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Guardando il fiume
Malinconico
guardo il fiume
scorrere lento sotto
i miei occhi
in un luccichio
di raggi del sole
che abbaglia.
Ed è
già l'ora di fare
rientro in un mite
tepore del meriggio
che volge ai
profumi del vespro.
Furtivo, tra le
gemme e le acerbe
foglie plaudenti
sollecitate
da un venticello
Primaverile
catturo l'azzurro
chiaro d'un cielo
che già ha
le prime striature
di rossi e di gialli e,
il passaggio quieto
di una nuvola
sospesa nell'infinito.
Serenità e
abbandono a una vita
che rievoca la
sacralità di voci di una
fanciullezza gaia
che scalza correva
sui prati con i
calzoncini sudici e
che si nutriva
dell'aria dello Stura
o del Malone alla
periferia di Torino.
Mi sono voltato
per un ultimo saluto
nostalgico al sole
che ancora gioca sui
sassi levigati
ai bordi del fiume
che magici brillano
di poesia.
di Aurelio Albanese.