La panchina di Mariella Forever

Posts written by lionella

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    Tantissimi auguri cara Francy, tante cose belle :0_forevermariella_60: :0_forevermariella_60: :0_forevermariella_60:
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    Ti sei mai chiesto perché i gatti non riescono a scendere dagli alberi? Questi piccoli felini sono grandi arrampicatori e non temono certo le altezze… il problema è che non sanno scendere dove sono saliti. In questo articolo ti spieghiamo il motivo, con qualche curiosità interessante. Buona lettura!

    L’abilità dei felini nell’arrampicarsi
    Il gatto è in grado di arrampicarsi su superfici verticali e sale sugli alberi o sui mobili con grandissima agilità ed equilibrio. Una capacità in comune con i grandi felini, come leoni e ghepardi. Grazie alla consapevolezza inconscia della posizione della loro testa nello spazio i gatti possono camminare senza nessuna incertezza su cornicioni e tetti sui quali noi non metteremmo mai piede. I mici, sicuramente, non hanno “le vertigini” e se mai dovessero scivolare cadrebbero in piedi.

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    Ma come si spiega questa capacità? Tutto dipende dalle sinergie tra l’apparato vestibolare che si trova nell’orecchio e gli occhi. Come già detto, il gatto ha una inconscia consapevolezza della posizione della sua testa nello spazio. Durante la caduta, quindi, occhi e apparato vestibolare comunicano al cervello la nuova posizione. Il cervello immediatamente “ordina” al collo e al corpo di girarsi in modo che possa assumere una posizione corretta per arrivare a terra sulle zampe e non sulla schiena.

    Tutto questo avviene con estrema velocità grazie alla grande elasticità della colonna vertebrale. Tale elasticità aiuta il gatto a scaricare la velocità della caduta, anche da altezze notevoli, tra zampe e vertebre.

    Ecco perché i gatti non riescono a scendere dagli alberi
    Il gatto è agile e veloce nel salire su un albero ma non è altrettanto agile e capace di scendere. Questo accade perché, per salire, il micio utilizza da una parte la forza delle zampe che danno una grande spinta verso l’alto e dall’altra la forza “trainante” dei suoi artigli.

    Il Norvegese delle Foreste è l’unico micio capace di scendere “a testa in giù”, muovendosi a spirale, grazie alla potenza dei suoi artigli.

    Ps. Lo sapevi? Sono incapaci di scendere “a testa in giù” anche i grandi felini, a esclusione del leopardo nebuloso e il gatto di Wied o Margay.

    Come aiutarli?
    A questo punto è naturale chiedersi: cosa si deve fare per aiutare il micio a scendere? Sicuramente provare a catturalo non è una buona soluzione. Meglio cercare di tranquillizzarlo e offrirgli dei supporti, una scala o un’asse, che possa utilizzare per uscire da questa scomoda situazione. Se questo non funziona… meglio chiamare i pompieri.

    www.msn.com/it-it/lifestyle/notizi...94f82adb8&ei=37
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    Torta salata di primavera
    PREPARAZIONE



    Ingredienti tipicamente primaverili e delicati per la torta salata di primavera. Si tratta infatti di una sfogliata ripiena di piselli, asparagi e crema di robiola dalla ricetta facile, deliziosa come antipasto e teneramente ghiotta in ogni occasione.

    INGREDIENTI
    2 dischi di pasta sfoglia
    300 g di asparagi
    250 g di piselli già sgranati
    200 g di robiola
    2 uova
    1 tuorlo
    60 g di parmigiano reggiano grattugiato
    1 scalogno
    basilico fresco
    olio extravergine di oliva
    sale
    pepe
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    La torta salata di primavera è una ricetta semplice e deliziosa. Realizzata con pasta sfoglia e un ripieno di asparagi, piselli e robiola risulta leggera e delicata, in perfetta sintonia con i colori e le sensazioni che ritroviamo nei primi giorni di primavera.

    Una fetta di questa sfogliata salata vegetariana è l'antipasto ideale per un pranzo della domenica o una cena con amici. Una porzione più generosa è perfetta per il pic-nic o per rallegrare la pausa pranzo.

    Se amate approfittare degli ortaggi di stagione per realizzare golose torte salate date un'occhiata anche alla torta salata con carciofi, ricotta e provolone o alla corona salata fave, piselli e pancetta.

    ALTRE RICETTE GUSTOSE: Torta alla robiola con salsa di piselli; Quiche agli asparagi; Torta salata con bietoline e ricotta; Torta salata con asparagi, ricotta erba cipollina e gruyère

    Clicca!
    COME PREPARARE: TORTA SALATA DI PRIMAVERA
    Preparazione Torta salata di primavera - Fase 1

    Per preparare la torta salata di primavera, lavate accuratamente gli asparagi e privateli dell'estremità più dura del gambo. Lasciateli cuocere per circa 5-8 minuti in acqua bollente. Scolateli e fateli raffreddare quindi tagliateli a pezzetti di un paio di centimetri. Tenete da parte. Tritate finemente lo scalogno e fatelo appassire in una capiente padella insieme a un paio di cucchiai di olio.

    Preparazione Torta salata di primavera - Fase 2

    Quando lo scalogno sarà appassito unite i piselli e cuocete a fuoco dolce per 8-10 minuti aggiungendo alla fine anche gli asparagi per farli insaporire. Aggiustate di sale e pepe, ritirate e fate raffreddare. In una ciotola riunite la robiola con le uova, il parmigiano grattugiato, sale e pepe.

    Preparazione Torta salata di primavera - Fase 3


    Lavorate bene gli ingredienti, con una frusta a mano, in modo da ottenere un composto liscio e omogeneo, quindi unite il basilico spezzettato. Mescolate, aggiungete le verdure cotte e mescolate nuovamente.

    Preparazione Torta salata di primavera - Fase 4


    Rivestite con il primo disco di pasta sfoglia un stampo da crostata, con fondo amovibile, da 22-23 cm di diametro. Riempite con il composto di uova, formaggio e verdure e livellate. Stendete il secondo disco di pasta sfoglia su un piano di lavoro e con una rotella tagliapasta, o un coltello, tagliatelo a strisce di 1 cm di larghezza.

    Preparazione Torta salata di primavera - Fase 5
    Preparazione Torta salata di primavera - Fase 5
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    Con le strisce di pasta componete una griglia sul ripieno di verdure e spennellatela con il tuorlo leggermente sbattuto. Trasferite in forno preriscaldato a 180°C e lasciate cuocere per 40-45 minuti o comunque fino a doratura. Sfornate e lasciate intiepidire prima di sformare.

    Preparazione Torta salata di primavera - Fase 6

    Servite la torta salata di primavera tiepida o a temperatura ambiente.

    www.cucchiaio.it/ricetta/torta-salata-primavera/
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    Un secondo buco gigante 20 volte più grande della Terraè stato avvistato sulla superficie del Sole: è in grado di scatenare venti solari da 2896.82 chilometri orari che si muovono in direzione del nostro pianeta. Gli scienziati avvertono che «i flussi potrebbero mettere fuori uso satelliti e tecnologia». L'enorme buco è il secondo a comparire in una settimana.

    Cosa succede

    Gli scienziati stanno monitorando attentamente la situazione per vedere se i venti avranno un impatto sul campo magnetico della Terra, sui satelliti e sulla tecnologia. Il primo buco, individuato il 23 marzo, è grande 30 volte la Terra e ha sprigionato venti solari che hanno scatenato aurore spettacolari visibili fino all'Arizona. Entrambi i buchi sono stati immortalati dal Solar Dynamics Observatory della NASA, che studia il Sole.

    I buchi coronali «sono aree magneticamente aperte che costituiscono una fonte di vento solare ad alta velocità», ha dichiarato la NASA. Appaiono scuri se osservati i ottica delle lunghezze d'onda della luce ultravioletta estrema, come quella che si vede qui. A volte, il vento solare può generare aurore alle latitudini più alte della Terra.



    Anche se l'immagine può sembrare allarmante in un primo momento, non indica che siamo in pericolo. I buchi coronali sono una caratteristica comune del Sole, anche se appaiono in luoghi diversi - in particolare vicino ai poli - e con maggiore frequenza in momenti diversi del ciclo di attività del Sole. In genere sono più frequenti quando il sole si trova in un punto meno attivo del suo ciclo di 11 anni. Gli effetti dei buchi sono generalmente innocui, anche se le comunicazioni satellitari e le trasmissioni radio ad alta quota possono talvolta essere temporaneamente interrotte. Il secondo buco si trova sull'equatore del Sole. La forma di questo buco coronale non è particolarmente speciale.


    «Tuttavia, la sua posizione lo rende molto interessante», ha dichiarato a Insider Daniel Verscharen, professore associato di fisica spaziale e climatica all'University College di Londra: «Mi aspetto che il vento veloce di questo buco coronale arrivi sulla Terra tra venerdì sera e sabato mattina di questa settimana». Il primo buco coronale ha provocato spettacolari aurore il 24 marzo che hanno illuminato il cielo notturno di viola e verde elettrico. Le aurore sono state causate da una tempesta G3, ovvero una tempesta solare «forte» che può influenzare i sistemi di alimentazione e le operazioni dei veicoli spaziali, compresi i problemi di orientamento.

    www.msn.com/it-it/meteo/storieprin...d94853c95&ei=27
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    primavera

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    Zucchine e mentuccia romana sono gli ingredienti protagonisti della concia di zucchine. Scopriamo come preparare questa ricetta ebraica. La concia di zucchine è una ricetta tipica della cucina ebraica che è possibile gustare in uno dei tanti ristoranti

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    Zucchine romanesche
    4
    Spicchi di aglio
    1
    Mazzetto di mentuccia
    1
    Mazzetto di prezzemolo
    4
    Cucchiai di olio extravergine di oliva
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    Q.b
    add
    Aceto di vino bianco q.b

    difficoltà: facile
    persone: 4
    preparazione: 15 min
    cottura: 5 min
    Zucchine e mentuccia romana sono gli ingredienti protagonisti della concia di zucchine. Scopriamo come preparare questa ricetta ebraica.
    La concia di zucchine è una ricetta tipica della cucina ebraica che è possibile gustare in uno dei tanti ristoranti ebraici presenti nel Ghetto di Roma oppure preparare a casa. Volendo descrivere questa ricetta con le zucchine, possiamo dire che assomiglia in un certo senso alle più conosciute zucchine alla scapece.

    Le differenze con questo piatto infatti sono davvero sottili e riguardano due varietà degli ingredienti. Le zucchine, protagoniste del piatto, devono essere quelle romane, striate e dal sapore leggermente amarognolo. Anche la menta è presente, proprio come nell’altro piatto, ma nella varietà romana, dalle foglie più sottili. Mentuccia romana e zucchine quindi sono i protagonisti della concia romana.

    Pasqua in tavola: il menù delle feste
    Anche in questo caso, poi, andremo a friggere le zucchine per poi condirle con aceto, aglio e menta. Vediamo la ricetta!

    Come preparare la ricetta della concia romana
    Per preparare la concia di zucchine, cominciate lavando le verdure e privandole delle estremità.
    Con l’aiuto di una mandolina, o di un coltello affilato, ricavatene delle fette spesse 3-5 mm, per il lungo come vuole la tradizione, o a rondelle se siete più comodi.
    Scaldate una padella con abbondante olio di semi e friggete le zucchine fino a che non risulteranno dorate, quindi scolatele con una schiumarola e passatele su carta assorbente.
    A parte, preparate un battuto fine con prezzemolo, mentuccia e aglio e mescolatelo con l’olio extravergine di oliva.
    Distribuite sul fondo di un contenitore, meglio se di vetro o ceramica, uno strato di zucchine.
    Conditelo con un poco di battuto e proseguite con gli strati fino a terminare gli ingredienti.
    In ultimo, irrorate il tutto con l’aceto di vino bianco.
    Coprite e lasciare riposare in frigorifero per tutta la notte prima di consumarle.
    Un ottimo modo per gustare la concia di zucchine è accompagnarla con della pinsa romana: sentirete che delizia!

    Conservazione
    Questa concia può essere conservata in frigorifero per qualche settimana, tuttavia noi consigliamo di consumarla entro qualche giorno dalla realizzazione per assaporare tutto il gusto dell’ortaggio senza alterazioni di sorta. Sconsigliamo, poi, la congelazione in freezer.

    https://primochef.it/concia-di-zucchine/ricette/?refresh_ce
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    Gli Hunza la popolazione più longeva del mondo



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    Con questo articolo completo la tematica iniziata tramite l’articolo “Digiuno terapeutico, nutrimento per l’anima”

    Tempo fa iniziai una ricerca sul popolo più longevo al mondo e scoprii dati molto interessanti.

    E’ il popolo degli Huntza: questa popolazione non solo vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc..

    Vivono al confine nord del Pakistan all’ interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione in assoluto più longeva della terra.

    La nostra élite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i novant’anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.

    Gli Hunza la popolazione più longeva del mondo 290Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.

    Digiuno e prodotti vegetali

    Gli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono “digiuno terapeutico”. L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.

    Coltivano orzo frumento, miglio, grano saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli e avevano numerosi gli alberi di noci e albicocche, ciliegie, more, pesche, pere e melograni. Fino a marzo però, quando matura l’orzo, digiunano anche per settimane intere (fino a due mesi in semi digiuno) per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto.

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    Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.

    Un Hunza può andare camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi.

    Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori.

    Il digiuno nel mondo animale

    Anche in molti animali il digiuno è una cosa normale per la sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In autunno gli stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per accumulare grasso per l’ inverno, che a causa dell’altitudine dove vivono, non permette l’ approvvigionamento di cibo sufficiente. Il bello che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’ accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno, quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro energie. Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da pesare il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare anche a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro peso ritorna normale. I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze per procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come del resto quasi tutti i predatori. Anche i pesci digiunano, come per esempio il salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova. In sostanza il digiuno è una condizione che non è quindi nata da 10.000 anni, ma da milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed è per questo che apporta molti benefici.

    Acqua alcalina

    L’ultimo elemento fondamentale per la forza, e la longevità di questo popolo fu la composizione dell’acqua. Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli Hunza possedeva elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere antiossidante ed elevato contenuto di minerali colloidali. Effettivamente come sperimentatore e ricercatore indipendente devo dire che digiunare con acqua alcalina è molto più semplice che digiunare con acqua di rubinetto o imbottigliata. L’acidosi metabolica innescata dal digiuno prolungato viene infatti compensata e il pH rimane più stabile. Per quanto riguarda l’alimentazione ho già spiegato che l’unico frutto a mantenere il pH umano stabile è la mela rossa; nel digiuno invece ci si può aiutare bevendo acqua alcalina, acqua con argilla verde ventilata, o facendo lavaggi interni/esterni con acqua e sale integrale.

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    Oggi il territorio degli Huntza è stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.

    Conclusioni

    Ragioniamo con calma e chiediamoci se hanno senso le classiche chiacchiere da bar che sentiamo comunemente:

    “Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo e ora ha smesso di soffrire”…

    “Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”…

    “Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con l’attività fisica”…

    “Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a pallone”, ecc…

    “Signora, a 60 anni è normale pensare ad una dentiera” ……….

    Esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette?

    Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a temere di non riuscire ad avere figli “in tempo”?

    E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?

    E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, o al sistema nervoso?

    Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole.

    Andrea Conti

    Dottore in Fisioterapia

    Università degli Studi di Roma

    Visto su: Il Mago di Oz

    Tratto da: http://contiandrea.wordpress.com/

    http://scarabeokheper.altervista.org/gli-h...geva-del-mondo/
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    Oggi anche :(
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    Pollo con verdure
    Ingredienti per 4 persone:

    4 cosce di pollo
    3 carote
    2 zucchine
    1 melanzana
    1 cipolla rossa
    1 limone
    1 spicchio d'aglio
    3 cucchiai di olio d'oliva
    1 cucchiaino di paprika in polvere
    Sale pepe qb
    Preparazione

    Lavate le carote, le zucchine e le melanzane e tagliatele a bocconcini. Mondate la cipolla, tagliatela a metà e tagliatela a listarelle. Tagliate il limone a listarelle.
    Metti due cucchiai di olio d'oliva con le spezie in una busta con cerniera, chiudila e agita bene. Aggiungere le cosce di pollo e lasciarle marinare in frigo per almeno 20 minuti.
    Preriscaldare il forno a 200°C.
    Mescolare le verdure con un cucchiaio di olio d'oliva e condire con sale e pepe.
    Adagiate le verdure e le fette di limone su una teglia foderata di carta da forno e adagiate sopra le cosce di pollo marinate.
    Cuocere al centro del forno preriscaldato per 45 minuti.
    Servite e buon appetito!

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    Nella stagione autunnale è bellissimo andare per boschi a raccogliere funghi. Io e Marco non siamo molto esperti, ma il mio vicino di casa è un vero appassionato! Sa riconoscerli, sa dove andare a raccoglierli e sa quali sono i periodi migliori dell’anno per trovarli. E passa molto tempo a fare lunghe passeggiate per tornare a casa con un bel bottino, che poi pulisce e sistema personalmente. Sapevate che i funghi si possono coltivare anche in casa? Basta un po’ di spazio, pochi materiali, qualche nozione tecnica e trucchetto e la giusta temperatura per avere dei funghi freschi, sani e sicuri pronti da gustare in un’ottima ricetta.

    Come coltivare i funghi in casa
    Per coltivare i funghi in casa ci sono diverse tecniche. A seconda di quella che seguiamo servono materiali, strumenti e utensili diversi. Tra i metodi più semplici ci sono la coltivazione in cassetta, quella nel ceppo di legno e quella… con la carta igienica! Vediamo allora come si fa.



    Come coltivare i funghi in cassetta

    Se vogliamo provare a coltivare i funghi in cassetta, creando la nostra fungaia, avremo bisogno di una cassetta, appunto, che può essere di legno o di polistirolo e che deve avere sicuramente il bordo alto. Servono poi un substrato idoneo a far crescere i miceli, che sono gli apparati vegetativi dei funghi. Poi un telo di plastica scuro, del terriccio di buona qualità, alcuni grammi di micelio già pronto preso al vivaio, per esempio di funghi champignon o cardoncelli, e poi di foglie secche o paglia.

    STEP 1
    Se siete pigri, sappiate che in commercio si trovano anche cassette già pronte all’uso, complete di guide su come coltivare! Se invece volete fare tutto voi, per il substrato si parte da una miscela di letame ben stagionato. Va mischiato con le foglie e soprattutto con il terriccio, che è meglio non sia troppo acido e, soprattutto, deve essere ben sterilizzato. Questo passaggio si può fare mettendo il terriccio umido in un contenitore idoneo e cuocendolo a media potenza nel forno a microonde per pochi minuti.

    STEP 2
    Per creare fisicamente la fungaia, quindi, bisogna posizionare per bene il telo di plastica sul fondo della cassetta in modo da rivestirne tutto l’interno, fissandolo con dei chiodini dove necessario e lasciandolo lungo oltre i bordi del contenitore. Ora è il momento di aggiungere il letame con il terriccio, riempiendo la cassetta fino a circa 5 centimetri dal bordo. Quindi bisogna inumidire il tutto con lo spruzzino e lasciare la cassetta così, a riposare, per un paio di settimane.

    STEP 3
    Quando è arrivato il momento bisogna fare dei piccoli buchini nel substrato andando giù fino a qualche centimetro di profondità. Nei buchi si devono interrare i miceli, distanziandoli a circa 10 centimetri l’uno dall’altro, per poi ricoprirli con altro substrato e infine bagnare di nuovo con l’acqua.

    La cassetta, così pronta, deve essere tenuta a una temperatura minima di 20°C. Il suo posto ideale è dentro una cantina, in un sottoscala o anche in garage. È anche importantissimo annaffiare il terreno quotidianamente, stando molto attenti ai ristagni.

    Se avrete fatto tutto bene in un paio di settimane comincerà a formarsi una piccola muffa biancastra, segno che il fungo sta cominciando a crescere. Dovrete aggiungere della terra calcarea, sterile, e lisciarla. Poi compattarla e inumidirla di nuovo, quindi prendete i lembi lunghi del telo e coprire tutto, trasferendo infine la cassetta in un ambiente più freddo.

    Al massimo dopo 20 giorni vedrete finalmente comparire i primi funghi, che cresceranno molto velocemente!

    Come coltivare i funghi con i ceppi di legno

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    Se non avete tempo o voglia di costruire la vostra fungaia potete, appunto, comprare i kit già pronti che trovate al vivaio. Ci sono le cassette sicuramente, ma anche i ceppi di legno, pronti per essere coltivati. Per farlo servono ancora alcuni materiali, come una scatola bella grande in cui mettere il ceppo e mantenerlo umido, un piatto più largo del ceppo stesso e acqua fresca non clorata.

    Per coltivare i funghi nel ceppo bisogna posizionarlo in una zona ombreggiata, meglio se all’esterno. Quindi annaffiarlo, armandosi di tanta pazienza, per almeno sei mesi. Solo così i miceli si svilupperanno lentamente all’interno del legno. E poi, pian piano, i primi funghi usciranno dai buchi del ceppo!

    Come coltivare funghi con la carta igienica
    Un’ultima tecnica che voglio illustrarvi è tanto curiosa quanto molto utilizzata. Per coltivare i funghi in casa si usa infatti anche il tubo del rotolo di carta igienica quando è finito! Diventa praticamente il substrato su cui crescerà il micelio. Insieme al tubo, allora, servono sicuramente le spore, meglio se di un kit acquistato già pronto, un sacchetto di plastica, una scatola, un piatto ampio e uno spruzzino con acqua senza cloro.

    STEP 1
    Per iniziare bisogna portare una pentola d’acqua a bollore, quindi spegnerla. Prendere poi il tubo di cartone e immergerlo nell’acqua bollente, fino a che sarà ben inzuppato. Una volta pronto andrà scolato con attenzione, per non romperlo, e lasciato a freddare.

    STEP 2
    Il rotolo, tiepido, va quindi messo nel sacchetto di plastica, poi riempito di micelio, chiuso ermeticamente con elastici e poggiato sul piatto. Si mette poi nella scatola, che va a sua volta spostata al buio in un ambiente abbastanza umido. Facendo così, in circa 3 settimane cominceranno a nascere i primi funghetti.

    STEP 3
    A questo punto il sacchetto andrà spostato in frigo per circa un paio di giorni. Passati i quali il rotolo andrà tirato fuori dal sacchetto e lasciato riposare a temperatura ambiente, in un luogo illuminato, per qualche giorno. Ricordatevi di bagnarlo regolarmente con lo spruzzino!

    Dopo una decina di giorni i vostri funghi saranno finalmente pronti. Il bello di questo metodo è che una volta asportati i funghi dal rotolo sarà sufficiente richiudere il sacchetto e aspettare la ricomparsa del micelio per vederne crescere di nuovi.

    www.fattoincasadabenedetta.it/cons...funghi-in-casa/
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    Cellulare, 40 anni fa veniva messo in vendita il primo e le nostre vite cambiavano per sempre

    Il 6 marzo 1983 debuttava nei negozi il DynaTac 8000x di Motorola, alto circa 25 centimetri e dal peso di 800 grammi

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    Quarant'anni fa veniva messo in vendita il primo telefono cellulare: il DynaTac 8000x di Motorola (forma rettangolare stretta e lunga, tutt'altro che maneggevole, poca autonomia nelle chiamate e per giunta costoso). Era il 6 marzo 1983 e iniziava l'era commerciale del telefonino: da quel momento, pur senza accorgercene, le nostre vite sarebbero cambiate per sempre.


    Consentiva mezz'ora di telefonate e costava 4mila dollari (circa 3.700 euro) - Motorola aveva già raccolto la nuova sfida dieci anni prima: era infatti l'aprile del 1973 quando l'ingegnere Martin Cooper era riuscito a effettuare la prima chiamata sperimentale senza fili, per strada. Alto circa 25 centimetri e dal peso di 800 grammi, con la sua forma il DynaTAC 8000x dava più l'idea di un walkie-talkie che di un telefono portatile. Consentiva mezz'ora di telefonate, poteva memorizzare 30 numeri di telefono e costava quasi 4mila dollari, un prezzo che fa apparire low cost gli attuali smartphone di fascia alta. Furono venduti in tutto 300mila esemplari, il telefono era quello usato da Michael Douglas nel film Wall Street del 1987.

    Dagli anni Ottanta in poi il cellulare ha iniziato una cavalcata verso il successo, dapprima contenuta - ci vollero sette anni per raggiungere il milione di utenti - poi, sempre più celere fino al dirompente arrivo dell'iPhone nel 2007 che con la connessione a Internet e poi l'accesso al mondo delle app e dei servizi ha stravolto il mercato.



    Il settore al momento è in flessione per la crisi globale e la saturazione del mercato e, come ha mostrato la fiera della telefonia che si è chiusa pochi giorni fa a Barcellona, la scommessa delle aziende produttrici verte sui telefoni pieghevoli ma anche su oggetti indossabili come i visori che, secondo Mark Zuckerberg ora lanciato sul metaverso, potrebbero diventare i nuovi iPhone.

    www.tgcom24.mediaset.it/tgtech/tel...5-202302k.shtml
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