La panchina di Mariella Forever

DOPO L’ACCORDO STORICO SIGLATO A VIENNA L’Iran e il petrolio, ci sarà un ritorno in grande stile

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    DOPO L’ACCORDO STORICO SIGLATO A VIENNA
    L’Iran e il petrolio, ci sarà un ritorno in grande stile sul mercato
    Una quarantina di milioni di barili già stipati sotto forma di stoccaggio in petroliere ormeggiate lungo il Golfo Persico, pronte a salpare verso eventuali clienti





    Non c’è da stupirsi se subito dopo l’annuncio dell’accordo nucleare con l’Iran il prezzo del brent, il greggio di riferimento internazionale, è sceso di circa il 2%, tra 55 e 56 dollari al barile. La rimozione delle sanzioni americane e di quelle europee apre infatti la strada a un aumento delle esportazioni iraniane di petrolio. E in questo periodo di offerta abbondante i prezzi non potranno che risentirne. Si stima che i campi petroliferi iraniani siano in grado di pompare fino a 3,4-3,6 milioni di barili al giorno entro pochi mesi dalla cancellazione delle sanzioni. Il che farebbe salire in modo cospicuo l’offerta mondiale di petrolio, attualmente stimata in circa 96-97 milioni di barili al giorno. Ma anche se da un punto di vista “petrolifero” un punto chiave dell’accordo con i 5+1 sarà proprio il tempo necessario perché alla Repubblica islamica sia consentito di tornare in grande stile sul mercato (nel 2012 l’export era di 2,2 milioni di barili, ora è poco sopra il milione), in realtà l’Iran potrebbe aumentare sin da subito le sue esportazioni, visto che l’Iea (l’Agenzia internazionale dell’energia) stima che all’incirca una quarantina di milioni di barili siano già stipati sotto forma di stoccaggio in petroliere ormeggiate lungo il Golfo Persico, pronte a salpare verso eventuali clienti.




    È probabile che a questo punto l’ostacolo maggiore per Teheran sia “amministrativo” piuttosto che industriale: per accelerare produzione e vendita la Repubblica islamica deve poter contare sulla tecnologia e la presenza dei grandi gruppi occidentali. Parecchi di loro si sono fatti vivi a Teheran proprio a questo scopo (Eni compresa), ma sono restii a concludere accordi finché la legislazione vigente, eredità del nazionalismo dello Scià, non sarà rivista. La legge iraniana prevede infatti che il petrolio sia di proprietà statale e non delle compagnie, che vengono ripagate, in barili,solo per i loro servizi. Qualcosa dovrà cambiare. Curiosità interessante, infine. È l’Asia il maggior compratore di greggio iraniano. La Cina acquista 5-600 mila barili al giorno, la Corea del Sud 130-150 mila.

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