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elena29.
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grazie anche perché avevo un compito di scuola e non sapevo cosa scrivere . -
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sorriso@.
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NON TI SCORDAR DI ME Descrizione:
È il famoso “non ti scordar di me” che si presenta a primavera con
piccoli fiori azzurri. Sono piante erbacee biennali o perenni, ma anche
queste ultime hanno in genere una durata limitata. Una specie comune in
Italia è il “Myosotis alpestris”, che fiorisce fino a luglio ed è
impiegato spesso nei giardini per formare aiuole o bordi. Altre specie,
come il “Myosotis rupicola”, vengono utilizzate per i giardini rocciosi e
sono di dimensioni più ridotte. Sono spesso disponibili in commercio
anche in vaso, già fioriti, ma non sono difficili da coltivare nel
proprio giardino.Tipi di terreno:
Preferisce terreni freschi, tendenzialmente acidi e umidi; in giardino
un qualsiasi terreno arricchito di torba o terriccio organico può essere
adatto allo scopo.
Temperatura: I myosotis sono piante resistenti al freddo e crescono bene nei climi temperati.
Luce:
Crescono meglio in posizione parzialmente ombreggiata. Un eccessivo
soleggiamento e un luogo arido rendono difficile lo sviluppo.
Acqua:
Preferiscono luoghi umidi e in giardino traggono giovamento da
irrigazioni regolari, anche se è opportuno evitare ristagni d’acqua.
Cure:
Riescono a crescere con scarse cure colturali anche sui terreni poveri,
se invece sono in un suolo ricco di humus e ben drenato garantiscono i
migliori risultati. Se il terreno presenta ristagni d’acqua e scarso
drenaggio, le piantine avranno più difficoltà a sopravvivere
all’inverno.
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Crassula_flowering
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LA GARDENIA
La gardenia è stata introdotta in Europa intorno al 1761, portata, dalla Cina e dal Giappone, dal naturalista Alexander Garden dal quale prende il nome. Fu sul finire del ‘700, in pieno romanticismo, che il fiore divenne famoso nel nostro continente, per la sua bellezza semplice e la sua delicata fragranza. Molto apprezzati erano anche il colore bianco candido del fiore ed il verde lucido delle foglie. In Inghilterra, nell’800, fu inventata una fialetta di vetro in cui venivano conservati i fiori recisi in modo da mantenerli come appena raccolti per diverso tempo. Nei primi anni del ‘900, la popolarità della gardenia crebbe ulteriormente, perché divenne un oggetto di culto per il “viveur”, il gentiluomo che conduceva vita mondana e che, nelle serate eleganti l’appuntava all’occhiello. È uno dei fiori più utilizzati in profumeria, grazie alla delicatezza delle essenze profumate di cui è ricco. La famosa stilista Coco Chanel ne apprezzò la fragranza per i suoi profumi. In Cina, invece, alcune qualità di gardenia vengono utilizzate per aromatizzare e profumare il te. Gli indigeni della Guayana e di alcune regioni del Brasile usano i frutti della gardenia per scopo alimentare, così come nell’Africa tropicale adoperano i frutti della pianta per preparare una salsa.
Nel linguaggio dei fiori, la gardenia è il simbolo della gentilezza e dell’amicizia sincera. Avendo, però, una vita breve, nel momento in cui è stata raccolta, rappresenta anche la bellezza fugace.. -
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Bagolaro
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fiori2.
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Non ti scordar di me
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Pothos
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Quercia
Quercia: Varietà
Ricino
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Salice
Sambuco
Sansevieria
Sequoia
Spathiphyllum
Spinacio
Stella di natale
Tabacco
Te
Tulipano
Valeriana
Viola
Vite
Yucca
Zinnia
Zucca. -
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QUALE SIGNIFICATO HANNO I PETALI DELLA STELLA DI NATALE?
La Stella di Natale era coltivata già dagli Indios e Aztechi, per essi era simbolo di purezza e il cui colore rosso intenso rappresentava le gocce di sangue di una dea morta per amore.
L’amore che si nasconde dietro questa pianta continua ad avvolgere il fiore che viene chiamato in modi differenti, ma con lo stesso significato. In Francia, prende il nome di Étoile d’amour (Stella d’Amore) e viene commercializzata per la Festa della Mamma; mentre in Centro-America, prende il nome di Hoja encendida (Foglia infuocata) e simboleggia la passione.
In Italia è arrivata due secoli fa, quando venne usata per adornare la Basilica di San Pietro.
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LA NOCE
La noce è il frutto della pianta che porta lo stesso nome, conosciuto sin dai tempi più antichi e proveniente dalle regioni dell'Asia Occidentale. Il suo nome viene dal latino "Jovis glans" e vuol dire "ghianda di Giove", così chiamata in virtù della bontà e dell'alto valore nutritivo del frutto. Per i Greci, l'albero era denominato "Karya basilica", cioè "noce regale", perché ritenevano che esso fosse stato portato in Europa dai re persiani. Nella ricca mitologia greca, ritroviamo la noce nel mito legato al dio Dioniso e al suo amore per la principessa Caria. Si narra che, un giorno, Dioniso, essendo ospite presso Dione, re della Laconia, si innamorò di una delle sue figlie, la giovane e bella Caria. Le due sorelle maggiori, Orfe e Lico, invidiose delle attenzioni che il dio riservava alla loro sorella, avvertirono il padre. Dioniso, infuriato con loro, dopo averle redarguite più volte, le fece impazzire e le tramutò in rocce. La giovane Caria rattristata profondamente per la loro sorte, poco dopo, ne morì. Dioniso ebbe pietà di lei e la trasformò in un albero di noce, dai frutti fecondi. Quando Artemide annunciò la morte di Caria ai Laconi, essi le eressero un tempio e posero al suo ingresso delle statue scolpite in legno di noce che raffiguravano delle figure femminili, le "Cariatidi". Le Baccanti, sacerdotesse di Dioniso, erano solite danzare attorno ad un albero di noce, sacro al dio, e da qui nacque la leggenda delle streghe e delle loro riunioni notturne che si svolgevano sotto il noce, nella notte di San Giovanni. La leggenda ebbe, probabilmente origine presso Benevento, dove vi era il "noce stregato" più famoso del mondo. Fu qui che il vescovo Barbato, dopo essersi imbattuto in una di queste celebrazioni pagane, fece sradicare l'albero, il quale, però ricrebbe e le riunioni continuarono, fin dopo il 1600, quando il noce originario morì.
Una caratteristica dell’albero di noce è che nelle sue vicinanze non crescono altre piante. Nell’antichità, questa circostanza fu associata alle stregonerie che si svolgevano intorno al noce, ma la spiegazione logica è che le sue radici e le sue foglie, contengono una sostanza tossica, la juglandina, capace di far morire le altre piante.
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