La panchina di Mariella  Forever

Posts written by beatofpleasure

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    Ma anche no :lol:
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    Proprio a questo stavo pensando ieri mattina :lol:
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    Meglio un governo di Fratelli d' Italia, che l' ennesimo governo di colazione o di scopo!
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    Non è il governo tecnico che mi preoccupa, ma che sarà un governo tecnicamente di tutti: alla fine chi manca? Soltanto la Meloni, per il resto ci sta addirittura questo neo-gruppo di europeisti

    Così facendo si rischia ancora prima la crisi di governo per il semplice fatto che non siamo tutti uguali, e ogni volta che non si va d' accordo su qualcosa è quella buona per dimettere i propri ministri e tornare all' inizio!
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    Secondo me finirà per cadere pure questo, di governo
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    Chissà perchè...
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    Il Garante: «Ci saranno verifiche sull'età»

    Tik Tok adotterà misure per bloccare l'accesso agli utenti minori di 13 anni e valuterà l'utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale per la verifica dell'età. Inoltre, lancerà una campagna informativa per sensibilizzare genitori e figli. È quanto ha comunicato la piattaforma di video sharing al Garante della protezione dei dati personali, dopo il provvedimento di blocco imposto nei giorni scorsi dall'Autorità. L'Autorità si è, in ogni caso, riservata di verificare l'effettiva efficacia delle misure annunciate.
    Fonte


    Ci avessero pensato prima sarebbero state risparmiate centinaia di vittime innocenti (e anche un po' ingenue) per delle stupide sfide che tutto sono tranne che giochi -_-
    Vabbè, meglio tardi che mai :ciao:
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    Birmania, colpo di Stato: arrestata Aung San Suu Kyi.
    Lei: “Protestate, non arrendetevi”. Stop a Internet e voli. Usa, Ue e Onu: no al golpe


    Da settimane l'esercito denunciava frodi avvenute alle elezioni dello scorso novembre, vinte in modo schiacciante dalla Lega nazionale per la democrazia (LND), partito di Aung San Suu Kyi. Proclamato stato di emergenza per un anno: al termine, fanno sapere i militari, ci sarà il voto. Farnesina: "Volontà popolare sia rispettata". Ambasciata Usa a Yangon: "Rischio di rivolta civile"
    Chiede alla popolazione di resistere e di non accettare il colpo di Stato, mentre tutti i poteri in Myanmar sono stati trasferiti al generale Min Aung Hlaing, che guida delle forze armate. Il capo del governo birmano e premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi è stata arrestata dalle forze armate insieme a vari funzionari governativi e leader della società civile, in un golpe ordito dall’esercito a seguito del quale la presidenza ad interim affidata al generale Myint Swe, che era uno dei due vicepresidenti in carica. La presa del potere da parte dei militari arriva dopo settimane logoranti e difficili, in cui l’esercito denunciava le frodi avvenute alle elezioni legislative dello scorso novembre, vinte in modo schiacciante dalla Lega nazionale per la democrazia (LND), partito di Aung San Suu Kyi. Con il pretesto della pandemia di coronavirus, le elezioni “non sono state né libere né eque”, ha dichiarato in conferenza stampa la scorsa settimana il portavoce dell’esercito, il maggiore generale Zaw Min Tun, e i militari hanno dichiarato di aver identificato milioni di casi di frode, tra cui migliaia di centenari o minori che risulterebbero tra i votanti. Ma dagli Usa all’Europa, la comunità internazionale chiede il rilascio degli arrestati e il ripristino del governo che si è legittimamente insediato dopo il voto.
    Aung San Suu Kyi: “Non arrendetevi al golpe”. Internet bloccato – Gli arresti sono avvenuti poche ore prima della riunione inaugurale del Parlamento recentemente insediato. “Esorto la popolazione a non accettare il colpo di Stato, a rispondere e a protestare con tutto il cuore contro il colpo di Stato dei militari”, ha fatto sapere Suu Kyi in una dichiarazione diffusa dal suo partito, secondo quanto riporta la Bbc, mentre l’esercito birmano ha annunciato di volere indire nuove elezioni “libere e regolari” alla fine dello stato di emergenza di un anno. Intanto, in queste ore, il Myanmar è bloccato: sono state chiuse le banche e sospesi i servizi di prelievo automatici fino a nuovo ordine, e anche Internet è bloccato. “Le interruzioni delle telecomunicazioni – osserva la società Netblocks – sono iniziate circa alle 3 di lunedì mattina, ora locale e hanno avuto un impatto il tutto il Paese, compresa la capitale. Probabilmente, per questo motivo, sarà difficile seguire gli eventi che si stanno verificando in queste ore”. Bloccati anche tutti i voli passeggeri: l’ambasciata Usa ha scritto su facebook che la strada verso l’aeroporto internazionale a Yangon, la città più grande del Paese, è stata chiusa lunedì e su Twitter comunica che “secondo le notizie, tutti gli aeroporti del Myanmar sono chiusi”. La sede diplomatica ha inoltre diffuso una “allerta sicurezza“, avvertendo che “c’è il potenziale per una rivolta civile e politica in Birmania e continueremo a monitorare la situazione”.
    Da Washington e Bruxelles: rispetto del risultato elettorale – Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha condannato fermamente l’arresto dei leader del governo civile in Birmania e ha espresso “grave preoccupazione” per la dichiarazione che tutti i poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, sono stati trasferiti all’esercito. “Questi sviluppi rappresentano un grave colpo alle riforme democratiche in Myanmar”, si legge in una dichiarazione diffusa dal suo portavoce, Stephane Dujarric. Ferma condanna anche da parte di Usa ed Europa che chiedono il rilascio degli arrestati e il rispetto dell’esito elettorale di novembre. Da Bruxelles la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen condanna “duramente il golpe in Myanmar” e sul suo account Twitter chiede il rilascio degli arrestati e che ”il governo civile legittimo deve essere ripristinato, nel rispetto della Costituzione del Paese e delle elezioni di novembre”. Stesse richieste avanzate anche dall’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. e dal presidente del parlamento europeo David Sassoli. In una nota anche la Farnesina, come fatto da Francia e Regno Unito, dichiara che “l’Italia condanna fermamente l’ondata di arresti in Myanmar e chiede l’immediato rilascio di Aung San Suu Kyi e di tutti i leader politici arrestati”, sottolineando che “la volontà della popolazione è chiaramente emersa nelle ultime elezioni e va rispettata. Siamo preoccupati per questa brusca interruzione del processo di transizione democratica e chiediamo che venga garantito il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”.
    Gli Stati Uniti hanno dichiarato invece che “agiranno contro i responsabili se queste misure non saranno revocate”, ha reso noto in un comunicato la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. Il segretario di Stato americano Antony Blinken, da parte sua, ha invitato l’esercito birmano “a rilasciare tutti i funzionari governativi nonché i leader della società civile e a rispettare la volontà del popolo birmano espressa alle elezioni democratiche dell’8 novembre”. Più di una dozzina di ambasciate, tra cui quella degli Stati Uniti e la delegazione dell’Unione Europea, lo scorso venerdì avevano sollecitato la Birmania ad “aderire a standard democratici”, che assieme all’Onu, temevano il colpo di stato, mentre il capo dell’esercito – il generale Min Aung Hlaing – aveva dichiarato che la costituzione del Paese poteva essere “revocata” in determinate circostanze. Non manca anche l’intervento della Cina: il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, ha dichiarato che Pechino è un “vicino amichevole del Myanmar e speriamo che tutte le parti nel Paese possano gestire adeguatamente le differenze nell’ambito del quadro costituzionale e legale”, aggiungendo che è importante “salvaguardare la stabilità politica e sociale”.

    La questione dei Rohingya – Il partito di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991, molto criticato a livello internazionale per la gestione della crisi musulmana Rohingya ma ancora adorato dalla maggioranza della popolazione, ha ottenuto una schiacciante vittoria a novembre. È la seconda vittoria nelle elezioni elezioni generali dal 2011, quando la giunta che ha governato il Paese per mezzo secolo è stata sciolta. L’esercito, tuttavia, mantiene un potere molto importante, avendo il controllo su tre ministeri chiave (Interno, Difesa e Confini).

    Fonte
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    Governo, le dimissioni di Conte. Prima al Quirinale da Mattarella, poi incontro con Casellati

    Il presidente del Consiglio ha lasciato il Palazzo del Quirinale dove ha consegnato le sue dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Conte è uscito in auto da mezz'ora dal suo arrivo. Dopo il Colle, a Palazzo Giustiniani per incontrare la Presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Il premier aveva già comunicato le dimissioni nel CdM di questa mattina. Un CdM che, a quanto si apprende, si è chiuso con un momento "molto affettuoso" e gli applausi dei ministri al premier.

    "Ringrazio l'intera squadra di governo, ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme", avrebbe detto Conte.

    Le consultazioni per la formazione del nuovo governo partiranno domani pomeriggio, ha annunciato il segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti.

    I capi delegazione del M5s Alfonso Bonafede, del Pd Dario Franceschini e di Leu Roberto Speranza avrebbero ribadito in Consiglio dei ministri il loro sostegno a Giuseppe Conte, dopo che il presidente del Consiglio ha comunicato la sua decisione di dimettersi.

    Abbiamo affrontato la pandemia e una delle fasi più difficili della storia repubblicana "al meglio delle nostre capacità e crediamo con molti risultati positivi, grazie alla guida del presidente Conte e al sostegno delle nostre forze politiche", avrebbe detto, a quanto si apprende, Dario Franceschini in Cdm. "Questo cammino ci consente oggi di pensare a questa maggioranza anche in prospettiva, come una area di forze riformiste alleate non solo temporaneamente. Per questo è fondamentale salvare questa prospettiva anche nel percorso della crisi che abbiamo davanti".

    "Credo che il Pd abbia dimostrato di essere un partito di grandissima respnsabilità - così la vicepresidente del Pd Deborah Serracchiani allo speciale Tg1 -, il Pd è unito e c'è bisgno di essere un punto fermo in un percorso strettissimo e complicato. Abbiamo bisogno di rilanciare l'azione di governo e lo abbiamo detto anche prima di questa crisi che è incomprensibile. Il punto imprescindibile è Conte e bisogna allargare e rilanciare l'azione di governo". "Nessuno può mettere veti a nessuno e in politica mai dire mai. La crisi è una battuta di arresto che ci preoccupa imemsamente, e prendiamo atto che lo steso Renzi ha detto che non ci debbano essere veti su Conte. Cerchiamo di fare ragionamenti solidi in tempi brevi".

    Un messaggio arriva ancha dal presidente Cei. La Chiesa "non è di questa o di quell'altra parte - ha detto il card. Gualtiero Bassetti -. Quello che ci sta a cuore è il bene di ogni persona e di ognuno insieme agli altri, quello di cui c'importa è la vita delle persone, quello che sosteniamo è il nostro Paese". "Guardiamo con attenzione e preoccupazione alla verifica politica in corso in uno scenario già reso precario dalla situazione che stiamo vivendo. Auspichiamo che la classe politica collabori al servizio dei cittadini, uomini e donne, che ogni giorno in tutta Italia lavorano in operoso silenzio e che si giunga a una soluzione che tenga conto delle tante criticità".
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