La panchina di Mariella Forever

ORIANA FALLACI Giornalista e scrittrice

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    15 settembre 2006
    Firenze - Italia
    Fu un venerdì di 5 anni fa.
    Aveva 77 anni.
    ---
    Nacque il
    29 giugno 1929
    Firenze - Italia
    Giornalista e scrittrice
    Figlia di un attivo antifascista, la giovane Oriana, all'età di soli dieci anni, venne coinvolta dal padre nella Resistenza con compiti di vedetta. Giovanissima, prese parte al movimento clandestino della Resistenza "Giustizia e Libertà". A soli quattordici anni ricevette un riconoscimento d'onore per il suo attivismo durante la guerra. A sedici anni intraprese la carriera giornalistica con l'aiuto dello zio Bruno Fallaci, direttore di settimanali. Lavorò come collaboratrice per quotidiani locali ed in seguito fu inviata speciale per L'Europeo. Nel 1967 si recò come corrispondente di guerra in Vietnam, dove tornò numerose volte per documentare le atrocità di quel sanguinoso conflitto. Le esperienze di guerra vissute in Vietnam furono raccolte nel libro "Niente e così sia" pubblicato nel 1969. Oltre al Vietnam, seguì come corrispondente anche la guerra indo-pakistana, le guerre in Sud-America ed in Medio Oriente. Il 21 agosto 1973 conobbe Alekos Panagulis, leader della Resistenza greca, colpevole di aver ordito un attentato contro il colonnello Papadopulos; ne diventò la compagna di vita fino alla morte di lui avvenuta il primo maggio 1976 in un apparente incidente stradale. La scrittrice raccontò la storia di Panagulis nel romanzo "Un uomo" pubblicato nel 1978. Del 1974 è "Intervista con la storia" che raccoglie le interviste dell'autrice a grandi personaggi della politica. Nel 1975 uscì "Lettera a un bambino mai nato", il primo romanzo diverso dall'inchiesta giornalistica, che ebbe uno straordinario successo. Negli anni ottanta si trasferì a New York. Nel 1981 ricevette la laurea ad Honorem in letteratura dal Columbia College di Chicago. Nel 1990 uscì il romanzo "Insciallah", dove sono descritte le vicende di un contingente italiano a Beirut durante la guerra ebraico-palestinese: il romanzo è una denuncia contro la violenza di tutte le guerre. Dopo l'uscita di "Insciallah" continuò a vivere a New York, dove iniziò a scrivere un grande racconto la cui lavorazione fu interrotta dai fatti dell'11 settembre 2001; nello stesso periodo scoprì di avere un cancro ai polmoni. Nota per le sue opinioni anticlericali, negli ultimi anni si avvicinò alla Chiesa Cattolica dichiarando apertamente la sua ammirazione per Papa Benedetto XVI da cui fu ricevuta in udienza privata a Castel Gandolfo il 27 agosto 2005. Morì a Firenze, dove era tornata a causa di un peggioramento delle sue condizioni di salute, il 15 settembre 2006. Larga parte del suo patrimonio librario è stato donato alla Pontificia Università Lateranense di Roma.


    Edited by -Mariella- - 9/4/2024, 08:03
     
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    È la vita. A volte credi che due occhi ti guardino e invece non ti vedono neanche. A volte credi d’aver trovato qualcuno che cercavi e invece non hai trovato nessuno. Succede. E se non succede, è un miracolo. Ma i miracoli non durano mai.

    (Oriana Fallaci)
     
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    L'uomo e' come un quadro,lo sai apprezzare se e' lontano
    di Oriana Fallaci




    La Fiction andrà in onda su Rai1 il 16 e 17 febbraio, ma domani e dopodomani sarà ‘anticipata’ sul grande schermo in una versione più breve. La protagonista Vittoria Puccini: “Mi sono ispirata al suo coraggio”. Il regista Marco Turco: “Se fosse stata ancora viva ci avrebbe massacrato. Ma avrebbe riconosciuto la nostra passione” (Video)

    Roma, 2 feb. (AdnKronos) – Oriana Fallaci con il suo coraggio, le sue passioni, la sua forza. Ma anche Oriana Fallaci donna innamorata, amante e tradita, mancata madre. C’è tutto questo nella fiction ‘L’Oriana’, che andrà in onda lunedì 16 e martedì 17 febbraio in prima serata su Rai1 (Guarda il video). Prodotto da Domenico Procacci per Fandango Tv con Rai Fiction e diretto da Marco Turco, sarà inoltre trasmessa in anteprima in una versione cinematografica, più breve, in 60 sale domani e dopodomani. “Questo è il primo vero lavoro che facciamo per la tv”, ha sottolineato Procacci aggiungendo: “Avevamo acquistato i diritti del libro ‘Un uomo’, ho conosciuto il nipote di Oriana e da lì è nata l’idea di lavorare sulla sua storia”.

    “Perché abbiamo voluto raccontare la Fallaci? Perché è stata un testimone fuori schema del nostro tempo, dalla Seconda guerra mondiale alle Torri gemelle – ha detto in conferenza stampa Tinny Andreatta, direttore di Rai Fiction – Perché è la storia di una donna che crede nella forza del femminile e la rivendica. Una professionista che nel giornalismo e nella scrittura ha raggiunto i massimi livelli. Che affronta la vita e ha coraggio, senza ipocrisie e viltà. Perché svolge un lavoro, in questo caso l’inviato, e ne sente la responsabilità individuale e collettiva. Il servizio pubblico deve raccontare i ‘solisti’ coerenti e coraggiosi che escono dal coro”.

    “Era complesso affrontare questa biografia. La vita non è un insieme di tasselli, quindi bisognava trovare una chiave generale del racconto – sottolinea Andreatta – La grande vocazione della Fallaci era quella della scrittura. Ma sempre giovanissima, all’epoca della guerra, viene fuori l’altro aspetto del suo carattere che è quello che gli sceneggiatori hanno privilegiato per scegliere cosa raccontare: il suo essere una grande combattente. A 14 anni Oriana fa la staffetta partigiana, sperimenta il dolore della guerra, il coraggio di chi combatte la tirannia ed è disposto a morire. La sua è la vita di una solitaria guerrigliera, di una donna che ha sempre combattuto. Fino alla sua ultima lotta, quella contro il cancro. E anche allora non si è arresa”.

    La storia parte da uno degli ultimi ritorni in Italia della giornalista e scrittrice scomparsa nel 2006, in cui decide di rimettere ordine tra i materiali giornalistici e fotografici stratificatisi per anni nell’antica casa di famiglia, nella campagna toscana. Per farlo si rivolge all’università di Firenze, che le manda una aspirante giornalista, di nome Lisa (interpretata da Francesca Agostini). All’interno di questo confronto tra donne di due generazioni così lontane e di opposto temperamento, si snoda, tappa dopo tappa, il racconto e insieme la riflessione sull’essere giornalista di una delle più famose reporter del mondo. Ci sono gli anni del Fascismo, l’assunzione a ‘L’Europeo’, il giro del mondo per scrivere della condizione delle donne, la guerra in Vietnam.

    “È stato girato nei posti veri, in Vietnam, in Grecia, oltre che in Italia. Gli interni sono estremamente veri”, ha detto ancora Andreatta che sulla scelta di Vittoria Puccini per il ruolo di Oriana ha aggiunto: “Volevamo un’attrice giovane capace di interpretare un ruolo del genere, un personaggio così profondo”. “E’ stata una sfida sin dall’inizio interpretare questo ruolo – ha esordito l’attrice che interpreta la giornalista – ma mi sono ispirata proprio al suo coraggio, in un certo senso mi sono buttata ed è stata un’esperienza meravigliosa”.

    “Ho letto i suoi libri, ho studiato la sua vita, la sua biografia, ho visto i video su Youtube, le sue interviste – ha aggiunto la Puccini – quando ho iniziato a studiarla mi ha fatto pensare a un Forrest Gump al femminile, anche se lui inciampava negli eventi e lei se li andava a cercare . Mi sembrava interessante unire vita pubblica e vita privata. Ho cercato di andare a fondo, perché ci sono aspetti di lei che non si conoscono. Era una donna di contraddizioni estreme. C’è chi la ama e c’è chi la odia. Marco Turco è riuscito a raccontarla senza dare un giudizio su di lei”.

    Una buona parte del film è dedicata all’incontro e alla relazione che la Fallaci ebbe con Alekos Panagulis, simbolo della resistenza contro il regime dei Colonnelli in Grecia, che lei andò a intervistare nell’agosto del 1973, all’indomani della sua liberazione dopo anni di carcere. Si innamorano, diventano inseparabili. “Ciò che sapevo di lui era stato filtrato da Oriana attraverso il libro ‘Un uomo, che ho riletto con molta cura, con un’attenzione maniacale – dice Vinicio Marchioni che nel film interpreta Panagulis – ho scoperto un uomo che dentro di sé ne aveva altri dieci. Era talmente anarchico, rivoluzionario, infiammato di vita e di morte. Mi ha fatto sorridere che sia stato in grado di fare un attentato senza mezzi, con 10 metri di miccia. Era matto, ma di una pazzia che sfiora una follia data dall’inseguire in maniera maniacale gli ideali di libertà”. “Secondo me Alekos e Oriana si amavano già prima di incontrarsi: lui conosceva il suo lavoro e lei sapeva ciò che faceva. Nessuno dei due si sarebbe potuto innamorare di un impiegato…”, conclude l’attore.

    Oriana Fallaci però non voleva essere rappresentata né che i suoi libri fossero rappresentati. Cosa avrebbe detto di questo film? “Credo che ci avrebbe massacrato. Sapevo che era un’impresa difficilissima… Credo però che lei avrebbe riconosciuto la nostra passione”, ha detto Turco ricordando le “condizioni difficili in cui spesso abbiamo lavorato” e di essere stati “la prima troupe a girare in Vietnam la guerra del Vietnam”. “Se fosse ancora viva, sarei terrorizzata al pensiero che vedesse il film. Ma mi sono ispirata al suo coraggio. Comunque ho cercato di rispettarla e di essere rispettosa… magari mi avrebbe rispettata anche lei. Ho cercato di interpretarla senza imitarla”, ha sottolineato dal canto suo la Puccini. “Lei rivendicava il suo diritto di essere parziale. Noi ci siamo arrogati lo stesso diritto – ha aggiunto Andreatta – Avrebbe reagito con rabbia, ma sarebbe stata orgogliosa di quanto abbiamo fatto”.

    “E’ stato complicato capire la persona. Quando abbiamo iniziato a leggere ci siamo accorti che non la conoscevamo, che avevamo molti pregiudizi – ha sottolineato Sandro Petraglia, uno dei due sceneggiatori – Abbiamo scoperto una persona molto complessa, molto libera. Era una persona furibonda, con grandi rabbie ma anche ironica. Da qui è nata l’idea di raccontarla un po’ più da dentro. Abbiamo sdoppiato il personaggio, Oriana giovane e l’ultima Oriana, che ritiene che l’Islam minacci i valori dell’Occidente”. “In passato ci eravamo già confrontati con ‘eretici’, come Don Milani e Perlasca – ha detto lo sceneggiatore Stefano Rulli – che sono i più affascinanti da raccontare. Della Fallaci ci è piaciuto raccontare il suo modo di essere giornalista”. LIBERO
     
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    lapanchinadimariella
    SI SPEGNE A FIRENZE LA GRANDE ORIANA
    GRAZIE GRANDE DONNA

    Edited by -Mariella- - 5/2/2022, 09:45
     
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    La morte di un amore è come la morte d’una persona amata. Lascia lo stesso strazio, lo stesso vuoto, lo stesso rifiuto di rassegnarti a quel vuoto. Perfino se l’hai attesa, causata, voluta per autodifesa o buonsenso o bisogno di libertà, quando arriva ti senti invalido. Mutilato.
    Oriana Fallaci, Insciallah

     
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    "Niente ferisce, avvelena, ammala quanto la delusione.
    Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo".
    (Oriana Fallaci)
     
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    “Io non so perdonare.
    Né perdonare né dimenticare.
    È uno dei miei più grandi limiti forse,
    e il più lugubre. E meno che mai so perdonare quando una ferita mi è stata inferta
    da persone dalle quali mi aspettavo affetto, tenerezza, o sulle quali mi facevo illusioni positive.
    Ciò non significa, naturalmente, ch’io dichiari guerra o resti in guerra con coloro che mi hanno ferito. Significa che quelle persone le liquido.
    Le cancello dai miei pensieri, dalla mia vita.
    Se le incontro per strada le saluto,
    in alcuni casi ci scambio una parola,
    ma è come se mi rivolgessi ad un’ombra.
    Esse non esistono più.
    Non v’è uomo o donna colpevole verso di me
    che non sia finito nella Siberia dei miei sentimenti.”
    _Oriana Fallaci
     
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    È uno dei miei più grandi limiti forse, e il più lugubre. E meno che mai so perdonare quando una ferita mi è stata inferta da persone dalle quali mi aspettavo affetto, tenerezza, o sulle quali mi facevo illusioni positive.
    Ciò non significa, naturalmente, ch’io dichiari guerra o resti in guerra con coloro che mi hanno ferito. Significa che quelle persone le liquido. Le cancello dai miei pensieri, dalla mia vita. Se le incontro per strada le saluto, in alcuni casi ci scambio una parola, ma è come se mi rivolgessi ad un’ombra. Esse non esistono più.
    Non v’è uomo o donna colpevole verso di me che non sia finito nella Siberia dei miei sentimenti.”
    Oriana Fallaci
     
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    "Senta, io non vedo il mondo come una cosa
    divisa tra destra e sinistra. E non me ne importa
    nulla di chi è a destra o a sinistra o al centro.
    Anche se le usiamo, anche se io stessa le uso, tali
    espressioni hanno perso significato.
    Non m'interessa né l'una né l'altra patente:
    mi interessa solo di risolvere certi problemi, di
    arrivare dove voglio arrivare.
    Ho alcuni obiettivi. Sono gli stessi obiettivi che
    aveva mio padre: dare alla gente un livello più
    alto di vita, cancellare il cancro della povertà,
    eliminare le conseguenze dell'arretratezza
    economica. Ci voglio riuscire. E ci voglio riuscire
    nel migliore dei modi, senza curarmi se la gente
    definisce le mie azioni di sinistra o di destra".

     
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