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STEFANO CUCCHI LA PERIZIA - E' MORTO PER MALNUTRIZIONE

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  1. EternBoyX
     
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    ROMA - Stefano Cucchi morì per grave carenza di cibo e liquidi e quindi «i medici del reparto di medicina protetta dell'ospedale Pertini, non trattando il paziente in maniera adeguata, ne hanno determinato il decesso». Questa la conclusione dei periti incaricati dalla III Corte d'assise di Roma di accertare le cause della morte del 31enne geometra romano, deceduto il 21 ottobre del 2009 nel reparto giudiziario dell'ospedale Sandro Pertini a pochi giorni dal suo arresto. Per la morte di Cucchi sono imputati tre agenti della polizia penitenziaria e nove tra medici e infermieri dell'ospedale Sandro Pertini.
    MEDICI SOTTO ACCUSA - «Tutti i sanitari della Medicina protetta del Pertini - si legge nella perizia - ebbero una condotta colposa, a titolo sia di imperizia, sia di negligenza, quando non di mancata osservanza di disposizioni comportamentali codificate». «I medici del reparto di medicina protetta dell'ospedale Pertini non si sono mai resi conto di essere (e fin dall'inizio) di fronte a un caso di malnutrizione importante, quindi non si sono curati di monitorare il paziente sotto questo profilo, né hanno chiesto l'intervento di nutrizionisti (o di altri specialisti in materia), e, non trattando il paziente in maniera adeguata, ne hanno determinato il decesso», scrivono i periti. Non solo. I medici sono anche colpevoli di non aver informato in maniera adeguata Stefano Cucchi dei rischi che correva digiunando: «Non avendo consapevolezza della patologia di cui Cucchi è affetto, venne pure a mancare da parte dei sanitari una adeguata e corretta informazione al paziente sul suo stato di salute e sulla prognosi a breve inevitabilmente infausta, nel caso egli avesse persistito nel rifiutare cibi e liquidi».



    Una delle foto di Cucchi diffuse dalla famiglia nel 2009, pochi giorni dopo la sua morte (Ansa)
    LA PERIZIA - La perizia redatta dal gruppo di lavoro dell'Istituto Labanof di Milano è stata depositata giovedì, una settimana prima della prossima udienza del processo che vede imputati sei medici, tre infermieri e tre agenti della polizia penitenziaria. «In definitiva -si legge nella perizia - la causa della morte di Stefano Cucchi, per univoco convergere dei dati anamnestico clinici e delle risultanze anatomopatologiche, va identificata in una sindrome da inanizione». «Con il termine di morte per inanizione - scrivono i periti - si indica una sindrome sostenuta da mancanza (o grande carenza) di alimenti e liquidi».
    «AGGRESSIONE O CADUTA» -Scrivono ancora i periti: «In mani esperte l'allarme rosso era in atto con gli esami del 19 ottobre 2009 e che da questo momento Cucchi, per avere un trattamento appropriato, doveva essere trasferito in una struttura di terapia intensiva». «Un trasferimento ed un trattamento immediato - rilevano gli esperti riferendosi al personale sanitario che ha avuto in cura Cucchi - avrebbero probabilmente ancora consentito di recuperare il paziente. È intuibile che se il trasferimento del paziente fosse stato rimandato le di lui possibilità di sopravvivenza si sarebbero proporzionalmente e progressivamente ridotte, fino a raggiungere livelli molto bassi in data 20 ottobre ed ad annullarsi in data 21 ottobre». Concludono i periti: «Il quadro traumatico osservato si accorda sia con un'aggressione, sia con una caduta accidentale, né vi sono elementi che facciano propendere per l'una piuttosto che per l'altra dinamica lesiva».



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    CAUSE DELLA MORTE - «In questo contesto - si legge nella relazione di 190 pagine - pare anche inutile perdersi in discussioni sulla causa ultima del decesso. Se vale a dire - scrivono ancora i periti nominati dalla corte di assise - esso sia da ricondursi terminalmente ad un disturbo del ritmo cardiaco, piuttosto che della funzionalità cerebrale, trattandosi di ipotesi entrambe valide ed ugualmente sostenibili. Questo anche in considerazione del fatto che il decesso (vuoi per causa ultima cardiaca, vuoi per causa ultima cerebrale) intervenne nelle prime ore della mattinata del 22 ottobre quando, quanto meno a partire da due-tre giorni prima, già si era instaurato il catabolismo proteico, indice come abbiamo visto sopra di una prognosi "a breve" sicuramente infausta».
    Redazione Roma Online
     
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    Cucchi:procura, pronti riaprire indagini
    Ilaria, ora azzerare perizie e consulenze fumose
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    (ANSA) - ROMA, 2 NOV - Il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, si è detto "disponibile" a riaprire le indagini sul caso Cucchi "se emergeranno fatti nuovi o comunque l'opportunità di nuovi accertamenti". Pignatone ha definito anche "inaccettabile che una persona muoia, non per cause naturali, mentre è affidata alla responsabilità degli organi dello Stato".
    La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, chiede che ora vengano "azzerate le perizie e le consulenze che hanno fatto solo fumo e nebbia sui fatti".
     
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1 replies since 13/12/2012, 14:19   46 views
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