ALESSANDRO GASSMAN

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  1. -Mariella-
     
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    DOPPIA INTERVISTA SU «a»

    «Mai pagata una ragazza. L'idea che lo faccia chi ci guida ci rattrista parecchio»
    Gassman e Argentero

    : vorremmo una donna come premier, questa sarebbe una cosa straordinaria»

    Una riflessione amara. «Non perdono più tempo a leggere cinquanta libri, non passano più notti insonni per superare un esame universitario... Dicono: ho due gambe belle, due tette perfette...». Alessandro Gassman sembra raccontare una società che cambia. Una società fatta di donne facili. Donne pronte a tutto per il successo, per i soldi, per un posto che conta. Donne che magari scelgono di trasformarsi in escort per garantirsi un’altra vita. E uomini che sempre di più vogliono solo rapporti leggeri, veloci, non impegnativi. Luca Argentero, però, non ci sta. Lo guarda. Lo frena. «Sono generalizzazioni ingiuste. Stiamo parlando di tv o di un fenomeno più complesso? Guarda, non credo che 50 anni fa fosse tanto diverso da oggi. Credo solo che adesso sia tutto più raccontato. C’è la tv, anzi le tv; c’è internet; c’è un mondo più curioso e ci sono più mezzi per accontentare quelle curiosità».

    «MAI PAGATO UNA DONNA» - È mattina e in una saletta silenziosa di un bar nel pieno centro di Roma ascoltiamo le riflessioni di due uomini che comunque credono nelle donne. Che anzi vorrebbero mettere il mondo nelle mani delle donne. Giurano di non averne mai pagata una. Argentero sembra quasi infastidito da quell’ipotesi. «Io a puttane? Per carità di Dio, mai, mai. Sono molto orgoglioso di questa cosa. Non mi sognerei mai di pagare una donna. E l’idea che, invece, lo facciano uomini chiamati a guidare il Paese mi secca, mi infastidisce, mi rattrista anche. Non sopporto più le voci sul premier. Ho chiaro il concetto di libertà, ma vorrei che chi mi rappresenta fosse più... Capisce? Stare lì ti impone uno stile, una condotta, una sobrietà. Lo dico con una sola parola: decoro». Alessandro Gassman ascolta. Annuisce. Poi allarga quel ragionamento. «Nemmeno io ho mai pagato una donna. Il mestiere più antico del mondo può esistere solo se sono le donne a decidere di farlo. Sarei per la riapertura delle case chiuse, un modo per strappare tante poverette dalle mani di sfruttatori senza scrupoli. E magari anche perché questo mi fa pensare a papà: la sua prima volta fu in un bordello».
    Luca Argentero
    Luca Argentero

    «NON C'E' UN MONDO DI ESCORT» - Parliamo a lungo e i temi si accavallano. Alessandro si lamenta di un fastidioso mal di gola e butta giù un bicchierone di spremuta d’arancia; Luca racconta di una fastidiosa sciatalgia («Ho la chiappa destra indolenzita», confessa sorridendo) e guarda l’ora perché l’attende l’ennesimo massaggio. Ma c’è sempre tempo, per parlare di donne, magari prendendo spunto dal film che uscirà a giorni, La donna della mia vita, di Luca Lucini. Sono loro i protagonisti: Luca e Alessandro. E poi c’è Lei. «Una che riesce a far perdere la testa a uno pieno di problemi come me», racconta Argentero. «Una che irrompe in un rapporto stanco, logorato dal tempo», svela Gassman. E allora la donna escort? Il sesso al posto di vestiti e gioielli? Argentero sembra quasi offeso. «La signorina leggera c’è sempre stata. Non c’è una nuova tendenza. Non c’è un mondo di escort». È Gassman però a frenarlo ancora. «Luca è pericoloso. Il suo esempio è pericoloso. Viene dal Grande fratello ed è il simbolo di un’equazione: vado al reality e faccio cinema. Ecco quello che mi fa davvero incazzare: la premeditazione. È pensare: sono alta, sono bella, sono figa e dunque arrivo. È un sistema diffuso, troppo diffuso».
    Harry Potter
    Harry Potter

    «UNA DONNA COME PREMIER» - La verità però va cercata. Con il passare dei minuti è tutto più chiaro: sia Gassman sia Argentero scommettono sulle donne. «Sono più sagge, più determinate, più coraggiose, anche più lucide di noi uomini. Papà lo ripeteva sempre e aveva ragione: sono meglio in tutto, tranne che in una cosa...». Alessandro Gassman, si ferma solo qualche istante. Poi, come in uno spettacolo teatrale, studia il tono più giusto per completare quella frase appena abbozzata. «... Loro non sanno scrivere e raccontare le favole». Luca Argentero lo osserva in silenzio. Poi ride. «Non è vero. Oggi non più: c’è quella del maghetto... Harry Potter, Harry Potter». E allora? Gassman arriva al punto: «Lasciamo a noi uomini il ruolo dei pagliacci e consegniamo alle donne il compito di governare, di guidare... Sarebbe davvero straordinario. A loro il timone, a noi l’intrattenimento». Argentero vira sulle proposte costruttive: «C’è un’Italia in ginocchio, che gira a vuoto... Solo una donna può risollevarla, farla tornare a correre, restituirle speranza. Se oggi avessi un primo ministro donna sarei felice. Sicuramente felice. Anzi, sarebbe quasi una tentazione per rinviare la fuga, provare a vedere se avevo ragione».

    LA TENTAZIONE DELLA FUGA - Scappare? «Io e Miriam parliamo del nostro futuro, delle nostre aspettative. Siamo sposati ormai da più di un anno, vogliamo costruire una famiglia e stiamo seriamente valutando se costruirla qui o se andarcene. Scappare a Londra. Scommettere su un Paese che non è il nostro. E guardi non sono orgoglioso della mia verità». Alessandro sembra capirlo. «Ho 13 anni più di Luca e tredici anni fa ero corroso dai suoi stessi dubbi... L’Italia non era in agonia come lo è oggi. Allora mi sono mosso: ho acquistato un piccolo chalet di montagna. Nessun paradiso fiscale, una casetta in una vallata austriaca. Perché solo uscendo dal luogo del disastro si ha più chiara la visione generale. E perché, se si vuole davvero contribuire a trovare una soluzione, si è più utili da fuori che da dentro». All’improvviso la chiacchierata diventa più politica. Argentero prova a farsi capire. «Non mi giudichi: non ho gettato la spugna. Ma ho il dovere di pensare ai figli che avremo. Di interrogarmi. Di scegliere valutando pro e contro. Che sistema scolastico offre questa Italia? Che cultura? Quali servizi?».

    DELUSI DALLA POLITICA - Gassman ammette tutta la sua rabbia. «Vorrei un Paese con la schiena dritta, ma capisco che non l’avrò. La politica mi ha deluso, il Paese mi ha deluso, gli italiani mi hanno deluso, anche Alessandro Gassman mi ha deluso. Sì, mi metto in testa al plotone di sciagurati: i difetti del Paese sono i miei difetti. Tante parole, poca concretezza; sì, sono perfettamente italiano». C’è angoscia per un Paese che non gira. Un’angoscia vera, reale, contagiosa. Allora ci si aggrappa ancora alle donne per allontanare i fantasmi. Per ridare luce a una vita grigia. Gassman ci racconta la notte che sogna. Si vede in un osservatorio astronomico con l’astrofisica Margherita Hack. «Vorrei domandarle delle stelle, dell’universo. Guardare in alto con lei». Magari anche dimenticare Pompei. «Ho visto quel crollo come l’emblema del nostro Paese, che si sta disgregando e sta diventando zimbello nel mondo». Una pausa leggera. Poi ecco l’assoluzione del ministro della Cultura. «Non è Bondi il responsabile. L’idea che questa sinistra sfrutti un episodio così amaro conferma le mie convinzioni: anche il Pd si merita una nuova classe dirigente. Facce nuove, giovani. Un ricambio profondo, vasto. Chi c’è ha stancato.
    Giorgio Napolitano
    Giorgio Napolitano

    NAPOLITANO? UN PADRE SAGGIO - È un botta e risposta tra i due. Gassman: «I politici sono nostri dipendenti, li paghiamo noi. Ma raramente si ha la sensazione che siano al nostro servizio». Argentero: «In parlamento c’è il deserto. Anche nelle istituzioni. Con una sola eccezione: la luce del Quirinale. Ho un rispetto totale del nostro presidente: per quello che dice, per come lo dice, per come si comporta». Gassman: «Napolitano è un padre. Saggio, attento, anche rigido». Argentero: «Ma c’è solo lui. Fatico a parlare di politica quando fatico a rispettare chi nella politica è protagonista». Gassman: «Ormai mi dà fastidio vedere quei sorrisetti sui volti dei politici. Mi verrebbe da dire che cazzo avete da ridere. Non c’è assolutamente nulla da ridere. Per ridere ci siamo noi, i pagliacci. Facciamo questo mestiere e siamo pagati bene per farlo. Ma chi si deve occupare delle cose del Paese...». Argentero: «A me basterebbe che, come in tutti i Paesi seri, chi perde le elezioni vada via, torni a fare il suo mestiere». Gassman: «E poi due legislature. Non di più. Non una vita in Parlamento. Ridateci la possibilità di scegliere chi deve rappresentarci, ridateci le preferenze: è ora di uscire dal sistema feudatario e di entrare nel mondo moderno. Muoviamoci perché oggi io non andrei a votare e come me un pezzo enorme del Paese». Argentero: «Io voto, ma non dico per chi. Non mi piace l’idea di influenzare il pensiero di una diciottenne che leggerà l’intervista e, magari, deciderà di modificare la sua scelta».

    SUI GAY RAZZISMO CHE NON MUORE - Siamo alla fine, cinema e politica si intrecciano. Luca Argentero ha già interpretato la parte di un sindaco gay. Quell’esperienza lo spinge a ragionare, per dire basta alle «troppe domande sulla sessualità», per scandire il suo atto d’accusa: «Se entri dal tuo dentista non ti domandi se è gay o se etero. Perché uno se lo dovrebbe chiedere rispetto a un politico?». Gassman interviene: «È un razzismo duro a morire. Con Ferzan Ozpetek sono stato un omosessuale. Prima di me quel ruolo è stato rifiutato da otto attori più famosi. Avevano problemi a interpretare un omosessuale. Temevano che potesse compromettere la loro carriera. Ma vede, anche questa è l’Italia».

    Arturo Celletti
    fonte corriere della sera
     
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8 replies since 15/2/2010, 08:22   376 views
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