La panchina di Mariella Forever

FRUTTA PIANTE FIORI DALL' A ALLA Z

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    Amarillide



     
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    Carota (Daucus carota)



    Caratteristiche generali

    La carota è una pianta erbacea della famiglia delle
    Umbrelliferae. Il fusto forma uno stelo fiorale ramificato che termina
    con un’infiorescenza ad ombrella, mentre la radice, lunga da 5 a 20 cm, è
    di colore arancione ed ha forma di cono rovesciato. La radice è l’unica
    parte commestibile della pianta e altro non è se non l’ortaggio cui
    diamo comunemente il nome di carota.


    Varietà esistenti


    In base alla lunghezza le carote vengono suddivise in:

    • Corte
    • Mezzane
    • Lunghe

    Mentre in base all’epoca di raccolta distinguiamo:

    • Carote precoci
    • Carote medie
    • Carote tardive

    Fra le varietà più comuni troviamo:

    • Carota comune di Napoli (lunga)

    • Carota flakkee (precoce)

    • Carota grelot (corta e precoce)

    Stagione e diffusione


    La carota cresce allo stato spontaneo in Asia, Europa e
    Nord-Africa, zone dove è ugualmente coltivata. Poichè coltivata in serra
    è disponibile tutto l’anno, ma in realtà si tratta di un ortaggio
    tipicamente estivo.



    Principali impieghi in cucina


    Le carote possono essere consumate sia crude che cotte (la
    cottura non ne altera le proprietà nutritive). E’ ottima cruda in
    insalata o cotta al vapore. E’ spesso un ingrediente fondamentale per
    zuppe e minestroni e viene usata per la preparazione di dolci, zuppe e
    puree.


     
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    Nome scientifico: Coffea

    Famiglia: Rubiaceae

    Origine: Caffa (Etiopia)

    Pianta perenne che può raggiungere anche i 10 metri di altezza; nelle piantagioni viene mantenuta alta 2,5 metri con forti ramificazioni primarie e secondarie; le foglie sono semplici, opposte, ovali, verde scuro, lucide, ondulate ai margini, persistenti o caduche secondo le specie; i fiori sono stellati, bianchi o crema, profumati, imbutiformi, raccolti in grappolo all’ascella delle foglie; il frutto è una drupa, rossa, molto simile ad una ciliegia che contiene uno o due noccioli di consistenza pergamenacea ciascuno dei quali avvolge un seme con faccia dorsale convessa e ventrale piana e solcata.

    Il terreno di coltura deve essere acido, ricco di humus; la temperatura non deve scendere sotto ai 20 gradi; la pianta richiede elevata piovosità e assenza di vento oltre che esposizione molto luminosa ma non a diretto contatto con i raggi del sole.

    La pianta del Caffè ha una vita biologica lunga, vive in media trenta anni ma la produzione delle bacche è di molto inferiore: comincia ad entrare in produzione a partire dal quarto anno di vita per aumentare gradualmente fino all’ottavo anno, dopo di che si mantenne costante fino al dodicesimo per poi cominciare a decrescere.

    La propagazione del caffè avviene per semina nel mese di marzo in una composta prevalentemente acida, formata da 2/3 di torba e 1/3 di sabbia; la temperatura deve essere mantenuta elevata (27-30 gradi) in un ambiente molto umido; anche la talea è un ottimo mezzo di propagazione: in estate si prelevano dai getti laterali più vigorosi, propaggini di 15 centimetri con una porzione legnosa alla base e si fanno radicare in una composta di torba e sabbia in un ambiente umido.

    La bevanda ricavata dai chicchi di caffè ha un’azione stimolante sul sistema nervoso centrale, sull’apparato circolatorio e sulla peristalsi intestinale per i suoi vari contenuti tra i quali il principale è la caffeina.

    La bevanda che si prepara per infusione, dopo un’opportuna tostatura, si diffuse da i paesi arabi e di qui in Occidente dove la prima tappa fu Venezia (secolo XVI).

    Il piacere di una buona tazzina di caffè fece sorgere da subito, e in seguito si moltiplicarono con enorme rapidità, i locali pubblici dove si sorbiva la bevanda e, soprattutto nell’Ottocento, i Caffè furono luoghi di incontro e centri di vita culturale e politica.

    In commercio il caffè si trova macinato o in grani; sono venduti anche prodotti che hanno subito una lavorazione come il caffè solubile, prodotto che si scioglie immediatamente in acqua calda e che viene ottenuto essiccando l’infuso di caffè; il caffè liofilizzato ottenuto mediante la sottrazione dell’acqua dall’infuso di caffè pur conservando inalterati aroma e gusto; il caffè decaffeinato, prodotto privo di caffeina allo scopo di attenuare le proprietà nervine del caffè.

    L'espresso, ci fa piacere ricordarlo, è nel mondo un riconosciuto ed apprezzato emblema del Made in Italy.

     
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    NOME SCIENTIFICO:

    Myrtus communis

    FAMIGLIA:

    Myrtus communis

    Il suo nome sembra che derivi da Myrsine, mitica fanciulla dell' Attica, uccisa da un giovane invidioso per essere stato battuto da lei nei giochi ginnici e trasformata da Pallade in arbusto. Era inoltre sacro a Venere perché la dea dopo essere nata dalle acque del mare di Cipro, si era rifugiata in un bosco di mirto. Era considerata una delle piante simboliche di Roma, tant'é che nel Foro vi era un’antica ara consacrata a Venere Mirtea. Tutte le sue parti possono essere utilizzate in olii essenziali e sostanze aromatiche, ha proprietà balsamiche. I suoi frutti sono commestibili e vengono utilizzati sia nella liquoristica che per aromatizzare cibi freschi e conservati. Il liquore di mirto è dolce, genuino per l'assoluta mancanza di conservanti e coloranti, ed ha particolari proprietà digestive. E’ una pianta che cresce spontanea nelle “macchie”, ma è anche coltivata in molte forme come pianta ornamentale. E’ l’arbusto caro ai poeti; i Greci lo offrivano ai morti ed Elettra lo richiedeva per l’anima di suo padre, Agamennone. E’ simbolo di gloria e di amore felice, se ne facevano corone per gli eroi e per le spose. Nell’Antico Testamento è ricordato perché in Israele si intrecciavano ghirlande di mirto da offrire alle giovani donne quando si sposavano. In molti cerimoniali religiosi il legno di mirto si bruciava come l’incenso. E’ presente nel giardino italiano e giardino arabo. E’ una pianta che cresce spontanea nelle “macchie”, ma è anche coltivata in molte forme come pianta ornamentale. I suoi olii vengono usati per curare malattie dell’apparato respiratorio. L’acqua di Mirto distillata serve come cosmetico con il nome di acqua d’angelo o acqua angelica

    DESCRIZIONE:

    Il mirto, detto comunemente mortella, è un elegante arbusto sempreverde, non spinoso e dal portamento compatto, che raggiunge facilmente i due metri d'altezza. Benché gli appartenenti alla sua famiglia siano migliaia, il mirto è l'unico componente delle mirtacee ad essere presente in Europa, gli altri esemplari sono infatti diffusi in Australia e nelle regioni tropicali.

    FOGLIE: Le graziose foglie del mirto, coriacee e persistenti, sono di forma ovate o ovato-lanceolate e hanno margine intero; le loro dimensioni si aggirano attorno ai quattro centimetri di lunghezza e il loro verde è particolarmente brillante. Quando vengono schiacciate, o frantumate, le foglie di questo arbusto emettono una gradevole fragranza che rievoca il profumo dell'arancio ed è dovuta alla presenza del mirtenolo, un olio dotato di proprietà balsamiche.

    FIORI: I fiori bianco crema, dotati di vistosi stami dorati, sbocciano da giugno a settembre, sono solitari, molto leggeri d'aspetto, semplici di forma, deliziosamente profumati.

    FRUTTI: I frutti del mirto maturano in autunno, sono piccole bacche ovoidali di colore nero-violaceo e di consistenza carnosa che risultano gradite agli uccelli.

    HABITAT:

    L'Asia e l'Africa sono probabilmente le terre d'origine del mirto, ma oggi esso è spontaneo in quasi tutta l'area mediterranea, dal livello del mare fino a circa 500 metri d'altitudine. Il mirto prospera ove il clima è mite, sopporta bene la siccità ma teme il gelo; predilige un substrato sabbioso, ben sciolto e permeabile. Questo arbusto dall'aspetto decisamente decorativo può venire coltivato anche in vaso.

    COLTIVAZIONE:

    ESPOSIZIONE: Il mirto ama il sole e desidera un'esposizione aperta e arieggiata. Dove le temperature invernali scendono al di sotto dello zero il mirto va messo a dimora in posizione riparata o va protetto nei mesi più freddi.

    RIPRODUZIONE: La moltiplicazione del mirto avviene solitamente per margotta; un altro valido sistema riproduttivo, da applicare nel periodo estivo, consiste nello staccare talee di rami dell'anno. Chi invece vuol procedere alla semina può farlo in settembre, usando un substrato ricco e leggero.

    CRESCITA: Le nuove piante, comunque ottenute, si mettono a dimora nel secondo anno e finché sono giovani è importante innaffiarle con regolarità. Un'altra necessaria cura iniziale consiste nell'ombreggiare le piantine con stuoie nei primi mesi dopo la messa a dimora. I cespugli di mirto sopportano di venire potati in forme obbligate.

    RACCOLTA: I fiori si raccolgono in luglio-agosto, nel momento in cui sbocciano; le foglie durante tutto l'anno; le bacche in autunno.

    CONSERVAZIONE: Fiori, foglie e bacche, dopo averli essiccati al sole, si conservano in scatole dotate di una buona chiusura.

    PROPRIETA':

    IN CUCINA: Le foglie e le bacche del mirto sono molto usate, in tutta l'area mediterranea, per insaporire i piatti di carne e pesce. Un altro uso del mirto consiste nell'impiegarlo per aromatizzare vini e liquori.
     
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    L’Oleandro




    <ins style="display:inline-table;border:none;height:60px;margin:0;padding:0;position:relative;visibility:visible;width:468px"><ins id="aswift_1_anchor" style="display:block;border:none;height:60px;margin:0;padding:0;position:relative;visibility:visible;width:468px">


    L’Oleandro (Nerium oleander), è un arbusto perenne
    sempre verde originario dell’area mediterranea, e appartenente alla
    famiglia delle Aponynacee. Presenta foglie sempreverdi, cuoiose e
    lanceolate, i fiori sono semplici e situati in cima all’apice dei rami,
    sono di colore rosa ma ne esistono anche varietà gialle, bianche, lilla e
    dai fiori doppi. Fiorisce in primavera fino all’autunno inoltrato.


    Il clima perfetto per quest’arbusto è quello temperato, resiste al
    freddo ma non al gelo intenso, infatti deve essere posizionato in luoghi
    caldi ed esposti al sole.



    È considerata una pianta ornamentale, può essere piantata a terra nei giardini o nel vaso, cresce in terreni apparentemente asciutti ma in realtà ben umidi nel sottosuolo, e può raggiungere i 5 m di altezza.

    In estate si consiglia perciò di non annaffiare eccessivamente per
    ottenere molte fioriture, durante il periodo invernale l’irrigazione
    deve essere ridotta al minimo soprattutto nelle regioni più umide.


    L’oleandro non necessita particolari cure, si può
    concimare con un normale fertilizzante settimanalmente e potare le cime
    per ottenere una maggiore crescita e infoltimento.


     La moltiplicazione si può effettuare per talea
    in estate, si procede tagliando da un oleandro dei rametti lunghi 10 –
    15 cm, mettendoli in vasetti con sabbia e torba, ponendoli in un luogo
    fresco annaffiando regolarmente. Rinvasare la talea in contenitori più
    grandi durante l’anno man mano che il nuovo oleandro si sviluppa per poi
    metterlo a dimora l’anno successivo.

     
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