La panchina di Mariella Forever

TIGER WOODS UNA TIGRE DI RAZZA

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    Ragazzi terribili, ma Tiger li spaventa


    McIlroy e Jason Day ventenni al vertice. Woods torna grande, rimonta ed è alle loro spalle. Dodo Molinari passa il taglio, fuori invece, per un solo colpo, Francesco
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    Il riscatto di Edoardo Molinari, che passa il taglio. La fatica del fratello Francesco, sul quale pesa la lunga pausa invernale, che invece esce a metà torneo per il «taglio». E' il bilancio azzurro della seconda giornata del Masters che, intanto, scopre il futuro del golf. In testa, infatti, rimane il dominatore della prima giornata, il riccioluto nordirlandese Rory McIlroy, 21 anni. Alle sue spalle un altro giovane, l'australiano Jason Day, 23 anni, un «rookie», al suo primo Masters. Hanno giocato insieme il secondo giro e con loro c'era un altro giovane talento, l'americano Rickie Fowler, 22 anni, la scorsa stagione «rookie of the year», anche lui ben piazzato in classifica. Il terzetto dei giovanissimi fa presagire un cambio di generazione nel golf mondiale, dove ci sono altri nuovi talenti che premono, tra i quali l'italiano Matteo Manassero, 18 anni, un anno fa al suo battesimo al Masters ancora da dilettante. Quando avverrà, tuttavia, è difficile dirlo, perchè i «grandi vecchi» resisistono. Soprattutto uno, il più temibile, il più bravo, anche se non più numero uno: Tiger Woods. Con un gran secondo giro si è portato alle spalle dei giovani talenti. E la sua esperienza, la sua qualità di gioco, nel finale del torneo saranno probabilmente decisive.

    LA RIMONTA DELLA TIGRE - Un Tiger Woods come ai bei tempi nella seconda parte della giornata ha ritrovato le sensazioni che sembravano perdute e il tifo rumoroso del pubblico. E dire che aveva cominciato male: bogey alla 1 e alla 3, con in mezzo un birdie. Ma alla fine ha segnato sul suo score ben 9 birdie ( praticamente, metà delle buche giocate sotto il par) contro tre bogey, riuscendo spesso a cavarsela come faceva nei giorni migliori anche in colpi di recupero non facili. Chiusa la prima giornata con un modesto (per lui) -1, si è ritrovato così con -7 alle spalle di Jassn Day (secondo con -8) e del leader McIlroy (-10). Il giovane nordirlandese ha confermato le proprie qualità dopo il -7 del primo giorno. Manca l'esperienza per non sprecare quanto ha sprecato nella seconda giornata, due-tre colpi che potevano dargli maggior vantaggio. Ma il protagonista della giornata è stato Jason Day, che ha girato in 64, ben 8 colpi sotto il par, e così sì è portato a soli due colpi dal leader. Dietro però c'è Tiger ( a pari merito con il coreano Choi) l'australiano Ogilvy (-6) accanto al quale, con gli stessi colpi, resiste lo spagnolo Quiros. Fowler è a - 5 insieme a Lee Westwood, l'anno scorso secondo, al navigato Fred Couples, a Ricky Barnes e a Kj Choi. Più indietro invece Garcia e Donald (-4) e il campione uscente Phil Mickelson, rimasto a -2.
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    GLI ITALIANI - Il recupero di Edoardo Molinari, dopo il +2 della prima giornata dovuto a un doppio bogey proprio alla 18, è segno di carattere. Il taglio era previsto al par o a +1, Dodo doveva cercare di fare un giro in 70 per essere sicuro di passarlo e ce l'ha fatta. Due bogey e quattro birdie gli danno l'accesso alle due giornate finali del torneo. Non così per Francesco, che partiva da un +3. Rispetto alla prima giornata ha ritrovato regolarità, ma non è bastata. Ha segnato un birdie alla 5, doveva realizzarne un altro senza sbagliare mai. Purtroppo alla 14 è arrivato un bogey e a qual punto due birdie erano difficili da realizzare. Ne segna uno, alla 18, ma è troppo tardi. Chiude -1 il giro ma nel conto totale del tabellone è a + 2: Francesco resta escluso dal gran finale per un solo colpo. Ma il Masters è un torneo che da sempre «taglia» giocatori di primo livello. Stavolta è toccato è per esempio a Graeme McDowell, uno dei protagonisti del successo europeo in Ryder, a Zac Johnson, a Padraig Harrington e perfino al numero uno del ranking mondiale, Martin Kaymer

    Elio Girompini
    FONTE


    Edited by -Mariella- - 7/5/2023, 08:16
     
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    Tiger, il re è tornato

    Il re è tornato, definitivamente. Vincendo per l’ottava volta in carriera, a Orlando, il torneo organizzato dal leggendario Arnold Palmer, protrattosi al lunedì per il tornado che ha flagellato domenica le coste della Florida, Tiger Woods ha riconquistato il primo posto nella classifica mondiale. Ha vinto sbriciolando la concorrenza dei giovani leoni (Fowler, Rose, Bradley, Fernandez Castano) che avevano approfittato della crisi seguita al suo traumatico divorzio per farsi strada nella graduatoria. Ha vinto, tornando ad esibire il gioco dei giorni migliori (specie per l’impressionante precisione sul green) mentre quelli che erano stati suoi rivali negli anni d’oro (Mickelson, Els, Furyk, Singh) s’erano defilati per tempo. Mancava, è vero, il nuovo astro, il nordirlandese Rory Mc Ilroy che, contro ogni previsione, aveva scelto di non giocare questo torneo che, per prestigio, partecipazione e per la firma leggendaria di Palmer che l’organizza, è tra i più importanti dell’anno. Sapeva, Mc Ilroy che un’ eventuale vittoria di Tiger lo avrebbe scalzato dal trono mondiale, ma ha rinunciato lo stesso. Sarà in campo in Texas, questa settimana, dove Woods non ci sarà. Vincesse lui, farebbe il controsorpasso. Ma ormai la sfida fra i due, i veri Coppi-Bartali del golf mondiale di questi anni, è lanciata e si profila serrata, sul filo di pochi punti, illuminata dall’enorme talento che accomuna i duellanti.

    Era il 27 novembre del 2009, quando un incidente stradale apparentemente banale (il Suv guidato da Tiger che finisce contro un idrante nel residence miliardario dove abitava) aveva rivelato retroscena incredibili. La realtà, presto ricostruita, fu che il campione perse il controllo della macchina in quanto inseguito dalla bellissima e furiosa moglie Elin che cercava di colpirlo proprio con un bastone da golf, ironia della sorte che nessuno sceneggiatore avrebbe saputo immaginare. Aveva appena scoperto degli sms compromettenti. Nel giro di pochi giorni avrebbe scoperto anche che le amanti dell’insaziabile coniuge erano state almeno una dozzina. E tutte molto loquaci, ben disposte a monetizzare, con interviste bollenti, i loro trascorsi amorosi. Tiger sprofondò nella crisi, psicologica prima (fu ricoverato in un centro di recupero per sesso-dipendenti); matrimoniale poi (falliti tutti i tentativi di riconciliazione, arrivò un divorzio da 300 milioni di dollari); sportiva alla fine. Tale era stato il suo dominio nel decennio precedente che, pur quasi senza giocare (oltretutto dovette subire anche un ennesimo intervento chirurgico al ginocchio che già lo aveva afflitto in carriera), restò numero 1 del mondo fino all’ottobre 2010, grazie al vantaggio accumulato. Ma la faticosa ripresa post-depressione, post-divorzio, post-operazione, lasciò inevitabilmente strada ai rivali. Prima gli inglesi Westwood e Donald, in mezzo il tedesco Kaymer, poi ora, più stabilmente, Mc Ilroy si avvicendarono sul trono che era stato suo per un decennio. Lui dovette avviare la risalita dalla 58esima posizione in classifica, dove era sprofondato per guai, malanni, inattività. Ma per tratteggiare la sua capacità di controllo del gioco e delle emozioni, basta un numero dei tanti che affollano i suoi record: precedendo di 2 colpi Justin Rose e di 5 Bradley, Castano e Fowler, Tiger ha vinto per la 51esima volta sulle 55 in cui si è trovato in testa all’inizio dell’ultimo giro. Solo 4 volte (su 55 !) qualcuno è riuscito a rimontarlo, pur in uno sport come il golf dove, dopo 4 giorni di gara, una traiettoria sbagliata di mezzo centimetro può cambiare tutto.

    Ha cambiato coach, ha cambiato swing, ha cambiato partner. Ognuno di questi fattori ha avuto un suo ruolo nella resurrezione. Con il nuovo allenatore, Sean Foley, Tiger aveva già ottenuto risultati importanti nel 2012. Tre vittorie in stagione, altri buoni piazzamenti. Ma è il 2013 che è cominciato col botto: questo all’Arnold Palmer Invitational è già il terzo successo, e tutti in tornei molto qualificati, di un anno agonistico appena avviato. Il nuovo swing (pensate: un campione che ha stravinto tutto si mette per l’ennesima volta in discussione e cambia il modo di colpire la palla a 36 anni) gli sta dando sufficiente affidabilità, anche se ogni tanto, specie col driver (il bastone usato per il colpo di partenza da circa 300 metri di lunghezza) la palla va fuori rotta, come a Miami due settimane fa, quando si è incastrata sulla cima di una palma a 6-7 metri d’altezza. La nuova partner dà l’idea, per usare un gioco di parole, di essere una “compagna promozionale”. E’ Lindsay Vonn, la superstar (e anche un po’ pin up) dello sci femminile. I due hanno pubblicato foto sorridenti su Facebook, ufficializzando le indiscrezioni sulla loro relazione. Pare la risposta perfetta a Mc Ilroy che, da tempo, fa coppia fissa con Caroline Wozniacki, danese, nel 2012 numero 1 del tennis mondiale. Due bionde, due splendide ragazze, due campionesse. La sfida pare lanciata anche sul piano mediatico. Ma intanto va detto che la vita privata di Tiger s’è rasserenata. Nei giorni scorsi i fotogreafi l’hanno immortalato mentre seguiva tranquillamente in compagnia dell’ex moglie la partita di soccer della figlioletta Sam Alexis. Insomma, la Tigre pare aver rimesso tutte le cose al loro posto. E infatti, per gli altri, sono cominciati i guai.
     
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    TIGER WOODS ACCUSATO DALL'EX FIDANZATA ERICA HERMAN DI MOLESTIE SESSUALI: “HA MINACCIATO DI LICENZIARMI SE AVESSI RIVELATO IL NOSTRO RAPPORTO” – I DUE HANNO INIZIATO A FREQUENTARSI QUANDO LA DONNA LAVORAVA NEL RISTORANTE DEL GOLFISTA, 'THE WOODS', A JUPITER IN FLORIDA – LO SPORTIVO, SECONDO LA DONNA, L'HA COSTRETTA A FIRMARE UN ACCORDO DI NON DIVULGAZIONE MINACCIANDO DI LICENZIARLA SE LO AVESSE VIOLATO - QUANDO SI SONO LASCIATI, LO SCORSO OTTOBRE, LEI HA FATTO CAUSA CHIEDENDO 30 MILIONI DI DANNI
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