pas-sando dal cellulare di un amichetto. Paltrow ha appena presentato «The Sex Issue», un manuale sul sesso scritto dal team del progetto editoriale Goop, da lei fondato. Un libro, ha raccontato, che ha fortemente voluto, convinta che l’educazione sessuale dei figli non possa passare dalla rete «né da favole su uccellini e api». Alla prova-lettura, il bestiario su giocattoli sessuali, sesso tantrico e fantasie varie sembra poco adatto ai dodicenni e l’appello da «cuore di mamma» risulta più una mossa di marketing. Resta valido l’allarme, però: maschilismo, prevaricazione e incapacità di coniugare la sessualità con il rispetto e l’amore sono i danni collaterali di chi guarda precocemente Youporn e affini. Lo ha certificato un metastudio del 2016, rianalizzando vent’anni di ricerche internazionali su adolescenti e pornografia online. La conclusione di Jochen Peter e Patti M. Valkenburg dell’università di Amsterdam è che «l’uso della pornografia è associato ad atteggiamenti sessuali più permissivi, forti stereotipi di genere e sembra correlato a rapporti sessuali più precoci e casuali e a maggiore polariz-zazione in aggressività e vittimismo sessuale».
    Le «lezioni»
    Chiara Simonelli, post president della Federazione Europea di Sessuologia, racconta di aver seguito un gruppo di amiche di 12 anni che vedevano insieme pornografia: «Quando i genitori le hanno scoperte, dicevano “che schifo che schifo”, ma non volevano mollare i telefoni. Nell’età in cui i ragazzi cercano di capire chi sono e il loro ruolo nella sessualità, passa le idee che il sesso è scisso dalla relazione, che le donne devono essere disponibili e plastificate e i ragazzi eccellere in durata, dimensioni, focosità. Il risultato è un senso di inadeguatezza che sfocia in aggressività verso l’altro o ansia da prestazione e rinuncia». Simonelli consiglia di insegnare fin da piccoli che la perfezione è un falso mediatico e, poi, a riconoscere il sesso proposto esercitando potere o violenza: «I ragazzi sono ipersensibili al giudizio del gruppo e non hanno la forza e l’esperienza per rifiutare pratiche sgradite, che altri dicono di apprezzare. Bisogna spiegare, però, che le relazioni sono una contrattazione e che, se accettiamo una richiesta percepita come una violazione, non otteniamo quello che vogliamo, ovvero il piacere ma anche il rispetto. La frase da insegnare ai figli è “a queste condizioni, preferisco di no”. La relazione è importante, ma se è una brutta relazione, meglio nulla».

    Gli esperti
    La psicopedagoga Maria Rita Parsi, nella sua «Fabbrica della Pace», tiene corsi da 150 ore proprio per insegnare come si parla di sesso coi figli. Tre i suoi punti cardine: «Primo. La sessualità inizia nella pancia, è epigenetica: il modo in cui la madre vive la sessualità, se si sente felice, se si sente violata, si trasmette al bambino». Il secondo punto riguarda ancora i genitori: «Possono educare bene se stanno bene. Un figlio che cerca sesso su Internet è arrivato al computer con una visione della sessualità già distorta». Il terzo punto è non essere né troppo permissivi né troppo inibitori: «Il ragazzino inibito, per essere disinibito, commette errori e magari abusa di alcol o prende droghe». Inoltre, Parsi raccomanda di spiegare anche cos’è il piacere. Ai bimbi, raccontiamo dell’ape e del seme, ma ci fermiamo lì, come se il sesso fosse solo procreazione e gli altri suoi aspetti qualcosa di imbarazzante che scopriranno su Youporn: «Si può raccontare del papà che mette il semino e della mamma che lo accoglie, aggiungendo che questa è una comunicazione di gioia e di piacere». In ogni caso, su questo almeno ha ragione Gwyneth, niente favole sulle api.
     
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