I NOSTRI AMICI ANIMALI

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  1. -Mariella-
     
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    PICCOLO MACACO

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    genere (Macaca) di Scimmie della fam. Cercopitecidi caratterizzate da corporatura tarchiata, testa grossa e tronco robusto, conformate per vivere prevalentemente sul terreno; la coda è spesso corta. ZOOLOGIA

    Lunghi da 40 a 80 cm, presentano una forte variabilità anche nell'ambito di una stessa specie, in particolare per quanto concerne il colore della pelliccia. Vivono nelle foreste in bande di qualche decina di capi, ma alcune specie frequentano terreni spogli e rocciosi. Molto amici dell'acqua, nuotano con destrezza. Hanno una gestazione di 5-7 mesi, con 1 o 2 piccoli per parto. Popolano un'areale vastissimo, dall'Africa nord-occid. sino all'Asia sud-orient. e al Giappone. Il genere comprende 12 specie tra cui il sileno, il reso e la bertuccia. In India vive il m. dal berretto (Macaca radiata), così detto per una sorta di "berretto" scuro formato dai peli sul capo; è prevalentemente arboricolo. Affine è il m. di Ceylon (Macaca sinica). Il m. granchivoro o cinomolgo (Macaca irus) vive nell'Asiasud-orient. continentale e insulare; si nutre in buona parte di molluschi, crostacei, ecc. Specie tipicamente di montagna sono il m. dell'Himalaya (Macaca assamensis), lungo oltre 60 cm, con folta pelliccia, e il m. orsino (Macaca speciosa) dell'Asia centr. e sud-orientale. Proprio dell'Asia sud-orient. è il m. nemestrino o m. coda di porco (Macaca nemestrina), con arti molto lunghi e coda corta; vive nelle fitte giungle. Inconfondibile il m. del Giappone (Macaca fuscata) che da adulto ha la faccia color rosso vivo. Vi sono poi il m. di Formosa (Macaca cyclopis) e il m. di Celebes (Macaca maura); quest'ultimo è da taluni ascritto al distinto genere Cynomacaca. Impropriamente è detto m. crestato il cinopiteco.

    ETOLOGIA: GENERALITÀ

    Tutti i m. formano gruppi sociali gerarchizzati, con individui dominanti, subdominanti, subadulti e giovani; i maschi e le femmine hanno linee gerarchiche indipendenti, ma in genere le femmine sono subordinate ai maschi.

    ETOLOGIA: IL MACACO DEL GIAPPONE

    Il m. del Giappone abita zone miste di foresta e terreno aperto; forma branchi strutturati come quelli del reso, ma contenenti fino a duecento individui. Sul terreno, ogni branco si dispone in genere con i maschi dominanti, le madri, i piccoli e le femmine giovani e subadulte al centro, i maschi subdominanti in un anello periferico e i maschi subadulti alla periferia estrema; i maschi giovani si spostano attivamente fra il centro e la periferia, mentre i maschi adulti solitari possono occasionalmente unirsi ai grandi gruppi o transitare alla loro periferia, senza mai invadere l'area più centrale. Il rispetto degli spazi suddetti è regolato da rapporti di rango in cui i maschi dominanti, più aggressivi, sembrano costituire l'elemento di riferimento intorno al quale si riuniscono le femmine e i piccoli. Gli altri individui (subdominanti, subadulti e giovani) sono mantenuti a distanza ma non perdono i contatti col nucleo centrale del branco. Il grado gerarchico è particolarmente evidente nei luoghi di alimentazione, in cui un maschio dominante ha precedenza assoluta e nei quali può aggredire con un morso un subordinato che si nutra in sua presenza; tali aggressioni sono soprattutto a carico delle femmine, data la struttura spaziale dei gruppi, ma anche dei maschi non dominanti che invadono l'area centrale. I maschi di rango elevato sono riconoscibili dall'incedere pieno di sicurezza, con la coda eretta verticalmente. La coda abbassata è invece segno di subordinazione. Oltre che ai luoghi di alimentazione, i maschi dominanti intervengono aggressivamente dove si verificano liti fra i componenti del branco e talvolta si associano a un compagno di rango elevato nell'aggressione a individui che non rispettano le priorità di rango. Anche i giovani possono essere attaccati, se si allontanano dalle madri, ma le loro grida inibiscono prontamente le aggressioni. Gli individui estranei che penetrano troppo all'interno dei confini del branco sono pure attaccati dai maschi periferici, specialmente se tentano approcci con le femmine e, seppure siano maschi adulti, possono essere cacciati da un gruppo di giovani o di subdominanti. Al culmine della gerarchia maschile esistono rapporti stabili e gli episodi aggressivi sono relativamente rari; al contrario l'ordinamento di rango è assai mutevole, e l'aggressione è più frequente, ai livelli più bassi. La pulizia del pelo è un'attività frequente e spesso è compiuta reciprocamente, talvolta unilateralmente dagli adulti, anche di rango elevato, sui giovani. I maschi di alto rango possono sollecitare la pulizia del pelo da parte di maschi subordinati presentando a essi il posteriore con la coda sollevata, comportamento che induce ilsubordinato a una pseudomonta del dominante, seguita dalla pulizia del pelo. Comportamenti cosiddetti "culturali" sono stati descritti per i m. del Giappone. In un gruppo di questi, confinato nell'isola di Oita, si è instaurato il costume di lavare le patate con l'acqua marina e di selezionare i grani misti alla sabbia tramite lavaggio; inoltre pare che in alcuni gruppi le scimmie di sentinella usino segnalare l'arrivo degli uomini che portano alimenti con vocalizzazioni del tutto nuove.

    ETOLOGIA: IL MACACO DEL BERRETTO

    Il m. dal berretto abita ambienti molto vari, dalle foreste alle località subdesertiche, incluse le aree antropizzate e coltivate. In base alle poche informazioni, forma gruppi di 20-30 individui in cui, caso unico fra le scimmie, il numero dei maschi adulti è uguale o superiore a quello delle femmine. Concordemente, l'aggressività all'interno del branco è molto bassa e i rapporti di coppia non sono esclusivi; infatti durante l'estro le femmine possono accoppiarsi con molti maschi di diverso grado gerarchico, fra i quali non insorgono contese. Un gruppo di una trentina di individui occupa un'area di alcuni chilometri quadrati. Ai confini di aree adiacenti i maschi dei rispettivi branchi si fronteggiano vociando ma raramente si aggrediscono, finché uno dei branchi si allontana, così le invasioni sono in genere evitate. Fra i m. dal berretto i rapporti di dominanza sono in genere mantenuti per mezzo di molteplici comportamenti di minaccia, dal tenere lo sguardo fisso sul minacciato alla manata, al mostrare i denti accompagnato o meno da un ringhio; gli individui subordinati inibiscono gli attacchi dei dominanti volgendo altrove lo sguardo o schioccando le labbra o esibendo a essi il posteriore. Solo gli individui di rango più elevato possono avvicinarsi direttamente ai subordinati, toccarli, abbracciarli, contattarli col muso e mordicchiarli sul collo. La pseudomonta, invece, che in altre specie è un comportamento impositivo, è compiuta un numero di volte equivalente dai dominanti sui subordinati e da questi su quelli; infatti è spesso lo stesso maschio dominante che insistentemente assume davanti al subordinato la posizione che induce in quello il comportamento di monta. In questa specie, quindi, la pseudomonta assume anche un significato di pacificazione. Tuttavia talvolta hanno luogo zuffe che coinvolgono anche parecchi individui e dalle quali molti contendenti possono riportare ferite. L'aggressività relativamente bassa dei m. dal berretto è accompagnata da un'attività di grooming più intensa che nelle altre specie, anche se all'interno del branco il grooming è effettuato preferenzialmente fra determinati individui; il grooming può essere reciproco o unidirezionale ed è effettuato anche fra maschi e femmine; i maschi di rango più alto e le femmine di rango più basso sono di solito più attivi; in ambedue i sessi si registra un aumento del grooming con la crescita, ma le femmine adulte sono in genere più attive dei maschi. Il comportamento di gioco è molto sviluppato sia fra giovani che fra adulti e fra giovani e adulti; l'invito al gioco consiste in genere di una serie di balzi effettuati presso l'individuo che si intende coinvolgere; durante il gioco, i comportamenti di inseguimento e di minaccia compaiono solo nei giovani; le lotte inoltre non sono mai violente.

    ETOLOGIA: IL MACACO GRANCHIVORO

    Il m. granchivoro vive in gruppi normalmente non superiori a venti individui che occupano territori relativamente ristretti, prossimi all'acqua e contenenti generalmente uno o più alberi. Sono scimmie tipiche delle regioni indonesiane costiere caratterizzate da foreste a mangrovie, ma possono abitare anche nell'entroterra. Sebbene si nutrano negli orari di bassamarea, mostrano grande familiarità con l'acqua, nella quale si bagnano frequentemente, nuotano, si immergono, catturano animali e si rifugiano, talvolta, per sfuggire ai predatori. Il legame con l'acqua è dovuto alla specializzazione alimentare di queste scimmie che, come dice il loro nome, si nutrono di granchi e altri animali acquatici. Per questo, presso le coste, le loro postazioni sono in genere alberi, ottimo rifugio contro i predatori ma anche luoghi di attesa durante l'alta marea. Sugli alberi si muovono con grande agilità e, d'altronde, se a terra sono braccati dalle pantere, da felidi e dai cani inselvatichiti e presso l'acqua dai coccodrilli, anche sugli alberi non mancano i predatori, come i pitoni e i grandi uccelli rapaci. Da questi alberi e dalle zone circostanti i m. granchivori scacciano qualsiasi intruso della loro stessa specie e talvolta di altre specie. Sugli alberi vengono compiute la maggior parte delle attività sociali, fra le quali la pulizia reciproca del pelo è particolarmente frequente. L'aggressività all'interno dei gruppi non è marcata, grazie all'efficienza delle esibizioni di sottomissione, ma gli individui di rango elevato raramente fanno pesare la loro posizione ai componenti del branco di grado inferiore. L'attività di alimentazione è concentrata nel periodo di bassa marea, quando l'acqua si ritira dal terreno adiacente agli alberi. Allora i m. scendono a terra e raccolgono ogni sorta di crostacei, molluschi, vermi ed eventualmente pesci rimasti intrappolati in qualche pozza. Quelli che abitano presso fiumi o stagni catturano anche anfibi. Tutti, comunque, si nutrono anche di frutta, foglie e germogli. Il maschio dominante ha la priorità nell'accoppiamento con le femmine in estro, che lo seguono costantemente presentandogli, di tanto in tanto, le parti posteriori; in queste, nel periodo dell'estro, la regione genitale assume un accentuato turgore e una colorazione accesa che, esibiti al maschio, ne stimolano la monta. L'accoppiamento viene ripetuto con la stessa femmina numerose volte. I piccoli, che nascono dopo cinque e mezzo-sei mesi di gestazione, sono molto curati dalle madri, come del resto avviene in tutte le scimmie, e sono allattati fino all'età di circa diciotto mesi. La maturità sessuale è raggiunta dopo l'età di tre anni e mezzo.

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    Un macaco di tre settimane si succhia il pollice nello zoo di Shangai
     
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198 replies since 29/3/2009, 20:21   6078 views
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