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Il sogno di Eudy Simelane, capitano e ragazza immagine della nazionale di calcio del sudafrica si è spezzato in un parco di KwaThema, città dove era nata 31 anni fa. Violentata e uccisa nell’aprile dell’anno scorso con 25 coltellate al volto, al seno, alle gambe. Uno «stupro correttivo » finito in omicidio, secondo le organizzazioni sudafricane per i diritti di gay e lesbiche. Vale a dire, una violenza deliberatamente inflitta per cambiare l’orientamento sessuale della vittima. Quattro gli arestati, tutti tra i 18 e i 24 anni. Per tre di loro il processo si è aperto, come riporta oggi il Corriere della Sera, lo scorso mercoledì a Delmas, nella provincia settentrionale del Mpumalanga.
DONNA LIBERA Eudy era stata una delle prime donne di KwaThema a vivere apertamente la sua omosessualità ed era impegnata in prima linea per i diritti dei gay. «Perché hanno fatto questo gesto orribile? Per quello che lei era?» ripete la madre Mally ai media africani: «Era solo una donna dolce, che non ha mai fatto del male a nessuno». Alla nazionale Eudy era arrivata giocando nelle «Springs Home Sweepers», la squadra del suo paese, che ricambiava con l’affetto la notorietà regalata dalle convocazioni della concittadina. Adesso però la corte di Delmas deve giudicare Themba Mvubu, Khumbulani Magagula e Johannes Mahlangu, i tre ragazzi di quella stessa comunità accusati di aver stuprato, ucciso e derubato Eudy. Si dichiarano innocenti mentre Thato Mphiti, il quarto uomo della presunta gang, ha confessato ed è già stato condannato a 32 anni in un processo separato. Nessun reato di stupro, però. Con la precisazione del giudice che «l’orientamento sessuale della vittima non ha rilevanza nel caso».
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Iuzzo is back
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Che tristezza.
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1 replies since 30/8/2009, 06:56 22 views
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