La panchina di Mariella Forever

MATTEO RENZI..UN NOME UN PROGRAMMA

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    l retroscena Consulta, quella lite con Brunetta in Aula che è servita a Renzi per il blitz L’intesa del governo con i grillini per eleggere i giudici della Corte Costituzionale era già maturata nei giorni scorsi: «Se la linea di Forza Italia è scimiottare Grillo e Salvini, allora tanto vale fare l’accordo con i 5Stelle...» di Maria Teresa Meli ] l retroscena
    Consulta, quella lite con Brunetta in Aula che è servita a Renzi per il blitz
    L’intesa del governo con i grillini per eleggere i giudici della Corte Costituzionale era già maturata nei giorni scorsi: «Se la linea di Forza Italia è scimiottare Grillo e Salvini, allora tanto vale fare l’accordo con i 5Stelle...»
    di Maria Teresa Meli


    ROMA «Ma vi pare che dobbiamo prenderci ogni giorno i calci negli stinchi da Brunetta e nonostante ciò continuare a difendere un accordo per la Consulta sul quale i gruppi di Forza Italia non riescono nemmeno a portare i loro voti?»: così Matteo Renzi, per spiegare ai suoi il motivo che lo ha indotto ad andare all’intesa con il M5S.

    Il presidente del Consiglio aveva deciso per il cambiamento di rotta già da qualche giorno, e martedì scorso, di fatto, l’accordo con i grillini era stato siglato. Accordo inevitabile, perché, come spiegava l’inquilino di Palazzo Chigi ai collaboratori, «non possiamo permetterci un discorso di fine anno in cui Mattarella, giustamente, mette l’accento sullo scandalo di un Parlamento che non riesce a eleggere i giudici costituzionali».
    Dunque, l’intesa era già maturata nei giorni scorsi, nei conversari che i capigruppo di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda, avevano avuto con l’ambasciatore dei pentastellati, Danilo Toninelli.

    Di fronte al fatto che i grillini accettavano di votare per il candidato della prima ora del Pd, Augusto Barbera, fortemente voluto dal premier, gli ultimi dubbi del Partito democratico si sono dileguati. «Andiamo avanti», è stato il via libera che Renzi ha dato a Rosato e Zanda all’operazione ironicamente ribattezzata «il Risveglio della Forza», in omaggio a Guerre stellari. «Loro - è stato il ragionamento del premier - possono rivendicare il fatto di aver affossato Sisto, che definiscono l’avvocato di Berlusconi, noi abbiamo tenuto fermo il nostro nome e non abbiamo dovuto concedere nulla ai grillini, quindi è il migliore accordo possibile».

    L’intesa, ieri, è stata resa ancora più facile dal comportamento di Renato Brunetta, che ha attaccato violentemente il premier. In pratica, il capogruppo di FI ha offerto a Renzi su un piatto d’argento la possibilità di scartare dall’accordo originario, che prevedeva l’elezione di Francesco Paolo Sisto, e di addossare la responsabilità della mancata intesa sulle spalle di Brunetta. «Ora sono affari suoi, se la veda lui con il suo gruppo, spieghi ai parlamentari il capolavoro che ha fatto», ha ironizzato con i fedelissimi il presidente del Consiglio. E poi: «Se la linea di Forza Italia è scimiottare Grillo e Salvini, allora tanto vale fare l’accordo con i 5Stelle...».

    I vertici di Forza Italia, in effetti, hanno sbagliato i loro calcoli. Erano convinti che, dopo la decisione del M5S di presentare la sfiducia nei confronti della ministra Boschi il premier si irrigidisse e non accettasse la strada del dialogo e del confronto, aprendo la trattativa con i grillini. «Non conoscono la natura pragmatica di Matteo e ancora una volta lo hanno sottovalutato», ironizza un renziano di rango nel Transatlantico, mentre cominciano ad affluire i parlamentari per la votazione. E il bersaniano Nico Stumpo commenta sarcastico: «Non c’è niente da fare, il premier è troppo abile, noi della minoranza chiediamo da sempre di fare un accordo con Grillo, ma quell’accordo poi lo fa lui, non noi».

    Alla Camera, però, il clima non è distesissimo. Fino a sera aleggia il dubbio sul comportamento dei Cinque Stelle: «Manterranno la parola data? Terranno fede ai loro impegni e voteranno tutti compatti secondo l’orientamento deciso dal gruppo grillino?». Interrogativi che troveranno risposta solo a tarda ora. E che si vanno a sommare a un’altra domanda serpeggiata tra i parlamentari Pd. Una domanda fatta sottovoce, quasi per scaramanzia: «La minoranza interna non farà scherzetti dell’ultim’ora? Non è che pur di sfregiare l’immagine del governo e del suo premier, nel segreto dell’urna, non voterà il candidato del partito alla Consulta?».

    Ma la sinistra del Pd respinge con forza queste illazioni: sarebbe come fare uno sgarbo non a Renzi, ma a Mattarella. Ansie e paure accompagnano le votazioni fino alla «fumata bianca». E dentro a FI si apre l’ennesimo processo nei confronti del capogruppo Brunetta, accusato di aver lasciato fuori dai giochi il partito, per colpa del suo atteggiamento oltranzista.
    fonte corriere.it
     
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    CONSULTA,ACCORDO PD-FI PER NOMINE POLITICHE.
     
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    Le foto di Matteo Renzi in Libano
    Il PresdelCons ha raggiunto la base di Shama e ha tenuto un discorso – in jeans e mimetica – al contingente più numeroso delle missioni italiane all'estero

     
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    Banche, i 7 silenzi di Renzi: cosa non ha detto sul crac

    "Nessun conflitto di interessi". Renzi nega i legami del governo e della Boschi con Etruria. Ma la realtà è un'altra

    Ancora una volta il ministro Boschi e il premier Renzi
    hanno perso un'occasione per spiegare agli italiani e soprattutto ai
    risparmiatori cosa è succeso con il crac Etruria e il "salva-banche".




    Il copione recitato da Matteo Renzi al Senato durante la discussione al voto di sfiducia contro il governo presentata da Forza Italia e Lega nord per lo scandalo Etruria ha lasciato diversi punti scoperti.

    - Renzi ha di fatto omesso riferimenti ai legami tra i vecchi vertici dell'istituto aretino, tra i quali Pier Luigi Boschi, ed esponenti della massoneria come Flavio Carboni. Renzi, con una curiosa abilità retorica si è tenuto ben lontano da argomenti che potessero mettere rotto accusa il ministro Boschi.

    - Un altro punto che il premier non ha affrontato riguarda il peso che il crac degli istituti di credito e il salva banche hanno avuto su migliaia di correntisti truffati, soprattutto anziani, dalle banche commissariate dal suo governo con le obbligazioni subordinate. Dopo settimane di annunci e promesse, queste persone non sanno ancora se rivedranno o meno i risparmi di una vita persi in banca.

    - Il premier nella sua "difesa" ha evitato di parlare delle accuse mosse dalla stessa Banca d'Italia a Pier Luigi Boschi (papà di Maria Elena) o sull'incarico di controllo affidato a Emanuele Boschi (fratello di Maria Elena) o alle consulenze con lo studio di Francesco Bonifazi (tesoriere del Pd e, soprattutto, ex fidanzato di Maria Elena).

    - Silenzio anche sui rapporti del procuratore di Arezzo Lorenzo Rossi, titolare della pratica Etruria, con la famiglia Boschi, Maria Elena inclusa. "Nessun conflitto d'interesse". Questo il mantra ripetuto dal premier per salvare la faccia sua e quella del ministro Boschi.

    - Renzi, di fatto, è apparso come un finto "disinformato" su quanto accaduto nelle ultime settimane. Nemmeno un accenno al decreto "salva banche" e di quei concitati Consigli dei ministri che hanno portato al salvataggio di quattro banche fallite e, soprattutto, a cancellare la possibilità di procedere legalmente contro i vertici degli istituti. Uno dei quali vedeva ai vertici, è bene ricordarlo, il padre del ministro Boschi.

    - Non una parola su quelle tre parole aggiunte all'articolo 72 del Testo unico bancario. Nessuna spiegazione su quanto successo nel Consiglio dei ministri del 10 settembre quando a parlare dei guai delle banche italiane era presente, in clamoroso conflitto di interessi, anche il ministro per le Riforme. Ma per Renzi questo "non è un conflitto di interessi". Eppure il dubbio che siano stati tutelati interessi di famiglia è palese. Il governo ha creato, in silenzio, no scudo legale per gli ex amministratori e l'impossibilità, per azionisti e obbligazionisti truffati, di rifarsi nei loro confronti.

    - Infine, il silenzio più pesante è quello sui risparmiatori. Il premier non ha saputo offrire soluzioni a chi, in buona fede, ha investito i propri risparmi perdendoli completamente e piombando così in un limbo. Un limbo in cui nessuno sa ancora che fine faranno quei soldi. I rimborsi promessi finora sono solo mance. Il governo ha delle responsabilità che deve assumersi davanti ai risparmiatori che sono, di fatto il motore silenzioso del Paese. Per loro il silenzio "morale" del premier pesa più di qualunque altra perdita economica. Ma a palazzo Chigi sanno ripetere una sola cosa: "Non c'è conflitto d'interesse". La faccia del premier e del minsitro valgono di più di quegli italiani che hanno perso tutto.
     
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    Renzi: 'Europa cambi strategia o e' finita'
    Intervista a Bloomberg: cambiamenti buon compromesso. Padoan: 'Debito giù svolta, cambierà giudizio mercati'



    "Se l'Europa non cambia la sua visione e la sua strategia, è finita". Lo afferma il premier Matteo Renzi in un'intervista a Bloomberg, ribadendo la necessita' di un'agenda per la crescita e di una riduzione della burocrazia nel cuore dell'Unione Europea.

    ''Sono preoccupato dalla possibilita' che Schengen possa finire. Senza Schengen l'identita' europea sara' a rischio''. Lo afferma il premier Matteo Renzi in un'intervista a Bloomberg, sottolineando in particolare come il tema dell'immigrazione sara' il problema chiave per l'Europa nei prossimi 12 mesi. ''Abbiamo bisogno di un accordo con i paesi africani per sviluppare infrastrutture e investire in quei luoghi''.

    Una Brexit sarebbe "terribile per il Regno Unito" ma "scommetto su David" Cameron. Lo afferma il premier Matteo Renzi in un'intervista a Bloomberg, aggiungendo che "non possiamo permetterci che la mancanza di un accordo al summit del 18-19 febbraio possa causare un'uscita del Regno Unito dalla Ue". "I cambiamenti proposti sono un buon compromesso" aggiunge il premier.

    Il previsto calo del debito pubblico italiano quest'anno segnerà una svolta per il paese, cambiando la scettica percezione che i mercati hanno nei confronti del Belpaese. Lo afferma il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, in un'intervista a Bloomberg.

    "Sono fiducioso" sul fatto che una "soluzione sarà trovata per il Monte dei Paschi". Lo afferma il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, in un'intervista a Bloomberg.
     
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    Elezioni amministrative
    Renzi, il duro sfogo sul partito:
    al Sud mi porto il lanciafiamme
    Il segretario dopo le Comunali: «Non solo metto un commissario a Napoli, ma cambio tutto il gruppo dirigente del partito meridionale, perché così non si può andare avanti».
    di Maria Teresa Meli
    E DEL VOTO
    Elezioni amministrative
    Renzi, il duro sfogo sul partito:
    al Sud mi porto il lanciafiamme

    Il segretario dopo le Comunali: «Non solo metto un commissario a Napoli, ma cambio tutto il gruppo dirigente del partito meridionale, perché così non si può andare avanti».
    di Maria Teresa Meli


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    Non sono giornate in cui Matteo Renzi ama andare per il sottile: «Non voglio coprirmi di ridicolo come altri leader che dicono di aver vinto, tipo Matteo Salvini. Fanno ridere. Noi non abbiamo vinto, potevamo andare meglio, non è stato così. Dopodiché anche Beppe Grillo stesse calmo, ci sono realtà del Paese i cui i Cinque Stelle stanno al 10 per cento, come a Milano. Quindi in realtà nemmeno loro possono dire di aver vinto, nonostante il risultato di Roma. È il “personaggio Raggi” che ha avuto successo nella Capitale, nel resto d’Italia le cose stanno diversamente». Il premier non nasconde la delusione. Ma maschera bene l’arrabbiatura.

     
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