La panchina di Mariella Forever

GRECIA VOLTA PAGINA CON ALEXIS TSIPRAS E STORIA

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    Elezioni in Grecia, è il trionfo di Tsipras: "Bocciata l'austerità, la Troika è alle spalle"
    Syriza stravince ma senza la maggioranza assoluta. Terzi i neonazisti di Alba Dorata. L'Ue trema, la Bundesbank: "Atene rispetti gli impegni e faccia le riforme"
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    La Grecia volta pagina con Alexis Tsipras. Il leader di Syriza, il partito di sinistra anti-austerità che ha trionfato alle elezioni politiche, lo dice chiaramente: "Oggi abbiamo fatto la storia". La sua vittoria infatti, non avrà ripercussioni solo su Atene, ma anche sulle politiche economiche dell'Ue. Il risultato ai seggi è schiacciante ma non basta ad assicurare a Tsipras la maggioranza assoluta: Syriza si ferma a 149 seggi (36,34%).

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    Un risultato tanto atteso da Tsipras che sfuma a due seggi dalla meta (la maggioranza assoluta era a 151). Quando mancano ormai poche schede per completare lo spoglio al secondo posto Nea Dimokratia del premier uscente Antonis Samaras col 27,81% e 76 seggi. Sette sono i partiti che entrano in Parlamento superando la soglia di sbarramento del 3%. Il partito filo-nazista Alba Dorata conquista il terzo posto nel paese con una percentuale del 6,28% e 17 seggi.

    Tsipras comunque si muove in fretta per creare il governo, che secondo fonti di Syriza potrebbe essere formato già mercoledì. In mattinata il leader incontrerà Panos Kammenos, leader della formazione di destra anti-Memorandum Greci Indipendenti (13 seggi), che secondo i media ellenici è il probabile partner di coalizione.

    Tsipras: "Chiudiamo il circolo vizioso dell'austerità" - In tarda serata, di fronte a una folla il delirio, uno Tsipras raggiante e determinato usa tutte le parole della sua vincente campagna elettorale, celebrando la vittoria collettiva dei greci. "Cittadini di Atene, la Grecia ha voltato pagina. Oggi il popolo greco ha fatto la storia. Facciamo tornare il sole sulla Grecia". "Oggi chiudiamo il circolo vizioso dell'austerità. E' tornata la speranza, la dignità, l'ottimismo", prosegue ringraziando le delegazioni di tutta Europa venite a sostenere i greci, tra cui una nutrita dall'Italia: "E' una cosa senza precedenti".

    "La Troika è una cosa del passato" - "I greci hanno mostrato la strada del cambiamento all'Europa, una nuova Europa basata sulla solidarietà: la Troika è una cosa del passato. Il voto contro l'austerità è stato forte e chiaro". Il nuovo governo greco, assicura, negozierà "una soluzione finanziaria giusta e vantaggiosa per tutte le parti", pronto "a collaborare con tutti gli amici europei" per far "tornare l'Europa nella stabilità e nella crescita". "Ma domani sarà il giorno della diligenza. Stasera è il momento della festa".

    I neonazisti di Alba Dorata al terzo posto - Dal voto escono a pezzi le politiche del rigore, che hanno impoverito la Grecia più che creare sviluppo ed occupazione, volute dal governo del premier Antonis Samaras, con il sostegno del Pasok di Evangelos Venizelos. Entrambi pesantemente sconfitti, ora vedono ombre sul proprio futuro politico. Ma dai risultati emerge un altro dato forte quanto inquietante: Alba Dorata, il partito xenofobo di aperte simpatie naziste, nonostante abbia tutta la sua leadership in carcere (dove ha votato) e sia stato sconquassato da inchieste penali per aver costituito un'organizzazione criminale, conquista abbastanza voti da diventare la terza forza del Paese.

    La preoccupazione dell'Ue - Prima ancora che arrivassero i primi dati reali, subito dopo la diffusione degli exit poll è arrivato il severo monito della Bundesbank per bocca del suo presidente Jens Weidmann: "La Grecia rispetti gli impegni, fare le riforme è nel suo interesse", ha ammonito. E lunedì proprio del dossier greco si parlerà al tavolo dell'Eurogruppo, preceduto da un vertice ad hoc convocato tra i vertici dell'Europa e dell'Eurozona, cioè i presidenti Draghi, Juncker, Tusk e Dijsselbloem.
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    fonte tgcom
     
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    Accordo Grecia, l’Europa cancella Tsipras. Con il suo ok e in cambio di pochi spiccioli per gli investimentitsipras-6754

    I termini del preaccordo raggiunto all'unanimità dai leader politici della zona euro sono più duri del previsto. Impossibile sapere se a guidare la mano del premier ellenico sia stata la disperazione o il waterboarding mentale di cui il Guardian accusa Tusk, Merkel e Hollande, ma è innegabile che sia entrato al vertice dicendosi pronto per un "compromesso onesto" e ne sia uscito compromesso
    di Gaia Scacciavillani | 13 luglio 2015

    Oltre l’80% degli 82-86 miliardi di nuovi aiuti alla Grecia sarà destinato al saldo o al rifinanziamento del debito pregresso (53%) e alla ricapitalizzazione delle banche (30%), mentre al governo resteranno da gestire solo 10 miliardi e gli investimenti per il rilancio dell’economia saranno ipotecati al buon esito delle cosiddette privatizzazioni. Con dei paletti molto stretti. Restano i tempi talmente da record da rendere estremamente ardua l’approvazione delle riforme, ma anche il “pignoramento” dei beni pubblici da vendere per ridurre i debiti e il ritorno della Troika ad Atene. Il tutto condito da un colpo di spugna sulla legislazione introdotta dall’esecutivo greco in contrasto con il memorandum con i creditori. Scompaiono, anche perché illegali, solo la sede estera del trust a cui verranno affidati i beni pubblici ellenici “pignorati” e la minaccia di espulsione dall’euro. Inutile a dirsi, infine, che di taglio del debito non c’è neanche da parlarne.

    Insomma, non solo Alexis Tsipras non ha abbandonato il vertice con i leader politici della zona euro come gli chiedeva domenica notte il popolo di twitter cinguettando a squarciagola #TspirasLeaveEUSummit (Tsipras abbandona l’Eurosummit), ma ha anche firmato un’intesa che si discosta molto poco dalla criticatissima proposta originaria dell’Eurogruppo. La stessa, cioè, che nella notte tra domenica e lunedì aveva fatto parlare Atene di condizioni “umilianti e disastrose” e che il premio Nobel per l’Economia, Paul Krugman, dalle colonne del New York Times ha attribuito a una “follia vendicativa”, evocando una “completa distruzione della sovranità nazionale” e un “grottesco tradimento di tutto quello che significa il progetto europeo”. Impossibile sapere se a guidargli la mano sia stata la disperazione o il waterboarding mentale di cui il Guardian accusa Tusk, Merkel e Hollande, ma è innegabile che il premier greco sia entrato al vertice dicendosi pronto per un “compromesso onesto” e ne sia uscito compromesso.
     
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1 replies since 26/1/2015, 09:49   31 views
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