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"Sono più sconfortato che arrabbiato, non si può perdere contro giocatori che guadagnano 5 volte in meno dei nostri". La sconfitta interna di domenica a San Siro con l'Atalanta ha generato disillusione e stanchezza in Berlusconi, tanto da spingerlo ad annunciare la resa. Dopo 29 anni, per la prima volta, desidera vendere la squadra di calcio, diventata ormai una fonte di problemi economici e d'immagine senza fine. Bisogna trovare un acquirente credibile, ma la strada imboccata sembra essere poprio questa. Si tratterebbe di una questione di tempo e di denaro, con il presidente che non scende sotto il mezzo miliardo di euro. "Non l'ho mai detto, ve lo garantisco", si è visto costretto a smentire Berlusconi al telefono. Troppo palese l'attacco all'allenatore Inzaghi, alla squadra e all'amministratore delegato Galliani, e il patriarca si è sentito rassicurare tutti. Lunedì, a margine del pranzo di famiglia ad Arcore e dei successivi appuntamenti politici, ha confessato a più di un interlocutore la propria spossatezza di presidente che non sa perdere, e per la prima volta anche una parte consistente dei tifosi rossoneri gli chiede di andarsene. Che sia la fine di un'era? 
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