La panchina di Mariella Forever

EMILIA ROMAGNA

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    La ricetta delle lasagne alla bolognese
    Lasagne alla bolognese
    Ingredienti per 8 persone:
    - 1 kg di ragù classico bolognese;
    - 400 g di Parmigiano Reggiano grattugiato al momento;
    - salsa besciamella fatta con 100 g di farina 00, 100 g di burro, 1 litro di latte fresco intero, sale fino e noce moscata q.b.;
    - burro, un panetto di circa 200 g;
    - 1 kg di sfoglia verde fatta con 700 g di farina 00, 3 uova fresche, 350 g di spinaci lessati, strizzati bene e tritati;
    - una teglia rettangolare di circa 25x35 cm, alta almeno 6 cm;
    Preparazione: mettere sul fuoco una pentola piena per tre quarti di acqua salata che bolla allegramente. Tagliare la sfoglia in rettangoli di circa 15x10 o, per chi è abile, poco più piccoli della teglia prescelta, buttarli nell'acqua bollente e toglierli non appena venuti a galla. Dopo un veloce passaggio in acqua fredda farli asciugare su un telo pulito, bianco, di cotone o di lino. Ungere di burro il fondo della teglia e cospargervi qualche cucchiaiata di ragù e besciamella. Coprirlo con i rettangoli di sfoglia necessari e stendervi sopra un sottile velo di besciamella, ragù in abbondanza, fiocchetti di burro e molto parmigiano: il tutto in uno strato più regolare possibile, facendo attenzione che non si formino bolle di aria (per ottenere questo, forare tre o quattro volte la pasta con uno stuzzicadenti). Continuare così per almeno 6 strati complessivi e terminare con una copertura di sfoglia sulla quale stendere un po' di ragù amalgamato con un po' di besciamella, qualche fiocchetto di burro e una spolverata di parmigiano. Mettere alla fine un fiocchetto di burro in ogni angolo della teglia. Infornare poi per 25-30 minuti a circa 180 gradi in forno preriscaldato. A chi ama le lasagne un po' croccanti, consigliamo di accendere il grill (non più di 2 minuti) per una leggera gratinatura che non crei contrasto con la morbidezza dell'interno. Per finire fare attenzione che gli strati siano regolari, il ragù sia abbondante, ma non eccessivo, la besciamella sia cremosa e distribuita in modo leggero. Lasciare riposare 5 minuti prima di servire. Le porzioni, nel piatto, devono risultare rigorosamente in piedi!
    Calorie per porzione: 1270

     
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    La picula ad caval


    Ingredienti per 4 persone
    600g carne di cavallo macinata non troppo fine, 100g cipolla tritata, 1 mestolo di brodo o 1/4 di lt
    di vino bianco secco, 300g pomodori pelati, 40g lardo pestato, 250g peperoni, 1 cucchiaio di erbe aromatiche (rosmarino salvia prezzemolo basilico) tritate con 1 spicchio d’aglio, sale, pepe
    Preparazione "Picula ad caval"

    Fate soffriggere un paio di cipolle tritate nel lardo pestato, aggiungete la carne e lasciate rosolare a fuoco lento.
    Allungate con brodo (o vino bianco) e fate cuocere a fuoco basso per circa un’ora. Aggiungete i pomodori e i peperoni in precedenza tritati (e senza semi), lasciate cuocere per circa 40 minuti, quindi unite qualche pizzico di erbe aromatiche e uno spicchio d’aglio.

    Nella cucina piacentina la pícula è abbinata sempre alla polenta.
     
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    Fettuccine con verdure e pancetta


    ORIGINE:
    EMILIA ROMAGNA
    DIFFICOLTÀ:
    minima
    PREPARAZIONE:
    15 minuti più il tempo di riposo
    COTTURA:
    30 minuti
    IL VINO GIUSTO

    La preparazione, pur utilizzando la pancetta, si può ritenere delicata, anche per la presenza degli asparagi; va quindi servita con vini di corposità sottile come il Trebbiano di Romagna o l’Alcamo.
    INGREDIENTI PER 4 PERSONE

    • 350 g di fettuccine all?uovo fresche
    • 300 g di asparagi
    • 300 g di piselli sgranati
    • 80 g di pancetta
    • 3 pomodori maturi
    • 1 spicchio di aglio
    • 1 rametto di rosmarino
    • 50 g di grana grattugiato
    • 4 cucchiai di olio di oliva
    • sale

    TUTTO SU...
    IL VINO

    » Trebbiano di Romagna

    PREPARAZIONE
    Mondate gli asparagi eliminando la parte legnosa del gambo e lavateli in acqua corrente raschiandoli se necessario. Raccoglieteli in uno o più mazzi e legateli con spago da cucina, quindi poneteli in una pentola alta e stretta parzialmente riempita d’acqua bollente salata, in modo che le punte fuoriescano così da cuocere al vapore, e scolateli dopo 10 minuti. Fate cuocere i piselli in acqua bollente per 10 minuti, o fin quando saranno teneri, salandoli a fine cottura, quindi scolateli. Sbollentate i pomodori in acqua salata per 30 secondi; sgocciolateli, sbucciateli, privateli dei semi e tagliatene a pezzi la polpa.
    Fate scaldare l’olio in una padella e soffriggete lo spicchio d’aglio sbucciato e intero, il rosmarino e la pancetta tagliata a fettine, mescolate e dopo 2 minuti unite gli asparagi, i piselli e lasciate insaporire per altri 2 minuti; eliminate aglio e rosmarino, versate la polpa di pomodoro e dopo 1 minuto unite le fettuccine, che avrete fatto cuocere in abbondante acqua bollente leggermente salata.
    Saltate la pasta e le verdure velocemente a fiamma alta, quindi trasferitele in una zuppiera, cospargete di grana tagliato a scaglie sottili e servite.
     
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    RICETTA PER TORTA TIPO BAROZZI
    Una torta che manda in estasi!!

    Tempo di preparazione: 1 ora

     

    Ingredienti per 4 persone:

    • 300 gr. di mandorle con buccia
    • 250 gr. di zucchero
    • 150 gr. di burro
    • 75 gr. di cioccolato fondente
    • 15 gr. di cacao amaro in polvere
    • 5 uova
    • 1-2 cucchiai di caffè macinato

     

    Preparazione:

     

    Tosta
    le mandorle in una padella o nel forno.  Lasciale poi raffreddare e
    tritale fino a ridurle in polvere. Lavora i tuorli con lo zucchero fino
    ad ottenere un composto chiaro e soffice. Unisci le chiare montate a
    neve e amalgamale bene. Poi incorpora la polvere di mandorle e il cacao.
    Sciogli a bagnomaria il burro e la cioccolata e uniscili all’impasto
    colando a filo. Aggiungi 1 o 2 cucchiai di caffè. Inforna a 160 gradi
    per 40 minuti.

     

     
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    Dalla Lella, Rimini, via Rimembranze 74/A E’ il tempio della piadina. Piade e cassoni della Lella sono un’istituzione in Riviera. E sono due gli indirizzi da segnarsi: la Lella da pochi mesi, infatti, con la figlia Marina ha rimesso a un nuovo la storica bottega in via Covignano, donando alla piadina anche una dimora in stile berlinese. Per lei, Massimo Bottura, in occasione dell’ultimo Rimini Street Food ha realizzato una ricetta gourmet con pesto modenese (a base di lardo di mora romagnola). Da provare: cassoni e rotolini


    Le 10 migliori piadine romagnole
    Dalla Lella, Rimini, via Rimembranze 74/A
    E’ il tempio della piadina. Piade e cassoni della Lella sono un’istituzione in Riviera. E sono due gli indirizzi da segnarsi: la Lella da pochi mesi, infatti, con la figlia Marina ha rimesso a un nuovo la storica bottega in via Covignano, donando alla piadina anche una dimora in stile berlinese. Per lei, Massimo Bottura, in occasione dell’ultimo Rimini Street Food ha realizzato una ricetta gourmet con pesto modenese (a base di lardo di mora romagnola). Da provare: cassoni e rotolini






    Nud & Crud, Rimini, via Tiberio 27
    Nel centro di Rimini si fa piadina a “chilometro vero”: lo squacquerone e il mucchino sono di San Patrignano, la mortadella è quella Igp Bologna. Piada e cassoni sono disponibili anche con olio extravergine e con farine di kamut e farro. Insieme agli accostamenti tradizionali con prosciutto e verdure ne propongono altri più audaci come il PidBurger composto da carne chianina allevata nei pascoli dell’Appennino Tosco-Romagnolo, guanciale di mora romagnola e crema a base di squacquerone


    La Sangiovesa, Sant’Arcangelo, piazza Beato Simone Balacchi 14
    C’è anche un pozzo dei desideri, nel locale. Ma se il vostro unico desiderio è divorarvi una buona piadina, sarete accontentati: ve la servono con abbondanti taglieri di salumi e formaggi della zona. Sempre a Sant’Arcangelo è famosa (e buonissima) la piadina dell’Osteria del Campanone in piazzetta Galassi




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    Bar Ilde, Covignano (Rimini), via Covignano 245 E’ dal 1958 che questo «baretto della buona piadina» (il suo secondo nome), sui colli di Rimini, sazia con piade e cassoni autoctoni e turisti. L’ambiente spartano, vintage volendo, non vi inganni: anche qui si sbizzarriscono con piadine dai gusti sempre nuovi e farciture abbondanti

    Bar Ilde, Covignano (Rimini), via Covignano 245
    E’ dal 1958 che questo «baretto della buona piadina» (il suo secondo nome), sui colli di Rimini, sazia con piade e cassoni autoctoni e turisti. L’ambiente spartano, vintage volendo, non vi inganni: anche qui si sbizzarriscono con piadine dai gusti sempre nuovi e farciture abbondanti





    Ca’ de Be’, Bertinoro, piazza della Libertà 10
    La location è una meraviglia (dalla terrazza si può godere di un panorama mozzafiato) ma è la piadina che fa la differenza. Per riempirla, assieme al classico crudo, squacquerone e rucola, ci sono i ciccioli e altri salumi della casa. Da provare il crescione verza e salsiccia, o l’ancora più goloso pancetta e patate. Sempre a Bertinoro, un’altra piadina che merita un (p)assaggio è La boutique della piadina in via Carducci 28

    Cattolica, piazzale Darsena
    Stessa filosofia (e gestione) della gastronomia di pesce Eccome no!, sempre a Cattolica. Con vista sul porto, circondati da pescherecci, si può scoprire come può essere un kebab alla romagnola. Qui la piadina si fa cono, in cui inserire frittura mista e spiedini di pesce. Il fritto è croccante, la piadina è sottile

     
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    Involtini modenesi all'aceto balsamico



    La ricetta di oggi, è un tipico piatto della cucina modenese. Si tratta di involtini all'aceto balsamico ottimi per un secondo gustoso e veloce da preparare. Impiegherete pochissimo tempo per la preparazione e solo una decina di minuti per la cottura. La ricetta prevede l'uso della lonza di maiale e della pancetta arrotolata che possono essere senz'altro sostituiti con altri tipi di carne e con della pancetta affumicata. Vediamo insieme la preparazione del piatto.

    Ingredienti
    Lonza Di Maiale: 6/7 Fettine
    Pancetta: 6/7 Fettine
    Parmigiano: 6/7 Cubetti
    Farina 00: Q.B.
    Olio D'oliva: Q.B.
    Aceto Balsamico: Q.B.
    Brodo Vegetale: Q.B.
    Salvia: Qualche Foglia

    Ricetta e preparazione

    1. Su una fettina di lonza stendete una fetta di pancetta e un cubetto di parmigiano reggiano. Arrotolare la lonza e chiudetela con uno stuzzicadenti.

    2. Infarinare gli involtini e rosolateli su tutti i lati in poco olio. Aggiustate di sale e sfumate con abbondante aceto balsamico.

    3. Fate evaporare l'aceto, quindi sfumare una seconda volta con acqua e brodo vegetale (o solo con acqua). Completate con qualche foglia di salvia lasciando restringere il sugo.

    Consigli

    Provate a sostituire la salvia con il rosmarino




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    Tigella (crescentina) e gnocco fritto buoni da tradizione: come cuocerli e con cosa mangiarli per un pasto salutare
    Ex pani poveri della tradizione non sono impermeabili alle esigenze alimentari dei nostri tempi. Se l'identità è nell'essenzialità degli ingredienti, la versatilità è nella fantasia dei contorni con cui li possiamo abbinare e nelle occasioni in cui li possiamo gustare. Abbiamo chiesto al nutrizionista di spiegarci come cuocerli e con cosa portarli a tavola per un pasto completo. Da gustare anche due o tre volte a settimana di Cinzia Lucchelli1_3

    Pochi ingredienti, tante varianti, una storia lunghissima. Le ricette di tigelle (o crescentine) e gnocchi fritti si sono tramandate di generazione in generazione per secoli. Sono, in compagnia di piadine, crescenti bolognesi, crescentine fritte, streghe bolognesi, ciacci e borlenghi, ricchezza culturale del territorio. L'identità è tutta nell’impasto, a base di pane, acqua, lievito, sale e strutto oppure olio. Una volta cotto, è servito a sfamare poveri e ricchi, contadini ed Estensi. Oggi da ex pani poveri sono promossi a cibo da strada gourmet; hanno una fama che supera i confini regionali e si rinnovano per stare alla pari con i tempi. Aveva visto lontano in questo Massimo Bottura quando, nel 2008, dopo lunga ricerca, aveva messo a punto la tigella per celiaci, dalla composizione più soffice e croccante della comune crescentina montanara, a base di parmigiano, rosmarino in essenza, olio extravergine, lardo e un impasto fatto con un farinaceo tropicale, innocuo per i celiaci. Nell’impasto di gnocco fritto è facile oggi trovare latte di soia, per gli intolleranti al lattosio, oppure rosmarino o la farina di kamut per una nota di gusto insolita.


    De tigello gallico

    Tigella o crescentina? La disfida è tutta linguistica. I puristi ricordano che il termine “tigella” si riferisce allo strumento per cuocere (un disco di terracotta cotto nel camino al cui interno è ricavato un simbolo solare o lo stemma di famiglia) e non all'impasto che viene cotto. Lo strumento per cuocere, insomma, non va confuso con il cibo. Ma tant'è trattorie e ristorante riportano cartelli con scritto “gnocco e tigelle” e anche al di fuori dell'Emilia Romagna sono stati aperti locali dal nome “tigelleria”. La capitale, ad esempio, ha la sua prima tigelleria. Insomma oggi il termine è sdoganato, con buona pace dei puristi.

    Gnocco fritto

    A base di farina, sale, olio, strutto e acqua, gnocco fritto era il piatto forte dei contadini, fonte di energia per i lavori agricoli più pesanti. La frittura, come ricorda Enrico Belgrado, in “Ma sei di coccio? Tigelle, piadine e focacce… lungo la via Emilia” (Damster Edizioni) è anche questione di territorio. O meglio, di altitudine. In pianura si frigge di più che in montagna, per la maggiore disponibilità di grassi animali come lo strutto. In montagna dove c’è maggiore disponibilità di legna e meno allevamenti intensivi la risorsa più ovvia per cucinare erano i camini. Da qui la cottura su testi come nel caso della tigella.


    Ecco la ricetta tradizionale (secondo il "Savor. Ricordi, ricette e filmati per tramandare la cultura delle «rezdore» modenesi", Edizioni Artestampa)

    Gli ingredienti sono latte, sale fino, strutto, un pochino di lievito di birra sciolto in poca acqua tiepida. Versare la farina in una montagnola, facendo un buco al centro nel quale mettere il sale, lo strutto, il latte e il lievito di birra sciolto. Impastare usando le mani. Se l'impasto è troppo asciutto si può aggiungere ancora del latte. Non troppo, però. Quando è liscio ed elastico, con il mattarello stendere una foglia larga e tagliarla a rombi di circa mezzo centimetro di spessore. Appoggiare i rombi di pasta, ben distanziati l'uno dall'altro, su un vassoio ricoperto da un canovaccio di cotone e lasciare riposare. Coprire il vassoio con un altro canovaccio oppure con un foglio di carta. L'impasto deve rimanere a riposo per almeno 30-40 minuti, a temperatura ambiente e lontano da correnti d'aria. Quindi friggere nello strutto.
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    All’essenzialità della composizione fa da contrappunto la fastosità degli accompagnamenti. Salati o dolci. Un buon piatto di prosciutto, formaggi, ciccioli, coppa. Marmellata piccante. Battuto di lardo e un buon parmigiano grattugiato. Marmellata di duroni. Qui l’unico limite è la fantasia. Alcuni accostamenti sono tradizionali come lardo e parmigiano, altri più recenti come la Nutella, molto gradita con la tigella. L'innovazione si mette accanto al piatto ma anche dentro, nell'impasto: gnocchi fritti preparati con latte di soia, il rosmarino o la farina di kamut per una nota di gusto insolita. La versatilità è l’altro lato della semplicità e spunta anche nelle occasioni per gustarsi tigelle e gnocco, non potrebbero essere più diverse. Aperitivo o pranzo o colazione. Fino a qualche decennio fa si cucinavano gnocchi fritti in abbondanza proprio per tenerli per la colazione. La crescenta fritta (simile agli gnocchi fritti ma fatta di farina, uovo, latte, sale, burro, bicarbonato), nutrimento della povera gente, di campagna e di città, veniva mangiata durante la prima colazione, così come le crescentine fritte bolognesi, rimaste vuote e del giorno precedente.

    I consigli del nutrizionista
    Tigella e gnocco fritto, cottura e accostamenti per un piatto salutare La frittura dello gnocco nello strutto ha i suoi vantaggi, guai a bruciacchiare tigelle (o crescetine), accostamenti con ceci e verdure oltre che con salumi possono garantirci un pasto completo. Ecco i cosigli del nutrizionista Domenicantonio Galatà a proposito di questi piatti buoni da tradizione (a cura di Cinzia Lucchelli, montaggio di Paolo Saracino)

    Abbiamo fatto passare gnocco fritto e tigella sotto la lente d'ingrandimento del nutrizionista Domenicantonio Galatà, per capire quali accorgimenti nella cottura e quali accostamenti con altri cibi li possano rendere un pasto completo e salutare da gustare anche più volte durante la settimana. "La caratteristica saliente è che si tratta di alimenti a base di pochissimi ingredienti. Hanno una buona dose di carboidrati visto che il principale è la farina." Come sceglierla? “Si può optare per una variante bio. È vero che sia la 0 che la 00 sono meno ricche di fibre, ma possiamo recuperarle accostando queste pietanze a un contorno di verdure o di legumi".Qualcuno aggiunge latte all'impasto. Anche latte di soia. "Può essere una soluzione per chi è intollerante. Il latte poi nella frittura ha una funziona positiva, la rende più croccante".

    "Un passaggio importante - sottolinea Galatà - è una cottura adeguata". Per quanto riguarda la tigella "occorre stare bene attenti ai tempi per evitare che si bruciacchi la superficie con la formazione di sostanze tossiche". Se capita, basta togliere la parte bruciata, "un po' come si fa con il pan di spagna".

    Gnocco fritto, ecco come cuocerlo Temperatura tra i 170 e 180 gradi da mantenere costante, carta assorbente per tamponare subito. Ecco alcuni accorgimenti per una frittura quanto più digeribile possibile. I consigli del nutrizionsta Domenicantonio Galatà e dello chef Giorgio De Luca Bosso (qui la diretta Facebook integrale)



    E per avere gnocchi fritti il meno unto possibile? La prima distinzione da fare è sul tipo di grasso da utilizzare. Se lo strutto è da tradizione, l’olio è il più usato. "In genere la ristorazione preferisce l'olio di semi di girasole - dice lo chef Giorgio De Luca Bosso - anche se il più indicato è quello di arachidi. Per due motivi: ha un punto di fumo più alto e ha un sapore neutro, che non altera il risultato finale". Anche l’extravergine ha un sapore forte che può predominare. E lo strutto? "Se i suini da cui proviene sono stati nutriti bene, in modo equilibrato, i grassi sono prevalentemente insaturi dunque sono in grado di abbassare il colesterolo. Lo strutto rispetto all'olio ha un punto di fumo più alto, questo ci fa correre meno rischi". “Ma – aggiunge - non dobbiamo scegliere il grasso per la frittura solo in base al punto di fumo, ci sono altri parametri importanti”.

    "Nel caso dell'olio la temperatura va portata tra i 170 e gli 180 gradi e va mantenuta costante. La si può controllare con un termometro con sonda. Il gnocco va immerso nell'olio, le prime bollicine che si formano sono traccia dell’acqua che evapora. Va girato, per avere una cottura uniforme. Bastano pochi minuti, quindi si leva e si tampona su apposita carta assorbente."

    Una volta cotti crescentina e gnocco fritto è il momento di pensare agli abbinamenti. "Nel caso la scelta ricada sui salumi – raccomanda il nutrizionista – vanno bene non più di 50 grammi al giorno. Differenziare fa bene: si può accostare gnocco con il prosciutto a uno con una crema di ceci o di broccoli. In questo modo consumiamo tutti i nutrienti che servono al nostro corpo dunque carboidrati proteine e fibre. Ricordiamo che i carboidrati devono essere il 60% di quello che mangiamo"
    E nella variante dolce? "Accostiamolo a una crema di nocciole".

    Tigella del cuore la soddisfazione dei primi classificati Amaretto di Spilamberto, La Spiga di Vignola, La Campagnola di Vignola. Sono i tre locali che hanno conquistato il podio nel combattutissimo concorso promosso dalla Gazzetta di Modena, nato per scoprire quali sono i locali preferiti dai modenesi per degustare la crescentina/tigella. Ecco i commenti dei tre titolari, tutti soddisfatti soprattutto per il calore dei clienti dimostrato in questi mesi di concorso. (Video di Diego Poluzzi Intervista di Gabriele Farina)
    Il ristorante Amaretto di Spilamberto si è aggiudicato il primo posto nel concorso “La tigella nel cuore” del 2016 sorpassando all’ultimo La Spiga di Vignola (8.248 preferenze sono state aggiudicate dall’Amaretto, 7.097 da La Spiga). “Ce la mettiamo davvero tutta a fare un prodotto artigianale - ha spiegato la titolare, Emanuela De Carolis - fatto in casa e preparato con tanta passione”. Il concorso ha testimoniato la passione dei lettori della Gazzetta per la tigella come dimostra la quantità dei tagliandi spediti: 40.252, per segnalare oltre sessanta locali. “La tigella per noi è un prodotto che ci sta dando tante soddisfazioni - ha garantito la titolare dell’Amaretto - e in tutte le stagioni cambiamo la forma della tigella. A San Valentino mettiamo la forma di cuore, in autunno la castagna, a Natale l’albero. Tutte le stagioni cambiamo le forme per avere una sorpresa in più”. Secondo la titolare il condimento migliore è quello tradizionale, lardo e grana. “Altro, come la Nutella, non è da evitare, ma consiglio di assaggiare i prodotti tipici con gli ingredienti e i condimenti della tradizione. Da noi vengono tanti clienti stranieri - conclude Emanuele De Carolis - facciamo fatica a farci capire, ma ci riusciamo con i nostri prodotti”.

    fonte gazzetta di Modena

     
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    Passatelli in brodo di cappone
     
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    ll Bartolaccio

    l Bartolaccio è un tipico tortello salato cotto sulla piastra, imbottito con ottimo ripieno di patate, pancetta e pecorino o forma: la pietanza è posta al centro dell'attenzione nel corso dell'omonima sagra che si svolge le prime due domeniche di novembre di ogni anno.
    INGREDIENTI
    farina 120 gr,
    un pizzico di sale e un pizzico di bicarbonato di sodio,
    200 gr di patata lessata passata al setaccio,
    pancetta tagliata a dadini e soffritta leggermente,
    30 gr di formaggio grattugiato,
    pepe,
    spezie ed aromi vari secondo le preferenze,
    un cucchiaio raso di strutto.
    PREPARAZIONE
    Piatto tradizionale di Tredozio, che gli dedica appunto una sagra ogni anno a novembre. Gli ingredienti di questa singolare pietanza sono: patate, pancetta, forma, farina, sale e pepe. Con le patate, lessate, si fa il puré. Nel frattempo si rosolano alcuni pezzi di pancetta, che vengono poi mescolati al puré e al formaggio grattugiato, con un po' di sale e pepe. L'impasto che si ottiene viene messo su di una sfoglia sottile fatta di acqua e farina, che viene chiusa come un piccolo "crescione". Si cuoce poi alla lastra e, quando la sfoglia comincia a rosolare all'esterno, si toglie dal fuoco e si serve.
    SUGGERIMENTI
    Va mangiato ben caldo.


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    Balanzoni.
    RICETTA: per la sfoglia 200 gr farina 00 200 gr di farina di semola di grano duro rimacinata 3 uova 50 gr di spinaci
    Per il ripieno: 200 gr di ricotta setacciata 200 gr mortadella tritata a coltello 1 uovo 50 gr di parmigiano 50 gr spinaci sale pepe noce moscata e pan grattato qb
    Lessare gli spinaci tritarti e dividerli a metà. Frullare metà degli spinaci con le uova e aggiungerli alla farina. Impastare e lasciare riposare il panetto coperto da una ciotola per 30 min. Nel frattempo preparare il ripieno setacciando la ricotta, unire la mortadella tritata, l’uovo, il parmigiano, gli spinaci e poi sale pepe e noce moscata. Aggiustare la consistenza con il pan grattato. Stendere la sfoglia a mattarello e tagliare a quadri di circa 5/6 cm. Mettere il ripieno e chiudere a tortellone. Condire con burro e salvia o a piacimento.

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