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Poveri vecchi che hanno ricordi e mestieri che seppero e che non trasmisero poiché a nessuno importava ed importa più del mestiere o dei ricordi. La televisione e la tecnica hanno devastato la terra che insegnava a chi avrebbe dovuto tramandare. Ma dov'è la terra oggi? Erano divinità i vecchi di una volta, originali nelle loro dinamiche di vita vissuta secondo passione e dovere. Occhi che hanno veduto, capito ed intuito una semplicità rigorosamente dolorosa e gioiosa al tempo stesso, una dualità perfettamente riconoscibile poiché umana. Poi, umani non fummo più e tutto fu gradito allo scempio...e dei vecchi non rimase che l'ombra. L'umanità, che odia ricordare, odia chi del ricordo si fa messaggero. Privati del potere di perpetuare il senso del vivere, i vecchi sono oggi il disavanzo, l'effetto dell'inclemenza di un tempo vorace e menefreghista, un'anticipazione del nulla che aspetta con ghigno di morte. I vecchi di domani non avranno mestieri e daranno continuità a quella mondialità televisiva che mondo non è, ma inferno omologato. Li si tollera...poveri vecchi. Questo ciarpame di giovanilismo idiota è la firma delle generazioni che hanno perduto la strada, il senso e l'orientamento. Quando l'amore si guasta produce tragedie. "La più grande delle sciagure umane è una lunga vita", la pensava così Sofocle, e così (mi duole ammetterlo) la penso io.
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3 replies since 9/10/2016, 07:54 70 views
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