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Punto G, orgasmo vaginale: non esistono Un nuovo studio, pubblicato su sul numero speciale di Clinical Anatomy, dimostra come il Punto G e l’orgasmo vaginale siano solo dei miti. Dopo questa dimostrazione si spera sia chiaro, una volta per tutte, che spesso dietro a certe affermazioni c’è soltanto la voglia di sensazionalismo
Un nuovo studio dovrebbe poter fare chiarezza sulla sessualità femminile e sui presunti Punto G e orgasmo vaginale che, invero, non esistono
Il dottor Vincenzo Puppo, medico-sessuologo, del Centro Italiano di Sessuologia (CIS), si è sempre battuto affinché si facesse chiarezza su alcune questioni circa la sessualità in generale e, più in particolare sulla sessualità femminile, spesso più oggetto della voglia di fare notizia di alcuni sedicenti ricercatori, che non di una seria ricerca e informazione. Ecco così che in molti casi sono nati alcuni miti e leggende circa fantomatici “punti” di piacere e altrettanti presunti orgasmi provocati da parti anatomiche non preposte per questo compito e, peggio che mai, favoriti da un altrettanto presunto maggior piacere causato dalle “misure” di lui.
Oggi, un nuovo studio pubblicato sulle pagine della rivista scientifica Clinical Anatomy, in uno speciale dal titolo “Clinical Anatomy of the Female Patient” in uscita a gennaio 2013, dovrebbe fugare ogni dubbio sulla inesistenza del fin troppo chiacchierato Punto G e dell’orgasmo vaginale. «Sono infatti il clitoride/piccole labbra/bulbi del vestibolo (pene femminile) a scatenare l’orgasmo femminile», si legge chiaramente. Ma non solo si può leggere, ma anche vedere: il nuovo studio infatti è corredato di 21 figure, e un video (“Erezione del clitoride e delle piccole labbra in una donna di 28 anni”) che si può visionare gratis a questo indirizzo di Clinical Anatomy. In questo modo si può comprendere appieno l’anatomia femminile e come la vulva (genitali esterni femminili) sia formata dalle grandi labbra e vestibolo, con il suo apparato erettile: clitoride (glande; corpo; radici), bulbi del vestibolo, e piccole labbra; l’anatomia e la fisiologia degli organi erettili femminili e dell’orgasmo femminile.
«Il termine anatomico corretto per descrivere i tessuti erettili responsabili dell’orgasmo femminile è pene femminile – spiega il dottor Vincenzo Puppo – l’orgasmo vaginale non ha basi scientifiche, è una teoria inventata da Freud nel 1905. Non esistono basi anatomiche e fisiologiche che dimostrano l’esistenza del punto G. Nel 2008, Gravina, Jannini et al. hanno dichiarato di aver fotografato con una ecografia il punto G, ma nel loro articolo pubblicato dal Journal of Sexual Medicine non c’è nessuna immagine del punto G».
L’orgasmo femminile è un argomento molto dibattuto e pubblicato poiché, si sa, fa notizia. Tuttavia, al di là del sensazionalismo, sarebbe invece necessaria chiarezza. «Le donne non hanno un periodo refrattario dopo ogni orgasmo e possono, quindi, sperimentare orgasmi multipli, e con una efficace stimolazione sessuale lo “stato orgasmico”: un orgasmo continuo che può durare fino a un minuto senza interruzioni – continua Puppo – La risposta sessuale clitoridea e l’orgasmo femminile non sono compromessi dall’invecchiamento».
Perché, se dunque la donna può “godere” – è proprio il caso di dirlo – di tutte questi vantaggi nella propria sessualità, andare a inventarsi punti fantasma, o maggior piacere da misure maschili fuori-norma o, ancora, per mezzo della vagina? «Le affermazioni che si trovano in molti articoli che sono stati scritti da Addiego F, Whipple B, Jannini E, Buisson O, O’Connell H, Brody S, Ostrzenski A, e altri, non hanno basi scientifiche – sottolinea Puppo – Orgasmo clitorideo / vaginale / uterino, orgasmo del punto G- /A- /C- /U- /K- /O- /DVZ, eiaculazione femminile, sindrome da eccitazione genitale persistente, bulbi del clitoride, complesso clitorideo, clitoride interno, glande periuretrale, componente genito-sensoriale del nervo vago, sono termini che non devono più essere utilizzati da ginecologi, sessuologi, esperti di medicina sessuale, donne e mass-media». «Le disfunzioni sessuali – aggiunge il dott. Puppo – sono molto comuni perché basate su qualcosa che non esiste, cioè l’orgasmo vaginale. Per le donne la stimolazione clitoridea è importante per scatenare l’orgasmo, e il clitoride esiste in tutte le donne: perché non stimolare semplicemente il clitoride con le dita durante i rapporti penetrativi con il pene? I ginecologi, sessuologi, esperti di medicina sessuale devono definire fare sesso/fare l’amore orgasmo per entrambi i partner con o senza il rapporto vaginale».
Ecco pertanto che, una volta per tutte, si spera si possa fare chiarezza sulla sessualità femminile – senza dover per forza fare notizia. Come ricorda il dottor Puppo, «i ginecologi e sessuologi devono divulgare certezze per tutte le donne, non ipotesi! I sessuologi devono usare solo il termine orgasmo femminile. I genitali interni hanno la funzione riproduttiva, mentre quelli esterni (vulva) la funzione del piacere. L’orgasmo vaginale non esiste, per questo le dimensioni del pene maschile e la durata del rapporto vaginale non sono importanti per scatenare l’orgasmo femminile. La conoscenza dell’anatomia e fisiologia sessuale (pene femminile/orgasmo) femminile è essenziale per la salute sessuale delle donne. Una corretta (scientifica) educazione sessuale è importante per la prevenzione delle disfunzioni sessuali femminili, delle mutilazioni genitali femminili e delle violenze contro le donne». [lm&sdp]
Foto: ©photoxpress.com/DNF-Style
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