La panchina di Mariella  Forever

Posts written by beatofpleasure

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    Le stesse libertà a cui non avrebbero diritto manco loro, essendo clandestini
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    Ho letto pochi secondi fa al televideo che in Europa cresce la variante indiana, spero sia solo una bufala
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    All' inizio mi faceva piacere guardare il Grande Fratello per le prime edizioni in quanto era una cosa nuova per me e all' inizio ci poteva stare: il tempo di qualche anno già mi aveva stancato però! E intanto mamma pur sapendo la robaccia che fanno su canale5 è fissata che deve stare sul cinque solo perchè non è quattro nè sei! Non capirò mai sta mentalità assurda
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    Adesso li voglio vedere, gli ambientalisti dei miei stivali a prendersela con i poveri pescatori che fanno soltanto il loro lavoro perchè secondo loro sono responsabili del dimezzamento della fauna ittica
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    La scadenza a giugno. 'Poi vedremo quello che succederà'. La Regione Lazio ha esaurito tutti gli slot disponili a maggio per Pfizer

    Per il momento la Commissione Europea non ha rinnovato il suo contratto per i vaccini anti-Covid sviluppati da AstraZeneca oltre la scadenza dell'attuale contratto, prevista alla fine di giugno. Lo ha detto il commissario al Commercio interno europeo Thierry Breton su France Inter.

    "Non abbiamo rinnovato l'ordine dopo giugno - ha sottolineato -. Vedremo cosa succederà".

    Ai microfoni di France Inter, Breton non ha espresso critiche nei confronti del vaccino AstraZeneca, che ha invece definito "un vaccino molto interessante e molto buono", soprattutto "per le condizioni logistiche e le temperature" cui può essere conservato. Ora, ha sottolineato tuttavia Breton, "abbiamo iniziato con Pfizer a lavorare con la seconda fase e i vaccini di seconda generazione".

    Intanto la Regione Lazio ha "esaurito gli slot disponibili per la prenotazione del vaccino Pfizer per il mese di Maggio, prenotate tutte le dosi disponibili. Sono disponibili ancora per il mese di maggio 100 mila slot di prenotazione per il vaccino AstraZeneca e il monodose di Johnson e Johnson". Lo comunica l'Unità di Crisi Covid della Regione Lazio. "Ricordiamo che tutti i vaccini sono sicuri ed efficaci" aggiunge l'unità di crisi regionale.
    Fonte
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    Kamen aveva 59 anni. A dare la notizia della sua morte, oggi, l’amico e collega Boy George. La sua malattia era stata resa pubblica su Instagram nel 2018

    Non c’è un ex teenager degli anni’80 che non se lo ricordi: le ragazzine perché impazzivano di fronte a quell’Elvis di ritorno e i ragazzini di quell’età dell’oro del consumo perché avrebbero voluto sfilarsi i pantaloni con la sicurezza di lui. Il fotogramma della pubblicità dei 501 della Levis con Nick Kamen (l’Elvis di ritorno) è decisamente il fotogramma di quel periodo. E quegli ex teenager diventati adulti devono essersi sentiti decisamente invecchiati alla notizia della sua morte: Nick se ne è infatti andato a 59 anni per un tumore da cui era affetto da tempo.
    E la notizia è stata data da un altro protagonista di quel tempo, Boy George, che di Kamen era amico e sodale. Ma se lascia questo mondo terreno oggi, di fatto Kamen se ne era andato da almeno trent’anni, rimanendo per tutti l’eterno giovanotto della lavanderia retrò dello spot: perché il modello poi divenuto cantante, dopo la delusione di un album non riuscito, era proprio sparito nel nulla, salvo sporadiche apparizioni sui tabloid inglesi. Probabilmente risucchiato via dagli incipienti Novanta che di estetismi consumistici non ne volevano sapere più. Prima però, Nick era stato molto, molto celebre.
    Nato a due passi da Londra, da famiglia piccolo borghese, aveva appunto intrapreso la carriera da modello, aiutato da quei tratti che gli derivavano da un bel melange etnico, birmano, olandese, irlandese. Dopo aver imperversato per la ruggente Soho di quegli anni insieme al fratello Barry, anch’egli sulle passerelle, lo spot gli diede dunque fama planetaria e di lui si accorse anche Madonna, allora bad girl dominatrice ancor più di oggi. Che, sapute le sue qualità canore, decise di produrgli il primo singolo, Each Time You Break My Heart,scrivendoglielo pure. Immerso in questo revivalismo anni 50 e 60 (nello spot indimenticabile fu l’accompagnamento sonoro di Marvin Gaye con la splendida I Heard it Through the Gravepine), Kamen pubblicò il suo primo album eponimo nel 1987, pescando a piene mani proprio in quel repertorio, da Sam Cooke ai Four Tops.
    Se Madonna smentì di avere una relazione con lui, extraconiugale in questo caso, visto che all’epoca stava con un gelosissimo Sean Penn (che non lo vedeva infatti di buon occhio), intanto lo accompagnò anche nel suo secondo lavoro, Us, dove partecipò ai cori di Tell Me, altra canzone assai orecchiabile, di cui però ancor più famoso fu il video, con un Kamen languido come non mai, consacrato a questo punto a indiscutibile sex symbol dell’epoca. L’onda Nick continuò a cavalcarla anche col terzo, con quella I Promise Myself che sarebbe diventata un piccolo standard per diverse band a venire. Poi però Kamen decise di fare da solo, di diventare più riflessivo e meno pop col suo ultimo lavoro Whatever, Whenever: risultati modesti, addio star system e addio sex symbol, sparito alla Battisti senza essere Battisti, ma senza neanche indugiare in reality di risulta o accrocchi di meteore formato televisivo. In incognito fino alla morte insomma, così da rimanere per sempre il ragazzotto della lavanderia.
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    Edited by -Mariella- - 6/5/2021, 06:19
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    Ma sarebbe pure ora! Veramente che non se ne può più di tutti questi reality ebbasta!
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    CITAZIONE (-Mariella- @ 3/5/2021, 07:28) 
    :vignetta2_84: :vignetta2_84: ciao Andrea

    :panchinacolazione_6: :0_forevermariella_60:
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    Non so perchè, ma mi ricorda tanto il cosiddetto ''Bel Paese'' negli ultimi due anni :rolleyes:
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    Gara di solidarietà tra i massimi esponenti della politica italiana nei confronti di Fedez dopo lo scontro con la Rai per il discorso tenuto al concertone del 1 maggio. A schierarsi dalla parte del rapper e marito di Chiara Ferragni è il segretario del Partito Democratico Enrico Letta, intervistato da Radio24: "Ci aspettiamo parole chiare da parte della Rai, di scuse e di chiarimento. Voglio ringraziare Fedez perché il fatto che una persona come lui parli di questi temi con la forza con cui ne ha parlato lui rende possibile rompere i tabù per i quali sembra che non si possa parlare di diritti perché siamo in pandemia, che non si possa parlare di temi legati al ddl Zan perché siamo in una fase in cui l'uscita dalla pandemia ci obbliga a occuparci solo di queste questioni”. "Noi - ha sottolineato - ci occupiamo di pandemia, riaperture e occupazione, ma non vuol dire che non si debbano fare battaglie per i diritti. Io sono grato - conclude Letta - a Fedez per le parole molto forti che ha usato ieri e che condividiamo in pieno”.
    In un post su Facebook Luigi Di Maio, ministro degli Affari esteri, ha sposato la linea del Pd: “Conosco Fedez da tempo, oltre ad essere un cantante di grande talento è una persona che in tutto quello che fa ci mette sempre il cuore. Ogni artista deve avere la possibilità di esibirsi liberamente, esprimendo le proprie idee e mostrando la propria arte. La musica è qualcosa di profondo che molto spesso ci permette di capire e affrontare problematiche legate alle persone e alla nostra società. La musica è libertà, trasmette emozioni e ci aiuta a comprendere, analizzare, maturare. Penso che il rispetto sia la cosa più importante e stia alla base di tutto, significa saper accettare le critiche e le idee diverse dalle nostre. E un Paese democratico - accusa il volto noto del Movimento 5 Stelle - non può accettare alcuna forma di censura".
    Il tema dell'alleanza tra Pd e M5S è stato uno degli altri argomenti dell'intervista di Letta su Radio 24, al ’Caffe della Domenicà di Maria Latella: "Intesa con Conte? Noi sappiamo che dovremo fare alleanze, nessuno può governare da solo. Lo faremo con chi è più compatibile con i nostri programmi, queste compatibilità le abbiamo già verificate con il M5S e proveremo a portarle avanti. È impossibile, sottolineo, che si possano invece trovare compatibilità con Salvini e Meloni. Sarà un percorso che durerà nei prossimi mesi, proveremo a costruire un campo largo di forze politiche, ma ora il nostro primo impegno è a disposizione del governo Draghi, poi lavoriamo anche alla costruzione del programma del 2023.

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    Se confermano loro che sono lo stato, vuol dire che mamma Rai stavolta ha cannato al centoeuno percento!
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    Come avevamo previsto, con l’insediamento del governo Draghi si è consumato definitivamente il passaggio a una forma di governo che potremmo definire tranquillamente “post-democrazia”. Il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, redatto in gran segreto dai super tecnici, è stato presentato all’accozzaglia politica che sostiene il Governo con un’unica scelta: prendere o lasciare.

    Con buona pace dei soloni della “Costituzione più bella del mondo”, ai prossimi governi è stata lasciata la “libertà” di muoversi dentro dei paletti molto rigidi, che sono quelli imposti dalle leggi della "merce". Come diceva già il sociologo Max Weber (che non era certo marxista), siamo in una "gabbia di ferro", ma oggi è peggio e le sbarre sono invisibili

    In questo contesto la funzione stessa del Governo, delle sue emanazioni territoriali e degli apparati statali è ridotta alla gestione dell’ordine pubblico. Non ci sono sostanziali differenze tra gli attori politici che si sono succeduti al governo negli ultimi anni. Non si esce da una visione interna alle politiche neoliberiste responsabili della feroce crisi in atto, non ci sono segni di riforme sociali, la sola preoccupazione è quella di rimettere in sesto una macchina fatta per produrre profitti e che ora si è inceppata. Contro le resistenze e le opposizioni la ricetta è sempre la solita: repressione, criminalizzazione di ogni forma di dissenso e circoscrizione della rappresentanza a organismi fidati e centralizzati (vedi rappresentanza sindacale appaltatati in esclusiva ai confederali).

    Questo non si significa che tra le varie bande che occupano lo spettro parlamentare, dal PD alla Meloni, non sia in corso un’aspra battaglia fatta per spartirsi i soldi del Recovery. Si tratta però di una spartizione di prebende, che lascia inalterata l’architettura del sistema di governance deciso a Bruxelles.

    Insomma, potremmo dire che il neoliberismo è uscito rafforzato dalla crisi epidemica di Covid 19, utilizzando le tanto vituperate istituzioni pubbliche per rafforzare la presa sulle vite di tutti noi.

    In questo contesto non possiamo permetterci di perdere tempo!

    Dobbiamo cercare di organizzare reti di resistenza, mettere insieme soggettività militanti e iniziare di nuovo a fare interventi su realtà di fabbrica e di quartiere.

    Come ci insegna Gramsci: ottimismo della volontà, pessimismo dell’intelligenza.

    (Nei prossimi giorni entreremo nel merito dei diversi provvedimenti)
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