I NOSTRI AMICI ANIMALI

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  1. EternBoyX
     
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    IL PASSEROTTO

    Ridotta fino al 50% la presenza in Italia del volatile
    Il volo dimezzato del passero
    Rapporto europeo della Lipu: tra le cause urbanizzazione e scomparsa dei terreni incolti


    I passerotti, i simpatici uccellini, tozzi e furbissimi, che da sempre consideriamo onnipresenti, pare non ce la facciano più a stare al mondo, né in città né in campagna. Gli ornitologi di tutta Europa hanno cominciato a percepirne il decremento una trentina d'anni fa, poi questo s'è fatto sempre più deciso, fino a divenire, ultimamente, addirittura allarmante. Tant'è che, da uccelli da combattere per difendere i raccolti, si sono progressivamente trasformati in specie meritevoli di protezione. S'è discusso, di tutto ciò, ieri a Pisa, dove la Lipu, insieme con Birdlife International e col supporto dell'Assessorato Provinciale Difesa fauna e dell'Università Pisana, ha organizzato un convegno internazionale assai significativo, intitolato: «Passeri in crisi? Da "pest" a "species of conservation concern": biologia, problematiche e conservazione dei passeri». In Italia i popolari uccelli sono rappresentati da quattro specie: c'è l'europeo ( Passer domesticus), che da noi si trova solo in una stretta fascia appena al di qua delle Alpi; c'è la mattugia ( P. montanus), che normalmente schiva le città ma che si trova un po' dovunque nelle campagne; c'è la passera sarda ( P. hispaniolensis), che abita le nostre due grandi isole e la penisola iberica; infine c'è l'italica ( P. italiae), che è esclusivamente nostra ed è distribuita in tutta la penisola. Molti sono gli ornitologi europei che, da anni, sono impegnati a censire le popolazioni di passeri e, ultimamente, anche a identificare le possibili cause del loro declino. E le ultime notizie non sono buone, perché il decremento demografico, purtroppo, non fa che progredire. Qualche esempio: certo il più eclatante, tra quelli emersi a Pisa, riguarda Varsavia, nei cui giardini la passera europea è praticamente scomparsa (diminuzione del 95%), mentre la diminuzione cittadina media risulta essere del 39%; quanto ai dati italiani, i decrementi oscillano dal 20 al 40-50%, e ciò rispecchierebbe ciò che avviene un po' dappertutto in Europa.

    SITUAZIONE NON STABILIZZATA - La situazione appare tutt'altro che stabilizzata. Quanto alle cause, sono molteplici e ad effetto cumulativo. Determinante, a ogni modo, è la carenza di insetti, in special modo di afidi, nella dieta dei nidiacei. Una dieta quasi solo vegetale ne fa morire molti già nel nido e, quelli che scampano, sono deboli e in seguito vittime di malattie di carattere infettivo. Vi sono poi le intossicazioni da metalli pesanti e da pesticidi, c'è il fatto che le moderne tipologie costruttive degli edifici risultano inadatte alla nidificazione e infine, per quanto riguarda le aree urbane, una gestione del verde pubblico dove piante ed erbe spontanee risultano sempre più rare. Per le aree extraurbane, invece, risulta assai negativa la trasformazione e l'intensificazione delle pratiche agricole, in particolar modo quella delle monocolture, nonché la scomparsa dei terreni incolti, consumati dall'espansione urbanistica. Per i lettori che desiderassero approfondire tutti gli aspetti della crisi dei passeri, consiglio di visitare il sito www.lipu.it Il declino dei passeri segue, purtroppo, quello delle rondini, che ormai ci siamo abituati a non vedere quasi più nei nostri cieli. Contrariamente alle rondini, però, i passeri non avrebbero dovuto diventare, proprio per certe loro caratteristiche, specie a rischio. Gli animali minacciati di estinzione, infatti, solitamente appartengono alla categoria degli specialisti. Per le rondini, se sparissero gli insetti che abitano il cielo, sarebbe una condanna definitiva. Questo perché gli specialisti non hanno tante frecce al loro arco, ma una soltanto. I passeri, invece, sono degli straordinari generalisti. Possono nutrirsi in tanti modi e di tante cose, ma soprattutto sono opportunisti e adattabili. Ciò che ancora non sappiamo è se troveranno un nuovo equilibrio, oppure se il loro declino implacabilmente continuerà. Speriamo nella prima ipotesi, e vediamo di dar loro una mano.

    Danilo Mainardi
     
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198 replies since 29/3/2009, 20:21   6077 views
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