La panchina di Mariella  Forever

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    Patate con verza e speck: veloci e saporite!

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    Patate con verza e speck: veloci e saporite!

    La ricetta di oggi è quella di un contorno sfizioso fatto di patate, verza e speck. Si tratta di un secondo di grande personalità che ci arriva dalla Valtellina.


    La cosa irresistibile di questo piatto è la crosticina di formaggio e scamorza che si forma sulla superficie: un tocco dal sapore ineguagliabile.

    Ma veniamo alla ricetta.

    Patate con verza e speck: veloci e saporite!
    Gli ingredienti
    Per questa ricetta ti serviranno questi ingredienti (le quantità sono pensate per 5 o 6 persone): un chilo di cavolo-verza; 600 grammi di patate; 250 grammi di scamorza; uno spicchio d’aglio; 300 grammi di speck fatto a dadini; una mezza cipolla bianca; 130 grammi parmigiano grattugiato; olio extravergine d’oliva q.b.

    La preparazione
    La prima cosa è lessare le patate in una pentola con abbondante acqua salata. Di regola sono cotte quando si riesce a bucarle con la forchetta. A quel punto vanno scolate, pelate e ridotte alla consistenza di una purea.

    Adesso si prende il cavolo verza, si tolgono le foglie più esterne e il torsolo centrale, poi si taglia quel che resta a listarelle sottili, che vanno sciacquate in acqua corrente e poi messe da parte.

    A questo punto si fa rosolare uno spicchio d’aglio con un po’ di olio d’oliva. Quando l’aglio ha preso colore, lo si toglie e si cala la verza, che va fatta cuocere per circa un quarto d’ora.

    Quindi si aggiungono le patate aggiustando di sale, pepe e rosmarino: una mescolatina e poi si spegne il fuoco. È il momento di incorporare lo speck a dadini, metà del parmigiano indicato in ricetta (quindi circa 65 grammi) e la scamorza, anche quella fatta a dadini.


    Adesso si prende una pirofila, si bagna il fondo con un filo d’olio e ci si versa il composto di cui sopra, livellando la superficie e coprendo il tutto con la scamorza e il parmigiano che rimangono.

    Il passo successivo e finale è mettere tutto in forno a 220 gradi per circa 15 minuti.

    Quando si forma la crosticina di cui abbiamo tessuto le lodi sopra, è il momento di sfornare.

    Buon appetito!

    https://donnaup.it/patate-con-verza-e-spec...oci-e-saporite/
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    Salmone marinato al forno con dadolata di verdure

    Il salmone marinato al forno con dadolata di verdure è un secondo piatto di pesce completo di contorno perfetto per una cena tra amici o in famiglia. Una ricetta facile, sana e colorata, resa ancora più saporita dalla marinatura preparata con olio extravergine d'oliva ed erbe aromatiche.



    INGREDIENTI
    Per la dadolata di verdure

    1 patata
    1 zucchina
    1 finocchio
    100 g di pomodorini colorati
    due cucchiai di olio extra vergine d'oliva
    1 spicchio d'aglio
    sale
    pepe
    Per la marinatura

    4 filetti di salmone da 200 g ciascuno
    200 ml di due cucchiai di olio extra vergine d'oliva
    100 ml di vino bianco secco
    erbe aromatiche a piacere (rosmarino, timo, erba cipollina)
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    In questa ricetta c'è tutta la praticità di portare in tavola un secondo abbinato a un contorno. Il salmone marinato al forno con dadolata di verdure è una ricetta sana e facile che, al netto del tempo di attesa per la marinatura, si realizza in poco tempo. Ideale da preparare in anticipo. Per la scelta del pesce, vi consigliamo di seguire la nostra guida pratica per distinguere il salmone buono per noi e per l'ambiente.

    A fare la differenza è proprio la marinatura: una tecnica da utilizzare quando si vuole dare un sapore o un aroma persistente alla carne, al pesce, ma anche agli ortaggi. In questo caso abbiamo una marinatura preparata con olio extravergine d'oliva e vino bianco secco. Oltretutto, il salmone - che è un pesce grasso - risulta una volta cotto in forno più digeribile, mantenendo le proprietà delle sue carni ricche di proteine, vitamine, sali minerali e Omega 3. Se vi piacciono le marinature, provate anche il carpaccio di salmone marinato.

    Questo salmone al forno è un'idea da tenere a portata di mano per quando si vuole organizzare una cena tra amici o un pranzo in famiglia, ma anche perfetta per i pasti di tutti i giorni.

    COME PREPARARE: SALMONE MARINATO AL FORNO CON DADOLATA DI VERDURE



    Preparare questo salmone marinato al forno con dadolata di verdure è semplice. Per prima cosa lavate e tamponate con carta da cucina i filetti di salmone. Rimuovete eventuali spine con una pinzetta. Preparate la marinatura: lavate e asciugate le erbe aromatiche quindi tritatele e raccoglietele in un contenitore in pyrex o una pirofila. Aggiungete l’olio extravergine d'oliva, il vino e i filetti di salmone. Coprite con pellicola alimentare e conservate in frigorifero per almeno 3 ore.



    Prelevate il salmone dalla marinatura e adagiatelo all’interno di una pirofila. Massaggiatelo con una parte della marinatura aggiungendo sale e pepe. Cuocetelo nel forno già caldo a 180° per 10 minuti. Un paio di volte aprite e irrorate il salmone con il fondo di cottura. Nel frattempo mondate le verdure: tagliate i pomodorini a metà e le altre a dadini.



    Fatele rosolare in padella con lo spicchio d'aglio schiacciato e 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva, salando e pepando a piacere. Cuocete fino a quando le verdure risulteranno più morbide, ma non sfaldate. Togliete l'aglio.



    Dedicatevi di nuovo al salmone: passati i 10 minuti aumentate la temperatura a 220° e fate cuocere per altri 5 minuti. Sfornate e impiattate il vostro salmone marinato al forno con la dadolata di verdure.

    www.cucchiaio.it/ricetta/salmone-m...ata-di-verdure/
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    blog-curiosita



    Scopri 10 cose che non sapevi sul cibo, 10 cose che cambieranno probabilmente le tue abitudini alimentari. Curiosità su alimenti che consumiamo regolarmente ma che nascondono proprietà di cui non tutti sono a conoscenza.

    Alla fine di questo articolo avrai probabilmente una maggiore consapevolezza su cosa fa bene al tuo organismo e alla tua routine quotidiana.

    Magari una o più di queste 10 cose le sapevi già, ma scommettiamo che ne troverai almeno una che ti lascerà a bocca aperta?

    Vediamolo insieme!

    1) L’avocado può sostituire il burro.
    Prepara ricette sane e più genuine sostituendo il burro con una piccola quantità di avocado, evitando però che diventi verde.

    2) Dello yogurt devi bere anche il liquido!
    Hai presente quando apri un vasetto di yogurt e trovi quel po’ di liquido che solitamente butti via? In realtà sarebbe preferibile mangiarlo perché è composto da acqua e sali minerali ed è particolarmente ricco di calcio e fosforo.

    3) Puoi combattere lo stress con i semi di papavero.
    Aggiungine un po’ allo yogurt che abbiamo appena visto! I semi di papavero infatti sono noti per la loro capacità di agire come rilassante del sistema nervoso.

    4) Dovresti mangiare pure i semi di anguria!
    Sì, hai letto bene. I semi di anguria sono commestibili e pure molto salutari in quanto fonte di magnesio, zinco, fibre, grassi polinsaturi e proteine vegetali.

    5) I semi di chia e quinoa, invece, sono utili al cuore.
    Contengono infatti un alto livello di Omega 3, utile per il colesterolo buono e la salute cardiovascolare.

    6) La tua pelle può diventare più luminosa grazie a mandorle e nocciole.
    La vitamina E in esse contenute, infatti, è di grandissimo aiuto per prendersi cura dell’epidermide.

    7) Il tè verde ti aiuta a digerire.
    Si tratta di un’importante fonte di antiossidanti e di un alleato purificante, indispensabile per un’ottima digestione.

    8) Il cioccolato può darti il buon giorno.
    Lo sapevi che contiene caffeina? In quantità inferiori rispetto al caffè e al tè nero, ma utile comunque come stimolante per darti quella carica di energia che ti occorre al mattino per svegliarti.

    9) Zenzero e zafferano risvegliano i sensi.
    Entrambi pare abbiano proprietà afrodisiache…

    10) Il pesce crudo fa bene.
    Contiene infatti proprietà e vitamine che solitamente invece si perdono con la cottura. Quindi ok al sushi, ma solo se di ottima qualità!

    https://keydiet.it/scopri-10-cose-non-sapevi-sul-cibo/
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    Buzz Aldrin, secondo uomo sulla luna nella missione Apollo 11, si è sposato a 93 anni



    ex astronauta ha annunciato di essere convolato a nozze ieri, nel giorno del suo 93 compleanno, con la fidanzata di lunga data, Anca Faur, 63 anni. La cerimonia privata si è tenuta a Los Angeles

    Il leggendario astronauta dell'Apollo 11 Buzz Aldrin, il secondo uomo a mettere piede sulla Luna, ha annunciato di essersi sposato con la sua fidanzata ieri, giorno del suo 93/o compleanno. Aldrin e Anca Faur, vicepresidente esecutivo di Buzz Aldrin Ventures, si sono sposati in una cerimonia intima con amici e parenti a Los Angeles.

    Quarto matrimonio per l'ex astronauta


    Si tratta del quarto matrimonio per l'ex astronauta. Lo riportano i media americani. "Nel giorno del mio 93esimo compleanno sono felice di annunciare che il mio amore di lunga data, la dottoressa Anca Faur, e io ci siamo sposati", ha twittato l'astronauta, allegando una foto di lui e di Anca Faur, che ha 63 anni ed è un ingegnere chimico. "Ci siamo uniti in matrimonio in una piccola cerimonia privata a Los Angeles e siamo emozionati come adolescenti in fuga", continua il tweet.

    Unico ancora vivo dell'equipaggio dell'Apollo 11

    Addio a Walter Cunningham, ultimo astronauta della missione Apollo
    L'astronauta statunitense è l'unico ancora in vita della missione dell'Apollo 11, il 20 luglio 1969, quando Neil Armstrong divenne il primo uomo a mettere piede sulla luna. Michael Collins, che ha pilotato il modulo di comando mentre i suoi compagni di equipaggio camminavano la superficie lunare, è morto nell'aprile 2021 e Armstrong è nel 2012. Aldrin ha lasciato la Nasa nel 1971, da allora ha scritto nove libri e fondato un think tank chiamato Human SpaceFlight Institute.

    L'astronauta dell'Apollo 11 Buzz Aldrin, il secondo uomo a mettere piede sulla Luna, ha annunciato di essersi sposato con la sua fidanzata ieri, giorno del suo 93/o compleanno. Aldrin e Anca Faur, vicepresidente esecutivo di Buzz Aldrin Ventures, si sono sposati in una cerimonia intima con amici e parenti a Los Angeles. Si tratta del quarto matrimonio per l'astronauta.

    https://tg24.sky.it/mondo/2023/01/21/buzz-aldrin-matrimonio
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    I pizzi leccesi sono dei rustici di grano duro, conditi con pomodoro, cipolle e olive nere, morbidi e ghiotti. Una ricetta tipica della cucina salentina di strada, da gustare in ogni momento della giornata: come spuntino, antipasto o per accompagnare l'aperitivo.



    INGREDIENTI
    Per la pasta

    700 g di farina tipo 1
    300 g di semola rimacinata di grano duro più altra per spolverare
    20 g di lievito di birra fresco
    100 g di olio extravergine di oliva
    500 g di acqua tiepida
    2-3 cucchiai di passata di pomodoro
    1 cucchiaio raso di sale
    Per il condimento

    4-5 cipolle
    400 g di pomodori pelati
    3 cucchiai di capperi sotto sale
    una manciata di olive nere denocciolate
    origano
    peperoncino in polvere
    olio extravergine di oliva
    sale

    I pizzi leccesi sono deliziosi piccoli pani conditi che si possono gustare in tutto il Salento, un vero e proprio classico dello street-food, al pari di altri "miti" della cucina pugliese come i panzerotti fritti.

    Alla base farina poco raffinata e semola di grano duro con un condimento gustoso aggiunto direttamente all'impasto e cotto con esso. La ricetta non prevede difficoltà ed è piuttosto economica grazie agli ingredienti semplici.

    I pizzi leccesi, chiamati dunque anche puccette o pizzi salentini, conditi con un ghiotto sugo di pomodoro, cipolle e olive nere risultano soffici e gustosissimi. Sono perfetti come antipasto, all'ora di merenda, come accompagnamento all'aperitivo e anche robusto spuntino da spiaggia.

    Per realizzare i pizzi leccesi iniziate dalla preparazione della pasta lievitata. Fate sciogliere il lievito in poca acqua tiepida, raccogliete le due farine e dopo averle mischiate tra loro unitevi l'olio e l'acqua con il lievito. Iniziate a lavorare incorporando anche il resto dell'acqua, i cucchiai di passata e per ultimo il sale. Impastate a lungo e in maniera vigorosa fino a quando l'impasto risulterà ben incordato, liscio e morbido. Formate una palla e spolveratela con farina. Ovviamente potete realizzare la pasta anche con l'ausilio della planetaria.

    Trasferite la palla di impasto in un'ampia ciotola infarinata e lasciatela lievitare per circa due ore, fino al raddoppio. Nel frattempo tagliate le cipolle a fettine e fatele soffriggere in una larga padella con un giro d'olio. Quando le cipolle iniziano a dorare aggiungete i pomodori pelati sminuzzati grossolanamente, i capperi (precedentemente dissalati in acqua e strizzati), una presa di origano, un pizzico di peperoncino e uno di sale.





    Mescolate bene quindi abbassate la fiamma e lasciate cuocere per circa 15 minuti, fino a quando il liquido in eccesso si sarà in asciugato. Togliete il sugo dal fuoco, trasferitelo in una boule e una volta intiepidito unite le olive tagliate a rondelle. Lasciate raffreddare.





    Quando l'impasto è raddoppiato sgonfiatelo leggermente e aggiungete il condimento preparato. Impastate con le mani in modo da incorporarlo al meglio.



    Prelevate delle porzioni di impasto e adagiatele sulla placca del forno, ricoperta con l'apposita carta, un po' distanziate fra loro. Cospargetele con la semola e infornate, in forno preriscaldato a 200°, nella parte alta e in modalità ventilata. Fate cuocere per 35-40 minuti.

    Preparazione Pizzi leccesi - Fase 6
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    Sfornate i pizzi leccesi e serviteli tiepidi o a temperatura ambiente.

    www.cucchiaio.it/ricetta/pizzi-leccesi/
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    Se c'è un alimento che mette davvero tutti d'accordo è la pizza, eppure anche mettendo sul piatto farina, pomodoro e fior di latte esistono delle grandi differenze. Una di queste ha dato vita all'eterno derby tra Napoli e Roma, con due pizze buonissime ma profondamente diverse.

    Ma quali sono realmente le differenze tra una pizza napoletana e una romana? Stabilire quale sia la migliore è impossibile e straordinariamente soggettivo, perciò lasciamo a voi la scelta, ma è importante sapere cosa si sta mangiando.

    La pizza della capitale è tipicamente "scrocchiarella", sottile e dai diametri generosi, con cornicione poco pronunciato e una stesura fatta a mano o col mattarello. Per ottenere le sue caratteristiche tipiche è necessario un panetto più leggero, solitamente tra i 150 e i 180 grammi, fatto con un impasto leggermente meno idratato di quello napoletano, prevede l'olio e la sua gestione nel forno richiede temperature più basse e tempistiche più lunghe. Si parla di una cottura più dolce e prolungata, che si traduce in circa 350-380 °C per oltre tre minuti, in modo da asciugare perfettamente la pizza e renderla più croccante e uniformemente colorata ma mai troppo bruciata.

    La regina di Napoli, al contrario, è tipicamente soffice e fragrante, con una consistenza riconoscibilissima: l'impasto si scioglie in bocca e può essere piegata senza spezzarsi.
    Negli ultimi anni, in tutta Italia c'è stato un vero e proprio boom di pizzerie che propongono le cosiddette "contemporanee" dal cornicione altrettanto esplosivo: questa pizza è figlia della pizza napoletana verace ma diversa nell'aspetto e nella lavorazione.
    Sappiamo, quindi, che esistono almeno due tipi di pizza napoletana, con aspetti in comune e altri molto lontani tra loro.

    Entrambe sono soffici, ma la pizza tradizionale a "ruota di carro" ha un diametro superiore e un cornicione abbondante ma non troppo enfatizzato. La contemporanea, invece, è più compatta e il cornicione è tipicamente molto sviluppato e ricco di grossi alveoli.

    Qualunque sia la vostra preferenza, entrambe dovrebbero presentare la tipica "maculatura" della pizza napoletana, sono prodotte a partire da impasti più idratati della romana (nel "canotto" si utilizza anche l'olio nell'impasto) e da panielli da circa 250 grammi, stesi rigorosamente a mano.

    Nella contemporanea si parte dal centro del panetto per spingere aria e impasto verso i bordi, per poi procedere a un paio di dolci schiaffetti sul bancone, cercando poi di estenderla delicatamente una volta sulla pala. La pizza verace, invece, si stende con la tecnica dello schiaffo, che del resto rappresenta parte integrante dello spettacolo.
    Per ottenere una buona pizza napoletana le temperature sono più elevate, per una cottura tipicamente molto più breve della collega romana. Si parte dai tipici 450 °C con tempistiche che oscillano tra i 60 e i 90 secondi, mentre la contemporanea potrebbe richiedere qualche secondo in più per assicurarsi che l'impasto nelle parti più spesse si asciughi del tutto. Una manciata di secondi, quindi, per eliminare quanta più acqua possibile pur garantendo un'eccezionale sofficità e una cottura omogenea.

    Qualunque sia la vostra preferita, ognuno di questi capolavori della tavola italiana dovrà comunque rispettare degli importanti prerequisiti per essere ritenuto una pizza a regola d'arte; non ultimi, degli ingredienti di prima scelta.

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    Fa venire i brividi sapere quanto ha sofferto Norma Crosetto prima di morire...e come è morta... :MARIELLALAPANCHINA_31:
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    Se le telecamere di sorveglianza ti spiano dentro casa: l'allarme a "Le Iene"

    Il programma di Italia 1 mostra diversi video "intimi" finiti in rete senza autorizzazione.

    La nostra vita privata condivisa in rete senza autorizzazione. È l'allarme lanciato a "Le Iene" che mostra come le immagini della nostra quotidianità, anche quelle più "intime", potrebbero finire in rete senza il nostro consenso. Questo a causa delle telecamere di sorveglianza poste all'interno delle abitazioni al fine di sentirci più sicuri, ma che potrebbero rivelarsi un grande pericolo per la nostra privacy. A spiegarlo è Matteo Viviani, l'inviato del programma di Italia 1, che mostra come centinaia di immagini riprese all'interno delle private abitazioni e non solo finiscano su gruppi Telegram, l'app di messaggistica, visualizzate da migliaia di utenti.


    Nelle chat è possibile violare la privacy di donne che si spogliano nelle loro cabine armadio, di mariti e mogli che fanno sesso in camera da letto, ma anche di donne dall'estetista o nei camerini se la telecamera e installata in un centro estetico o in un negozio. Immagini della quotidinità, ma private, che non sembrano siano condivise consapevolmente e che, invece, vengono visualizzate e ricondivise migliaia di volte senza l'autorizzazione dei diretti interessati. È quello che emerge dall'inchiesta delle "Iene" a seguito della segnalazione di un utente Telegram che, una volta intuito il meccanismo, denuncia quanto scoperto all'inviato del programma di Italia 1.



    "Si tratta di gruppi internazionali, dove ci sono spesso russi e arabi - racconta l'utente - successivamente hanno creato un gruppo dove condividevano solo le telecamere italiane. Potevi chiedere l'invito, ma dopo quando hanno visto che a mia volta non condividevo materiale, mi hanno buttato fuori", conclude.

    Le telecamere sarebbero pubblicamente visibili. Condividendo il codice di ciascuna di esse, letto attraverso un'applicazione specifica, sarebbe possibile accedere a tutti i filmati. È quanto spiegato da Paolo Del Cecco, tecnico forense, che racconta: "Quando ti connetti alla telecamera è possibile vedere anche il nome delle camere che stai per spiare. Un accesso abusivo che viene forzato illecitamente", conclude.

    https://www.tgcom24.mediaset.it/television...2-202302k.shtml
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    Giorgio Calabrese: “Cara Viola, l’altra voce della scienza dimostra che l’alcol può far bene”

    Il nutrizionista risponde alla biologa, professoressa all’Università di Padova, che in un articolo su La Stampa ha denunciato i pericoli di un consumo anche moderato: «Danneggia il cervello, soprattutto nelle donne, aumentando il rischio di tumore»

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    https://infosannio.com/2023/01/23/giorgio-...l-puo-far-bene/
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    Auguri a tutti quelli che li mangiano, come minimo una fortissima dissenteria, che non gli venga più voglia di mangiare quegli esserini innocenti....
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    Abbiamo sempre piegato il collo del maglione dolcevita nel modo sbagliato?

    Vi siete mai chieste come mai esistano maglioni con il collo alto? Semplice design direte voi, in realtà il dolcevita nasconde una funzione ben precisa che risale al 19esimo secolo e immutata è giunta fino a noi. In origine i maglioni a collo alto venivano usati da pescatori, atleti e da tutti coloro che stando in continuo movimento non potevano indossare la sciarpa ma al contempo dovevano proteggersi dal freddo.

    Caldo e pratico, il turtleneck si riconferma il capo di maglieria che le tendenze moda ripropongono puntuali a ogni stagione fredda. Ma dobbiamo darvi una notizia: fino a ora abbiamo ripiegato il collo nel modo sbagliato.

    Come piegare correttamente il collo alto del dolcevita
    A rivelarlo è un video su TikTok, diventato subito virale, nel quale la fashion blogger Mary Orton spiega come il collo alto vada ripiegato all’interno così da nasconderne il bordo. Il risultato è una scollatura evidentemente più pulita e raffinata che permette anche di indossare collane senza più problemi.


    Nella sua essenzialità, il dolcevita è il must have del guardaroba invernale del quale difficilmente si può fare a meno. Per l’Inverno 2023 le tendenze propongono il maglione a collo alto in mille varianti, dal classico di lana sottile al voluminoso mohair, dal modello oversized fino a quello con vestibilità slim. Per non parlare poi dei colori che dalle tonalità fluo virano verso calde nuances sottobosco, ognuna con una ben precisa idea di stile.

    Come abbinare il maglione dolcevita per l’Inverno 2023
    Nel corso degli anni sono stati molti i personaggi che hanno fatto del dolcevita il cardine del loro dresscode. Basti pensare a Marcello Mastroianni che nel film La dolce vita (sarà un caso) di Fellini lo indossava spesso, a Audrey Hepburn che lo portava per esaltare la sua esile figura, fino ad arrivare ai giorni nostri a un certo Steve Jobs che del collo a lupetto ne ha fatto una divisa.

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    Questo inverno la maglia dolcevita si indossa con eleganza assoluta sotto a un blazer nero con bottoni dorati, pantaloni a sigaretta dritti e loafers di vernice nera. Il maglione a collo alto rimane però il cavallo di battaglia da sfoggiare in montagna assieme a pantaloni di tessuto tecnico e giacca imbottita da sci. Sceglietelo intrecciato o con qualche stampe funny per rendere più divertenti i soliti look invernali, altrimenti optate per il classico lupetto essenziale e raffinato per mantenere uno stile bourgeois senza tempo.

    https://www.msn.com/it-it/lifestyle/shoppi...f09d40438c9d282
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    Patate alla romana: altro che patatine fritte o arrosto, prova subito la ricetta, sarà un successone!

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    Le Patate alla romana sono fantastiche! Fatte con pochi e sani ingredienti, sono talmente buone che tutti le vogliono mangiare anche due volte al giorno. Facili e veloci da fare, ognuno di noi le può preparare, e con pochissimo sforzo: anche chi si cimenta per la prima volta dietro ai fornelli, e il risultato è sempre spettacolare.

    Invitanti e di grande effetto scenico nella loro semplicità, le patate così cucinare sono semplicemente irresistibili e fin dal primo assaggio fanno felici tutti: grandi e piccini, giovani e meno giovani.

    Patate alla romana ecco come si fanno
    Le Patate alla romana sono favolose! Profumate, saporite e prive di glutine, sono una prelibatezza stuzzicante che piace moltissimo anche ai bambini e che si sposa perfettamente con la maggioranza dei secondi di carne e di pesce.

    Appetitose e ricche di gusto, è impossibile resistere alla tentazione di mangiarne almeno una forchettata, anche solo per assaggiarle.

    Realizzato in: pochi minuti

    Cottura: forno, 220° per 40-45 minuti

    Strumenti
    una mandolina
    un coltello
    una pirofila
    un pelapatate


    Ingredienti
    6 cucchiai +2/3 di un cucchiaio di pecorino grattugiato
    600 g di patate
    sale e pepe
    mezzo bicchiere di latte parzialmente scremato
    un filo di olio evo grezzo 100% italiano
    gambi di prezzemolo tritati finemente
    qualche fiocchetto di burro light
    Patate alla romana, procedimento
    Asciugate la patate pelate lavate, tagliatele a rondelle con spessore di 2 mm che metterete a strati in una pirofila rettangolare per 4 persone condendo ogni volta le patate con il pecorino grattugiato, il pepe, il sale.

    Spolverizzate la superficie del manicaretto con i gambi del prezzemolo tritati, decorate con dei fiocchetti di burro e infornate a 220° per 40-45 minuti. Servite tiepide.

    www.ricettasprint.it/patate-romana-successone/
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    Siiiiiiiii la settimana dei 3 giovedi :006:
2273 replies since 5/6/2006
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