La panchina di Mariella Forever

ADRIANO PAPPANO DIRETTORE MUSICALE

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    Antonio Pappano: «Rimango a Santa Cecilia fino al 2019»
    Il direttore prolunga il contratto. In cartellone Beethoven, gli «ex» Gatti e Chung, musica e cinema, da Disney a Ennio Morricone. «Così fan tutte» per Bychkov


    ROMA - La notizia del giorno è che Antonio Pappano rimarrà direttore musicale dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia. Il suo contratto sarebbe scaduto nel 2017: lo prolunga di un biennio, fino al ‘19. Non era affatto scontato, un direttore in piena ascesa, a Roma dal 2005 dove ha raggiunto tanti traguardi, e ancora giovane, ha la legittima aspirazione a portare il suo talento altrove. Invece, alla domanda del neopresidente dell’Accademia Michele dall’Ongaro simile a una richiesta di (secondo) matrimonio («vuoi tu, Antonio Pappano...»), durante la presentazione della prossima stagione, il direttore ha risposto: «No problem». E poi: «Abbiamo ritmi londinesi, più che italiani, ho un bellissimo feeling e questo è importante. Aver suonato, da italiani, Richard Strauss a Tokyo, come ci è successo, è qualcosa che cambia un’orchestra, ma anche il rapporto di un musicista col pubblico e col proprio direttore stabile».

    Sulla decisione ha pesato anche l’«Aida»

    Sicuramente, sulla sua decisione, ha pesato anche il clima internazionale di attesa e partecipazione alla recente straordinaria «Aida». La stagione si apre prima del solito, il 3 ottobre, con Pappano sul podio per la Nona di Beethoven e la novità di Luca Francesconi «Bread, Water and Salt» su testi di Nelson Mandela. C’è molto Beethoven: all’integrale delle Sinfonie e delle cinque Sonate per violoncello e pianoforte con Mario Brunello e Andrea Lucchesini, si aggiungono i concerti con gli autori contemporanei, a Beethoven e al nostro tempo. Ci sono gli ex direttori stabili, Myung-Whun Chung e Daniele Gatti, che in due concerti proporrà le quattro Sinfonie di Schumann accanto a due brevi capolavori di Brahms, Rapsodia per contralto e Schicksalslied. E dal Requiem tedesco di Brahms appena interpretato, Manfred Honeck dirigerà la Messa da Requiem di Verdi. Musica e cinema, prima con Ennio Morricone, poi con Stephane Denéve alle prese con «Incontri ravvicinati del terzo tipo», «E.T.» e «Star Wars». La Befana si festeggerà con un omaggio ai due film «Fantasia» di Walt Disney, immagini e musica al vivo. In uno dei suoi nove concerti, Pappano avrà come violino solista Michael Barenboim (figlio di Daniel), per il Concerto di Schoenberg. In occasione del Giubileo, musica sacra di tutti i tempi, da Fauré a Verdi, a «La creazione» di Haydn.

    I direttori debuttanti

    I direttori al loro debutto a Roma: Lionel Bringuier (stabile a Zurigo), l’olandese Jaap van Zweden (cresciuto sotto l’ala di Haitink); debuttano anche il violinista Ray Chen e i pianisti Emanuel Ax e Federico Colli. Il cartellone si chiude il 23 giugno con Semyon Bychkov e il «Così fan tutte» di Mozart in forma di concerto (mentre per l’apertura del 2017 c’è la conferma del «Fidelio»). Sagione da camera: apre il 21 ottobre con il pianista Nikolay Luganski. I pianisti, come d’abitudine, sono l’asse portante, una sfilata di grandi talenti, Tharaud, Uchida, Pletnev, Trifonov, Matsuev, Bronfman, Baglini, Zimerman e soprattutto Sokolov. Saranno valorizzati, secondo la recente tradizione, i solisti dell’orchestra. Una serata Lully, voluta da Bruno Cagli, ex presidente che ha ora una carica onoraria, assai festeggiato ieri. In realtà non è la prima stagione di dall’Ongaro, che aveva già, come vicepresidente, la delega artistica. Si presenta con affabilità e eleganza, e il piglio affinato a Rai 5 del conversatore consumato. Santa Cecilia vuol essere al passo coi tempi, «on line», anche nei dettagli: distribuiscono una pennetta contenente i materiali stampa, legata da un seme (vero) e un fiore (di carta pentagrammata): che la musica fiorisca.

    Il ruolo della Regione

    L’assessore alla Cultura della Regione, Lidia Ravera, dice che l’attività di Santa Cecilia deve estendersi al territorio del Lazio, «che va fertilizzato», parla di miracoli di Pappano e dell’orchestra, dimenticandosi che la Regione dà un po’ di spiccioli (590 mila euro) all’Accademia, avendo già la leadership in Europa come numero di attività annuali: questo sì, un miracolo. Ma è sacrosanto aver ricordato che la musica deve essere un ben comune, un bene primario, non un privilegio riservato a pochi (a proposito: invariato il prezzo degli abbonamenti). Il direttore del coro, Ciro Visco, ha ribadito l’unicità e la duttilità della sua compagine. Se non fosse per l’acustica dell’Auditorium, così disomogenea (e meno male che Roma l’ha atteso 63 anni!), si ripartirà con un’altra splendida stagione,fra tanti cd e tournée, dall’Expo di Milano a Parigi, da Berlino al Sudamerica.
    corriere.it/
     
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