La panchina di Mariella  Forever

Posts written by lionella

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    La pinza pasquale :rolleyes: :rolleyes: mia mamma ne faceva tante x Pasqua, le cuoceva in un forno a legna dove facevano anche il pane, ricordo che prenotavano l'orario x cuocerle, mi ricordo anche il caldo e il profumo del lievito che girava x casa.
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    Quel Travaglio è proprio un travaglio...e noi donne sappiamo cosa vuol dire :lol: :lol:
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    Per non dimenticare mai.....
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    Giustissime tutte e due :8rE9pKY:
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    Sembra l'uvaspina :cry: :cry: :cry:
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    Spaventoso :cry:
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    Friggitrice ad aria, ci sono rischi per la salute? Tutto quello che c'è da sapere

    Ultimamente tantissime persone hanno acquistato e hanno iniziato a utilizzare la friggitrice ad aria. Sul mercato ce n’è per tutti i gusti e per tutte le fasce di prezzo. É facile capire perché sia così allettante. La friggitrice ad aria, infatti, promette di cuocere qualsiasi cosa in maniera veloce e sana, utilizzando piccolissime quantità di olio e rendendo tutto croccante come se fosse stato fritto. Alcuni sostengono addirittura che farebbe dimagrire. Ma è davvero così? Dopo il vino, dovremo dire addio anche a questo?

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    Friggitrice ad aria, le parole dell’esperto
    La friggitrice ad aria è stata accusata di produrre AGE, o prodotti di glicazione avanzata, tossici e legati a malattie come il diabete mellito. Secondo Antonio Caretto, Presidente della Fondazione dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione clinica ADI, “sia la frittura tradizionale che quella ad aria producono AGE, però la friggitrice ad aria meno, secondo i più recenti studi. C’è poi anche una differenza tra cibi. La carne è più soggetta a produzione di Age rispetto al pesce. La produzione varia quindi rispetto all’alimento”. Insomma, i timori sono infondanti.

    Friggitrice ad aria, frittura tradizionale e AGE: come ridurli?
    Sempre secondo Caretto, che lo ha spiegato al Messaggero: “Se dovessimo fare una classifica, la peggiore è la frittura ad olio, poi ad aria, al forno. E poi bollitura, cottura in umido e a vapore, che sono i metodi di cottura da preferire per evitare la produzione di AGE”. Per ridurli e prevenirli, dobbiamo mangiare “prodotti ricchi di antiossidanti naturali, utilizzare nelle nostre preparazioni curcuma e olio di semi d’uva”.

    Friggitrice ad aria, quali sono i cibi più adatti?
    Infine, secondo la nutrizionista Martina Vanda Donegani: “I prodotti che riescono particolarmente bene nelle friggitrici ad aria, massimizzandone i vantaggi, sono quelli di piccole dimensioni che espongono un’ampia superficie riscaldamento, come le patatine fritte (sia fresche sia surgelate), le ali di pollo o pollo a bocconcini, gli anelli di cipolla, gli anelli di calamari. Anche ortaggi come la zucca se tagliati a pezzi piccoli sono particolarmente indicati. Non sono adatti invece l’arrosto, i cibi avvolti in una pastella troppo liquida o i cibi troppo umidi”. Chiaro, no?

    https://www.msn.com/it-it/foodanddrink/not...1ad384ca105a8b8
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    Broccoli e cavolfiori al forno: la ricetta contadina!

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    Broccoli e cavolfiori al forno: la ricetta contadina!
    Gli ingredienti
    Ci servono:

    Broccoli di media grandezza;
    400 grammi di cavolfiore;
    un cucchiaino di sale;
    2 cucchiai di latte;
    una cipolla;
    olio di semi di girasole;
    130 grammi di peperoncini;
    due pomodori; tre uova;
    130 grammi di farina;
    400 millilitri di latte;
    aneto e prezzemolo q.b.;
    150 grammi di formaggio;
    tre cucchiai di maionese;
    tre cucchiai di yogurt;
    due spicchi d’aglio.
    La preparazione
    La prima cosa è prendere i broccoli ed eliminarne i gambi, tenendo quindi solo le cimette. Poi si prende il cavolfiore, si taglia a pezzi grossolani con un coltello e poi si tuffa in una pentola piena d’acqua bollente.

    A seguire si fa la stessa cosa con le cimette di broccolo e poi si aggiusta di sale. Poi si aggiungono due cucchiai di latte e si fa bollire per un paio di minuti.

    Ora si trita al coltello una cipolla e si mette a soffriggere in una padella antiaderente in cui avremo versato un filo di olio si semi di girasole.

    Frattanto scoliamo le verdure e le disponiamo sul fondo di una pirofila rettangolare. Quando la cipolla prende colore, la togliamo dal fuoco.

    Adesso ci dedichiamo ai peperoncini. Li tagliamo per il lungo e poi leviamo il picciolo, dopodiché li tagliamo a fettine col coltello.


    Broccoli e cavolfiori al forno: la ricetta contadina!

    La ricetta di oggi è per una cena incredibilmente semplice e deliziosa. Si tratta di teneri broccoli e cavolfiori cucinati in casseruola: le verdure al forno sono una pietanza sana e leggera.

    Vediamo gli ingredienti e la preparazione.

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    Broccoli e cavolfiori al forno: la ricetta contadina!
    Gli ingredienti
    Ci servono:

    Broccoli di media grandezza;
    400 grammi di cavolfiore;
    un cucchiaino di sale;
    2 cucchiai di latte;
    una cipolla;
    olio di semi di girasole;
    130 grammi di peperoncini;
    due pomodori; tre uova;
    130 grammi di farina;
    400 millilitri di latte;
    aneto e prezzemolo q.b.;
    150 grammi di formaggio;
    tre cucchiai di maionese;
    tre cucchiai di yogurt;
    due spicchi d’aglio.
    La preparazione
    La prima cosa è prendere i broccoli ed eliminarne i gambi, tenendo quindi solo le cimette. Poi si prende il cavolfiore, si taglia a pezzi grossolani con un coltello e poi si tuffa in una pentola piena d’acqua bollente.

    A seguire si fa la stessa cosa con le cimette di broccolo e poi si aggiusta di sale. Poi si aggiungono due cucchiai di latte e si fa bollire per un paio di minuti.

    Ora si trita al coltello una cipolla e si mette a soffriggere in una padella antiaderente in cui avremo versato un filo di olio si semi di girasole.

    Frattanto scoliamo le verdure e le disponiamo sul fondo di una pirofila rettangolare. Quando la cipolla prende colore, la togliamo dal fuoco.

    Adesso ci dedichiamo ai peperoncini. Li tagliamo per il lungo e poi leviamo il picciolo, dopodiché li tagliamo a fettine col coltello.

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    Ora bagniamo le verdure con un filo di olio di semi e poi le mescoliamo, dopodiché ci aggiungiamo il soffritto di cipolla e mescoliamo ancora. Per ultimi vanno aggiunti i pezzettini di peperoncino.

    Ora prendi due pomodori maturi e li sminuzzi al coltello, dopodiché li unisci anch’essi al contenuto della pirofila.

    Ora si rompono le tre uova in una boule, si sbattono con una frusta a mano, si aggiustano di sale e poi ci si aggiungono 5 cucchiai di olio di semi di girasole, sempre sbattendo. Poi uniamo 130 grammi di farina e amalgamiamo per bene. Quindi uniamo anche una prima tazza di latte, mischiamo, e poi aggiungiamo una seconda tazza.

    Ora tritiamo assieme aneto e prezzemolo e poi li aggiungiamo nella boule con le uova, il latte e la farina. Mischiamo e poi versiamo la salsa nella pirofila delle verdure.

    Ora si prende il formaggio (per esempio del parmigiano) e si grattugia in maniera abbastanza grossolana, dopodiché si aggiunge il risultato al contenuto della pirofila.

    Ora non resta che mettere in forno a 180 gradi per quaranta minuti.

    Buon divertimento e buon appetito!

    https://donnaup.it/broccoli-e-cavolfiori-a...etta-contadina/
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    E' difficilissimo, da ex accanita fumatrice posso dire che non si può solo ridurre, bisogna smettere di colpo..... è tanto dura però....
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    Flan di Radicchio e Salsiccia

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    CHE BONTÀ QUESTI SFIZIOSI E SAPORITI FLAN!
    Elegenati e belli da vedere, ma soprattutto di una bontà unica. Questi particolari flan farciti con radicchio e salsiccia hanno veramente conquistato i miei ospiti. Io l’ho portato a tavola come secondo, ma perché li ho abbinati ad un buon prosecco per un apericena homemade.
    Tranquille mamme, anche i più piccoli lo possono mangiare, consiglio in una variante più dolce, ad esempio al posto del radicchio si può utilizzare la carota che li rende più dolci per i bambini. Occhio però a limitarne la frequenza perché è un piatto ricco di sale.
    E voi mamme, li preparerete per le vostre occasioni speciali? Raccontateci la vostra variante nei commenti.

    INGREDIENTI
    400gr di patate (3 patate medie)
    200ml di latte di riso
    noce moscata q.b.
    100 gr di radicchio circa
    130gr di salsiccia
    1 albume
    1 rametto di rosmarino
    1 cucchiaino di olio EVO
    COME PREPARARE IL PURÉ
    – Pela e fai bollire circa 3 patate media per 30/35 minuti, scolale, schiacciale con una forchetta evitando di lasciare dei grumi e rimettile nella stessa pentola.
    – Nel frattempo fai riscaldare 200 ml di latte di riso e appena è bello caldo versalo a filo nella pentola delle patate amalgama il composto a mano con una frusta.

    RADICCHIO: COME PULIRLO
    – Lava e taglia le foglie di radicchio senza eliminare il gambo bianco. La grandezza del taglio è a vostro piacimento, anche grossolanamente oppure bello fino
    – Cuoci il radicchio in una pentola a vapore per circa 10 minuti

    COME CUOCERE LA SALSICCIA
    – La salsiccia va cotta in forno preriscaldato 180° ventilato per circa 20 minuti. Posiziona la salsiccia su una teglia con carta forno. Io vi consiglio di eliminare la pelle e di rendere la salsiccia alla grandezza del ragù.

    COMPORRE I FLAN
    – In una ciotola mischia tutti gli ingredienti: purè di patate, radicchio, salsiccia e aggiungi delle foglie di rosmarino lavate e tagliate e un albume d’uovo
    – Suddividi il composto in circa 8 pirottini di alluminio e fai cuocere in forno 180° ventilato per circa 25/30 minuti (finché non saranno dorati in superficie)
    – Spegni il forno e lascia riposare i flan nel forno spento per una decina di minuti
    – Apri il forno e lasciali freddare nel forno spento e aperto per altri 10 minuti (questi due passaggi servono ad evitare che si sgonfino eccessivamente)

    www.ricetteforkids.blog/ricette/fl...io-e-salsiccia/
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    L’intelligenza artificiale renderà gli esseri umani inutili? No, renderà più evidente l’inutilità di molto lavoro

    Venezia, 1571. La Guerra di Cipro tra la Serenissima e l'Impero ottomano è già iniziata da un anno, e nella Repubblica si cerca disperatamente una particolare figura professionale: i rematori. L'anno precedente era stato funestato dalla perdita dell'isola e di migliaia di rematori a causa di un'epidemia di tifo petecchiale. Ora però si stava delineando una nuova iniziativa militare con la Lega Santa per riconquistare Cipro e non solo. Le galee c'erano, ma appunto mancava il "motore": i cosiddetti "galeotti". E trovarli era questione urgente e vitale.

    Costa pochi €, ma aspira, lava, disinfetta, lucida e profuma
    Ann.
    Neatron
    Costa pochi €, ma aspira, lava, disinfetta, lucida e profuma
    Si potrebbe pensare che nella ricchissima Repubblica Veneziana del 1500 per trovarli sarebbe bastato semplicemente pagare meglio i rematori. Ma non andò così. Si risolse il problema in un altro modo: col sopruso e col raggiro. I gendarmi arrestarono molte persone deboli e indigenti, i magistrati con pretesti li condannarono alle "patrie galere" (anche da qui l'espressione usata tutt'oggi) e gli analfabeti che si imbarcarono per una paga striminzita furono costantemente raggirati e impossibilitati dal lasciare il loro meschino impiego a causa di debiti fittizi sempre crescenti.

    Stati Uniti, 1987. La rivoluzione informatica è iniziata già da quasi vent'anni (Intel brevettò il primo microprocessore nel 1971). La potenza computazionale era in crescita costante, così come l'adozione di computer in quasi tutte le aziende. Anzi, iniziavano anche a vedersi i primi PC, ovvero personal computer nelle case. Fu in quel momento che l'economista premio Nobel Robert Solow affermò: "Si può vedere l'era dei computer dappertutto, tranne che nelle statistiche di produttività". A guardare i dati, infatti, la produttività statunitense negli anni '80 era cresciuta a ritmi più bassi rispetto alle decadi precedenti, passando da circa il 3% degli anni '60 all'1% degli anni '80.
    Nacque così il cosiddetto "paradosso della produttività", che nei decenni ha prodotto moltissime ricerche e discussioni tra economisti e non solo. Anche perché il fenomeno si ripropose negli anni 2010, quando le tecnologie informatiche erano già giunte a piena maturazione e diffusione, minando alla base l'idea che il rallentamento degli anni '80 fosse principalmente dovuto al fatto che ci volesse ancora tempo perché l'intero sistema si adattasse alla rivoluzione in corso. Ancora oggi non c'è una spiegazione chiara e, a dire il vero, nemmeno un vasto consenso sull'esistenza di questo paradosso, ma i dati sono lì da guardare.

    Perché ho raccontato queste due storie? Per evidenziare quello che è, a mio parere, il più grande equivoco legato al lavoro. Quando pensiamo al lavoro pensiamo anzitutto a un fenomeno economico e produttivo. Di conseguenza, crediamo che sia massimamente legato alle leggi della domanda e offerta, e che la tecnologia sia un fattore abilitante e ineludibile di efficienza. Riteniamo, quindi, che il sistema economico e produttivo in cui viviamo sia forse deprimente, forse ingiusto, forse per alcuni oramai persino insensato, ma comunque massimamente efficiente.

    Ecco, non è così. O almeno, non lo è nel grado che crediamo. Perché il lavoro è solo secondariamente un fenomeno economico e produttivo. Esso, infatti, è primariamente un fenomeno sociale e culturale. Noi non lavoriamo tanto o solo per produrre risorse. Lavoriamo anche e soprattutto per rispondere a un bisogno interno di perseguire uno scopo, di incarnare un valore e dare senso alla nostra esistenza, e a un bisogno "esterno" di appartenere a una comunità, e di sentirci apprezzati e riconosciuti dagli altri. Di conseguenza, il lavoro ha una dimensione politica e sociale già di suo importante, ma che in un'economia dove la capacità industriale di produrre beni eccede oramai senza problemi la domanda - tanto che bisogna continuamente incentivarla con la pubblicità e la pressione sociale - sta pure crescendo.

    Ora forse starete pensando che mi riferisco soprattutto al settore pubblico, che è notoriamente inefficiente e pieno di burocrazia inutile. Ma chiunque abbia lavorato in un'azienda, specie se di grandi dimensioni, sa benissimo che al suo interno ci sono molti lavoratori, per non dire interi dipartimenti, la cui utilità è quantomeno dubbia. Per non parlare dei tirapiedi, dei consulenti, e soprattutto delle schiere di middle-manager intenti soprattutto a controllarsi a vicenda. Forse l'unica vera differenza rispetto al settore pubblico è che si premurano molto di più di nascondere la loro inutilità.

    Ora voi direte che è impossibile, perché un'azienda privata persegue anzitutto il profitto, e non tollera inefficienze e quindi perdite. Ma di nuovo, si tratta di un'illusione. Anche e soprattutto perché le imprese più grandi sono e più hanno esigenze "politiche". Persino aziende ritenute l'apice dell'efficienza come Apple sono piene di burocrazia. Se per esempio avete il touch che non funziona sul vostro iPhone dovete prendere appuntamento in un Apple store per incontrare un tecnico che dovrà dirvi che è rotto per poi passarlo all'ufficio amministrativo per vedere se è in garanzia e solo poi ripararlo.

    La verità è forse che l'automazione probabilmente ha già da tempo un impatto sul mondo del lavoro, solo che per anni se non decenni lo abbiamo nascosto dietro montagne di lavoro inutile. E lo abbiamo fatto soprattutto nel settore che, infatti, è cresciuto enormemente in questi ultimi decenni: quello del terziario, dei servizi. Legioni di manager, di responsabili, di consulenti e startupper sono stati anche necessari a mantenere vivo l'essenziale mito della carriera: dare a tanti l'illusione che decenni di studio e lavoro stavano dando i loro frutti, e potessero con i loro stipendi continuare a consumare e far girare la ruota dell'economia capitalista.

    Ma forse ora tutto questo finirà. E lo farà grazie all'avvento di uno spietato agente che indicherà, come il proverbiale bambino, che il re è nudo. L'intelligenza artificiale, e in particolare il chatbot GPT-3, ha capacità oramai sorprendenti di emulare le capacità linguistiche umane. Sta già avendo un impatto profondo nell'educazione e nella scienza, con studenti e ricercatori che la usano per produrre saggi e articoli. A breve, potrebbe farlo anche nel mondo del lavoro. E, ironia della sorte, colpirà proprio quelle professioni che per anni abbiamo detto sarebbero state il futuro e verso cui abbiamo spinto milioni di persone a incamminarsi: quelle del terziario avanzato.

    Lo scenario, infatti, è cambiato. Rispetto agli anni '80 o 2000 è sempre più evidente che il sistema economico e sociale in cui viviamo non funziona più. Per oltre due secoli è stato pensato per massimizzare la produzione di beni e la libertà di scelta delle persone, e ha portato a grandi conquiste e benefici. Ma ora questi non sono più problemi di scarsità. Anzi, si tratta di problemi di sovrapproduzione: produciamo un sacco di roba inutile o superflua che sta distruggendo l'ambiente e siamo sovrastati da opzioni e stimoli che soffocano la nostra capacità di scelta, rendendoci paradossalmente meno liberi.

    In più sempre più persone non sono più molto disposte a sorvolare sulle ragioni profonde del loro lavoro. Il sistema ha quindi molto meno agio e credibilità per nascondere le sue disfunzionalità. Abbiamo sempre più bisogno di tutelare e aumentare il lavoro di cura e cultura - fino a qui bistrattato - rispetto a quello di produzione e gestione, ritenuto fin qui l'unico vero lavoro, e per questo più considerato e remunerato. L'ottima notizia è che il lavoro di cura e cultura è quello solitamente più soddisfacente e meno alienante per le persone, e anche il più difficile - se non per certi versi impossibile - per l'automazione da emulare. È quindi sempre più urgente ripensare il nostro sistema economico e sociale dalle fondamenta, a partire dal lavoro. Ma questa, di nuovo, è una questione più sociale e politica che economica e produttiva.

    https://www.msn.com/it-it/money/storie-pri...995f59e42f43b00
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    Peccato che non è andato tanti anni fa....
2273 replies since 5/6/2006
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