La panchina di Mariella Forever

A MIO PADRE

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    A mio padre – di Loretta T.   


              Prima dell’arrivederci a mio padre volevo raccontarvi la sua storia, la storia di un piccolo grande uomo,
    perché mio padre non era alto, ma grande per qualità che non aveva
    usato per raggiungere i vertici della società, o diventare ricco
    professionista o importante politico, bensì per rimanere onesto: lui era onesto in tutti i sensi, come cittadino che ha sempre rispettato le regole.


                 Non ha mai fatto il passo più lungo della gamba, e piano piano come una formica, lavorando sodo e risparmiando ha messo su una casa e una barca, così realizzando il sogno della vita e osservando sempre la condotta di uomo onesto.


    a mio padre 2b


              E onesto papà lo era anche nei sentimenti. Era
    buono con tutti e non conosceva il rancore, sapeva perdonare e
    affrontava tutto col sorriso e l’ironia di chi ha sempre la battuta
    pronta per sdrammatizzare.


            Il suo mondo era la famiglia:
    ha trattato noi figlie e nostra madre come regine dando tutto se stesso
    per farci studiare, svolgere una professione e avere una posizione
    sociale, senza mai lamentarsi per i sacrifici che gli costava. Ci adorava e aveva accolto i generi come figli, ma soprattutto stravedeva per i due nipoti: “Quando non ci sarò più, pensate ai bambini” diceva spesso.


              Se a volte non passavamo da lui, chiedeva subito il perché a nostra madre “Non sono passate, pero’ hanno telefonato” rispondeva lei. “Allora va bene” diceva lui.


    a mio padre 1


               Ringrazio Dio che ce lo ha lasciato fino a 84 anni nonostante i problemi di salute,
    i numerosi interventi chirurgici e una radioterapia brillantemente
    superata. Alla sua età ci è arrivato comunque, malandato ma vivo
    e non poteva essere diversamente perché il lavoro per lui era stato
    duro anzi, durissimo, e lo aveva consumato senza che se ne lamentasse.


             L’artrosi lo aveva aggredito
    dappertutto, alle anche, alla schiena, alle spalle, soprattutto la
    destra che non riusciva più ad alzare quando mangiava, ma mai gli era
    sfuggita una parola di rammarico per non essersi risparmiato per il bene della famiglia.


              Papà amava la vita
    e non si arrendeva mai, nonostante l’età e gli acciacchi. Ultimamente
    era sempre più stanco e rallentato, eppure continuava coi suoi impegni
    quotidiani: la passeggiata con la bici, l’incontro coi vecchi pescatori
    sul lungomare, le partitine a carte, la produzione artigianale di
    limoncello e alici sotto sale, la cura dell’orto, del giardino e del
    pollaio.


       a mio padre 3       Anche negli ultimi giorni aveva intatta la capacità di aggiustare le cose: era un pò idraulico, un po’ elettricista, falegname, muratore…riusciva a fare tutto a modo suo, ma ci riusciva!


              Grazie papà per quello che hai fatto per noi, per averci accompagnato all’altare facendo, come nel mio caso, mille gaffes; grazie per quella volta che mi facesti sbagliare i compiti alle elementari, nel tentativo di aiutarmi.


               Hai seminato bene, bontà e simpatia, qualità che anche i tuoi nipoti possiedono, segno che qualcosa di te resterà su questa terra ancora per molti anni.


             Grazie ancora papà, grazie di tutto! Ti vogliamo bene, tutti ti vogliono bene, e non dimenticarci ora che navighi per mari tranquilli con acque azzurre e guizzi di luce, piene di pesci oro e argento e meduse di cristallo. Ciao papà.


     
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