La panchina di Mariella Forever

RICETTE ISTRIANE

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    JOTA

    www.buoneforchette.com

    Ingredienti: 400 gr. di Crauti Precotti - 700 gr. di Fagioli Borlotti Secchi - 3 Patate - Olio d'oliva - Aglio - Pancetta Affumicata - 200 cl. di Acqua - 2 Cucchiai di Farina - Sale - Pepe - Cumino - 1 Foglia di Alloro (quantità per 4 persone).

    Preparazione: mettere a bagno per 12 ore i fagioli. Scolarli e farli rosolare con olio ed aglio tritato; aggiungere la pancetta tagliata a dadini, le patate tagliate a cubi e sale. Rosolare il tutto per qualche minuto. Aggiungere l’acqua e far bollire il tutto per 90 minuti. Separatamente bollire i crauti, cumino (kummel) ed alloro, coperti d’acqua che deve asciugarsi durante la cottura. Fare un soffritto di olio e farina (scuro), gettarvi i crauti mescolando. Riunire il tutto e passare la metà dei fagioli al passaverdura. Amalgamare e far bollire per altri 30 minuti. La jota deve risultare densa e va lasciata riposare. Il giorno dopo è ancora più buona.





    JOTA 2



    Ingredienti: 1 kg. di fagioli borlotti secchi - 4 patate grosse - 2 salsicce di cragno - costine di maiale affumicato - olio extra vergine di oliva - alloro - prezzemolo. Le quantità sono da intendersi per 4 persone.

    Preparazione: lavare i crauti sotto l'acqua corrente, sgocciolarli bene e farli bollire con due foglie d'alloro, coperti d'acqua, per circa 2 ore. Dopo 90 minuti di cottura aggiungere le salsicce e la carne di maiale. A parte bollire i fagioli (tenuti a bagno per una notte in acqua fredda) e le patate. Passare col passaverdure le patate e metà fagioli, unire il tutto alla minestra, condire con sale, pepe, un filo d'olio crudo e prezzemolo e servire bollente. Minestrone rigorosamente invernale da servire preferibilmente in ciotole di terracotta. A piacere le patate possono essere aggiunte tagliate a tocchetti.





    JOTA 3

    da le Ricetta della Nonna



    Ingredienti:

    ¾ di kg. di capuzi garbi (crauti) - ¼ di kg. di fagioli, 3 / 4 patate - Aglio, olio, farina, crodiga (cotenna), pancetta.



    Preparazione: mettere in ammollo i fagioli la sera prima e poi lessarli. Lessare le patate. Cucinare i capuzi. Soffriggere nell’olio l’aglio (poi toglierlo), aggiungere un cucchiaio di farina, poi mettere i capuzi, i fagioli (frullarne la metà), le patate schiacciate, la crodiga, la pancetta, dell’acqua e un po’ di sale. Cucinare il tutto per circa 1 ora.





    GNOCCHI DI SEMOLINO IN BRODO

    (Gnochi de gries in brù)

    ricetta di [email protected]



    Ingredienti: 20gr. di burro - 2 uova intere - semolino q.b. - noce moscata q.b. - prezzemolo q.b. - brodo.

    Preparazione: preparate il brodo (meglio se di carne) in una ciotola girare il burro finchè si scioglie. Mettere le uova intere, un po' di prezzemolo; una grattatina di noce moscata. Amalgamate il tutto e intanto versate il semolino piano piano sempre girando il composto finchè non si raggiunge una consistenza non troppo dura ma neanche troppo molliccia. Iniziate a fa bollire il brodo. Prendete una ciotola d'acqua e bagnate il cucchiaino con cui prendete un po' del composto in modo da formare un gnocchetto. Se il gnocchetto si spacca aggiungete altro semolino al composto. Lasciate scivolare i gnocchetti nel brodo. Lasciare bollire per 4/5 minuti.





    STRUCOLO o STRUDEL

    (dal sito ars-alimentaria.it)

    Ingredienti (per 6 persone)



    Per la sfoglia: Farina 250 g. - Burro 50 g.

    Per il ripieno: Mele 1,5 kg - Zucchero 150 g. - Burro 100 g - Uvetta sultanina 100 g. - Pinoli 100 g. - Pan di Spagna 100 g. - Cannella, una presa - sale, un pizzico - Farina 30 g. per la teglia - 1 Uovo - Zucchero a velo 30 g. per decorazione.

    Preparazione della sfoglia: setacciare la farina, aggiungere il burro a pezzetti. Lavorare con l’aggiunta d'acqua tiepida fino a farne una pasta omogenea, liscia, che non si attacchi alle mani. Formare quindi una palla. Coprire con un telo e lasciare a riposare per almeno 30 minuti.

    Preparazione del ripieno: sbucciare le mele, affettarle a fette sottili, porre l’uvetta a bagno in acqua e lasciarla ammollire per almeno 30 minuti, togliere dall’acqua e strizzare. Sbriciolare il pan di Spagna, unire lo zucchero al burro ammorbidito e tagliato a pezzetti.

    Preparazione del dolce: mescolate fino composto omogeneo, aggiungere uvetta, pan di Spagna, pinoli, sale e cannella, mescolare fino a composto omogeneo. Unire le mele, mescolare, rompere l’uovo, separare il tuorlo dall’albume, tirare la pasta con il matterello fino sfoglia sottile, distribuire sopra la sfoglia il ripieno, arrotolare la pasta formando un cilindro, chiudere le due estremità facendo pressione sui margini della pasta, disporre su un telo, lucidare la superficie con il tuorlo d’uovo, infarinare una teglia e disporre la teglia sullo strucolo, rovesciare lo strucolo sulla teglia, disporre nella forma voluta e cospargere la superficie con la chiara d’uovo. Porre in forno caldo a 180 °C e cuocere per 45 minuti. Togliere dal forno e lasciare raffreddare.Disporre su piatto da portata e decorare con lo zucchero a velo.





    GNOCHI DE SUSINE o CON LA MARMELADA (Gnocchi di susine o con la marmellata)



    Se c'è un piatto di cui vado ghiotto in maniera particolare è quello dei gnocchi con le susine, o meglio con la marmellata di prugne come faceva mia madre. Quel misto di dolce e salato, la deliziosa crosticina al gusto di cannella con il sapore un pò aspro della marmellata di prugne. Mi viene da sorridere ricordando le facce dei miei amici e amiche romane (moglie compresa) che al solo nominare i gnocchi con la marmellata facevano una faccia schifata immaginando chissà quale intruglio magari come taluni improponibili cibi nordici. La cosa cambiava rapidamente, una volta vinte le remore iniziali, già al primo assaggio. Il risultato era che mia madre si trovava ad avere nuovi clienti, dei nuovi aficionados di quelle gustose balote che rimanevano buone anche il giorno dietro (ma non sempre ci arrivavano) quando la miscela di burro pan grattato e cannella formava una deliziosa cappa crostolosa a ricoprire i gnocchi. (GdeA)





    GNOCCHI DI SUSINE

    a modo mio GdeA



    Ingredienti per 6 persone: 1 Kg di patate - 150 g di farina 0 (variare a seconda dell'umidità delle patate) - 200 g di farina di grano duro - Susine o marmellata di prugne q.b. - 100 g di pane grattugiato - 2 uova - 120 g di burro - cannella - sale. Preparazione: ponete le patate con la buccia in abbondante acqua fredda con poco sale. Dopo averle lessate e pelate passatele, ancora calde, con lo schiacciapatate. Dopo aver lasciato raffreddare il passato così ottenuto impastatelo con le uova, la farina ed un pizzico di sale. Formate dei rotoli del diametro del diametro di circa 3 cm e tagliateli a formare dei dischi al cui interno va posta la marmellata di prugne o una susina (o mezza). Richiudere bene e formare una balota che verrà lessata in abbondante acqua bollente e sale. Appena vengono a galla raccoglieteli e poneteli in un piatto. Sui gnocchi disposti uno a fianco all'altro versate col burro fuso, il pane grattugiato tostato, la cannella che avrete preparato a parte. (per chi vuole può aggiungere dello zucchero).





    GNOCCHI DI SUSINE 2

    (dal sito ilpozzodellefragole.blogspot.com)



    Ingredienti: 1 kg di patate per gnocchi - 300 gr di farina "00" - 2 uova - 1 noce di burro - susine mature denocciolate - sale - zucchero - cannella - pane grattuggiato.

    Preparazione: prendere le patate, lavatele e lessatele quindi fatele raffreddare e pelatele. A questo punto schiacciatele con lo schiacciapatate e formare un piccolo monticello che adagierete su un po' di farina precedentemente sparsa sul tavolo da lavoro, create un buco in cima alla montagnola... come un vulcano ! Mettervi le uova insieme al burro fuso ed un po' di sale. Lavorare l'impasto aggiungendo farina q.b. fino a quando diventa morbido e lasciarlo riposare per un'oretta. Ricavare dei dischi con la pasta così ottenuta con i quali verranno avvolte le susine successivamente. Nel frattempo prendete una pentola antiaderente in cui farete sciogliere un po' di burro e farvi rosolare una bella manciata di pan grattato a cui avrete aggiunto la cannella e lo zucchero. Con questo composto riempire le susine precedentemette denocciolate. A questo punto avvolgetele con i dischi di pasta ed immergete gli gnocchi così ottenuti in abbondante acqua salate che avrete messo a bollire precedentemente. Quando gli gnocchi vengono a galla levarli ed adagiarli su un piatto da portata abbastanza grande, servire dopo aver distribuito sugli gnocchi un po' di zucchero e cannella ed una spolverata di burro in cui avrete rosolato del pan grattato insieme alla cannella.

    (al posto delle sussine si può utilizzare della marmellata però che sia sempre di prugne e senza aggiunta di zucchero N.dA)







    GNOCCHI DI SUSINE 3

    da le Ricetta della Nonna





    Ingredienti:

    Patate - 2 uova - Farina, olio, sale - Susini (prugne) freschi (togliere l’osso), zucchero.



    Preparazione: bollire le patate, pelarle , schiacciarle e farle raffreddare. Aggiungere 2 uova, la farina, un po’ di sale ed un goccio d’olio. Impastare tutto assieme e fare un grosso rotolo con la pasta. Prendere un quantitativo di pasta tipo per le polpette e metterci dentro ½ susino (qualcuno ne mette anche uno intero) e dello zucchero. Chiudere lo gnocco e farne altri fino a finire l’impasto. Metterli nell’acqua bollente e levarli quando vengono a galla. Condire con burro fuso + pane grattato e a chi piace anche un pò di cannella. Al posto dei susini si può mettere anche della marmellata.







    PALACINCHE - AMELETI

    (GdeA)



    Le famose palacinche (chiamate ameleti soltanto a Rovigno e Pola) sono uno dei dolci più semplici e tipici di tutta l'area istriana. In origine questa sorta di omelete dolce veniva sempre servita rigorosomaente arrotolata ed il ripieno, in particolare a Rovigno, era composto quasi esclusivamente da marmellata di prugne dato che, così come per i gnochi de susine, questa marmellata leggermente aspretta compensava il dolce dell'impasto, ma c'è chi preferisce marmellate più dolci come quella di albicocche. Ora però, in particolare in ristoranti e trattorie, è invalso l'uso di servire le palacinche (ameleti) a forma di ventaglio utilizzando quasi esclusivamente come marmellata una composta mista svilendo una delle specificità di tale gustosa pietanza.

    Vi sono inoltre varianti tra cui la principale è alle noci o con la nutella o altri ripieni secondo il gusto e l'estro dei ristoratori.



    Mia madre le preparava sempre arrotolate con marmellata di prugne senza spolveratina di zucchero velo. Buonissime calde appena fatte, erano altrettanto buone fredde. Molte volte andavo al mare o in piscina col mio carico di ameleti, o palacinche che dir si voglia, che sparivano in un battibaleno divorate anche dai miei amici e amiche di Roma.



    Etimologia: il nome Palacinca, deriva dal latino "placenta", che vuol dire frittata, il nome è passato nel Medioevo in Romania, da lì, subendo deformazioni, in Ungheria, per infine tornate in Italia dopo ulteriori deformazioni passando per l'Austria: infatti il rumeno placînta, diventava in Ungheria palacsinta, in Austria palatschinke da cui si è diffusa in tutta l'area dell'ex impero asburgico... diventando la nostra palacinca.





    PALACINCHE

    da La Cucina Istriana di Mady Fast





    Ingredienti: 125 g di farina - ¼ di l di latte - 2 uova - 1 tuorlo - 50 g di burro - Olio o burro per friggere

    Preparazione: con gli ingredienti menzionati una pastella incorporandovi le uova intere e il burro fuso. Lasciarla riposare. Friggere le palacinche sottilissime, farcirle con marmellata di prugne o albicocche, arrotolarle e cospargerle di zucchero. Si possono piegare a quarti, spolverare di zucchero e bagnare con succco d'arancia o rum.

    PALACINCHE



    (variante)



    Ingredienti: 2 uova intere - mezzo litro di latte - 4/5 cucchia di farina - 1 cucchiaino di zucchero - rum - limone grattugiato - sale.

    Preparazione: mettere in un recipente le uova, il sale, sbattere bene ed aggiungere la farina e lo zucchero. Poco alla volta aggiungere il latte. Scaldare la padella, ungerla di burro o olio (poco) e versare l'impasto (1casiol da mezzo dl, coprire il fondo, cuocere due minuti per parte. Si possono poi spalmare con marmellata o semplicemente spruzzarli di succo di limone, piegarli e spolverizzarli con zuccherio a velo. Servire caldi.



    PALACINCHE

    dal sito MareCarso



    Ingredienti (per 5 palacinche): un uovo, mezza tazza di farina, mezzo cucchiaio di zucchero, mezzo cucchiaio di rum, un pizzico di sale, mezza tazza di latte, un pò d'olio o di burro per evitare che le palacinche si attacchino alla padella.

    Preparazione: dopo aver sbattuto per bene l'uovo, unite tutti gli ingredienti e lasciate riposare la pastella formatasi per un paio di minuti. Ungete quindi la padella, in modo che il fondo sia completamente coperto da uno strato leggero d'olio o di burro. Versate un pò del composto nella padella, in modo da creare una frittatina molto sottile. Friggete per alcuni secondi, quindi girate velocemente con una spatola e friggete l'altro lato. Fate così fino ad esaurimento della pastella e aggiungere olio in caso la padella non risultasse abbastanza unta. Riempite quindi la palacinca con una composta di noci e servitela piegata a triangolo.


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    Ricetta friulana: il Frico

    INGREDIENTI
    Patate 6 medio/piccole
    Formaggio Montasio 200 g
    Sale q.b.



    PROCEDIMENTO
    Per prima cosa mettere a scaldare un cucchiaino scarso di olio in una pentola assolutamente antiaderente, e nel frattempo tagliare a pezzettoni le patate.
    DSCN5890
    Mettere a soffriggere la patate a fuoco medio girandole piuttosto spesso e nel frattempo tagliate a pezzettoni anche il formaggio.
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    Ricordatevi di salare le patate leggermente, senza esagerare, perchè il formaggio è già abbastanza saporito di suo.
    Quando sulle patate inizia a formarsi la crosticina e s'iniziano ad attaccare un po' alla padella, mettere un goccio di acqua e continuare a cucinare finchè non sono cotte del tutto e si possono schiacciare con una forchetta.
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    A questo punto aggiungere il formaggio e amalgamare per bene il formaggio alle patate. Quando si forma la crosta nella parte che aderisce alla padella, girare il frico come fosse una frittata e finire di cucinare.
    Scusate se non ho inserito le fotografie, ma la fotocamera mi si è momentaneamente bloccata e non ho potuto farne in questa fase della ricetta.
    Se vedete che il formaggio rilascia troppo grasso, cercate di toglierlo o con un cucchiaino o versandolo piano piano, senza che caschino anche le patate ed il formaggio.
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    Questo è come si presenterà il vostro frico, con una bella crosta esterna che racchiude un ripieno di formaggio e patate molto morbido!
    E... W le calorie!
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    Di certo questo è uno dei piatti più poveri della nostra cucina, sia per gli ingredienti sia per la sostanza. I vecchi assicuravano che "par far calàr la febre" bastavano due cucchiai, e "i fioi" ribadivano che era meglio "magnar dè l'aria tanto...iera l'istesso". Questo era il piatto del digiuno quaresimale e dato che l'usanza e la tradizione lo richiedeva, tanto v
    aleva sorbirsi "el brodo brustolà".
    L'utensile usato per questa ...pietanza era "el pignato" dato che "la pignata la iera massa granda e se vanzava calcosa, sè doveva butar via fazendo anca pecà".
    La sequenza della preparazione doveva essere rispettata stando attenti ai tempi d'esecuzione. Prima di tutto "el pignato" andava asciugato senza lasciare la minima traccia d'umidità nel suo interno, poi lo si appoggiava sul bordo del "spagher", dove la fiamma era meno violenta, per fargli prendere il giusto calore aggiungendo, infine, l'olio d'oliva.
    Quando l'olio d'oliva (el nostro oio iera sempre ultra-extra-vergine-illibato e de prima spremidura) incominciava a "frizer" si aggiungevano "do o tre spighi de aio pestà" facendolo rosolare dolcemente e, quando prendeva il tipico colore rosa e l'olio d'oliva incominciava a scurirsi, si versava "calche pugneto de farina bianca duta de un colpo, misiando in continuasiòn parchè no la fasessi le bale".
    Amalgamato bene il composto, si versava piano dell'acqua fredda facendo girare "el cuciar de legno come al fusi stà un mulìn".
    Dopo mezz'ora e "sempre misiando", si toglieva dal fuoco servendo il preparato "tai crepi parché sto qua nò iera un magnar par eser servì sui piati del servisio bon".
    Se si voleva proprio "strafàr", ma solo se a tavola erano presenti degli ospiti importanti, si poneva al centro una "cichereta de formaio gratà". Per gli ospiti meno importanti, un "fià de pevare pestà saria stà anca tropo".
     
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    LA SANTA JOTA
    Walter Pohlen


    Jolanda Taideitali era il nome della donna che s'innamorò di Uno al seguito di un altro conosciuto con il nome di Attila.
    Jolanda era molto brava in cucina (per quello, lo era anche in camera) e le minestre che sapeva preparare, col "cavolo" che si potevano trovare in altre parti del mondo. Un bel giorno (tempestava e la temperatura era sotto allo zero) giunsero ad Halietum strani personaggi intabarrati in pelli di vacca ed elmi con le corna. Alla Jolanda quei tizi ricordavano i manzi (sarebbe meglio dire "tori") e, presa da uno strano "sbisighin", invitò Uno a pranzo offrendoli un bel piatto di "sopa coi fasoi e patate". L'Uno, sedutosi a tavola, diede inizio al pasto ma "ala prima scuciarada", sputò volgarmente sul pavimento urlando che "derentro kuela manistra ghe manckava kalkossa". Jolanda ci rimase male e l'Uno, vendendola depressa, le disse di non crucciassi promettendole di fargli un regalo appena libero del servizio di guardia al "skadàn de Atila". Un paio di giorni dopo, l'Uno seguito da tre altri, si presentò alla porta della Jolanda con un barile di "kapussen garben". La donna ringraziò del regalo chiedendosi a cosa sarebbero serviti quei cosi acidi, ma non fece neanche in tempo a porre la domanda che l'Uno, toltosi la pelle di vacca e le corna, indossando una "traversa" iniziò a darsi da fare per preparare una cena che, come diceva ad alta voce, "la sarìa stada rekordada par sempre".
    Preparò la zuppa mettendo i "krauten" nella pentola aggiungendo, dopo qualche tempo, fagioli, patate e una bella dose d'olio d'oliva poi, con della farina, armeggiò su un "pignatìn" mettendosi a preparare la "farineta" che sarebbe stata aggiunta al tutto, legando e insaporendo la pietanza. Miracolo dei miracoli: la minestra era diventata una delizia per il palato. Felici, contenti e "pieni fin all'orlo", iniziarono a saltare girando in tondo alla tavola passandosi al volo Jolanda ma, "nel'imborasamento total", un Uno mancò la presa facendo finire la donna con la testa sul pavimento d'ardesia. Il collo di Jolanda fece "crock" lasciando la donna dura e stecchita: amen. Gli Uni si guardarono l'un l'altro inebetiti e consapevoli del fatto che l'ospitalità di Jolanda era stata più che buona anzi buonissima, vollero ricordare quella sera battezzando la minestra utilizzando le due iniziali della poveretta. E fu così che conoscemmo, per nostra fortuna, la "JoTa": minestra "de fasoi, patate, e capusi garbi missiai cò la farineta".
    Grazie al sacrificio di Jolanda possiamo ancora degustare questa prelibata pietanza che, se pur fatta con ingredienti poveri non è, come può sembrare, una minestra grossolana ma un toccasana che fa andare in paradiso. Come, appunto, in paradiso è finita Jolanda, immolando la sua bravura di cuoca per il piacere di un Uno che sei secoli seguenti fu seguito da molti altri.
    Ecco perché questa minestra può, a ragion veduta, chiamarsi la "santa Jota".
     
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    ......STRUDEL DE PUINA .....

    Una sfoia de pasta frola per dolci (30x25 cm)

    250 -300gr. puina (ricotta ) de vaca ,meo se xe de pegora

    2 ovi

    3 cucai de suchero

    1 limon

    50 gr. uva seca lassada per 24 ore in rum per dolci

    Cioghè un ovo sbatelo col suchero un per de minuti,

    gratè la scorsa del limon e mete dentro

    la puina mastrusela col piron e metela dentro

    la uva seca , pasela via del rum metela dentro

    col cuciar de legno gire un per de volte ,devi diventar

    come una crema .

    Scaldè el forno a 225 gradi

    sbatè solo el gialo de´l´ovo per onser la sfoia

    ............. 0 ..........

    sula lamiera del forno metè una carta de forno

    rodolè la pasta sfoia senssa tirar via la sua carta

    metè la crema de puina pronta e distirela , lassando i

    cantoni liberi cca. 1centimetro mezo per parte

    onsè i cantoni liberi col gialo del´ovo...

    adesso cominciè a rodolar e sempre onsè col lovo man man che rodolè

    alla fine gavè lassa un po più de pasta libera cca. 2 cm , onse col´ovo

    serelo ben .

    Adesso pian cerche cola carta dela sfoia a voltarlo

    sula lamiera con la carta de forno , penelè col ´ovo

    el de sora del strudel e metelo in forno .

    20 minuti su 225 gradi dopo calè a 175-180 per altri 20 minuti

    co el se ga iassà... sparniseghe suchero vanigliato ....

    ........BONA MAGNADA ......

    ♥♥♥
     
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    Ogi se magna polenta e caramai
     
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    RAZNICI & CEVAPCICI !
    :applauso: :applauso: :Buongiornocaffe.gif:
     
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    scaglie di tartufo......booooone!!!!
     
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    non ricordo come si chiamamo ma sono fatte di patate sono ottimi
     
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    La pinza è un pane-dolce della tradizione istriana. Una specie di brioche enorme, non molto zuccherata, che si presta ad abbinamenti con formaggi o anche...salumi, perché no?
    Sempre l'amico Virginio, come ho già detto ottimo panificatore e pasticcere, ha fatto questa pinza lasciando l'impasto lievitare per ben 48 ore.
    Il risultato, che ho potuto assaggiare, è straordinario...Una leggerezza incredibile.
    Eccola:

    Ingredienti:
    277g lievito madre
    274g farina di semola di grano duro
    444g farina di grano tenero tipo 0
    110g di zucchero
    2 uova intere e 2 tuorli
    45g di uvetta
    64g di burro
    1 cucchiaio di acqua di fior d’arancio
    230g acqua tiepida

    Lavorazione:
    1
    227g di lievito madre
    13g di acqua
    46g farina di grano duro
    25g farine 0
    Non bisogna preoccuparsi che in questa fase della lavorazione l’impasto risulti un po’ molliccio.
    6 ore di lievitazione in luogo caldo e buio e in contenirote coperto da panno umido

    2
    19g di acqua
    68g farina di grano duro
    23g farine 0
    12 ore di lievitazione in luogo caldo e buio e in contenirote coperto da panno umido

    3
    Prelevare 277g dell’impasto ottenuto e aggiungere nuovamente:
    60g di acqua
    46g farina di grano duro
    28g farine 0
    6 ore di lievitazione in luogo caldo e buio e in contenirote coperto da panno umido
    Ho dovuto aggiungere ben 60g di acqua poichè l’impasto di notte si era eccessivamente asciugato

    4
    g30 di acqua
    46g farina di grano duro
    25g farine 0
    6 ore di lievitazione in luogo caldo e buio e in contenirote coperto da panno umido

    5
    g 54 di acqua
    68g farina di grano duro
    25g farine 0
    12 ore di lievitazione in luogo caldo e buio e in contenitore coperto da panno umido

    6
    318g farina di grano 0
    110g zucchero
    64g burro
    1uova intere e 3 tuorli di uova
    45g di uvetta
    1cucchiaio di acqua di fior d’arancio
    Consigli per il passaggio n.6:
    Frullare le uova con lo zucchero.,a parte scioglere il burro, infarinare l’uvetta precedentemente rinvenuta nell’acqua.
    Unire i 200 di farnina 0 al burro, successivamente alle uova con zucchero e successivamente all’impasto lievitato.
    Per ultimo introdurvi l’uvetta infarinata
    Dare all’impasto la forma di una palla la cui sommità va incisa a croce e deposta nella stessa teglia che verrà infornata.
    Fare lievitare per 5 ore.

    7
    Trasacorse le cinque ore, sbattere un uovo intero e spennellare abbondantemente con
    l’uovo sbattuto la superficje della pasta livitata, quindi Introdurre in forno caldo a 170 g e far cuocere per 32 minuti


    Prima della cottura:



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    Dopo la cottura:




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    E' venuto un sogno...leggera come una piuma...


     
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    Le fritole venete - Se c'è un posto in Italia dove il Carnevale si festeggia in pompa magna, quello è Venezia. Cosa sarebbe una festa senza il suo cibo tipico? Ecco che i veneziani propongono una abbuffata di fritole, cioè frittelle di farina, zucchero, uova, uvetta, latte e un goccio di rhum. Il tutto è ricoperto con zucchero semolato.
     
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    Branzino di Pirano al sale
    Ingredienti

    2 branzini di Pirano (circa 0,6 kg -0,8 kg) o
    1 branzino di Pirano (circa 0,8 -1,2 kg)
    3 kg di sale per la cottura

    A piacere si può usare:

    2 albumi d’uovo
    2 cucchiai di farina
    patate
    olio d’oliva
    aglio
    un rametto di rosmarino, meglio se fresco
    pepe macinato al momentož

    Come contorno si consiglia: Patate al sale o patate e bietola.
    Preparazione
    Pulire il branzino senza squamarlo, lavarlo con acqua fredda corrente e lasciarlo asciugare su uno strofinaccio. A seconda dei gusti, inserire nella cavità addominale un rametto di rosmarino e gli spicchi d’aglio tagliati a metà. Prendere un pezzo lungo di foglio d’alluminio, in cui andrà avvolto il pesce. Stendere sul foglio d’alluminio circa1 kgdi sale per la cottura. Adagiare il pesce sul sale. Coprire il taglio del pesce con un pezzetto di foglio d’alluminio per evitare il contatto diretto del sale con la carne. Arricciare il foglio ai bordi e coprire il pesce con il sale rimanente ottenendo uno spessore di circa 1 cm. Si consiglia di sotterrare nel sale alcune patate cotte a metà, già lavate ma non sbucciate. Infornare nel forno preriscaldato a 200-220°C. Far cuocere per circa 30-60 minuti a seconda della grandezza del pesce. Al termine della cottura rompere la scorza del sale con un coltello o martello da cucina, rimuovere il sale il più possibile, dopodiché togliere la pelle (che non è buona perché contiene le squame). Facendo un taglio sul dorso togliere la pelle dalla pinna dorsale dalla testa alla coda. Togliere il pezzetto d’alluminio dal ventre e fare un taglio sulla pinna ventale togliendo la pelle fino alla coda. Arrotolare la pelle sulla forchetta (fare attenzione al contatto del sale con la carne). La parte superiore del pesce è dunque pronta per essere servita. Togliere quindi la testa e la spina e servire la parte inferiore del pesce. Se il pesce è cotto al punto giusto, la carne si stacca facilmente dalla spina. Se si vuole ottenere una scorza di sale ancora più dura e dal colore più scuro aggiungere alla massa di sale due albumi d’uovo e due cucchiai di farina. Riguardo la cottura del pesce non c’è alcuna differenza, la differenza sta solo nella durezza della scorza ovvero quanto tempo si vuole impiegare per rompere il sale e servire il pesce. Il pesce può essere servito con un po’ d’olio d’oliva per accentuare il suo gusto leggero.

    Seppie con biete e polenta
    Preparazione

    Soffriggere nell'olio d'oliva la cipolla affettata, l'aglio sminuzzato e il prezzemolo. Aggiungere le seppie pulite, lavate e tagliate a pezzettini. Cuocere lentamente fino ad ammorbidire le seppie. Aggiungere acqua ogni tanto, poi aggiungere la bieta lavata e tagliata, salare, pepare e cuocere lentamente fino ad ammorbidire la bieta. Aggiungere acqua, se necessario, in modo da ottenere una pietanza densa al punto giusto. Cuocere la polenta in una pentola per almeno mezz'ora nel seguente modo: in acqua bollente salata versare un po' di farina di frumento, mescolare, versare il resto della farina e cuocere mescolando con il polentiere di legno. Poco prima della fine della cottura aggiungere un cucchiaino d’olio d'oliva (o di grasso). La polenta non deve essere troppo dura. Quando la polenta è cotta versarla in un piatto grande, praticando un foro in mezzo.

    Versarci sopra le seppie con la bieta e lasciare che la polenta assorba un po’, quindi servire.



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    Bobiči (zuppa di mais)
    Ingredienti


    chicchi di cinque pannocchie di mais novello
    cca 400 gr di fagioli novelli (sgranati)
    4 patate grandi
    alcuni spicchi di aglio, un mazzetto di prezzemolo
    2 pomodori maturi grandi pelati (o passato di pomodoro)
    carne di maiale affumicata o un osso di prosciutto
    sale, pepe, olio d’oliva per il condimento

    Preparazione
    In una grande pentola far soffriggere nell'olio d'oliva l’aglio e il prezzemolo sminuzzati, aggiungere le patate pelate, lavate e tagliate a pezzi, i fagioli novelli sgranati, i chicchi di mais, la carne di maiale affumicata o l'osso di prosciutto, i pomodori pelati tagliati a pezzetti o la passata di pomodoro, il sale, il pepe, l'acqua e cuocere lentamente a fuoco medio per 2-3 ore. Quando ì »bobiči« sono quasi cotti, togliere dalla pentola le patate con un mestolo, schiacciarle e rimetterle nella pentola in modo da rendere la minestra più densa.
     
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