La panchina di Mariella Forever

I NOSTRI AMICI ANIMALI

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  1. EternBoyX
     
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    la Ghiandaia
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    Ed ecco una descrizione dell'animale:

    La Ghiandaia, Garrulus glandarius, con oltre una trentina di sottospecie, è largamente diffusa in Europa, Asia ed Africa nordoccidentale. Lungo fino a 35 cm, di cui quasi la metà spettano alla coda, questo grazioso uccello raggiunge un peso che Foto ghiandaia si aggira sui 170 g.

    Il capo, di modesto sviluppo, porta sulla sommità un ciuffo erettile di penne, bianche ai margini e nere al centro; il becco, nerastro, è corto, robusto, slargato alla base e incurvato all'apice. Le ali sono poco slanciate e arrotondate all'estremità, le zampe bruno-rosse, sono ben sviluppate con dita forti. Il piumaggio è abbondante, morbido e presenta una colorazione molto varia, bella e delicata: le parti superiori sono di colore bruno rosato uniforme, ad eccezione del groppone che è bianco e della coda che è nera; le parti ventrali sono bianche con sfumature bruno-rossastre.



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    PICCOLO MACACO

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    genere (Macaca) di Scimmie della fam. Cercopitecidi caratterizzate da corporatura tarchiata, testa grossa e tronco robusto, conformate per vivere prevalentemente sul terreno; la coda è spesso corta. ZOOLOGIA

    Lunghi da 40 a 80 cm, presentano una forte variabilità anche nell'ambito di una stessa specie, in particolare per quanto concerne il colore della pelliccia. Vivono nelle foreste in bande di qualche decina di capi, ma alcune specie frequentano terreni spogli e rocciosi. Molto amici dell'acqua, nuotano con destrezza. Hanno una gestazione di 5-7 mesi, con 1 o 2 piccoli per parto. Popolano un'areale vastissimo, dall'Africa nord-occid. sino all'Asia sud-orient. e al Giappone. Il genere comprende 12 specie tra cui il sileno, il reso e la bertuccia. In India vive il m. dal berretto (Macaca radiata), così detto per una sorta di "berretto" scuro formato dai peli sul capo; è prevalentemente arboricolo. Affine è il m. di Ceylon (Macaca sinica). Il m. granchivoro o cinomolgo (Macaca irus) vive nell'Asiasud-orient. continentale e insulare; si nutre in buona parte di molluschi, crostacei, ecc. Specie tipicamente di montagna sono il m. dell'Himalaya (Macaca assamensis), lungo oltre 60 cm, con folta pelliccia, e il m. orsino (Macaca speciosa) dell'Asia centr. e sud-orientale. Proprio dell'Asia sud-orient. è il m. nemestrino o m. coda di porco (Macaca nemestrina), con arti molto lunghi e coda corta; vive nelle fitte giungle. Inconfondibile il m. del Giappone (Macaca fuscata) che da adulto ha la faccia color rosso vivo. Vi sono poi il m. di Formosa (Macaca cyclopis) e il m. di Celebes (Macaca maura); quest'ultimo è da taluni ascritto al distinto genere Cynomacaca. Impropriamente è detto m. crestato il cinopiteco.

    ETOLOGIA: GENERALITÀ

    Tutti i m. formano gruppi sociali gerarchizzati, con individui dominanti, subdominanti, subadulti e giovani; i maschi e le femmine hanno linee gerarchiche indipendenti, ma in genere le femmine sono subordinate ai maschi.

    ETOLOGIA: IL MACACO DEL GIAPPONE

    Il m. del Giappone abita zone miste di foresta e terreno aperto; forma branchi strutturati come quelli del reso, ma contenenti fino a duecento individui. Sul terreno, ogni branco si dispone in genere con i maschi dominanti, le madri, i piccoli e le femmine giovani e subadulte al centro, i maschi subdominanti in un anello periferico e i maschi subadulti alla periferia estrema; i maschi giovani si spostano attivamente fra il centro e la periferia, mentre i maschi adulti solitari possono occasionalmente unirsi ai grandi gruppi o transitare alla loro periferia, senza mai invadere l'area più centrale. Il rispetto degli spazi suddetti è regolato da rapporti di rango in cui i maschi dominanti, più aggressivi, sembrano costituire l'elemento di riferimento intorno al quale si riuniscono le femmine e i piccoli. Gli altri individui (subdominanti, subadulti e giovani) sono mantenuti a distanza ma non perdono i contatti col nucleo centrale del branco. Il grado gerarchico è particolarmente evidente nei luoghi di alimentazione, in cui un maschio dominante ha precedenza assoluta e nei quali può aggredire con un morso un subordinato che si nutra in sua presenza; tali aggressioni sono soprattutto a carico delle femmine, data la struttura spaziale dei gruppi, ma anche dei maschi non dominanti che invadono l'area centrale. I maschi di rango elevato sono riconoscibili dall'incedere pieno di sicurezza, con la coda eretta verticalmente. La coda abbassata è invece segno di subordinazione. Oltre che ai luoghi di alimentazione, i maschi dominanti intervengono aggressivamente dove si verificano liti fra i componenti del branco e talvolta si associano a un compagno di rango elevato nell'aggressione a individui che non rispettano le priorità di rango. Anche i giovani possono essere attaccati, se si allontanano dalle madri, ma le loro grida inibiscono prontamente le aggressioni. Gli individui estranei che penetrano troppo all'interno dei confini del branco sono pure attaccati dai maschi periferici, specialmente se tentano approcci con le femmine e, seppure siano maschi adulti, possono essere cacciati da un gruppo di giovani o di subdominanti. Al culmine della gerarchia maschile esistono rapporti stabili e gli episodi aggressivi sono relativamente rari; al contrario l'ordinamento di rango è assai mutevole, e l'aggressione è più frequente, ai livelli più bassi. La pulizia del pelo è un'attività frequente e spesso è compiuta reciprocamente, talvolta unilateralmente dagli adulti, anche di rango elevato, sui giovani. I maschi di alto rango possono sollecitare la pulizia del pelo da parte di maschi subordinati presentando a essi il posteriore con la coda sollevata, comportamento che induce ilsubordinato a una pseudomonta del dominante, seguita dalla pulizia del pelo. Comportamenti cosiddetti "culturali" sono stati descritti per i m. del Giappone. In un gruppo di questi, confinato nell'isola di Oita, si è instaurato il costume di lavare le patate con l'acqua marina e di selezionare i grani misti alla sabbia tramite lavaggio; inoltre pare che in alcuni gruppi le scimmie di sentinella usino segnalare l'arrivo degli uomini che portano alimenti con vocalizzazioni del tutto nuove.

    ETOLOGIA: IL MACACO DEL BERRETTO

    Il m. dal berretto abita ambienti molto vari, dalle foreste alle località subdesertiche, incluse le aree antropizzate e coltivate. In base alle poche informazioni, forma gruppi di 20-30 individui in cui, caso unico fra le scimmie, il numero dei maschi adulti è uguale o superiore a quello delle femmine. Concordemente, l'aggressività all'interno del branco è molto bassa e i rapporti di coppia non sono esclusivi; infatti durante l'estro le femmine possono accoppiarsi con molti maschi di diverso grado gerarchico, fra i quali non insorgono contese. Un gruppo di una trentina di individui occupa un'area di alcuni chilometri quadrati. Ai confini di aree adiacenti i maschi dei rispettivi branchi si fronteggiano vociando ma raramente si aggrediscono, finché uno dei branchi si allontana, così le invasioni sono in genere evitate. Fra i m. dal berretto i rapporti di dominanza sono in genere mantenuti per mezzo di molteplici comportamenti di minaccia, dal tenere lo sguardo fisso sul minacciato alla manata, al mostrare i denti accompagnato o meno da un ringhio; gli individui subordinati inibiscono gli attacchi dei dominanti volgendo altrove lo sguardo o schioccando le labbra o esibendo a essi il posteriore. Solo gli individui di rango più elevato possono avvicinarsi direttamente ai subordinati, toccarli, abbracciarli, contattarli col muso e mordicchiarli sul collo. La pseudomonta, invece, che in altre specie è un comportamento impositivo, è compiuta un numero di volte equivalente dai dominanti sui subordinati e da questi su quelli; infatti è spesso lo stesso maschio dominante che insistentemente assume davanti al subordinato la posizione che induce in quello il comportamento di monta. In questa specie, quindi, la pseudomonta assume anche un significato di pacificazione. Tuttavia talvolta hanno luogo zuffe che coinvolgono anche parecchi individui e dalle quali molti contendenti possono riportare ferite. L'aggressività relativamente bassa dei m. dal berretto è accompagnata da un'attività di grooming più intensa che nelle altre specie, anche se all'interno del branco il grooming è effettuato preferenzialmente fra determinati individui; il grooming può essere reciproco o unidirezionale ed è effettuato anche fra maschi e femmine; i maschi di rango più alto e le femmine di rango più basso sono di solito più attivi; in ambedue i sessi si registra un aumento del grooming con la crescita, ma le femmine adulte sono in genere più attive dei maschi. Il comportamento di gioco è molto sviluppato sia fra giovani che fra adulti e fra giovani e adulti; l'invito al gioco consiste in genere di una serie di balzi effettuati presso l'individuo che si intende coinvolgere; durante il gioco, i comportamenti di inseguimento e di minaccia compaiono solo nei giovani; le lotte inoltre non sono mai violente.

    ETOLOGIA: IL MACACO GRANCHIVORO

    Il m. granchivoro vive in gruppi normalmente non superiori a venti individui che occupano territori relativamente ristretti, prossimi all'acqua e contenenti generalmente uno o più alberi. Sono scimmie tipiche delle regioni indonesiane costiere caratterizzate da foreste a mangrovie, ma possono abitare anche nell'entroterra. Sebbene si nutrano negli orari di bassamarea, mostrano grande familiarità con l'acqua, nella quale si bagnano frequentemente, nuotano, si immergono, catturano animali e si rifugiano, talvolta, per sfuggire ai predatori. Il legame con l'acqua è dovuto alla specializzazione alimentare di queste scimmie che, come dice il loro nome, si nutrono di granchi e altri animali acquatici. Per questo, presso le coste, le loro postazioni sono in genere alberi, ottimo rifugio contro i predatori ma anche luoghi di attesa durante l'alta marea. Sugli alberi si muovono con grande agilità e, d'altronde, se a terra sono braccati dalle pantere, da felidi e dai cani inselvatichiti e presso l'acqua dai coccodrilli, anche sugli alberi non mancano i predatori, come i pitoni e i grandi uccelli rapaci. Da questi alberi e dalle zone circostanti i m. granchivori scacciano qualsiasi intruso della loro stessa specie e talvolta di altre specie. Sugli alberi vengono compiute la maggior parte delle attività sociali, fra le quali la pulizia reciproca del pelo è particolarmente frequente. L'aggressività all'interno dei gruppi non è marcata, grazie all'efficienza delle esibizioni di sottomissione, ma gli individui di rango elevato raramente fanno pesare la loro posizione ai componenti del branco di grado inferiore. L'attività di alimentazione è concentrata nel periodo di bassa marea, quando l'acqua si ritira dal terreno adiacente agli alberi. Allora i m. scendono a terra e raccolgono ogni sorta di crostacei, molluschi, vermi ed eventualmente pesci rimasti intrappolati in qualche pozza. Quelli che abitano presso fiumi o stagni catturano anche anfibi. Tutti, comunque, si nutrono anche di frutta, foglie e germogli. Il maschio dominante ha la priorità nell'accoppiamento con le femmine in estro, che lo seguono costantemente presentandogli, di tanto in tanto, le parti posteriori; in queste, nel periodo dell'estro, la regione genitale assume un accentuato turgore e una colorazione accesa che, esibiti al maschio, ne stimolano la monta. L'accoppiamento viene ripetuto con la stessa femmina numerose volte. I piccoli, che nascono dopo cinque e mezzo-sei mesi di gestazione, sono molto curati dalle madri, come del resto avviene in tutte le scimmie, e sono allattati fino all'età di circa diciotto mesi. La maturità sessuale è raggiunta dopo l'età di tre anni e mezzo.

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    Un macaco di tre settimane si succhia il pollice nello zoo di Shangai
     
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  3. EternBoyX
     
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    Pinguino reale


    Grande colonia di circa 60.000 pinguini reali nella piana di Salisbury Georgia del Sud

    Il pinguino reale (Aptenodytes patagonicus), alto 90 cm, si spinge fino alla Terra del Fuoco e sulle isole subantartiche.

    É ampiamente diffuso nelle regioni antartiche e subantartiche. La femmina depone un solo uovo, di cui si prendono cura entrambi i genitori.

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    L'origine dei pinguini è oscura. Probabilmente essi rappresentano l'evoluzione di uccelli simili ai gabbiani. Hanno vissuto in uno stato in cui erano in grado sia di volare che di nuotare; oggi non sanno più volare, ma sono ottimi nuotatori e tuffatori. Usano le ali come pinne per avanzare nell'acqua dove si muovono con agilità ed eleganza, saltando fuori ad intervalli regolari come i delfini, per respirare.

    I pinguini vivono sulle coste di tutto l'emisfero australe, dal Polo Sud fino
    alle Galapagos.


    Esistono 18 specie di questi uccelli di dimensioni diverse:dal pinguino imperatore, che è alto un metro e venti e pesa 40 kg, al pinguino minore, che è alto 30 cm e pesa poco più di un chilo.
    La maggior parte dei pinguini ha il petto bianco e la testa e il dorso neri.
    Molte specie presentano chiazze rosse, arancio o gialle sulla testa e sul collo.
    Le zampe corte e arretrate rispetto all'asse del corpo conferiscono loro il tipico portamento eretto. I pinguini si nutrono di seppie, pesci, crostacei e calamari, e per raggiungere le loro prede sono capaci di immergersi a notevoli profondità (fino a 400 mt. le specie più grandi, ma normalmente tra i 30 e i 40 mt), anche per tempi molto lunghi (fino a 15 minuti) facendo pieno affidamento sulla loro acuta vista.

    Come sono agili in acqua, così sono impacciati sulla terraferma: camminano lentamente e dondolandosi.
    Questi animali hanno un'andatura molto buffa e solo sulle discese ghiacciate raggiungono notevoli velocità, lanciandosi in lunghe scivolate sulla pancia. Con quell'andatura sembrano docili, ma sanno essere molto coraggiosi.
    Per difendere il compagno o i propri piccoli possono tirare beccate molto forti.
    I pinguini si riconoscono tra loro attraverso dei segnali sonori e così si fanno riconoscere anche dai loro pulcini. Il suono cambia se si tratta di chiamare un altro pinguino o durante la fase del corteggiamento. La chiamata di un pinguino verso un altro può essere sentita anche nel raggio di un chilometro.
    Sono animali molto fedeli e, quando si avvicina il periodo della riproduzione, si recano sulla terraferma in colonie di migliaia di individui, cercando un terreno adatto per deporre le uova (uno o due).
    Durante la cova, che dura dai trenta ai sessanta giorni, i genitori si alternano in questo compito, ad eccezione dei maschi dei pinguini imperatori, che sono gli unici responsabili delle uova.

    Come già detto, esistono diverse specie, tra le più importanti troviamo:




    che raggiunge il metro di altezza. Nasce tra i ghiacci del continente gelato dove migra per passare il rigido inverno. E' l'unico, insieme al pinguino Adelia, a riprodursi in Antartide. La femmina depone un solo uovo che viene affidato al maschio, che lo incuba tenendolo tra le zampe.






    Il pinguino di Adelia:
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    unico rappresentante del genere con becco decisamente corto, sino a non molti anni or sono era la specie più numerosa , ma la sempre più crescente presenza umana nel continente antartico e l'accumulo di sostanze tossiche ne hanno ridotto il numero. Il maschio del pinguino Adelia può digiunare completamente anche per sei settimane, mentre si dedica alla cova; nel frattempo la femmina si reca in mare per cibarsi, prima di dargli il cambio.

    il pinguino papua :

    presente sia in Antartide che nelle isole subantarticheè probabilmente il più veloce e provetto nuotatore tra tutti. Caccia infatti pesci e calamari "volando" sott'acqua.


    I pinguini crestati sono tra i più nordici:

    essi, infatti, nidificano nelle isole intorno all'Antartide e sulle coste dell'Australia, della Tasmania e della Nuova Zelanda.

    Il pinguino artico:

    è il più piccolo delle tre specie del genere Pygoscelis. Esso vive soprattutto lungo la costa occidentale della Penisola Antartica e nelle isole subantartiche.






     
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    LA TIGRE

     
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    MARTIN PESCATORE

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    Il martin pescatore (Alcedo atthis) è lungo 16/17 cm, con un becco lungo, grosso alla base, ali e coda brevi e piedi piccoli. Nelle parti superiori è blu-verde metallico, in quelle inferiori e sulle guance giallo ruggine, ai lati del collo spicca una macchia bianca.

    E' dotato di un volo sempre rapido e uniforme, che gli permette di fendere l'aria in linea retta, mantenendosi in una direzione parallela a quella del livello del liquido e seguendo così le tortuosità del fiume senza mai allontanarsi dall'acqua.

    A causa dei piccoli piedi si limita a saltellare su qualche pietra o qualche palo, e non cammina mai sul terreno.

    E' un uccello poco socievole e vive solitario e non tollera alcun concorrente nel suo territorio di caccia.

    ive in tutta l'Europa centrale e meridionale, nell'Asia centro-meridionale e gran parte dell'Africa. In Italia è stazionario e di passo ed è comune ovunque.

    In Campania è presente nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano

    Habitat

    Vive sempre vicino ai corsi d'acqua dolce, fiumi, laghi e stagni e dimostra predilezione per i boschetti e per i cespugli che fiancheggiano i corsi d'acqua limpida.

    E' un uccello sedentario e rimane posato per varie ore su un medesimo ramo, con lo sguardo rivolto all'acqua, in attesa della preda.

    Riproduzione

    L'accoppiamento ha luogo a fine marzo o ai primi di aprile, periodo in cui la coppia si mette alla ricerca di un luogo adatto alla nidificazione. Il nido, di solito. è situato su di un cunicolo scavato in argini sabbiosi, e richiede il lavoro di entrambi i coniugi per circa tre settimane. La stessa cavità viene riutilizzata per vari anni di seguito, ma l'abbandona appena si accorge che ha subito qualche modificazione.

    Nel nido vengono deposte, tra la fine di aprile e i primi giorni di maggio, 6 o 7 uova dalle quali sgusciano dopo circa quindici giorni i piccoli che vengono nutriti da entrambi i genitori.

    Alimentazione

    Il martin pescatore si nutre principalmente di pesciolini e di granchi, a cui aggiunge molti insetti, destinati soprattutto ai piccoli. In quanto molto vorace necessita di una grande quantità di cibo ed ogni giorno, per saziarsi, deve mangiare dieci o dodici pesciolini lunghi un dito. Non di rado riesce ad impadronirsi anche di prede abbastanza grosse.

    Pesca solamente con il becco tuffandosi fulmineo da un ramo o da un masso. Gli bastano pochi colpi su di un sasso per uccidere la preda e per ingoiarla, certe volte deve lanciarla in aria e riafferrarla con il becco per disporla in una posizione migliore.

    Non di rado, quando individua una preda, si solleva perpendicolarmente sullo specchio d'acqua, si libra per un po', mira in basso e poi si lascia precipitare e affondare nell'acqua. Durante questa operazione, se l'acqua è poco profonda, corre il rischio di ferirsi contro il fondo, mentre se è troppo profonda, la preda gli sfugge facilmente.

    Indice

    Legislazione

    Nonostante sia protetto dalla legge, il martin pescatore viene cacciato con una certa intensità.
     
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  7. EternBoyX
     
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    IL PASSEROTTO

    Ridotta fino al 50% la presenza in Italia del volatile
    Il volo dimezzato del passero
    Rapporto europeo della Lipu: tra le cause urbanizzazione e scomparsa dei terreni incolti


    I passerotti, i simpatici uccellini, tozzi e furbissimi, che da sempre consideriamo onnipresenti, pare non ce la facciano più a stare al mondo, né in città né in campagna. Gli ornitologi di tutta Europa hanno cominciato a percepirne il decremento una trentina d'anni fa, poi questo s'è fatto sempre più deciso, fino a divenire, ultimamente, addirittura allarmante. Tant'è che, da uccelli da combattere per difendere i raccolti, si sono progressivamente trasformati in specie meritevoli di protezione. S'è discusso, di tutto ciò, ieri a Pisa, dove la Lipu, insieme con Birdlife International e col supporto dell'Assessorato Provinciale Difesa fauna e dell'Università Pisana, ha organizzato un convegno internazionale assai significativo, intitolato: «Passeri in crisi? Da "pest" a "species of conservation concern": biologia, problematiche e conservazione dei passeri». In Italia i popolari uccelli sono rappresentati da quattro specie: c'è l'europeo ( Passer domesticus), che da noi si trova solo in una stretta fascia appena al di qua delle Alpi; c'è la mattugia ( P. montanus), che normalmente schiva le città ma che si trova un po' dovunque nelle campagne; c'è la passera sarda ( P. hispaniolensis), che abita le nostre due grandi isole e la penisola iberica; infine c'è l'italica ( P. italiae), che è esclusivamente nostra ed è distribuita in tutta la penisola. Molti sono gli ornitologi europei che, da anni, sono impegnati a censire le popolazioni di passeri e, ultimamente, anche a identificare le possibili cause del loro declino. E le ultime notizie non sono buone, perché il decremento demografico, purtroppo, non fa che progredire. Qualche esempio: certo il più eclatante, tra quelli emersi a Pisa, riguarda Varsavia, nei cui giardini la passera europea è praticamente scomparsa (diminuzione del 95%), mentre la diminuzione cittadina media risulta essere del 39%; quanto ai dati italiani, i decrementi oscillano dal 20 al 40-50%, e ciò rispecchierebbe ciò che avviene un po' dappertutto in Europa.

    SITUAZIONE NON STABILIZZATA - La situazione appare tutt'altro che stabilizzata. Quanto alle cause, sono molteplici e ad effetto cumulativo. Determinante, a ogni modo, è la carenza di insetti, in special modo di afidi, nella dieta dei nidiacei. Una dieta quasi solo vegetale ne fa morire molti già nel nido e, quelli che scampano, sono deboli e in seguito vittime di malattie di carattere infettivo. Vi sono poi le intossicazioni da metalli pesanti e da pesticidi, c'è il fatto che le moderne tipologie costruttive degli edifici risultano inadatte alla nidificazione e infine, per quanto riguarda le aree urbane, una gestione del verde pubblico dove piante ed erbe spontanee risultano sempre più rare. Per le aree extraurbane, invece, risulta assai negativa la trasformazione e l'intensificazione delle pratiche agricole, in particolar modo quella delle monocolture, nonché la scomparsa dei terreni incolti, consumati dall'espansione urbanistica. Per i lettori che desiderassero approfondire tutti gli aspetti della crisi dei passeri, consiglio di visitare il sito www.lipu.it Il declino dei passeri segue, purtroppo, quello delle rondini, che ormai ci siamo abituati a non vedere quasi più nei nostri cieli. Contrariamente alle rondini, però, i passeri non avrebbero dovuto diventare, proprio per certe loro caratteristiche, specie a rischio. Gli animali minacciati di estinzione, infatti, solitamente appartengono alla categoria degli specialisti. Per le rondini, se sparissero gli insetti che abitano il cielo, sarebbe una condanna definitiva. Questo perché gli specialisti non hanno tante frecce al loro arco, ma una soltanto. I passeri, invece, sono degli straordinari generalisti. Possono nutrirsi in tanti modi e di tante cose, ma soprattutto sono opportunisti e adattabili. Ciò che ancora non sappiamo è se troveranno un nuovo equilibrio, oppure se il loro declino implacabilmente continuerà. Speriamo nella prima ipotesi, e vediamo di dar loro una mano.

    Danilo Mainardi
     
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  8. EternBoyX
     
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    IL PAVONE

     
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    Nome comune: BABBUINO (Inglese: baboon)
    Nome scientifico: Papio cynochephalus
    Famiglia: Papiini (Papiinae)
    Ordine: Primati (Primates)
    Classe: Mammiferi (Mammalia)
    A cura di Stefania Busatta
    CARATTERISTICHE:
    Questa grande scimmia presenta un lungo muso e una coda di media lunghezza. Le ossa della
    scatola cranica sono molto allungate in avanti. Le orecchie sono piccole ed angolate e sono
    prive di pelo, anche se talvolta possono presentare dei ciuffi all’estremità. Anche gli occhi sono
    di ridotte dimensioni, e le ossa poste al di sopra sono prominenti e particolarmente evidenti. La
    guancia è larga e molto visibile.
    Il petto del babbuino è molto esposto, così gli alti muscoli dell’addome. Il suo corpo si inclina
    dalla testa verso il posteriore. La coda, non particolarmente lunga, termina con un ciuffo di peli
    e, ad un terzo della sua lunghezza, presenta una netta angolazione. Le braccia sono più lunghe
    delle gambe, e gli spostamenti avvengono sulle dita delle mani e sulla pianta dei piedi.
    La faccia del babbuino è nuda, anche se presenta svariati peli sensoriali. Il pelo è spesso e
    ispido, e talvolta i maschi possiedono dei baffi e una criniera sul collo e sulle spalle. Il pelo è
    quasi assente nella parte inferiore del corpo. La parte superiore può essere di svariati colori:
    giallo-olivastro, grigio-olivastro, marrone-verdastro o tendente al nero. La parte inferiore è dello
    stesso colore della parte superiore o più chiara. La pelliccia dei giovani è nerastra con il muso
    rosa, crescendo (dopo i 4 mesi) la pelliccia diviene marrone-grigiastra e, dopo un anno, il loro
    aspetto è simile a quello degli adulti. Talvolta la faccia, le mani e i piedi sono nerastri. La bocca
    è provvista di denti molto forti, con larghi incisivi e lunghi e potenti canini.
    Gli organi riproduttivi sono particolarmente evidenti in entrambi i sessi.
    Nel maschio il corpo è lungo dai 65 ai 110 cm (50-80 nella femmina), la coda 45-75 cm (35-50
    nella femmina), l’altezza alla spalla 50-75 cm (40-60 nella femmina), ed il peso 25-30 kg (10-30
    nella femmina).
    VITA ED ABITUDINI:
    La vita sociale del babbuino è molto intensa. Vive in gruppi di 10-150 animali (dipende
    dall’ambiente e dalla disponibilità di cibo), all’interno dei quali ci sono più maschi che femmine.
    Durante gli spostamenti i maschi precedono sempre le femmine e i giovani, seguono i maschi
    più vecchi con le madri e i piccoli. In caso di pericolo, i maschi più vecchi, aiutati dai maschi
    adulti, si dispongono in posizione difensiva mettendo in evidenza i lunghi canini.
    La pulizia del pelo tra gli individui (detto grooming) ha, non solo una funzione igienica, ma anche
    comunicativa, attraverso la quale i babbuini migliorano il rapporto con i loro simili. Altro

    DOVE E’ POSSIBILE INCONTRARE IL BABBUINO:
    Questa scimmia predilige gli ambienti aperti (semi-deserto, steppa, savana) e le foreste non fitte
    interrotte da rocce; in montagna può vivere sino oltre i 3000 metri. L’importante è che il
    babbuino abbia sempre facile accesso all’acqua. Lo possiamo incontrare in Africa a sud del
    Sahara; è assente nel nord-est (Etiopia, Eritrea, Somalia settentrionale) e nel sud e sud-ovest del
    continente.
    CURIOSITA’:
    In alcune fattorie nell’Africa sud-occidentale, la femmina di babbuino è addestrata per far la
    guardia ai greggi isolati, come un cane da pastore.
     
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    Nome scientifico: Sciurus vulgaris
    Ordine: Roditori
    Famiglia: Sciuridi
    Diffusione: Foreste di conifere e di latifoglie
    Peso: 200-490 gr
    Lunghezza: 195-280 mm


    Habitat

    Lo scoiattolo europeo è diffuso in tutta l’Europa e l’Asia, vive nelle foreste di conifere e latifoglie.

    Si possono incontrare tre specie diverse:

    Sciurus vulgaris fuscoater che vive sulle Alpi e nell’Appennino settentrionale.
    Sciurus vulgaris italicus che vive sull’Appennino settentrionale fino all’Abruzzo.
    Sciurus vulgaris meridionalis che vive nelle regioni meridionali.
    Lo scoiattolo passa la maggior parte del suo tempo sugli alberi, la sua vita si svolge di giorno ed è particolare attivo all’alba e al tramonto. Costruisce la tana sulle biforcazioni dei rami, o nelle cavità degli alberi, li passerà le sue notti, e il periodo invernale del letargo. Gli scoiattoli seguono una dieta identica a quella dei criceti, con la differenza che non mangiano verdure ad eccezione delle carote, e una maggiore quantità di frutta, ghiande ed arachidi.


    Caratteristiche fisiche

    La testa è ben distinta dal tronco, gli occhi sono scuri, le orecchie hanno sulla punta lunghi ciuffi di peli. Le zampe sono corte con dita dotate di unghie appuntite e ricurve che gli consentono di arrampicarsi con agilità sui tronchi e di muoversi con velocità tra i rami, con grande agilità, sempre utilizzando la coda come timone. La pelliccia è corta e ruvida, ma diviene lunga e morbida sulla coda: durante l’anno si hanno due mute, quella primaverile che dalla testa procede verso la base della coda, e quella invernale, che procede invece in senso inverso. La coda e i peli delle orecchie mutano solo d’estate. Il colore della pelliccia è fulva-rossiccia d’estate e più scura d’inverno.


    Riproduzione

    Tra la fine di dicembre e l’estate i maschi entrano nei territori delle femmine e cominciano a seguirle sbandierando la coda. La loro convivenza dura non più che dopo l’accoppiamento. Dopo circa 38 giorni di gestazione nascono i piccoli, da 3 a 5, lunghi appena 6 cm e con un peso di circa 8 gr. La madre li allatta per due mesi circa. Dopo due mesi sono indipendenti e raggiungono la maturità sessuale ad un anno di vita. Nelle regioni fredde gli scoiattoli si riproducono solo in primavera, in quelle con clima più mite anche in inverno.
     
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