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Edited by Cristiaan - 18/6/2023, 08:07. -
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Simbolo di pace, conosciuto e apprezzato sin dall’antichità, l’alloro è una pianta perenne sempreverde che appartiene alla famiglia delle Lauraceae.
Una pianta dal profumo intenso.
Conosciuto in botanica come Laurus nobilis L., possiede foglie di un intenso verde scuro, spesse e coriacee, che posso raggiungere anche i 10 cm di lunghezza; emettono un profumo dolce quando vengono schiacciate e sono utilizzate molto spesso in cucina per aromatizzare carne e pesce. Sono raccolte tutto l’anno e ed essiccate in luoghi freschi e ventilati. I frutti dell’alloro sono invece costituiti da piccole bacche nere, grandi circa come una ciliegia, che contengono un olio ricco di sostanze impiegate per scopi terapeutici: contro l’influenza e i raffreddori, ad esempio. Le bacche, una volta raccolte, sono conservate in un luogo protetto dalla luce ed essiccate in un forno oppure al sole.
A scopi ornamentali l’alloro diventa una siepe.
L’alloro è diffuso prevalentemente nelle regioni mediterranee, apprezzato sopratutto come pianta ornamentale in molti giardini. I semi devono essere piantati in autunno, dapprima in vasi con terriccio non molto pesante (l’ideale è un misto di sabbia, terra e torba) quindi trapiantati in vasi più grandi o direttamente nella terra piena. Essendo un arbusto sempreverde, resiste anche alle temperature più rigide, foglie comprese.. -
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Aylostera fulviseta (Rebutia fulviseta) Photo by: Valentino Vallicelli
WR319 (Collector: Walter Rausch) Padcaya, Tarija, Bolivia. Altitude: 2200m. This is a great favourite among the small clustering rebutias. It has a dark reddish body with dense soft tawny-red spines.The flowers are diurnal, dark red with thin petals (spidery) and many showy white stamens.
Origin and Habitat: Bolivia (Tarija, Arque, near Padcaya) and Argentina (Salta, Santa Victoria to Caspala, to Santa Ana, to the east from Humahuaca).
Altitude range: Around 2200 metres above sea level.
Description: Rebutia fulviseta is a dark green bodied, mat forming cactus of rather small subcylindric heads, the epidermis, especially on the tubercles, becomes bronzed purple in full sunlight. Probably a very decorative variety of Rebutia deminuta. Its has characterized by brown-felted areoles, bears bristly brown spines and has small dark red flowers with white filaments. Maximum dimensions 6 cm tall, 10 cm wide ( in cultivation).
Stem: Globular or vaguely elongated, 1 cm in diameter, 1,5 cm tall. The epidermis is very dark tan, green, or brown, almost black, with the a reddish-violet nuance.
Ribs: Up to 16 tuberculate and spiralling.
Areoles: Round or oval, with a brown indumentum.
Spines: 10-12 radials and 1-3 centrals, about 6-10 mm long, Thin, divergent, tawny or reddish-brown with darker tips, that give to the plant its characteristic bristled-up form.
Flowers: Funnel-shaped, thin-petaled (spidery), dark red, ca. 2,5 cm in diameter and length, arising from the base of the stem, with a long stretched out pistil and showy white stamens. Pericarp darker violet-red and tube with the scales bearing white woolly hairs and bristles.
Blooming time: Diurnal in spring.
Fruit: Spherical, dark red, up to 4 mm.
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Bibliography: Major references and further lectures
1) Edward Anderson “The Cactus family” Timber Press, Incorporated, 2001
2) James Cullen, Sabina G. Knees, H. Suzanne Cubey “The European Garden Flora Flowering Plants: A Manual for the Identification of Plants Cultivated in Europe, Both Out-of-Doors and Under Glass”} Cambridge University Press, 11/Aug/2011
3) David R Hunt; Nigel P Taylor; Graham Charles; International Cactaceae Systematics Group. “The New Cactus Lexicon” dh books, 2006
4) Donald, John Donald “The Classification of the Rebutias” Ashingtonia, vol. 2 1975
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File:Aucuba japonica cv. 'Crotonifolia'.JPG
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Spathiphyllum
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Valeriana
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Fresia - Freesia - Bulbi. -
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Il nemico occulto e mortale delle piante grasse
Attacca tutto l’anno, ma l’inverno è decisamente il suo periodo preferito. In casa in questa stagione si creano infatti le condizioni migliori per i suoi colpi più virulenti e mortali. Di chi stiamo parlando? Di un parassita che ama tutte le piante ma che infesta prima o poi qualsiasi pianta grassa (e cactus!) incontri sul suo cammino: è la cocciniglia. Dove sta la sua perfidia? Nella sua invisibilità…! E’ infatti difficile notare la sua presenza sulla “vittima”, capace com’è di infilarsi negli interstizi più stretti e profondi. Peggio ancora quando poi si addentra tra le radici, succhiando alle povere piante anche l’anima, mentre noi ci chiediamo come mai la nostra pianta grassa continua a deperire senza rimedio… e diamo la colpa al nostro pollice nero!
COCCINIGLIA, IL NEMICO NUMERO UNO
Il nemico è forte e spesso letale, la lotta quindi deve essere senza tregua, fino all’ultimo …insetto. La cocciniglia infatti arriva in pochi esemplari che però, grazie a uova microscopiche, si moltiplicano in un baleno dando vita a colonie di centinaia di individui. Solo a quel punto diventa facile da vedere, ma ormai è spesso troppo tardi! Quando ci sono ancora pochi esemplari, magari giovani e quindi piccolissimi, è facile scambiarla per polvere o lanuggine senza importanza. Invece quel “cotone” cela abili “vampiri” che uccideranno le nostre piante, se li lasceremo fare. Bisogna dunque batterli sul tempo. Qui un primo piano del nemico… ma, per capirne le dimensioni, valutate che si appoggia ad uno stuzzicadenti!
Un esemplare di cocciniglia ritratto da mooolto vicino sulla punta di uno stuzzicadenti
LOTTA SENZA QUARTIERE
Il primo step di qualsiasi guerra è la conoscenza: dobbiamo sapere com’è fatto il nemico. Quindi fate un giro sulla Rete cercando la parola “cocciniglia” nella sezione immagini di Google: capirete perché si tratta di un parassita così temuto da tutti i pollici verdi. Le forme che assume infatti sono tante (a scudetto, farinose, cotonose ecc.) e tutte altamente invasive. Molte hanno scudi che le proteggono dagli insetticidi: le armi di questa guerra dunque rischiano spesso di essere spuntate!
CACCIA AL NEMICO
Controllare le nostre grasse che abbiamo amorevolmente ritirato al caldo in casa spesso e con attenzione è fondamentale per sorprendere gli “avamposti” del malefico insetto succhia-linfa. Guardiamo ovunque, soprattutto dove è difficile arrivare: negli interstizi, sulle foglie – ma soprattutto sotto le foglie e… sotto i vasi! – là dove i tessuti vegetali si sovrappongono o si incontrano. Qualsiasi “puntino” bianco/grigiastro può essere una spia dell’invasione in atto: le cocciniglie giovani infatti si muovono, ma le adulte spesso si piazzano nel punto preferito e lì si rimangono, altra ragione per cui spesso non si notano!
ATTACCO IN CORSO, ALLE ARMI!!
Le avete trovate: e adesso, che fare? La domanda delle domande! Molti pollici verdi reagiscono alla ferale notizia intervenendo armati di cotton-fioc, alcol e un’infinita pazienza… Il problema però è che anche la pulizia più accurata non elimina le uova, con il rischio di ritrovarsi invasi a poche settimane di distanza! Dunque, visto che è una guerra, servono armi pesanti… e spesso ci si rivolge alla chimica purtroppo: si ricorre ad un insetticida (non fatevi ingannare però: deve però essere chiaramente indicato nella confezione come specifico contro questo insetto) meglio se sistemico, capace cioè di entrare nel flusso linfatico della pianta “avvelenando” dunque il “cibo” dei parassiti. Esiste poi anche un metodo fai-da-te, molto più laborioso però, che si può usare su piante di piccole dimensioni prima di passare alle “armi pesanti”: fare alla pianta infestata un’energica doccia con alcol denaturato e poi una con del sapone da bucato reso schiumoso passando dappertutto con un pennello.
COCCINIGLIA NELLE RADICI
Se la pianta grassa deperisce e non capite il perché, svasatela subito: nel caso non si tratti di marciumi, può trattarsi di cocciniglia radicale. Se avete questo dubbio, l’unica cosa da fare è eliminare tutta la terra, anche quella più fina, mettendo l’apparato radicale della pianta direttamente sotto l’acqua del rubinetto. Lavate con delicatezza togliendo ogni traccia di terra: poi lasciate asciugare e rinvasate in terriccio per cactacee (si trova anche al super).
.tgcom24.it. -
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Fresia
Freesia genere delle Iridaceae, originario del Sud Africa, comprende 6 specie di piante erbacee perenni, bulbose, di cui la più nota è la F. refracta (Jacq.) Klatt. e i suoi numerosi ibridi e cultivar, fornita di cormo che fiorisce in primavera con grappoli di corolle profumatissime, campanulate, in vari colori quasi sempre maculati di giallo. Ha un piccolo bulbo ovale, foglie a forma di spada lunghe 20-30 cm e larghe circa 2 cm, scapo floreale più lungo delle foglie, spesso curvato e ramificato, terminato da una spiga con 6-12 fiori rivolti verso l'alto, tubulosi, di circa 3 cm di diametro, di colore variabile dal bianco puro, crema, giallo nella specie, corolle molto grandi a tinte più vivaci dall'arancio, al rosso, al blu, al viola negli ibridi e cultivar; i semi sono grossi e tondeggianti.
Altre specie coltivate sono:
La F. alba (G.L. Mey.) Gumbl. pianta bulbosa alta 30 cm, con le numerose foglie erette o ricadenti, i fiori sono molto profumati, con boccioli di colore violaceo, e corolle giallo-crema o giallognole
La F. corymbosa (Burm. f.) N.E. Br. pianta bulbosa alta fino a 30 cm, con fiori profumati, di colore giallo pallido macchiettati di arancione
La F. leichtlinii Klatt. pianta bulbosa alta 20 cm, con fiori profumati, colorati di bianco-crema con screziature più scure. -
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UVA.