CHRISTOPHER KANE STILISTA

Christopher Kane, stilista femminista «Il mio boss? Mia sorella»
Ultimo di cinque figli, è tra i designer più promettenti del Regno Unito. Il suo segreto? Le donne, da Donatella Versace ad Anna Wintour. «Non capisco chi si fa i selfie»



Christopher Kane, classe 1982, scozzese di Newarthill, North Lanarkshire, poco meno di 7 mila abitanti, giusto una chiesa, un paio di pub e una via dove c’è tutto, dal dentista al veterinario, dalla banca allo store. Né New York, né Londra o Parigi: lo stilista fra i più promettenti del Regno Unito è cresciuto lì. Quinto di cinque fratelli, padre ingegnere e madre casalinga. E poi quel sogno, complice l’inseparabile sorella Tammy, di vestire le donne. Non ci si stupisca se la sua collezione di fine corso alla Saint Martins andò direttamente in vendita da Harrods, nel 2006. E che tutto arrivò velocemente — le collaborazioni con Manholo Blanik o Top Shop, la fiducia di Donatella Verace che gli diede in mano Versus (dal 2009 al 2014), il successo della sua linea da subito (2006) e l’entrata nel gruppo Kering — c’era e c’è voglia di esserci.


Solo dieci anni di moda ma è già difficile restare dietro al suo curriculum.
«Dopo 10 anni di moda riesco, nonostante l’ambiente sia diventato più difficile e veloce e stressante, amo e adoro tutto. E poi ho un team fantastico che mi permette di focalizzarmi sulla creatività».
Giù dalla torre del fashion system chi, o cosa, butterebbe?
Ride. «Nel nostro ambiente tutti sudiamo e fatichiamo e lavoriamo tantissimo. Ci facciamo molte domande e cerchiamo sempre delle risposte. Ci chiediamo con ossessione quali siano le novità e non perdiamo occasione per aggiornarci. Siamo insomma molto e molto appassionati. No, non butterei giù nessun. E poi io dico sempre che se odi una cosa oggi magari l’amerai domani».
Di lei parlano bene, sempre, tutti. Ma se arrivasse una recensione negativa al suo show?
«Lavoro così duro che non ci bado. Succede. E rischi di distrarti se ti impunti. Meglio cercare di capire. E comunque io odio quando le persone sono negative e si lamentano e si arrabbiano e vedono nero. Preferisco sorridere».
Passa per essere molto riservato, ma nell’era dei social come fa?
«Ho sempre preferito un po’ di mistero intorno a me. Ma ora che sono diventato una figura pubblica sto imparando a muovermi. La mia vita fuori e il mio fidanzato (che è italiano, ndr) restano una cosa privata. Non sono così narcisista e non prendo me stesso così seriamente. Mi diverto come tutti ma, onestamente, non capisco perché la gente si faccia sempre i selfie: sei così famoso? Sei così bello? E se lo sei, cosa ti importa? Preferisco condividere altre meraviglie: foto di fiori per esempio o paesaggi».
Accanto a lei c’è un’ombra che la segue ovunque, Tammy Kane.
«Mia sorella non è solo stilista ma anche manager, è lei che coordina i miei impegni: è il mio boss, praticamente. È tutto per me, fin da quando eravamo piccoli (ha 5 anni in più di me). Sono fortunatissimo e tanti mi invidiano questo legame ma senza di lei e la mia famiglia non c’è l’avrei mai fatta. Aggiungo che le donne sono state importantissime nella mia vita. Tutte bellissime persone: penso a Tammy ma anche a mia madre, che non c’è più e mi manca tanto, a Donatella (Versace, ndr) o Anna (Wintour, ndr).
Ma se fosse, sposerebbe una donna come Anna Wintour?
«Certo che sì. Ciò che mi dà fastidio è quando la gente dice che una donna è una stronza solo perché è in una posizione di potere. Mentre se sei un uomo potente ti stimano e basta. Basta con questi stereotipi. Se arrivi è perché hai lavorato tanto. E se debbo definirmi un femminista, bene. Ci vorrebbero più donne presidenti e se Hillary Clinton ce la farà sarà una cosa bellissima».





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