La panchina di Mariella Forever

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    La ROSA



    33tqahl
    <span style="word-wrap: break-word; font-size: 16pt; line-height: 21.3333px;">La presenza della rosa nella nostra penisola si perde nelle nebbie del tempo ma da quel passato emergono le voci di personaggi leggendari come Virgilio (70-19 a.C.) che cantò le rose di Paestum, di Plinio il Vecchio (79-23 a.C.), il più grande naturalista di quei tempi che descrisse le rose esistenti allora. I romani conobbero ed importarono rose, in seguito alle loro conquiste, dalla Grecia e dall’Asia minore. Con la caduta dell’Impero Romano decaddero pure la coltivazione ed il culto delle rose. Quasi tutte le varietà scomparvero e sopravissero soltanto quelle che poterono riprodursi da seme e naturalmente le botaniche. Nel V sec. Erodo parla già della rosa a cento petali come di un fiore comune e racconta come fosse coltivata con successo nei giardini del mitico re Mida, in Macedonia. Le "Georgiche" di Nicandro completano la notizia dicendola originaria del monte Bermios, nel Caucaso orientale, sul quale le famiglie greche, in primavera ed in autunno, facevano scampagnate per procurarsi le talee. In effetti, ancora oggi nel Kurdistan questa rosa cresce assolutamente spontanea. Di qui dunque è penetrata in Asia Minore e poi in Grecia da una parte, in Mesopotamia, Siria e Palestina dall'altra.

    Per tornare al nostro re Mida, Erodoto racconta che presto lasciò la città di suo padre e si stabilì in Tracia, poi nell'Edonia e nell'Emazia, sempre con le sue rose sottobraccio, fino a fissare la propria dimora e soprattutto i suoi prestigiosi giardini ai piedi del monte Bermios... ed ecco che storiografia e leggenda coincidono. 
    azia9
    Siamo circa nel V a. C.: ben presto la grossa spinta della colonizzazione ellenica porterà la rosa in tutto il Mediterraneo, soppiantando rapidamente, o almeno mettendo in secondo piano, gli altri più antichi fiori sacri: il giglio ed il fior di loto. Legata come s'è detto al culto di Venere, dea di fecondità e delle acque, la rosa fu impiegata largamente nel suo culto e collegata fin dapprincipio all'amore ed al benessere intesi quasi in senso moderno, vale a dire come beni in se' e non soltanto per ottenere la fecondità.

    La rosa fu un fiore proibito per circa 1000 anni. Con l'avvento del Cristianesimo, la rosa fu ritenuta un simbolo pagano per molti secoli e fatta scomparire nell'Occidente cristiano. Sia i Greci sia i Romani, infatti, la consideravano un attributo di Afrodito/Venere e, anche in altre civiltà, era associata all'amore e alla passione, come oggi.
    Ma in Grecia e a Roma la rosa era anche il simbolo del silenzio, attributo del dio Harpocrater rappresentato con un dito sulla bocca. Tanto che nell'antica Roma si usava porre una rosa su una mensa o davanti a una porta per indicare che quanto veniva detto a tavola, o in quella stamza, doveva rimanere segreto. Da qui l'estressione latina sub rosa in relazione a una cosersazione riservata. Tanta simbologia pagana ne decretò anche la sua messa al bando nei primi secoli del Cristianesimo. La rosa sopravvisse nei monasteri dove era coltivacome pianta officinale. E tornò in auge durante le crociate, quando i cavalieri di ritorno dall'Oriente ne magnificarono la bellezza e la popolarità, tanto da riemergere, stilizzata , nei rosono delle cattedrali gotiche. In seguito su associata alla Madonna e così tornò a diventare il fiore più amato nel mondo religioso e laico.
    (Focus)

    (Gabry)

     
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2 replies since 15/9/2014, 08:29   90 views
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